Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

 D  

 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

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 O

 P-PA  PE-PI  PL-PU

 Q

R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

 U

 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

V-VE

Vaaz de Andrade

Titoli: duca di San Donato di Lecce, di Casamassima, conte di Mola, di Ugento, Signori di San Cesario, nobili Napoletani.

Famiglia nobile Spagnola,di origini israelitiche trasferitasi nel regno di Napoli nel 1580.
Don MICHELE acquistò  il ducato di Casamassima e San Donato nel 1609,nel contempo divenne "Banchiere Vicereale”  su richiesta  del Viceré di Napoli il Conte di Lemos, suo parente. Fece edificare la Chiesa di San Michele Arcangelo in Napoli, al borgo di  Chiaia.

Il casato era  iscritto nella Mastra nobile di Napoli.

La Famiglia si estinse  alla fine del XVII secolo confluendo nella famiglia Tabili de Andrade, attualmente  rappresentata (secolo XXI) da don MARCO Tabili de Andrade.

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VAGGINELLI

Titoli: barone di Cutumino Soprano, barone di Pelo e Merca.

Dimora: Palermo

Famiglia palermitana del secolo XVIII. PIETRO, dottore in leggi, giudice della corte pretoriana in Palermo nel 1757/8, del tribunale del Concistoro negli anni 1765/67, avvocato fiscale del tribunale del Real Patrimonio nel 1784, maestro razionale giurisperito di detto tribunale nel 1787, acquistò il feudo Cutumino superiore nell’anno 1762; AGOSTINO, dottore in leggi, investito di detto feudo il 18 aprile 1788. Il figlio PIETRO, barone di Cutumino per investitura del 6 giugno 1796, il nipote PIETRO iscritto nell’elenco ufficiale definitivo delle famiglie nobili e titolate della Regione Siciliana con i titoli di barone di Cutumino Soprano e barone di Pelo e Merca nel 1810.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di oro a quattro uncini di nero posti tre a uno.

VAGLIASINDI

Titoli: barone del Castello di Randazzo, nobile dei baroni, barone

Dimora: Randazzo

Famiglia nota dal XVIII secolo, il titolo di barone del Castello di Randazzo venne riconosciuto all’ultima del ramo primogenito MARIA MARGHERITA con DD MM. del 6 febbraio 1900 e 1901; il titolo di nobile dei baroni di Randazzo riconosciuto a PAOLO nel 1900 e ai suoi discendenti; un altro PAOLO con R. D. “motu proprio” del 4 marzo e RR. LL. PP. del 3 maggio 1900 fu rinnovato il titolo di barone sul cognome con successione maschile; RODOLFO nobile dei baroni, ramo collaterale, con D. M. del 15 agosto 1929 per sé e discendenti di ambo i sessi.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al pino al naturale nella pianura di verde, sostenuto da un leone d’oro, un sole dello stesso orizzontale destro.

VAJOLA

Titoli: barone del Rotolo

Dimora: Messina

Famiglia messinese nota nella sua nobiltà dal X secolo, insignita del titolo di barone del Rotolo sulla macellazione della carne in Messina, ultimo insignito FILIPPO il 16 giugno 1863.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone coronato d’oro, tenente con le branche anteriori una V maiuscola, racchiudente tre vajole (sfere) d’argento poste due a uno.

VALCARCEL

Titoli: nobile di Bitonto

Dimora: Napoli

Famiglia originaria della Spagna dal cognome Warcarcell italianizzato in Valcarcel; aggregata alla nobiltà di Bitonto. Ricevuta nel Priorato del S. M. O. di Malta dal 1786 col cavaliere FRANCESCO, ascritta nel Priorato di Barletta in persona di EMANUELE coni figli FRANCESCO e GIROLAMO; FRANCESCO 1° tenente di artiglieria dello Stato Maggiore dell’Esercito delle Due Sicilie della “1^ Brigata LA ROSA”, ha partecipato alla difesa del Regno dall’invasione piemontese nella campagna del 1860/61, presente alla vittoriosa battaglia di Caiazzo del 20 settembre 1860 contro i garibaldini.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a cinque piante di radici d’oro, nel terreno di verde, quella di mezzo più alta.

VALENTI

Titoli: barone

Dimora:  Palermo

Famiglia di Corleone,  sin dai tempi remoti annoverata tra le più eminenti, GIOVANNI, detto il Magnifico, defunto nel 1400; con R. D. del 10 gennaio  e RR. LL. PP e 8 aprile 1929, re Vittorio Emanuele III  concesse il titolo di barone con successione mascolina primogeniale in persona di GIOVANNI: GIUSEPPE decorato medaglia di bronzo valor militare guerra 1915/18.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro, appoggiato ad una colonna d’argento con base a capitello.

VALENTINI

Titoli: nobile

Dimora: Giarre

Famiglia siciliana che nel tempo ha mutato varie volte il cognome, il primo era Corleone dalla signoria in loro possesso, in seguito Calascibbetta per il possesso di questa città ottenuto dal re Carlo d’Angiò, poi Chiappazzo dal fondo posseduto da GIUSEPPE Calascibetta nel 1720, in fine con R. D. del 25 marzo 1917 LUIGI fu autorizzato a cambiare il cognome in quello di Valentini; riconosciuta nobile con R. D. del 15 aprile 1939 in persona del precedente LUIGI, dottore, docente fisiologia nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro tenente con la branca anteriore destra una spada d’argento.

