Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

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 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

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 P-PA  PE-PI  PL-PU

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R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

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 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

GE-GI

DE GEMMIS

Titoli: baroni di Castelfoce.

Dimora: Terlizzi, Roma, Napoli, Treviso.

Originaria di Roma, passata nel Napoletano nel XV secolo; FRANCESCO possessore del feudo di Castelfoce, in Abruzzo, nel 1327; NICOLA console di Lubecca, diede protezione al re di Svezia; DIOMEDE castellano di Gaeta nel 1591; LEONARDO cavaliere dell’Ordine di Calatrava e avvocato fiscale dell’Udienza di Capitanata nel 1543; MARCO familiare del Re e giudice supremo della milizia a Navarra; MARIO capitano alla battaglia di Lepanto nel 1571; NICOLA ANTONIO feudatario di San Nicola de Calcidiis in Abruzzo nel 1626; GIOVANNI, governatore di Canosa, ebbe conferma di nobiltà generosa e dello stemma da re Filippo III di Spagna nel 1613. La famiglia si trasferì a Terlizzi nel XVII secolo: TOMMASO fu governatore della città e costruì il palazzo di famiglia nel 1748; FERRANTE illustre filosofo illuminista, GIUSEPPE Presidente della Regia Camera della Sommaria; GIOACCHINO Rettore dell’Università di Altamura; GIOVANNI ANDREA avvocato fiscale della Gran Corte della Vicaria a Napoli nel 1803. Ricevuta nell’Ordine Costantiniano nel 1786 per “giustizia”; con R. D. del 27 luglio 1856 FERRANTE venne decorato da re Ferdinando II del titolo di barone sul feudo di Castelfoce (Castrum Oris) trasmissibile in perpetuo a tutti i discendenti suoi e dei rami collaterali; MICHELE fu giudice di tribunale civile e scrittore giuridico; NICOLA cavaliere d’Onore e devozione dell’Ordine di Malta e primo sindaco della Città di Bari del Regno d’Italia; GIUSEPPE cassiere principale della Banca d’Italia a Roma; ANTONIO tenente nel regio Esercito Italiano nella prima guerra mondiale, cavaliere di Vittorio Veneto; GENNARO, ingegnere, fondatore della Biblioteca Provinciale “de Gemmis” nel 1952. Gli attuali rappresentanti del casato, avvocati, scrittori, dottori in agraria e ingegneri risiedono a Roma, Napoli e Treviso.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’argento accompagnata nel capo da tre gemme in fascia e nella punta di una scala d’oro in banda.

DE GENNARO

Titoli: nobile, patrizio napoletano

Dimora: Napoli

Originaria di Napoli, è considerata discendere dalla "Januaria Gens" a cui apparteneva San Gennaro. Le prime memorie certe si hanno nel 1239 come possessori di vari feudi nel Regno di Napoli. Inserito nell'Ordine di Malta dal 1565. GIORGIO maestro razionale della Gran Corte e consigliere di re Ferdinando I d'Aragona nel 1459, FERRANTE ambasciatore di re Alfonso II d'Aragona per la Repubblica di Venezia e per il Ducato di Milano, LEONE capitano d'armi per la città dell'Aquila nel 1470. Decorata di alti uffici della Magistratura sin dal XVII secolo; don MATTEO arcivescovo, patrizio napoletano, conte di Bove e barone di Castellacci; MARCO ANTONIO ufficiale superiore dell'Esercito Spagnolo, cavaliere di vari Ordini equestri napoletani, cavalieri dell'Ordine di Calatrava e dell'Ordine di Malta, entrambi vissuti sul finire del XVII secolo. GIUSEPPE AURELIO consigliere del Sacro Regio Consiglio nel 1747; SERAFINO, nobile, cavaliere dell’Ordine di Malta nel XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato 1° d’oro al leone nascente di rosso, 2° di rosso al capo d’oro.

 

Marcantonio de Gennaro. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

Blasone ecclesiastico De Gennaro. Foto Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

Duomo di Napoli, cappella De Gennaro, blasone. Foto Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

 

GENOESE

Titoli: marchese di Zerbi, nobile

Dimora: Napoli, Reggio Calabria

Originaria di Genova, passata a Napoli nel XV secolo ed investita del titolo di “Regio familiare” da Carlo V. Si stabilì a Reggio Calabria nella seconda metà del XVI secolo, ed aggregata al suo ordine civico, dove esercitò i maggiori uffici. Ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1720 e 1749 in persona di ANTONIO MARIA e dei fratelli FRANCESCO e DOMENICO. Con R. D. del 3 ottobre 1873 venne decorata del titolo di marchese di Zerbi. Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due leoni al naturale accompagnati da tre stelle d’oro.

Blasone Genoese. Foto proprietà casato. Clicca per ingrandire

 

 

GENOINO

Titoli: marchese di Ortodonico, conte Palatino

Dimora: Cava dei Tirreni, Napoli, Lanciano

Originaria di Cava, annoverata tra le famiglie nobili del Regno di Napoli nel 1334; con diploma dato in Vienna il 31 maggio 1632 dall’imperatore d’Austria Ferdinando II riconobbe al regio consigliere ANTONIO conte Palatino, nobile del Sacro Romano Impero, del Sacro Palazzo Lateranense, dell’Imperiale Concistoro, la concessione di aggiungere al blasone l’aquila imperiale austriaca. Privilegi estesi ai suoi discendenti. L’imperatore Carlo VI concesse ad IGNAZIO con diploma del 26 maggio 1731 il titolo di marchese; CARLO, 2° tenente del “Battaglione Tiragliatori della Guardia Reale”, corpo scelto di fanteria leggera della Compagnia Guardie Reali, partecipò alla campagna del 1860/61 contro i piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie, capitolò a Gaeta il 14 febbraio 1861. Il casato si divide nei rami di Cava relativi al conte palatino e di Napoli relativo al marchesato.

