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I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

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 U

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E

EBANO o EBBANO

Titoli: Nobile

Dimora: Palermo

PIETRO senatore in Palermo dal 1590/91; VINCENZO barone di Vanella con investitura dell’8 febbraio 1629; GIACOMO senatore in Palermo 1681/84; GIACOMO stessa carica  1717/18; GIOVANNI con investitura del 24 maggio 1806 ebbe il titolo di barone del Grano (carica con la quale si otteneva una decima in denaro) su ogni “salma” (unità di misura, usata specialmente in Sicilia, che corrisponde agli attuali 275 litri) di legumi e frumenti estratti dai caricatoi (silos) di Girgenti (Agrigento), Siciliano e Montechiaro.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito 1° d’azzurro al leone d’oro, 2° tre pali di rosso e d’oro, 3° d’azzurro alla torre d’oro.

ELEFANTE

Titoli: nobili

Dimora: Napoli, Barletta

Antica famiglia di Barletta nobili dal XV secolo, un ramo della famiglia si trasferì a Napoli nel XVII secolo. Ricevuta per giustizia nell’Ordine di Malta nel 1721, 1780, 1801; iscritta nel Priorato di Barletta in persona di GIUSEPPE, NICOLA e CAMILLO nel XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’elefante al naturale, una torre d’argento finestrata di nero.

EMANUELE

Titoli: ramo di Villabianca: marchese di Villabianca, conte di Belforte; ramo di Torralta: marchese di Torralta, barone di San Leonardo, barone del Canalotto; ramo di San Giuseppe: barone di San Giuseppe

Dimora: Palermo, Salemi

Motto: Signifer vis et clementiae”

Secondo vari autori il casato discenderebbe dalla casa reale di Castiglia, mentre il Villabianca (FRANCESCO MARIA Emanuele Caetani) (tomo “Sicilia Nobile” vol. III, pag. 179) dice: “derivati forse da regio stipite o almeno di reali parentele adorni”. Il primo di cui si hanno notizie è RODOLFO milite, consigliere e famigliare di re Pietro I d'Aragona, nominato giustiziere della Valle di Girgenti (Agrigento) il 17 febbraio 1283, barone di Burgio e Lillusio il 22 febbraio 1287. RUGGIERO cavaliere e milite in Trapani nel 1283; LUDOVICO LUIGI per maritali nomine da Umana Di Lorenzo ottenne la gabella di Pelo e Merca in Palermo, la gabella di tintoria con investitura del 6 aprile 1397, pretore di Palermo dal 1400/1; GIOVAN PIETRO capitano di giustizia in Marsala, acquistò la salina di Villadimare; ANTONIO con privilegio del 7 febbraio 1622 ottenne per se ed i suoi discendenti il titolo di “don”; FRANCESCO cavaliere dell'Ordine di San Giacomo e castellano del real castello di Palermo nel 1623; BENEDETTO giudice della corte pretoriana di Palermo nel 1636/7, del Tribunale della Gran Corte Criminale nel 1643, vicario generale del regno di Sicilia nel 1641 e 1645, prese parte per sedare la rivolta capeggiata da Giuseppe d'Alessi, uccidendo uno dei caopi della rivolta Mariano Rubiani (Villabianca, “Sicilia Nobile” vol. II, pag. 525), governatore del Monte di Pietà di Palermo nel 1657, con privilegio del 17 novembre 1655 reso esecutivo il 23 luglio 1657 ottenne per se e la sua discendenza il titolo di marchese di Villabianca; STEFANO giudice della corte pretoriana di Palermo, giudice del tribunale del concistoro, della gran corte, uditore generale delle Genti di Mare nel 1699, giudice della “Giunta dei Beni” confiscati ai messinesi ribelli, giudice privativo della Scala e Porto Franco di Messina nel 1703, maestro razionale giurisperito del tribunale del Regio Patrimonio, consultore del viceré nel 1718; FRANCESCO marchese di Villabianca, governatore della nobile “Compagnia della Carità” in Palermo nel 1701; BENEDETTO primo marchese di Torralta, barone di San Giuseppe, barone di Canalotto, barone di san Leonardo con investitura del 27 luglio 1735, capitano di giustizia in Mazzara nel 1745; GIOVAN BATTISTA cavaliere di Malta e commendatore dell'Ordine di Malta nel 1750; il su menzionato FRANCESCO MARIA Emanuele Caetani, marchese di Villabianca per investitura del 5 ottobre 1740, senatore di Palermo nel 1775, commissario generale del regno, governatore del Monte di Pietà, conosciuto più comunemente come “il Villabianca”, appassionato cultore della storia di Sicilia, autore dell'opera “Sicilia Nobile”, pietra miliare sui titoli di nobiltà sui feudi e sulle famiglie nobili, edita in quattro volumi, pubblicò inoltre “Notizie storiche intorno agli antichi sette uffizi del regno di Sicilia” bel 1764, “Serie cronologica dei governatori del Monte di Pietà di Palermo” nel 1775 e moltissime altre opere conservate nella Biblioteca Comunale di Palermo, per i suoi meriti ottenne il titolo di conte “deque patria deque tita Sicilia optime meritus” che venne imposto sul predicato di Belforte in data 30 maggio 1781, Cavaliere dell'Ordine Costantiniano; STANISLAO barone di San Giuseppe, giurato nobile di Salemi nel 1787/8, capitano di giustizia della stessa città nel 1805/6; Nicolò giudice della corte pretoriana di Palmo 1772/73, 1784/5, giudice del tribunale del Concistoro 1791/3, giudice della gran corte criminale nel 1799, della gran corte civile 1810, il 20 dicembre 1784 ottenne l’investitura del titolo di barone di Sant’Andrea; STEFANO ottenne l’8 agosto 1821 attestato di nobiltà dal Senato di Palermo; BENEDETTO (-1930) barone di San Giuseppe, senatore del Regno d’Italia. Il casato è rappresentato dal ramo di Villabianca, di Torralda e di San Giuseppe.