VALENTINO

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

VALIANTE di Avena

Titoli: duca, marchese, predicato di Avena

Dimora: Napoli

Antica famiglia di Vallo della Lucania, feudataria della terra di San Basile; si stabilì in Napoli con TOMMASO, il quale venne ammesso ai “Reali Baciamani” con biglietto della Real Maggiordomia Maggiore di Sua Maestà, il 4 maggio 1819 (L’iscrizione nel Registro dei Cavalieri ammessi ai “Reali Baciamani”, detta “Nota di Palazzo”, si otteneva attraverso un Regio Rescritto, emesso in seguito ad un rigoroso esame dei titoli di nobiltà che il Re di casa Borbone delle Due Sicilie, secondo i tempi, rimetteva alla Real Camera di Santa Chiara, poi abolita questa, al Ministero della Real Casa ed in fine alla Real Maggiordomia Maggiore, costituendo vere sovrane dichiarazioni di nobiltà). Con RR. LL. PP. del 23 settembre 1920 venne riconosciuta per legittima successione della famiglia Avena dei titoli su indicati. Rappresentata nel XXI secolo dal duca e marchese don GIOVANNI BATTISTA (1931), sposato con donna Amalia Imperiali dei principi di Francavilla nel 1958, cavaliere di “giustizia” del Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al cipresso al naturale sradicato, accollato da un serpe e sinistrato da un leone d’oro; tutto accompagnato in capo da tre stelle d’argento in fascia, con la campagna di verde.

VALIGNANI (1)

Titoli: duca di Vacri

Dimora: Chieti

Motto: Decoravit integritatem et servavit odorem”

Antica famiglia abruzzese, iscritta al primo ordine civico della città di Chieti; ricevuta per “giustizia” nel S. M. O. di Malta dal 1610 con PIETRO (Archivio di Stato di Napoli, volume I, Priorato di Capua) e nel Priorato nel 1781 in persona del cavaliere GIUSTINO duca di Vacri (Gran Magistero Roma, Priorato di Napoli ed Alberi Genealogici n. 124). Duca di Vacri (Abruzzo) per concessione del 25 giugno 1698, ultima intestazione nel Regio Cedolario GIUSEPPE nel 1783, il cui titolo spetta ai suoi discendenti. Un altro ramo possedette il titolo di marchese di Cepagatti e Casanova passato in altra famiglia, come il titolo di duca di Alanno riconosciuto a GIOVANNA, il 24 ottobre 1834, e passato in successione al figlio Francesco Bassi. Dichiarata di “nobiltà generosa” in occasione dell’ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo nel 1851.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla banda di rosso, caricata da tre rose d’argento, col capo d’oro caricato di un’aquila di nero coronata d’oro.

VALIGNANI (2)

Titoli: barone di Turri

Dimora: Chieti, Roma

Motto: “Decoravit integritatem et servavit odorem”

Famiglia originaria di Chieti, diramazione della precedente, con D. P. del 24 marzo 1927 venne riconosciuta nel Regno d’Italia con il titolo di barone di Turri con discendenza primogeniale mascolina.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato da un filetto di nero: nel 1° d’oro all’aquila di nero coronata del campo; 2° d’oro alla banda di rosso caricata di tre rose d’argento.

VANNI di San Vincenzo e VANNI di Archirafi

Titoli: principe di San Vincenzo, duca di Archirafi. Ramo cadetto nobile dei principi di San Vincenzo col trattamento di Don e Donna.

Dimora: Palermo

Originaria di Pisa, si vuole discendente dall’antica famiglia degli Appiani principi di Piombino. Occupò in Pisa parecchie volte la carica di “anziano” e pare che sia stata portata in Sicilia, nel principio del secolo XVI, da un ALESSANDRO Vanni e Mastiani, figlio di GIACOMO, anziano in Pisa nell’anno 1495. I personaggi di casa Vanni che illustrarono la famiglia in Sicilia:GIROLAMO inviato ambasciatore della Repubblica di Pisa da re Alfonso I d’Aragona dal quale fu creato cavaliere ed ottenne conferma del suo stemma ossia il cane rampante collarinato d’oro; ORAZIO giudice della corte pretoriana di Palermo nel 1603-4 e del Concistoro nell’anno 1601-2; VINCENZO senatore in detta città negli anni 1603 al 1618 ; RAFFAELE, con privilegio dato il 20 novembre 1629 esecutoriato il 28 febbraio 1630, ottenne la concessione del titolo di marchese di Roccabianca; GASPARE senatore di Palermo nel 1644-45; PIETRO tenne la stessa carica in detta città negli anni 1639-40, 1659-60 e tale carica tennero PLACIDO Vanni e Termine negli anni 1664-65, 1668/70; ORAZIO Vanni e Bellacera negli anni 1689/91; CARLO e Bellacera negli anni 1699-1702, 1708-9; MARCANTONIO negli anni 1711/29; EMANUELE Vanni dei marchesi di Roccabianca fu il primo marchese di San Leonardo di Palmeri nella sua famiglia per investitura del 10 novembre 1715; VINCENZO giudice del tribunale del Concistoro nel 1719, giudice della Gran Corte Criminale nell’anno 1725-26, della Gran Corte Civile negli anni 1727-28-29, 1735-36 e maestro razionale del tribunale del Real Patrimonio nell’anno 1743; MARIO, marchese di Roccabianca, deputato del Regno negli anni 1732, 1738; PLACIDO, dei marchesi di Roccabianca, senatore di Palermo negli anni 1737, 1744, 1749, 1756, 1758, 1762, 1769, 1775-76, console del supremo magistrato del commercio nell’anno 1742, tesoriere generale reggente nell’anno 1765, percettore del Val di Noto reggente nel 1771 e primo duca di Archirafi nella sua famiglia per investitura del 28 ottobre 1770; RAFFAELE senatore di Palermo negli anni 1746/50, 1752-53, 1755-56, 1771-72; ALESSANDRO Vanni e La Torre acquistò il titolo di principe di Casalmonaco , il 25 dicembre 1756, ottenne poi che gli fosse commutato in quello di principe di San Vincenzo, senatore in Palermo negli anni 1754-55, 1782-83, governatore di Monreale nel 1773, più volte deputato del Regno, fondò in casa sua ”l’Accademia di Storia Ecclesiastica” e fu uno dei fondatori della Biblioteca Comunale di Palermo; ORAZIO Vanni e La Torre generale dei Teatini; CARLO senatore di Palermo nel 1764-65; FRANCESCO Vanni e La Torre, teatino, deputato del Regno nel 1786 e vescovo di Cefalù nel 1788 insignito dell’insigne Ordine di San Gennaro; FRANCESCO Vanni e Inveges, il 13 agosto 1796, ottenne investitura del titolo di duca di Archirafi; DIEGO, dei marchesi di Roccabianca, nel settembre del 1821, ottenne attestato di nobiltà dal senato di Palermo. I due rami di questa famiglia tutt’ora fiorenti, cioè quello di principe di San Vincenzo e quello di duca di Archirafi erano rappresentati il primo dai discendenti VINCENZO Vanni Calvello e Petrazuoli (di Pietro, di Vincenzo), riconosciuto con decreto ministeriale del 15 giugno 1898 nel titolo di principe di San Vincenzo; il secondo rappresentato dai discendenti di FRANCESCO Vanni (di Giuseppe, di Francesco) con il titolo di duca di Archirafi. Il ramo del casato marchesi di Roccabianca si estinse nella famiglia Tagliavia.