Un ramo della famiglia si stabilì in Lanciano e Napoli

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.

Arma: ramo di Cava: inquartato 1° e 4° d’oro all’aquila bicipite di nero, 2° e 3° d’azzurro al braccio vestito di rosso, tenente con la mano di carnagione, un giglio al naturale sormontato da tre stelle d’oro; ramo di Napoli: d’azzurro al braccio vestito di rosso, tenente con la mano di carnagione, un giglio al naturale sormontato da tre stelle d’oro.

 

 

GENOVA di Salle

Titoli: nobile col predicato di Salle

Dimora: Napoli

Famiglia originaria dell’Abruzzo; possedette la terra di Salle in Abruzzo dal 1646 con GIACINTO; ultimo intestatario del feudo all’abolizione della feudalità PASQUALE; FRANCESCO alfiere (sottotenente) del “1° Reggimento Dragoni” ha partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella campagna militare del 1860; LUDOVICO, nobile di Salle, vivente nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla croce d’argento sulla cima di un monte di tre vette, sostenuta da due leoni affrontanti affrontanti, nel capo da due stelle il tutto d’argento.

GENTILE (1)

Titoli: nobile di Bitonto

Dimora: Bitonto

Originaria di Barletta, passata nel XVI secolo in Bitonto con il nobile TROIANO. Ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1612 ed iscritta nel Priorato di Barletta con i fratelli DIEGO e VINCENZO.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone d’argento

GENTILE (2)

Titoli: Marchese

Dimora: Napoli

Diramazione della famiglia di Barletta, ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1595 in persona di CESARE, discendente di MICHELE barone di Torpino, che prese poi dimora in Barletta e Bitonto; FILIPPO vescovo di Telese nel XVIII secolo; EMILIO vescovo di Alife 1776/1823; SALVATORE nominato da re Ferdinando IV di Borbone consigliere del Sacro Reale Consiglio in data 8 marzo 1770 e cavaliere dell’Ordine di Malta; GIUSEPPE, proveniente dalla Compagnia delle Reali Guardie del Corpo, 1° tenente del “Reggimento Ussari della Guardia Reale” partecipò alla campagna del 1860 contro i piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie, il reggimento venne sciolto nel dicembre dello stesso anno sconfinando nello Stato Pontificio.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone d’oro calzato di verde.

GENTILE (3)

Titoli: barone di Valledoro, signore di Marrocco, nobile dei signori di Marrocco

Dimora: Nicosia

Originaria di Genova, diramazione della famiglia omonima genovese, nobile in Messina nel XV secolo; AMBROGIO proconservatore in Piazza Armerina 1583; SANTO acquistò i feudi di Rupi e Calabrò nel XVI secolo; VINCENZO con privilegio del 3 settembre 1635 ottenne la concessione del titolo di “Don”; FRANCESCO senatore in Trapani 1668/9; MATTEO giudice della Corte Pretoriana di Palermo 1790/1, giudice del Concistorio 1799/1801; ANTONINO con privilegio del 20 febbraio 1810 ottenne il feudo del territorio di Marrocco, capitano di giustizia in Nicosia 1812/13 e titolo di barone di Marrocco; LUIGI ottenne attestato di nobiltà dal Senato di Palermo il 23 gennaio 1830.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’oro alla scaglione di rosso, accompagnata nella punta da un leone e nel capo da una stella tra due gigli il tutto d’azzurro, alias: cinque punti d’oro e quattro d’azzurro.

 

GENTILESCHI

Titoli: patrizio dell'Aquila

Dimora: L’Aquila

Antica famiglia aquilana già nota nel XV secolo ricevuta per giustizia nell’Ordine di Malta nel XVIII secolo, dichiarata di “antica nobiltà” ed ammissibile nelle Corpo delle Regie Guardie Reali del Regno delle Due Sicilie nel 1844.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al liocorno d’argento posato su di un monte di verde al ramoscello al naturale, attraversata da una fascia d’argento.

GERARDI

Titoli: barone

Dimora: Napoli

Famiglia originaria di Venezia, decorata dall’Imperatore d’Austria del titolo di barone in persona di FERDINANDO; passata nel Napoletano nel XVIII secolo, il titolo venne riconosciuto nel Regno delle Due Sicilie dalla Commissione per i Titoli di Nobiltà in data 25 agosto 1818.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso alla fascia d’oro caricata di una rosa di rosso, accompagnata da due rose in argento poste in capo e in punta.

