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I casati del Sud
di
Ciro La Rosa
La Rosa
PE-PI
PEDICINI
di Corsano
Titoli:
marchese di Luogosano, nobile dei marchesi, predicato di Corsano
Dimora:
Benevento, Napoli
Antica famiglia di Benevento, feudataria e patrizia dell’imperatore
Carlo V nel 1536; nel 1733 venne investita del titolo di marchese di
Luogosano; iscritta nel Registro dei Cavalieri di Malta per
“giustizia” e passata al Priorato nel 1757 con FRANCESCO nelle “pruove”
dello stipite VIRGILIO nel 1540; dichiarata di “antica nobiltà” per
l’ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” in
persona di CARLO, poi guardia del corpo a cavallo della Compagnia
medesima presente nei ruoli attivi del 1860.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana nel 1922.
Arma:
d’oro al
pino sulla pianura erbosa con un serpente coronato del campo
accollato al tronco, il tutto al naturale. |
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PEDRINELLI
Titoli:
patrizio di Bari
Dimora:
Napoli
Si crede d’origine della città di Verona, diramata poi in Venezia e
Bari; aggregata nella Piazza Nobile di Bari nel 1749; il casato
diede valenti militari al Regno di Napoli: IGNAZIO cadetto del
“Reggimento Nazionale” nel XVIII secolo; EUGENIO intendente generale
dell’Esercito, che ottenne la nuova aggregazione al Patriziato di
Bari nel 1787; i figli GIUSEPPE, GIOVAN BATTISTA e GABRIELE valorosi
militari, quest’ultimo raggiunse il grado di Tenente Generale
dell’Esercito delle Due Sicilie, direttore generale d’Artiglieria e
governatore militare della città di Napoli, meritatamente ricordato
dal generale Pietro Colletta nel suo tomo “Storia del Reame di
Napoli” edito nel 1834; GIUSEPPE ispettore generale della
Direzione d’Artiglieria; il figlio FRANCESCO, proveniente dalla
Scuola Militare della Nunziatella, fu tenente colonnello di
Artiglieria presso la “Direzione Generale” fino alla caduta del
Regno delle Due Sicilie avvenuta nel 1860 a seguito dell’invasione
dei piemontesi.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
1°
d’azzurro alla banda d’oro, al capo di una torre del medesimo; 2°
troncato 1° d’azzurro alla sirena di carnagione alle code di verde,
sormontata da tre stelle d’oro; 3° d’azzurro al monte di sette cime
di verde. |
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PELLEGRINO
Titoli:
nobili di Capua
Dimora:
Capua, Londra
Nobile di Capua dal XV secolo, godette nobiltà anche in Bologna dove
furono senatori e capi del governo di detta città; investita di vari
alti uffici, possessore di numerosi feudi, diede molti uomini di
lettere tra cui CAMILLO, primicerio (dignitario responsabile delle
confraternite) della cattedrale di Capua, poeta, autore di un tomo
in difesa di Torquato Tasso contro gli Accademici della Crusca; il
nipote CAMILLO scrisse “La Storia dei Principi Longobardi”
nel XVIII secolo; CAMILLO e CARLO, nobili di Capua, sottoscrissero
la dichiarazione di fedeltà dei Nobili del Regno nel 1814 a re
Gioacchino Murat. Il casato dichiarato di antica nobiltà nelle prove
di ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” in
persona di GENEROSO, il quale in qualità di 1° tenente dei
“Tiragliatori della Guardia Reale” partecipò alla difesa di Gaeta
nella campagna del 1860/1, GIOVANNI, aiutante maggiore, del “1°
Reggimento Fanteria di Linea Re” combattè a Palermo, Milazzo, Reggio
Calabria, decorato della Croce di Grazia dell’Ordine di San Giorgio
e menzione di distinto, fatto prigioniero dopo la battaglia di
Macerone contro le truppe piemontesi il 20 ottobre 1860.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al bastone di pellegrino accompagnato da due conchiglie nell’angolo
sinistro e nell’angolo destro il tutto d’oro. |
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PELLICANO
Titoli:
nobile di Reggio Calabria
Dimora:
Gioiosa Ionica
Nobile dal XVI secolo; riconosciuta nobile di Reggio Calabria con D.