Dal su menzionato VINCENZO, principe di San Vincenzo, coniugato con Eleonora La Torre, discendono i figli: CARLO sposato con Carmela Santa Colomba,IGNAZIO sposato con Francesca Amato,GIUSEPPE sposato Rosalia Guzzardi, altro IGNAZIO sposato con Maria Felice Benzo, FRANCESCO sposato con Giovanna Pensabene Perez.

Dal ramo cadetto: don GIANFRANCO, nobile dei principi di San Vincenzo, (Palermo 4 febbraio 1930 – 11 settembre 1987) docente universitario e direttore del facoltà di giurisprudenza di Palermo, coniugato in Palermo con Antonella dei baroni Valenti il 1 settembre 1960, da cui i figli: donna MARIA CARMELA nata a Palermo 10 luglio 1961; donna CARLA MARIA ALESSANDRA nata Palermo 25 ottobre 1964; donna DOMITILLA nata Palermo 13 settembre 1966;donna FRANCESCA nata Palermo il 9 aprile 1973.

N.d.A.: si ringrazia la dottoressa Maria Carmela Vanni nobile dei principi di San Vincenzo per le ulteriori notizie relative al casato.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Definitivo delle Famiglie Nobili e titolate della Regione Siciliana.

Arma: (ramo di Palermo) di rosso, al cane levriere d’argento, ritto e collarinato d’oro.

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VANNUCCHI

Titoli: marchese

Dimora: Napoli

La famiglia è una diramazione del casato fiorentino, venuta a Napoli nel 1774. Con Breve Pontificio (Decreto) del 4 marzo 1916 S. S. papa Benedetto XV concesse a GIUSEPPE il titolo di marchese per le sue benemerenze in favore delle Opere Cattoliche. Con R. D. del 24 aprile 1927 venne autorizzato l’uso del titolo nel Regno d’Italia.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due alberi sopra le colline, il tutto al naturale, col capo carico di un leone di rosso,sostenuto da una fascia dello stesso colore merlata.

VANNUCCI

Titoli: marchese di Santa Maria dei Balchini, per successione casa Gioeni: principe di Sant’Antonino, principe di Petrulla, duca di San Biagio, duca di Angiò, duca di Ravanusa Castellana, barone di Noara, barone di Montallegro, barone di Bagattano.

Dimora: Palermo

Famiglia di origine toscana, che ebbe come capostipite JACOPO, figlio di Vannuccio, iscritto al Priorato della Repubblica di Firenze nel 1331; passata prima a Genova e poi in Sicilia nel XVIII secolo; GIROLAMO acquistò il marcato di Santa Maria di Balchino di cui ottenne investitura il 30 agosto 1783, acquistò il titolo di marchese di Calcagno che in data 9 aprile 1784, ottenne di poter commutare in quello di marchese di Santa Maria dei Balchini; POMPEO, marchese di Santa Maria di Balchino, sposò Caterina Gioeni, sorella di Giovanni, principe di Sant’Antonino, principe di Petrulla, ecc., in essa si estinse il casato Gioene del quale assunse i titoli su descritti con con decreto ministeriale del 30 maggio 1902; GIROLAMO ottenne riconoscimento del titolo di marchese di Santa Maria di Balchini e, con regie lettere parenti del 14 agosto 1904 anche il riconoscimento dei titoli di principe di Petrulla, duca di San Biagio, duca di Angiò, duca di Ravanusa Castellana, barone di Noara, barone di Montallegro, barone di Ragattano, principe di Sant’Antonino.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla torre e tre stelle d’oro.