GERBINO

Titoli: barone di Cannitello, barone di Gulfotta

Dimora: Palermo

Famiglia nobile dal XV secolo; ANTONINO giurato di Salemi 1467/8; GIOVANNI patrizio di Caltagirone 1542/3 il 20 luglio 1542 ottenne il titolo di regio cavaliere; LUDOVICO patrizio di Caltagirone 1602/3; NICCOLÒ capitano di giustizia in Mazzara nel 1626/7 che acquistò le baronie di Cannitello e di Gulfotta che trasmise al figlio GIOVANNI la prima baronia, all'altro figlio FABIANO la seconda baronia i quali furono i capostipiti delle due linee del casato; BARTOLOMEO capitano di giustizia in Mazzara nel 1632; STEFANO giudice della corte Pretoriana di Palermo nel 1668; PLACIDO giurato di Mazzara nel 1701; FABIANO senatore di Palermo nel 1764; NICCOLÒ capitano di giustizia in Mazzara nel 1786; ANTONINO ALESSANDRO giurato nobile in Mazzara 1798. GIOVANNI barone di Cannitello per investitura del 21 dicembre 1789; ALESSANDRO MARIA per investitura del 6 ottobre 1795 barone di Gulfotta.

Il casato iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'oro alla fascia d'azzurro, attraversata da un albero di verde sradicato, sinistrato da un cane grigio rampante.

Alias: d'azzurro al pino sradicato di verde, sinistrato da un cane, nel capo una stella e accompagnato da tre gigli in fascia il tutto d'oro.

Alias: troncato d'oro e d'azzurro, all'albero di verde sradicato, sinistrato da un cane rampante al naturale.

 

 

GHEZZI

Titoli: duca di Carpignano

Dimora:  Lecce

Nobile famiglia di Orvieto nota già nel XV secolo, decorata del titolo di duca di Carpignano il 28 giugno 1662, passata in Puglia nel XVII secolo, dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo in persona di GIOVANNI,il quale come 1° Tenente della “Gendarmeria Reale a piedi”,  partecipò alla campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie, presente alla battaglia di  Macerone dove rallentò l’avanzata piemontese.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato il 1° d’azzurro al monte al naturale accompagnato da una stella d’argento il 2° d’argento ad una fascia di rosso;

alias troncato 1° d’azzurro al monte di verde, alla fascia d’oro, 2° di rosso

 

GIACONIA

Titoli: barone di Migaido

Dimora: Mistretta, Palermo

ANDREA capitano di giustizia in Cefalù nel 1400; PAOLO, dottore in legge, giudice della Corte Criminale di Mistretta 1774/5 e Civile 1776/7; ANTONIO arciprete di Mistretta donò ai nipoti GIOVANNI, BENEDETTO e LUIGI il feudo di Migaido, il primo dei nipoti ne divenne barone con investitura del 30 giugno 1803.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma:  d’azzurro al leone d’oro impugnante una lancia d’argento cimata di un elmo d’argento.

GIAMBERTONE

Titoli: marchese, barone di Portulanotto, nobili dei baroni

Dimora: Agrigento

Famiglia nota dal XV secolo in Sicilia; IGNAZIO barone dell’Ufficio di Portulanotto della città di Sciacca con investitura nel 21 gennaio 1763 e con investitura del 11 novembre 1789 ottenne il titolo di marchese; iscritta nelle Famiglie Nobili di Sicilia in persona di GIUSEPPE col titolo di barone e barone di Portulanotto.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al monte d’oro accompagnato da tre colombe d’argento.

GIANFROTTA

Titoli: nobili di Capua, ramo siciliano barone del Campo

Dimora: Capua

Motto: “Ne thesauri furentur"

Gli antichi scritti e pergamene segnano il casato come Zianfrocta, Cianfrocta, e poi Gianfrotta  attuale cognome della famiglia - (esistono oggi  famiglie non nobili ma dirette discendenti segnate come Zamprotta o Zambrotta) - . Originaria della città Gaeta, ove viveva nella prima metà del XV secolo PADOVANO considerato il capostipite della famiglia. Suo erede GIOVAN BATTISTA  il “ Magnificus Dominus” che si trasferì nel 1543 da Gaeta al casale di Santa Maria Maggiore – attuale Santa Maria Capua Vetere - ; il figlio LEONE, “nobile milite ed utile signore di Vico Guado”, il quale trapiantò la famiglia in Capua, fu uno dei fondatori del Sodalizio della SS. Concezione in detta città. Ascritti al Patriziato di Capua con R. D. del 20 novembre 1750  del  re Carlo  III di Borbone. LORENZO  fondò nel 1624 una Cappella laica di Santa Maria del Monte Carmelo nella chiesa collegiale di Santa Maria Maggiore; PADOVANO II nel 1615 acquistò dai Padri Dominicani la Cappella gentilizia dedicata a santa Apollonia, tutt’ora  di “jus patronato” di casa Gianfrotta; GIUSEPPE arcidiacono della Chiesa Metropolita di Capua e poeta latino, ricordato dal Granata nella sua “Storia del Santuario Capuano”. I fratelli FRANCESCO e PASQUALE capitani della “Milizia Napoletana” durante il Regno di Napoli di Carlo III di Borbone; DOMENICO I iscritto  al Patriziato di Capua col R. D. del 30 novembre 1750 e nominato Capo Cedola della città di Capua; ANTONIO governatore della città di Calvi e di Castellammare al Volturno; GABRIELE, barone del Campo, maggiore addetto alla Real Piazza di Capua, cavaliere dell’Ordine di San Giorgio delle Riunione e dell’Ordine di Francesco I; FRANCESCO guardia d’onore di re Ferdinando I di Borbone, sindaco con nomina regia della città di Capua nel 1856; DOMENICO II  cavaliere “d’onore e devozione” del S. M. O. Gerosolimitano ed il primo a vestire l’abito dei cavalieri di Malta; il casato è iscritto alla Milizia di Malta dal 1851 sotto il Gran Maestro De Colleredo;  FRANCESCO tenente del “Reggimento Cavalleggeri Monferrato” del regio Esercito Italiano caduto in combattimento nella prima guerra mondiale, decorato della  medaglia d’argento, alla memoria al valor militare con R. D. del 1° febbraio 1920.