VILLABIANCA: GIUSEPPE con D.M. del 30 maggio 1899 ottenne il riconoscimento dei titoli di marchese di Villabianca e conte di Belforte; CORALDO per anticipata successione per D. P. del 1927 ottenne il titolo di conte di Belforte; NICCOLÒ, FRANCESCO, DOMENICO.

TORRALTA: GAETANO marchese di Torralta, barone di San Leonardo, barone di Canalotto; VITO. GIUSEPPE, ROSARIO.

SAN GIUSEPPE: con D. P. del 5 luglio 1926 il tiolo di barone di San Giuseppe venne riconosciuto in persona di CARLO.

Il casato è iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone d’oro, tenente una banderuola d’argento crociata di rosso, con bordura composta di dodici pezzi alternati d’argento al leone di rosso alla mano d’aquila d’oro tenente una spada d’argento.

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ERRANTE

Titoli: barone di Vanella, nobile dei baroni

Dimora: Palermo, Polizzi, Roma, Milano

Originaria di Pisa passata in Sicilia nel XV secolo.

ANTONIO giurato della città di Polizzi nel 1485; FRANCESCO capitano di  giustizia in Salemi 1590/91; GIROLAMO generale dei Cappuccini nel XVII secolo; GIOVAN GIUSEPPE primo barone di Vanella con privilegio del 27 settembre 1710; FILIPPO giurato in Polizzi, barone di Vanella in data 28 luglio 1747; VINCENZO, barone di Vanella, capo dei “carbonari” e per questo condannato dal legittimo Governo al carcere nel 1824; un altro VINCENZO prese parte ai moti del 1848, poi con il nuovo governo senatore del Regno d’Italia; CELIDONIO prefetto del Regno d’Italia, grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia e dei SS. Maurizio e Lazzaro negli anni 20 del XX secolo; GUIDO, dottore in legge, tenente di cavalleria, decorato della croce di merito di guerra 1915/18, cavaliere della Legion d’Onore (alta onorificenza francese).

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’aquila spiegata di nero.

ESPERTI

Titoli: nobile

Dimora: Barletta

Originaria di Bergamo, trasferita in Barletta nel XVIII secolo. Ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1799 in persona di GIACINTO; iscritta nell’Ordine di Malta al Gran Priorato di Capua e Barletta nel 1801.

Iscritta nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d’azzurro al cervo d’oro alle tre cime del monte di verde

ESTREMOLA

Titoli: nobile

Dimora: Palermo

Motto: Post fata resurgo”

Famiglia nobile già nota nel XV secolo che eccelse nel campo dell’amministrazione civica.

GIUSEPPE amministratore della ripartizione del frumento (ufficiale annonario)  in Palermo 1633, fu ambasciatore di Palermo presso il Serenissimo Don Giovanni d’Austria, custode della Sanità (responsabile civile ed amministrativo) in Palermo; DIONISIO capitano di ventura negli Eserciti di Spagna, con la sua compagnia si distinse nell’impresa di Portolongone e Barcellona; FEDERICO custode della Sanità in Palermo 1678, con grande spirito di sacrifico si prodigò in prima persona per scongiurare epidemie nell’Isola; ANTONINO custode di Sanità nel 1730, con privilegio del 22 ottobre 1753 ottenne la nomina a barone di San Sebastiano; FEDERICO custode di Sanità e confratello della Compagnia della Carità, ottenne attestato di nobiltà dal Senato di Palermo il 31 marzo 1763 e la carica di Protonotario del Regno.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fenice d’argento sull’immortalità di rosso.

 

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