VARISANO

Titoli: signore di Balatella Grande, signore di Pasquasia

Dimora: Sicilia

Motto: Frusta nuut

Famiglia siciliana che si ritiene originaria di Firenze, portata in Sicilia al tempo di re Alfonso d’Aragona dove possedette la baronia di Balatella grande e Pasquasia. BARTOLOMEO, cavaliere di gran croce dell’Ordine di Malta, combattente valoroso nelle vesti di sergente maggiore (all’epoca corrispondente al grado di ufficiale superiore) per la Repubblica di Venezia nella guerra di Candia contro i turchi nel 1675; GIOACCHINO, frate benedettino, vicario generale, completò la costruzione del tempio di San Cataldo e istituì un Monte per i poveri; PIETRO ultimo investito del titolo di signore di Balatella grande il 1 novembre 1812, GIUSEPPE ultimo investito del titolo di signore di Pasquasia in data 1 settembre 1790.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla fascia di verde caricata di verde di tre stelle del campo;

alias d’azzurro al leone d’oro coronato con la banda d’azzurro orlata d’oro e caricata da tre stelle dello stesso colore.

 

VASATURO

Titoli: duca, marchese di Montorio

Dimora: Napoli

Famiglia dichiarata nobile diploma dato da re Filippo II nell’anno 1614, ed insignita del titolo di duca nel 1728; il casato venne riconosciuto in detto titolo, con Regio Rescritto del 2 aprile 1860 in persona di FRANCESCO marito di Francesca Spiriti la quale venne riconosciuta del titolo di marchesa di Montorio con R. Rescritto del 7 ottobre 1840, nei titoli successe il loro figlio RAFFAELE ed a questi a suo figlio CARMELO. Riconosciuta di “nobiltà generosa” in occasione dell’ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” in persona di GIOVANNI poi alfiere del “1° Reggimento Ussari della Guardia Reale” (Archivio di Stato di Napoli, verbali Regia Commissione per i Titoli di Nobiltà, anno 1850, volume VI, pagina 232), che insieme a FERDINANDO, guardia a cavallo, della Compagnia dlle Regie Guardie a cavallo, ha partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: di rosso al vaso d’argento.

 

Alfiere Giovanni Vasaturo. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

VASSALLO

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

VASTALEGNA

Titoli: patrizio di Benevento

Dimora: Benevento

Le notizie certe si hanno dal 1658 con GASPARE, dottore in utrique, delegato della Santa Consulta all’Ufficio di avvocato fiscale della città di Benevento. BARTOLOMEO con Deliberazione del 24 giugno 1725 della Consulta dei Nobili Patrizi di Benevento ed d’ordine di Sua Santità papa Benedetto XIII, fu ammesso al Patriziato di Benevento; BERNARDO e VINCENZO patrizi di Benevento nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al pino sulla pianura di verde, con tre uccelli al naturale sull’albero e sormontato da tre stelle d’argento in fascia.

VASTARINI

Titoli: marchese di Sant’Antonio, patrizio dell’Aquila

Dimora: l’Aquila, Napoli

Famiglia patrizia dell’Aquila, decorata, per successione delle famiglie Cresi e Villanova, del titolo di marchese di Sant’Antonio nel 1897 per il matrimonio di DOMENICO con Fortunata Cresi marchese di Sant’Antonio. Un ramo della famiglia nel 1661 venne ascritta alla nobiltà romana e usa aggiungere il cognome Cresi.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito: nel 1° di rosso al guerriero di profilo, armato di mazza, fermo sulla pianura erbosa, il tutto al naturale (Vastarini), nel 2° d’oro a due monti erbosi, uno più basso a destra col melograno sulla cima, sul più alto un’aquila di nero col volo abbassato, afferrante con l’artiglio destro un ramoscello, tutto al naturale.

DEL VECCHIO

Titoli: patrizio di Lucera

Dimora: Lucera, Napoli

Di antica nobiltà, detta anche Vecchia, de Vecchi e della Vecchia; è un ramo della famiglia nobile di Siena passata nel regno di Napoli nel XVI secolo; ; le prime memorie certe si hanno nel salernitano con GERONIMO milite al servizio del duca Tristaven, che per i suoi atti valorosi ottenne molte grazie e gradi di nobiltà come si legge in un privilegio del 3 aprile 1293; nel “Cedolario Antico” anni 1582/4 è segnato il “magnifico” MARCANTONIO de Vecchio, ed anche BARTOLOMEO de la Vecchia nel 1691; l’autore Ughelli nel suo tomo “Italia Sacra( Napoli, 1717, vol.6 fol. 2237) indica MARCANTONIO de Vecchi vescovo di Isclani, nobile capuano. Un ramo passò in Lucera ed ascritto nella sua nobiltà, ricevuto per “giustizia” nel S. M. O. di Malta nel 1767; GIUSEPPE, monaco di Monte Gelasio, patriarca di Costantinopoli nel 1261; GUGLIELMO, agostiniano, vescovo di Genova; MICHELE generale della Congregazione di San Giovanni di Dio; ENRICO conte di Ravello nel 1523; fra FRANCESCO MARIA cavaliere del S. M. O. di Malta nel Priorato di Capua nel 1579; fra ASDRUBALE cavaliere del S. M. O. di Malta il 9 aprile 1605; FERDINANDO Del Vecchio Zevallos con bolla del 1 dicembre 1793 ottenne il titolo di cavaliere di croce e devozione dell’Ordine Gerosolimitano; nel 1804 il cavaliere gerosolimitano FERDINANDO venne ammesso ai Reali Baciamani (Archivio di Stato di Napoli, Consulta di Camera Reale, volume 972, - L’iscrizione nel Registro dei Cavalieri ammessi ai “Reali Baciamani”, detta “Nota di Palazzo”, si otteneva attraverso un Regio Rescritto, emesso in seguito ad un rigoroso esame dei titoli di nobiltà che il Re di casa Borbone delle Due Sicilie, secondo i tempi, rimetteva alla Real Camera di Santa Chiara poi, abolita questa, al Ministero della Real Casa ed in fine alla Real Maggiordomia Maggiore, costituendo vere sovrane dichiarazioni di nobiltà); ANGELO alfiere del “10° Reggimento Fanteria di Linea Abruzzo”, e ANTONIO maggiore del “2° Reggimento Ussari della Guardia Reale” hanno partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al cervo rampante d’oro, col capo d’oro caricato di un’aquila al naturale col volo spiegato (origine casato di Siena); alias di rosso al fascio di miglio al naturale legato d’oro posto in palo.