Un ramo della famiglia, col titolo baronale ed il predicato “del Campo” si trasferì in Sicilia al principio del XIX secolo nella città di Messina.

Gli attuali rappresentanti del casato, secolo XXI, sono il Prof. PIERO ALFREDO Gianfrotta, Preside della Facoltà di Conservazione dei Beni culturali della Tuscia (Viterbo), insigne uomo di scienza, autore di decine di pubblicazioni, conosciute anche all'estero, nel campo dell'archeologia subacquea e della topografia antica; dott. Gabriele ed il fratello dott. Antonio, entrambi residenti a Capua.

N.d.A.: un grazie particolare al Prof. Italo Zamprotta per le utilissime notizie fornite per il completamento delle ricerche sul casato.

Arma: d’azzurro a tre sbarre d’oro abbassate sotto la fascia in divisa dello stesso, al capo di un drago d’argento.

GIANNONE

Titoli:  nobile di Bitonto

Dimora: Bitonto

Iscritta alla nobiltà della città di Bitonto dal XV secolo, possessori del feudo di Loreto, ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1646, nel 1801 iscritta al Priorato di Barletta in persona di GIACINTO;dichiarata di “antica nobiltà” nelle prove di ammissione nella Compagnia delle Reali Guardie del Corpo in persona di  SALVATORE, poi alfiere (sottotenente) del “2° Reggimento Ussari della Guardia Reale” che partecipò alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: interziato: 1° d’azzurro al giglio d’oro, 2° d’azzurro alla sbarra d’oro, 3° d’azzurro alla rosa d’argento

GIARDINA

Titoli: principe di Santa Caterina, di Ficarazzi, marchese di Santa Ninfa, barone di Ghibellina, di Risichellè e Cugno di Monaci

Dimora: Palermo, Napoli

Antica famiglia palermitana nota già dal XIV secolo, iscritta nella Mastra Nobile del Mollica nel 1598; DIEGO senatore di Palermo 1604/5; LUDOVICO con privilegio del 4 luglio 1621 ottenne i titoli di marchese di Santa Ninfa, barone di Gibellina; FRANCESCO senatore di Palermo 1681/2; SIMONE governatore del Monte di Pietà di Palermo 1721/26; LUIGI con privilegio del 12 settembre  1733 ottenne la nomina di principe; DIEGO  principe di Ficarazzi, marchese di Santa Ninfa, capitano di giustizia in Palermo 1747/48, primo principe di Santa Caterina, barone di Risichellè,  Cugno di Monaci con investitura del 6 marzo 1742; GIUSEPPE  colonnello di fanteria del Regno di Napoli nel 1776; GIULIO ANTONIO  in data 24 maggio 1803 Governatore Nobile Compagnia della Pace di Palermo; dichiarata di “antica nobiltà” nelle prove di ammissione nelle Regie Guardie del Corpo del Regno delle Due Sicilie; IGNAZIO colonnello del “11° Reggimento di fanteria di Linea Palermo”; FRANCESCO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, 2° capitano del “Real Corpo d’Artiglieria” partecipò con i cugini: GIUSEPPE, capitano del “15° Reggimento fanteria di Linea Messapia” e SALVATORE tenente del “3° Reggimento Cacciatori della Guardia Reale”, decorato al valore nella battaglia del Volturno, alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d’argento all’albero di verde sradicato.

GIARRIZZO

Titoli: barone, marchese

Dimora:  Mazzarino, Palermo

Di antica nobiltà nota dal XVI secolo, nel 1733 BIAGIO ottenne la carica di Proconservatore in Calascibetta: LUIGI con privilegio del 6 aprile 1776 ottenne il titolo di barone di Santa Caterina; DOMENICO procuratore fiscale del Tribunale della Gran Corte con privilegio del 12 gennaio 1785 venne decorato del titolo di marchese; FERDINANDO marchese con privilegio del 5 dicembre 1785; LUIGI, barone, ebbe attestato di  nobiltà dal Senato di Palermo in data 17 ottobre 1835.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d’azzurro a due leoni d0oro affrontanti ad un albero di palma al naturale col fusto d’oro in una zolla al naturale.

GIFFONE

Titoli: patrizio di Tropea

Dimora: Polistena, Tropea

Si crede abbia preso il nome dalla terra di Giffoni (Calabria) da loro posseduta.

TOMMASO e RINALDO vennero espropriati dei loro beni per aver parteggiato per gli Svevi su ordine di re Carlo D’Angiò. GERARDO contestabile in Calabria per Carlo l’Illustre. Il casato partecipò alla lotta tra papa Urbani VI e l’antipapa Clemente VII, LEONARDO  venne nominato cardinale da quest’ultimo ed imprigionato da re Carlo II Durazzo ed inviato dal papa Urbano VI che gli tolse la porpora cardinalizia; ORAZIO difensore di Malta contro i Turchi nel 1565; FABRIZIO fondò in Cinquefondi il monastero  dei Frati Minori Osservanti. Il casato possedette i feudi di Tortora, Altavilla e Cinquefondi, decorata nel 1615 del titolo di marchese che passò nel 1712 alla famiglia Pescara. Ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1703, iscritta nelle Piazze Chiuse del Regno nel 1805.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano nel 1922.