 

 

 

 

 

 

VECCHIONE

Titoli: patrizio di Pozzuoli

Dimora: Pozzuoli

Antica famiglia nobile puteolana, conosciuta dal XV secolo; ebbe alti gradi nella magistratura e riconosciuta di “nobiltà generosa”, nel 1843, nelle prove di ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” (Verbali della Regia Commissione dei Titoli – Archivio di Napoli, volume III, pag. 206 volume IV, pagina 52, anno 1844). Militari che hanno partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall'invasione Piemontese nella campagna del 1860/61: ASCANIO 2° tenente del "Battaglione Treno" (artiglieria ippotrainata); RAFFAELE (1809 - ?) comandante del "14° Battaglione Cacciatori", contrastò l'avanzata dei garibaldini a Triflisco ed a Sant'Angelo, decorato della Croce dell'Ordine di Francesco I e della Croce dell'Ordine di San Ferdinando, promosso generale di brigata durante l'assedio di Gaeta e nominato comandante dei "Volteggiatori della Guardia Reale", dopo la caduta della piazzaforte patì il carcere per aver preso parte ad una congiura anti italiana ordita dal maggiore Cosenza; FELICE (1839 - ?) proveniente dalla Compagnia delle Reali Guardie del Corpo, raggiunse il padre Raffaele a Gaeta, dove venne nominato alfiere del "2° Reggimento Lancieri", capitolò con la guarnigione nel febbraio 1861; GIOVANNI MARIA 2° tenente del "10° Reggimento Abruzzo" anch'egli presenta a Gaeta.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro ad una quercia di verde, fruttata d’oro.

VELARDITA o VILLARDITA

Titoli: nobile

Dimora: Piazza Armerina

Originaria della Lombardia; le prime memorie certe si hanno in Piazza Armerina dal XIV secolo con BERNARDO capitano di giustizia di Licata nel 1403 e castellano di Piazza nel 1410, il 25 ottobre 1396  ottenne concessione dei censi e molini di Piazza Armerina e Sant’Andrea, il 20 gennaio 1397 possedette il feudo Bessima e il feudo Rachali o Radali; PERRICONE acquistò da re Federico III d’Aragona nell’anno 1375 gli “introiti” di Piazza Armerina; BERNARDO cavaliere di Rodi (Ordine di Malta); PAOLO vescovo di Lipari nel XV secolo. ANTONINO nel 1782 giudice delle appellazioni in Piazza e, come discendente da Bernardo, iscritto nell’Elenco Ufficiale Definitivo delle Famiglie Nobili e titolate della Regione Siciliana, con il titolo di nobile; ANTONINO, nobile,  sul finire del XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d'argento a tre vasi di verde, fiammeggianti di rosso.

VELASCO

Titoli: nobile

Dimora: Sicilia

Famiglia originaria di Cefalù, venuta dalla Spagna col cognome Velasquez si crede nel XV secolo. Dichiarata nobile il 13 aprile 1844 dalla Commissione per i Titoli di Nobiltà. GIOVANNI LUCIO secreto di Cefalù e capo degli algoziri del regno nel 1594; FRANCESCO, cavaliere dell’ordine di San Giacomo della Spada, sergente generale di battaglia ( grado di ufficiale superiore), maestro di campo del “3° Reggimento di fanteria spagnola” del Regno di Napoli, castellano del Real Palazzo di Messina nell’anno 1683; GIUSEPPE Velasco e Montoja sopraintendente generale della scala e porto franco di Messina nel 1708; alfiere GIOVAN TOMMASO capitano di giustizia in Sutera nel 1705/6; VINCENZO Velasco Velasquez e IGNAZIO iscritti nella mastra nobile di Augusta.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di verde al castello di tre torri d’argento.

VELEZ

Titoli: nobile, barone di Pedagaggi.

Dimora Palermo, Balestrate, Bologna

Antica e nobile famiglia che rappresenta il ramo siciliano di un illustre casato spagnolo "Velez de Guevara”,conti di Onate e di Villamediana , che si è fregiata del titolo di vicerè e molteplici alte cariche. Originaria della Spagna nord occidentale- Navarra - , e pervenuti in Italia nel secolo XV a seguito della conquista del Regno di Napoli ad opera di Alfonso V di Aragona, si diramarono nell'Italia meridionale ed a Malta, nel mentre altri collaterali o cadetti pervennero in Sicilia (Siracusa) nel XVI secolo ad opera di ANTONINO (1513) ed GIOVANNI (1560) che ottiene il titolo di regio cavaliere, per poi spingersi in altri luoghi della Sicilia. Ne vengono fuori una serie di giurati, capitani di giustizia. Tra il XVII ed il XVIII secolo tale ramo siciliano fissa la sua dimora ad Alcamo, ove edifica un palazzo magnatizio alle spalle della cattedrale.

Il Mango di Casalgerardo, nel suo tomo "Nobiliario di Sicilia" menziona: GONZALO capitano di giustizia a Sciacca nel 1643/44; FRANCECO Velez de la Pegna , capitano di giustizia a Patti 1645/47; MARCELLO, maestro razionale e conservatore del real patrimonio con Real Cedola data il 9 ottobre ed esecutoriata il 29 dicembre del 1679; IGNATIO capitano di giustizia in Cefalu' 1695/96; ANTONINO, giurato delle appellazioni,giurato secreto e governatore di Alcamo 1740/60 indicato dal Villabianca come Velez de Guevara y de la Pegna, barone di Pedagaggi; GIOVANNI, barone, giurato anni 1812/13; GAETANO, barone, sindaco di Alcamo nel 1837.

Nella seconda metà del novecento i Velez si trasferiscono a Palermo, acquistando il palazzo di Gaspare Miano, razionale del real patrimonio nel XVIII secolo, rendendolo ancora più confacente all'edilizia nobiliare settecentesca.

Lo storico Francesco S. M. De Spuches, da ulteriori notizie di questa famiglia, sia pure indirettamente, parlando della successione del feudo di Bertolino a Sciacca, rilevando un barone ALFONSO che sposa Maria Carolina Arone di Bertolino nel 1853, ed un barone GIOVANBATTISTA che sposa Concetta Arone Tagliavia nel 1878.

n.d.a.: si ringrazia il signor Mario D’Angelo Velez per le notizie storiche fornite sul casato.

Arma: inquartato:al primo e quarto d'oro, a tre bande cucite d'argento caricate di armellino di nero; nel secondo e terzo d'argento, a cinque cuori di nero, posti in croce di Sant'Andea.

VELLA e VELLA VARRIOS e VELLA COMITINI

Titoli: barone di Biggini

Dimora: Caltanissetta

Originaria dell’isola di Malta e passata in Sicilia nella città di Terranova con GIUSEPPE sul finire del XV secolo; GIOVANNI Vella-Varrios de Espriella maestro razionale supernumerario del tribunale del Real Patrimonio nel 1664; GIOVANNI cavaliere dell’Ordine di San Giacomo della Spada, maestro razionale nel XVII secolo; ANTONIO (Vella Comitini) con Real Decreto del 30 ottobre 1900, ottenne concessione dello stemma di gentilizio, qui descritto, con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 20 giugno 1901 venne autorizzato ad assumere ed a trasmettere ai suoi eredi e successori il titolo di barone di Biggini, a lui pervenuto per successione alla madre, Carmela Calafato.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: semipartito e troncato: 1° scaccato d’argento e di nero; 2° di rosso al grifone d’oro con la fascia d’azzurro attraversante; 3° e 4° d’oro a quattro torce accese,naturali e decusse due a due.

VENATO

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

VENTAPANE

Titoli: marchese

Dimora: Napoli

Il casato ottenne il diploma di nobiltà dal 1526; decorata del titolo di marchese con Regio Privilegio del 27 ottobre 1800; FRANCESCO, marchese, vivente nella prima metà del XX secolo

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’albero di verde, sostenuto da due leoni d’oro affrontanti ed accompagnati in capo da tre gigli d’oro.

VENTURA

Titoli: barone di Raulica

Dimora: Palermo, Chiaramonte

Motto “Honoribus assueta”

Originaria di Napoli, portata in Sicilia nel XV secolo da ANTONUCCIO, milite di re Alfonso d’Aragona, che si stabilì in Catania nel 1441; i discendenti si stabilirono in Chiaramonte con varie cariche cittadine quali vicemastro della zecca, capitano d’arme in guerra, tennero il governo generale della conte di Modica. A fine del XVI secolo FRANCESCO commissario generale di sicurezza contro banditi e contrabbandieri nel Regno; FRANCESCO possessore del feudo di Pozzo del Baldo; da lui discese FILIPPO e in linea retta i baroni di Lago, governatore e capitano generale della contea di Modica e nel 1684 ottenne il titolo di barone del Lago per sé e i suoi discendenti; nel 1664 da PIETRO PAOLO discesero i baroni di Canseria. Il casato ottenne il titolo di barone di Raulica ed ultimo investito MATTEO in data 5 maggio1799 e successivamente agli eredi maschi. I seguenti personaggi hanno preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese: BERNARDO capitano del “7° Reggimento Fanteria di Linea Napoli” presente alla strenua difesa della cittadella di Messina fino alla capitolazione avvenuta il 12 marzo 1861, CARLO alfiere del “11° Reggimento Fanteria di Linea Palermo”, FRANCESCO alfiere del “4° Battaglione Cacciatori” presente alla difesa di Gaeta sino alla capitolazione del 14 febbraio 1861, GIACINTO, fratello del precedente, primo tenente del “7° Battaglione Cacciatori” anch’egli presente alla difesa di Gaeta. Per alleanza contratta con la casa Spitalieri i titoli di Dagala e Intorella passarono al casato Ventura, ultima rappresentate MARIA CONCETTA che li portò in casa Avellone, e con D. M. del 24 gennaio 1884 i suddetti titolo resi trasmissibili al figlio Antonino Avellone.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d’azzurro alla figura della fortuna al naturale sulla ruota d’oro uscente dalla punta dello scudo.

VENTURI

Titoli: duca di Minervino, patrizio di Bari,

Dimora: Minervino, Tuglie, Lecce, Trani, Bari

Originaria della Toscana, si crede venuta con SIMONE, milite angioino nel 1299; TOMMASO, milite, maestro portulano e provisore della Puglia al tempo della regina Giovanna I; passarono poi in terra d’Otranto con GIACOMO per il matrimonio con Antonia Sambiase e per “maritali nomine” ottenne il possesso dei casali di Morigino, Palmerigi, e Castro, costituendo la baronia di Ceresole. Per acquisto dai Filomarino ottennero la terra di Minervino nel XVI secolo, sulla quale GIUSEPPE MARIA con diploma dell’11 settembre 1683, da re Carlo II, ne ebbe il titolo di duca, riconosciuto in seguito con R. R. del 26 aprile 1856 in persona di ANDREA; il casato nobile in Bari, Trani, Taranto, Lecce, in Salerno fu aggregata al Seggio di Porta Retese in data 19 aprile 1741 in seguito al matrimonio di FERDINANDO, duca di Minervino, con Costanza Santomango. Ricevuta nel S. M. O. di Malta nel 1487 in persona del cavaliere FRANCESCO SAVERIO, di Lecce (Archivio di Stato di Napoli, volume 34, Priorato di Barletta). Un ramo si trasferì in Copertino.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla banda d’oro caricata da tre mezzelune di rosso, accostata da due stelle d’or, una in capo ed un’altra in punta.