Arma: scaccato d’argento e di nero, con fascia di rosso attraversante.

GIOENI

Titoli: nobile

Dimora: Catania

Antica e nobile casato, uno dei più potenti di Sicilia, che si crede discenda dagli Angioini in persona di Arrigo d'Angiò (Villabianca dal tomo “Sicilia Nobile” volume I, pagina 35; volume II pagina 54).PERRONIO protonotaro del Regno di Sicilia, con privilegio del 26 agosto 1356 ottenne la concessione di numerosi feudi; il figlio BARTOLOMEO gran cancelliere del Regno di Sicilia; un altro BARTOLOMEO di Messina, con privilegio del 11 maggio 1485 e reso esecutivo il 15 febbraio 1486, ottenne di poter aggiungere alla propria arme le armi di Casa Reale d'Aragona; CONSALVO, barone d'Aidone, conservò Terranova e Augusta al Regio Demanio al tempo delle incursioni dei Saraceni; LORENZO con privilegio del 23 novembre 1528 ottenne il titolo di “regio cavaliere”; FERRUCCIO al tempo di Carlo V portò un ramo della famiglia in Catania; GIOVANNI di Catania, con privilegio del 14 dicembre 1587 ottenne il titolo di “regio cavaliere”, barone di San Dimitri; LORENZO marchese di Giuliana, conte di Chiusa, barone di Burgio, Calatamauro e Contessa; TOMMASO marchese di Giuliana, governatore della nobile “Compagnia dei Bianchi” di Palermo nel 1594/5, 1598/9, con privilegio del 20 aprile reso esecutivo il 20 giugno 1602 ottenne la concessione del titolo di principe di Castiglione; AMBROGIO cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta e gran priore in Pisa nel 1594; GIOVANNI cavaliere dell'Ordine di San Giacomo della Spada, pretore in Palermo anni 1615/6, capitano di giustizia della stessa città 1624/5, con privilegio del 12 agosto reso esecutivo il 9 dicembre 1633 ottenne la concessione de titolo di duca d'Angiò; FRANCESCO giudice della gran Corte Criminale nel 1643; VINCENZO barone di San Dimitri, capitano di giustizia di Catania 1667/8; GIOVANNI barone di San Dimitri, annotato nella Mastra Nobile di Catania il 16 gennaio 1696 tra i feudatari e cavalieri; GIROLAMO duca d'Angiò, governatore della nobile “Compagnia dei Bianchi” nel 1697, deputato del Regno, vicario generale in Agrigento, capitano di giustizia in Palermo nel 1704/5 e 1712/3, pretore della stessa città nel 1710, gentiluomo di camera di Vittorio Amedeo II di Savoia re di Sicilia; GIUSEPPE MARIO tesoriere di Catania dal 1743 al 1747; ottenne per se ed i suoi il titolo di “illustre”; LORENZO vescovo di Agrigento; OTTAVIO (†1750) maresciallo di campo e castellano di Castellammare di Palermo; GIOVANNI duca d'Angiò, principe di Bologna e Petrulla, maestro razionale di cappa corta del Tribunale del Regio Patrimonio, intendente generale delle truppe, governatore del Monte di Pietà di Palermo, deputato del Regno nel 1778/90, gentiluomo di camera, acquistò il principato di Sant'Antonino, le ducee di San Biagio e di Ravanusa-Castellana; GIROLAMO giudice della Gran Corte criminale del Regno nel 1786; AGESILAO senatore in Palermo anni 1792/3, governatore della “Compagnia dei Bianchi” nel 1792, gentiluomo di camera, il 30 aprile 1810 ottenne l'investitura dei titoli di principe di Petrulla,principe di Sant'Antonino, duca d'Angiò, duca di San Biagio, duca di Ravanusa Castellana, barone di Montallegro, barone di Novara; BENEDETTO cavaliere del S.M.O. Di Malta per “giustizia” nel 1817. Con D. M. del 2 maggio 1900 SALVATORE (1835) ottenne il riconoscimento del titolo di nobile trasmissibile ai suoi discendenti di ambo i sessi.

Il casato è iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: fusato d'argento e di rosso col capo d'oro caricato da un leone nascente di nero

GIORDANO (1)

Titoli: nobile di Lettere

Dimora : Napoli, Lettere

Ramo della famiglia Giordano Lanza, di antica nobiltà in Lettere dal XV secolo, riconosciuta ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo nel 1850 in persona di LUIGI, il quale in qualità di 2° tenente del “2° Reggimento Granatieri della Guardia Reale” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860, ferito nella battaglia del Volturno  del 1° ottobre  e decorato al valore, capitolò nel dicembre dello stesso anno sconfinando nello Stato Pontificio.

Iscritta nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al pino al naturale alla campagna erbosa con due leoni d’oro controrampanti a tre stelle d’argento.

GIORDANO (d’Oratino)

Titoli: duca d’Oratino

Dimora: Napoli

Si ritiene originaria di Roma, riscritta nella nobiltà romana nel 1610. Passata a Napoli ottenne il feudo di Oratino, in provincia di Campobasso, nel 1682 dall’Imperatore Carlo VI, il 3 febbraio 1734 ottenne il titolo di duca sul predetto feudo. Titolo che venne riconfermato con Regio Rescritto del 2 ottobre 1844 del Regno delle Due Sicilie  e successivamente con D. M. del 6 dicembre 1882 dal Regno d’Italia. FERDINANDO, 1° tenente del “13° Reggimento Fanteria di Linea Lucania”, partecipò alla campagna del 1860 per la difesa del Regno dall’invasione piemontese, capitolando a Capua il 2 ottobre dello stesso anno.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro ai due alberi di verde sulla pianura erbosa, col capo d’argento all’aquila di nero bicipite coronata caricata la petto di una croce patente il tutto d’oro, il capo sostenuto da una divisa di rosso caricata di tre stelle d’oro.