VENUSIO

Titoli: marchese di Turi

Dimora: Napoli, Turi, Bari

Originaria di Venosa, aggregata al primo ordine Civico della città di Matera, ricevuta nel S. M.O. di Malta dal 1710 con FABIO (Archivio Ordine di Malta, 4894/95), nel 1714, nel 1745nel ramo di Barletta e nel 1757. Decorata del titolo di marchese di Turi dal 28 agosto 1797. Riconosciuta di “nobiltà generosa” dalla Regia Commissione dei Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie nel 1839 e 1843 per l’ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

   

Palazzo Venusio, Napoli

 

La scala ingresso

 

Particolare cortile

Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle

 

Particolare del frontale

 

chiave di volta, figura antropomorfa

Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle

Arma: d’argento alla fascia d’azzurro carica di tre stelle d’oro, accompagnata da tre rose di rosso due in capo e una in punta.

 

DE VERA D'ARAGONA

Titoli: ramo principale: principe di Caposele, duca di Verzino, duca di Carinari; ramo secondogenito: principe di Colubrano, duca di Alvito, col predicato di: Morcone, Formicola, Atina, Belmonte, Campoli, Gallinaro, Pinisco, Posta San Donato, Vicalvi, Settefrati

Dimora: Napoli, Viareggio

Motto: “Veritas Vincit”

Di origine spagnola, si presume discenda dal re RAMIRO I d'Aragona, il quale abbia contratto matrimonio con Geloyra De Vera, ultima della sua famiglia, i figli avuti dal matrimonio CARLOS e LUIS anteposero al cognome paterno quello materno.

Il casato si trasferì nel Regno di Napoli nel XVI secolo, iscritto nelle famiglie nobili fuori Piazza. GIOVANNI vescovo di Salerno poi nominato cardinale, famoso giureconsulto del Vaticano; GARCIA giustiziere della provincia del Molise nel 1407; don PIETRO presidente del Sacro Regio Consiglio nel 1604; GIOVANNI colonnello di cavalleria in Estremadura nel 1619; GIOVANNI (1795-1861) 1° esente (ufficiale superiore) della "Compagnia delle Reali Guardie del Corpo", presente nei ruoli attivi anno 1860 dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie.

Ricevuto nel Sovrano Militare Ordine di Malta dal 1758 in Napoli ed in persona del commendator LUIGI, per la “pruova” di LUIGI senior primo stipite dal 1528; in convento col cavaliere LUIGI nel 1796; duca di Verzino per successione della famiglia Caropreso con investitura del 1693; principe di Caposele, duca di Carinari per il matrimonio di LUIGI duca di Verzino, con Domenica Ligny Mormile, titoli poi trasferiti al figlio GIUSEPPE (1817-1886) padre di EMILIO (1858) principe di Caposele, duca di Verzino, duca di Carinari vivente nella prima metà del XX secolo.

Il titolo di duca di Alvito venne acquisito da RANIERI per il matrimonio con Maria Dolorita Proto, riconoscimento avvenuto con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 22 novenbre 1899 con i predicati di: Morcone, Formicola, Atina, Belmonte, Campoli, Gallinaro, Pinisco, Posta San Donato, Vicalvi, Settefrati.

Iscritta la famiglia nel Registro dei Cavalieri di Malta per “giustizia”, riconosciuta di “nobiltà generosa” nel 1859 e nel 1860. CARLO abate di Montecassino nella prima metà del XIX secolo. EMILIO (1858), RENATO(1918), CARLO ALBERTO(1892), DIEGO(1904), INIGO (1907), GIANRANIERI (1924), RAMIRO(1934) viventi nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito nel 1° d'argento a tre fasce di nero contro intestate, con la bordura di rosso con 8 decusse d'oro (De Vera); nel 2° d'oro a 4 pali di rosso (D'Aragona).

VERARDI

Titoli: marchese

Dimora: Sicilia

Famiglia di Messina; ANTONIO si segnalò e si prestò nella pestilenza del 1743 sostenendo le cariche di giudice della Regia Udienza, delle Appellazioni, della Gran Corte e Ministro della Regia Azienda e anche durante il terremoto del 1783 tanto da meritarsi il titolo di “padre della Patria” e per le sue benemerenze re Ferdinando IV con privilegio del 1788 lo nominò marchese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al braccio sinistro di carnagione, uscente dal lato destro, tenente un cuore infiammato di rosso, accompagnato a sinistra da un leone d’oro rivolto, sul terreno di verde.

VERDUZIO

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Roma

Originaria di Sessa, ricevuta nell’Ordine di Malta per “giustizia” nel 1779, passata in convento nel 1797. Il casato venne riconosciuto nobile con DD. PP. del 27 febbraio 1927 e del 28 novembre 1928. RODOLFO aiutante di campo di S. M. il re Vittorio Emanuele III, commendatore dell’Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro, commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore di prima classe, commendatore della Corona d’Italia, generale del Regio Genio Aeronautico, ingegnere civile, docente di costruzioni aeronautiche, campagna della 1^ guerra mondiale, vivente nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Eelmco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento all’albero di gelso al naturale sulla campagna di verde.

VERGARA

Titoli: ramo primogenito: duca di Craco, marchese di Comignano, marchese di Savochetta; ramo secondogenito: nobile dei duchi di Craco, dei marchesi di Comignano, dei marchesi di Savochetta.

Dimora: Palermo

Originaria della Spagna, stabilitasi in Palermo nel XIV secolo, passata a Napoli ed in Sicilia dal 1381 stabilitasi in Palermo con FRANCESCO. i Vergara furono creati duchi di Craco dall’imperatore Carlo VI con diploma del 30 dicembre 1724; re Ferdinando III con Regio Assenso del 27 ottobre 1780 trasferì il titolo di marchese dalla terra di Comignano in Terra di Lavoro all’omonima terrea in Abruzzo; FORTUNATO (1833 – 1928) venne riconosciuto nei titolo di duca di Craco e marchese di Comignano trasmissibile ai maschi primogeniti con R. D. del dicembre 1875, sindaco di Palermo, direttore generale del Banco di Sicilia, decorato di medaglia d’oro per i “benemeriti della salute pubblica” e della medaglia d’argento al valor civile, con RR. LL. PP. Luogotenenziali del 18 aprile 1918 fu autorizzato ad assumere il titolo di marchese di Savochetta proveniente da casa Barrile.

Iscritta nel Libro d’Oro della nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato:1° di rosso al castello di tre torri d’argento merlato, aperto e finestrato di nero, nel 2° partito a destra di azzurro al leone d’oro, a sinistra fasciato cuneato di rosso d’oro, caricato di un’aquila bicipite di nero, coronata dello stesso sulle due teste e attraversante sulla partizione.

VERNAGALLO

Titoli: barone di Desi

Dimora: Sicilia

Si crede originaria di Pisa, si trasferì in Sicilia nel XIV secolo con RANIERI nella città di Palermo. Il casato ha dato molti senatori e pretori,tra cui FRANCESCO PAOLO governatore della “Compagnia dei Bianchi” in Palermo. Possedette per breve tempo la città di Caltanissetta; ottenne la baronia di Desi nel 1718. Un altro FRANCESCO PAOLO investito del titolo di barone di Desi il 12 agosto 1769.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone d’argento.

VERNAZZA e VERNAZZA CASTROMEDIANO DI LYMBURG

Titoli: nobile

Dimora: Lecce, Castrì

Famiglia originaria di Genova, ed aggregata a quel patriziato; si trasferì in Lecce; con Sovrano Privilegio dell’11 novembre 1719, decorata del titolo di duca sul feudo di Castì Guarino, che già possedeva il titolo. Ricevuta per giustizia nell’Ordine Costantiniano; dichiarata di “nobiltà generosa” nelle prove d’ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo nell’anno 1849 ( Archivio di Stato di Napoli, Verbali della Regia Commissione dei Titoli di Nobiltà, volume VI, pagina 122); appartiene alla famiglia la beata BATTISTA; ACHILLE venne adottato dal congiunto duca di Morciano Sigismondo Castromediano di Lymburg, aggiungendone il cognome con sentenza data in Trani.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro a tre fasce di rosso accompagnate in capo da una mezzaluna d’argento.

VERUSIO o VERRUSIO

Titoli: marchese, duca di Ceglie

Dimora: Napoli

Famiglia napoletana decorata del titolo di marchese per successione diretta della famiglia Sisto y Britto e del titolo di duca di Britto in data 30 ottobre 1798; riconosciuto inseguito di detti titoli in data 30 luglio 1901 con RR. LL. PP.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla pecora sulla pianura erbosa, sormontata da due spade appuntate in capo da tre stelle.

VESPOLI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Massalubrense

Famiglia originaria di Sorrento, ricevuta in Priorato del S. M. O. di Malta nel 1742 in persona del balio fra GAETANO ed ancora in Priorato nel 1790 (Gran Magistero, Roma; Alberi Genealogici, n. 97, incarto 56 del Priorato di Napoli - Archivio Gran Magistero). Detentrice del feudo di Montagnano sul quale SCIPIONE ne ottenne il titolo di marchese l’8 febbraio 1625; l’ultimo intestatario GIUSEPPE in data 10 marzo 1756, il titolo passò per successione femminile in altra famiglia. Riconosciuta di “nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo in data 1848 (Archivio di Stato Napoli, verbali Regia Commissione titoli di Nobiltà, volume V, pagina 246); ascritta nell’Elenco dei cavalieri di giustizia del S. M. O. di Malta nel 1801 in persona di ALFONSO nel Priorato di Capua; il nipote ALFONSO, NOBILE, cavaliere d’onore e devozione del S. M. O. di Malta; GIOVAN BATTISTA, nobile, vivente nella prima metà del XX secolo.

Arma: troncato innestato di nero e d’argento, il 1° punto caricato di una rosa d’argento.

VETERE di San Mauro

Titoli: nobile, predicato di San Mauro

Dimora: Napoli, Roma

Famiglia riconosciuta nobile dal 1586, feudataria di San Mauro in Cilento, di cui l’ultimo intestatario fu FRANCESCO il 5 novembre 1802, presidente della Regia Sommaria; FRANCESCO ed il figlio NICOLA nobili col predicato di San Mauro nel XIX secolo. Lo stesso predicato è attributo anche alla famiglia Gagliani di Trani.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla fascia di rosso, accompagnata in capo da quattro stelle d’argento, in punta di un castello vecchio, e di un albero d’ulivo il tutto al naturale.

 

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