GIORDANO (3)

Titoli: duca, patrizio di Trani

Dimora:  Napoli, Trani

Diramazione della famiglia Giordano d’Oratino, passò a Napoli nel XVI secolo, nel 1587 venne iscritta al patriziato di Trani ed in quello di Lucera, decorata nel 1734 del titolo di duca ed iscritta nel registro delle Piazze Chiuse in persona di GAETANO; RAIMONDO colonnello del “Corpo delle Reali Guardie a Cavallo” del Regno delle Due Sicilie, il figlio GIUSEPPE, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, 2° capitano del “Real Corpo d’Artiglieria”, partecipò alla campagna del 1860 per la difesa del Regno, nelle batterie della piazza di Capua capitolando il 2 novembre.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: 1° d’oro all’aquila di nero, 2° scaccato d’argento e di verde accompagnato da due pali di rosso in campo d’argento.

GIORDANO (LANZA)

Titoli: patrizio di Lucera

Dimora: Lucera, Catanzaro, Napoli, Belluno

Originaria di Tramonti, si diramò in Lettere, Melfi, Manfredonia, e Lucera dove venne iscritta nel suo Patriziato; DOMENICO patriarca di Antiochia; GIROLAMO famoso poliglotta; GIROLAMO (†1785), avvocato, patrizio di Lucera, sposò nella seconda metà del XVIII secolo donna Maria Maddalena Lanza, nobile di Capua, (figlia del barone Carlo e di Maria Damiani, patrizia di Pozzuoli), aggiungendo il cognome della consorte per se e la sua discendenza; riconosciuta di antica nobiltà nell’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo nel 1858; GIUSEPPE (1798-1860) generale di Brigata dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, i figli: GAETANO, proveniente dal “Corpo delle Regie Guardie Reali”, alfiere del “1° Reggimento Fanteria di  Linea Re” partecipò alla difesa del Regno nella campagna del 1860/61, il fratello CARLO (1843-1861), proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, alfiere del “Real Corpo d’Artiglieria” fu il più giovane ufficiale in servizio alla difesa di Gaeta ed anche l’ultima vittima inutile, non aveva nemmeno 17 anni quando saltò in aria con la batteria Transilvania il 13 febbraio 1861 colpita dal fuoco nemico, il suo corpo non fu mai ritrovato; il giorno dopo, il 14, la piazzaforte di Gaeta capitolò nelle mani dei piemontesi. Attuale rappresentante nel XXI secolo è il dottor ANTONIO, cardiologo, residente in Caserta.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’albero di verde sopra un fiume d’azzurro, accostato da due leoni d’oro accompagnati da tre stelle del medesimo.

DE GIOVANNI

Titoli: principe, duca di Santa Severina

Dimora: Napoli

Originaria di Benevento, passata a Napoli nel XVI secolo, venne decorata del titolo di principe e di duca di Santa Severina per successione della famiglia Greuther in data 17 novembre 1870 con il legato matrimoniale (maritali nomine) in persona di GIOVANNI  con MARIA Greuther; con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) e con Regio Assenso del 19 luglio 1915 i titoli vennero riconfermati al figlio NICOLA.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro ad una spada d’argento all’elsa d’ oro accompagnata da due corone dello stesso.

DI GIOVANNI

Titoli: duca di Precacuore, marchese, barone di Cicera e Vescara

Dimora: Messina, Palermo

Originaria di Valenza in Spagna, nobile in Messina e Palermo. PIETRO regio tesoriere in Sicilia nel 1283; PALAMEDE cavaliere di Malta e Gran Priore di Pisa e Venezia nel 1373; ENRICO cavaliere dell’Ordine di Malta, Gran Balì di Venosa e Gran Priore di Messina nel 1462; FRANCESCO senatore dal 1559 al 1580 in Palermo; il casato venne iscritto nella mastra nobile del Mollica dal 1591 al 1606; VINCENZO scrisse il tomo “Palermo Restaurato”; PALMIERI primo barone di Sollazzo nel 1606 in Messina, maestro di “Prova” della Regia Zecca, principe dell’Ordine della Stella nel 1635; PLACIDO con privilegio del 6 novembre 1632 nominato principe di Castrorao; DOMENICO acquistò la città di Castronovo nel 1639; VINCENZO cavaliere dell’Ordine di San Giacomo della Spada, fu maestro corriere (ufficiale della Posta) in virtù della concessione “in feudum” dell’imperatore Carlo V nel 1549 per la famiglia De Tassis (Thurn und Taxis); VINCENZO corriere maggiore del Regno, consigliere di Stato dell’imperatore Carlo VI, acquistò il principato di Castelbianco e Montereale, ottenne dall’imperatore la concessione del titolo di principe del Sacro Romano Impero; GIOVANNI duca di Precacuore ed iscritto nella mastra nobile di Messina dal 1798/1807; GIOVANNI con investitura del 4 ottobre 1809 ottenne il titolo di barone di Cicera e Vescara; con D.M. del 6 settembre 1907 i titoli vennero riconfermati in persona di FRANCESCO.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due leoni coronati d’oro trattenenti una spiga di frumento dello stesso alla zolla naturale; alias d’azzurro al covone di frumento al naturale sostenuto da due leoni d’oro affrontanti.

 

 

 

 

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GIOVENE

Titoli: duca di Girasole

Dimora: Napoli

Si ritiene che derivi dalla famiglia Caracciolo, nobili in Napoli al Seggio di Capuana. Un ramo passò in Monteleone con ANTONIO nel 1550. Il casato diede uomini d’arme e capitani di ventura di gran valore. ROBERTO e BARTOLOMEO, baroni, furono valenti soldati che combatterono per re Carlo I d’Angiò contro Costantinopoli nel 1272; AGOSTINO comandante d’arme di re Ferdinando d’Aragona; GIACOMO, OTTAVIANO, BARTOLOMEO valorosi capitani di re Carlo V, gli ultimi due militarono contro il duca di Savoia all’assedio di Vercelli e poi in Fiandra e Boemia; GIOVAN MICHELE, sergente maggiore (grado che all’epoca corrispondeva a quello di Ufficiale superiore), combatté in Portogallo ed in Fiandra col capitano generale Alessandro Farnese, partecipò alla difesa della cristianità sia alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, che alla difesa di Navarrino (città fondata dai Veneziani nel XIV secolo) in Grecia nello stesso periodo, comandò duemila fanti contro l’armata Turca, capitano di guerra della regione della Capitanata e del Molise; VESPASIANO, sergente maggiore del 3° Reggimento di Carlo Spinelli, prese parte alla campagna di Portogallo, Navarrino, presente a Lepanto, difese con onore Castellammare, servì come colonnello nella Repubblica Veneta; GIOVAN FRANCESCO per i servigi resi alla Spagna ottenne da re Filippo III il titolo di duca di Sant’Angelo nel 1650; altri personaggi della famiglia furono capitani con re Filippo IV. ANDREA reggente della Cancelleria, presidente della Regia Camera della Sommaria, creato duca di Girasole nel 1726 dall’imperatore Carlo VI, titolo posseduto dalla famiglia sino all’abolizione della feudalità nel 1806.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due leoni affrontanti contro rampanti ad un albero, il tutto al naturale.

DI GIROLAMO o DI GERONIMO

Titoli: barone di Limuni

Dimora: Lentini

Famiglia nota dal XV secolo possidente i feudi di Sabuci e Limuni posseduti sino all’abolizione della feudalità; ANTONINO con privilegio del 18 dicembre 1624 ottenne la concessione di “Don”; GIUSEPPE con privilegio del 5 dicembre 1772 acquistò il Salto di Balchino; BIAGIO nominato barone di Limuni con privilegio del 7 aprile 1766, proconservatore di Lentini dal 1772 al 1778; GAETANO, dottore in legge, proconsole dal 1778 all’84, capitano di giustizia in Lentini 1789/90; FRANCESCO giurato nobile di Mazzara 1794/5, capitano di giustizia 1800/1; VINCENZO, dottore in legge, proconservatore di Lentini nel 1803, con investitura del 10 febbraio 1804 ottenne il feudo di Limuni; GIUSEPPE ottenne il marcato di Salto di Balchino con investitura del 28 gennaio 1807.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla croce traversa di nero.

GIRONDA

Titoli: principe di Canneto, marchese di Canneto, di San Lauro, patrizio di Bari

Dimora: Napoli, Campobasso, Macerata

Si ritiene di origine normanna, proveniente dalla città di Squillace in Calabria passò in Bari nel XV secolo. FRANCESCO nel 1464 ottenne il feudo di Canneto in Bari, sul quale GIUSEPPE nel 1625 ne ricevette il titolo di marchese; altro GIUSEPPE acquistò in Abruzzo un feudo anch’esso di nome Canneto che venne elevato a principato dall’imperatore Carlo VI l’11 settembre 1732, ottenendo la concessione di accollare allo stemma l’aquila imperiale austriaca. Il casato venne ricevuto nell’Ordine Gerosolimitano nel 1639; aggregata al patriziato di Bari e dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo nel 1850; con Regio Rescritto del 28 novembre 1857 vennero riconosciuti i titoli di principe, marchese di Canneto e marchese di San Lauro con anzianità dal 1670.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro.

GISMONDI

Titoli:  barone di Portaferrata

Dimora:  Palermo

Originaria della Savoia, si stabilì in Sicilia con GIOVAN BATTISTA maestro razionale del Tribunale del Regio Patrimonio nel 1709; PIETRO con privilegio del 3 maggio 1712 nominato barone di Portaferrata, senatore in Palermo 1713/14 e 1725/26; GIOVAN BATTISTA barone di Portaferrata con privilegio del 23 febbraio 1736, marchese di Camporeale con nomina del 15 aprile 1741; MICHELE  senatore di Palermo 1768/69; DOMENICO con privilegio del 21 novembre 1781 nominato barone di Portaferrata.

Arma: troncato 1° d’oro alla rosa di rosso fogliata di verde, 2° d’argento al cuore di rosso fasciato d’azzurro.

DEL GIUDICE

Titoli: nobile, duca di Tortora col predicato di Tracchina

Dimora: Napoli, Belmonte Calabro

Originaria di Amalfi nota già nel XI secolo. ROBERTO castellano di Trani con Federico II; DIONISIO e MARINO “Regi Segretari” di province per re Carlo I d’Angiò; GIOVANNI arcivescovo di Salerno nel 1320; MARCO consigliere regio della regina Giovanna I; FABIO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1591; il casato si diramò in Messina, Napoli, Salerno; DIEGO ANDREA, patrizio di Amalfi, si trasferì in Belmonte Calabro nel 1631; un ramo di Amalfi ebbe il possesso di Cutera e San Polo in Calabria dal 1597 al 1731, il casato venne dichiarato ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo nel 1835; parteciparono alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie i seguenti personaggi del casato: ANDREA 1° tenente della “Gendarmeria Reale a Cavallo”, ANIELLO 1° tenente del “4° Battaglione Cacciatori”, FERDINANDO alfiere (sottotenente) “13° Reggimento Fanteria di Linea Lucania” che venne decorato al merito per la battaglia di Capua, LUCIANO 1° tenente del “12° Reggimento Fanteria di Linea Messina”, RAFFAELE maggiore del “9° Battaglione Cacciatori” decorato della Croce Ufficiale di San Giorgio per i combattimenti in Sicilia, ferito sul Volturno nella battaglia del 1° ottobre, decorato al merito con la Croce dell’Ordine di Ferdinando I; EUGENIO (1813-1891) senatore del Regno, commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Con RR.LL.PP. (regie lettere patenti) del 10 giugno 1913 il ramo di Amalfi per successione della famiglia Vitale ottenne il titolo di duca di Tortora col predicato di Trecchina.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartato di rosso e nero alla croce patente d’argento

Sen. Eugenio Del Giudice. Archivio Storico del Senato della Repubblica

 

 

 

GIUNTI

Titoli: barone

Dimora: Sangineto, Roma

Famiglia calabrese di Sangineto e Strongoli conosciuta dal XI secolo, diede molti personaggi togati e cavalieri di vari ordini cavallereschi.

Con R. D. dell’8 marzo 1925 e RR. LL. PP. (regie lettere patenti) ottenne il titolo di barone in persona di LEOPOLDO senatore del regno d’Italia.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma:  d’oro troncato di una fascia di rosso sopra un vaso di verde nel quale è una pianta di rose fiorita di rosso, una banda di rosso sostenente un leone al naturale accompagnata da una stella di rosso.

DI GIURA

Titoli: barone

Dimora: Potenza, Roma

Motto: “Modus et ordo”

Antica famiglia della Basilicata; decorata con R. D. del 25 aprile 1920 e con RR.LL.PP. (Regie Lettere Patenti) del 25 agosto 1920 del titolo trasmissibile di barone; GERARDO GIOSUÈ commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, cavaliere Mauriziano; GIOVANNI regio prefetto nel ultima metà del XIX secolo. GERARDO GIOSUÈ commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, cavaliere Mauriziano; GIOVANNI addetto diplomatico della Regia Legazione Italiana in Messico, cavaliere Mauriziano, cavaliere del S. M. O. di Malta, commendatore dell’Ordine del Santo Sepolcro, viventi nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al monte di tre cime in punta allo scudo, sormontato da un’ape il tutto d’oro.

Blasone Di Giura. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

GIURANNA

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Umbriatico

Originaria della Calabria, le prime memorie certe risalgono a JACOPO nel1398 ed al fratello GUGLIELMO vescovo di Cerenzia (Bolla di Monsignor Giovanni Sersale, vescovo di Cariati, in data 24 maggio 1510); il casato si stabilì ad Umbriatico nel 1724; GIUSEPPE giurista; DONATO ANTONIO celebre medico; GIOVAN DOMENICO professore in medicina nella Regia Università di Napoli, cavaliere ufficiale della Corona d’Italia, vivente nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana in base al D. C. G. (Decreto del Capo del Governo) del 18 giugno 1934, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro diviso in quattro parti di tre filetti d’oro posti in fascia: carico delle lettere S, F, C,; nel 2° di tre stelle ordinate; nel 3° di una luna montante; nel 4° di una cometa posta in fascia con la stella a sinistra, il tutto d’argento.

GIUSSO

Titoli: conte, duca di Galdo, marchese della Schiava, nobili dei duchi

Dimora: Napoli, Roma

Originaria di Genova, si trasferì in Napoli nel XIX secolo.

Con Breve Pontificio (Decreto) del 4 marzo 1853 LUIGI venne decorato del titolo di conte, riconosciuto dal Regno delle Due Sicilie con Regio Rescritto del 30 settembre 1853, con R. D. del 11 maggio 1857 venne investito del titolo di duca del Galdo da re Ferdinando II di Borbone; al figlio ANTONINO venne riconosciuto il titolo con Regio Rescritto del 9 gennaio 1869; CANDIDO decorato del titolo di marchese con Breve Pontificio del 11 agosto 1859; GIROLAMO, conte, (1843-1921) fu un illustre personaggio del mondo politico napoletano, deputato e senatore al parlamento del Regno d’Italia, ministro dei Lavori Pubblici, sindaco di Napoli dal 1878 al 1883, direttore del Banco di Napoli a soli 35 anni. Un ramo della famiglia con concessione Pontificia e con Regio Rescritto del 17 settembre 1859 ricevette il titolo di marchese della Schiava per successione della famiglia Mastrilli.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla spada d’argento all’elsa d’oro e alla bilancia dello stesso.

Sen. Girolamo Giusso. A.S. Senato

 

 

 

 

 

 

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