P. del 15 ottobre 1826; dichiarata ammissibile nella “Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo” in persona di GIUSEPPE guardia a
cavallo della Compagnia medesima, presente nei ruoli attivi del
1860. DOMENICO nobile di Reggio Calabria nella prima metà del XX
secolo.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al pellicano che nutre col proprio sangue i suoi piccoli, il tutto
d’argento. |
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PELLICCIA
Titoli:
patrizio di Tropea
Dimora:
Napoli, Tropea
Originaria di Nicotera conosciuta dal 1268; decorata dell’Ordine del
“Cingolo Militare” da Carlo I d’Angiò; aggregata dal 1508 al
patriziato di Tropea; ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1793 e come
Cavaliere di “giustizia” nel 1890. Riconosciuta di “antica nobiltà”
in persona di CARLO, guardia a cavallo della “Compagnia delle Reali
Guardie del Corpo” del Regno delle Due Sicilie, presente nei ruoli
attivi nel 1860; iscritta nel Registro delle Piazze Chiuse di
Napoli; GIOVANNI patrizio di Tropea nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
fasciato
d’oro e di rosso col capo del medesimo caricato di un leone
rivoltata d’oro lampassato d’azzurro. |
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PELLIZZERI
Titoli:
marchese di Monteblù, barone di Ponticello
Dimora:
Messina
FILIPPO nativo di Castroreale, con privilegio del 4 settembre 1791
ottenne il titolo di barone di San Leonardo; LUIGI, dottore in
legge, iscritto nella Mastra Nobile di Messina anni 1798/1807,
giudice della Gran Corte Criminale del Regno nel 1812, con
privilegio del 24 febbraio 1814 nominato marchese di Monteblù e
barone di Ponticello.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla campagna mareggiata e il pesce nuotante sormontato da tre
stelle d’argento il tutto al naturale. |
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PENNA
Titoli:
barone di Portosalvo
Dimora:
Ragusa
Originaria di Perugia, si stabilirono in Sicilia, nobili in Messina
ed in Augusta dal XIV secolo al XVI secolo; CARMELO barone delle
Tande di Melilli, iscritto nella Mastra Nobile di Ragusa; IGNAZIO
capitano di giustizia in detta città nel 1793/4; il titolo di barone
di Portosalvo vene rinnovato nel 1918 in persona di GUGLIELMO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
d’azzurro
all’aquila spiegata d’oro tenente col becco una penna d’argento.
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PENNAVARIA
Titoli:
nobile
Dimora:
Ragusa, Roma
Di origine normanna in Sicilia dal XII secolo; negli antichi atti e
registri è riportata come Pinnavaja o Pinnavaria; FILIPPO fu
capitano delle milizie ed ottenne le terre di Monteraci e di
Li Coste; un altro FILIPPO, dottore in legge, giudice della Gran
Corte nel XVII secolo; GIOVAN BATTISTA giurato in Ragusa nel 1640;
ANTONIO giureconsulto nel 1700; FILIPPO, dottore in legge, assessore
ai Giurati Nobili della città di Ragusa anni 1758/68; NICOLO’
protomedico della contea di Modica nel 1770; MICHELE giureconsulto,
giudice criminale di Ragusa nel 1805; FILIPPO membro di varie
accademie nazionali ed estere, dottore in legge, deputato al
parlamento del Regno d’Italia, sottosegretario di Stato alle
comunicazione nella prima metà del XX secolo, gran croce dell’Ordine
della Corona d’Italia, tre medaglie al valor militare.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al
pavone passante roteante al naturale posato su una vetta di un monte
a tre cime di verde sormontato da due stelle di rosso. |
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PENNISI
Titoli:
marchese di Sant’Alfano, conte, barone di Floristella, nobile dei
baroni
Dimora:
Acireale
FRANCESCO ed ANTONIO, procuratori dell’Ufficio del Conservatore del
Regio Patrimonio nel XVII; SALVATORE maestro notaro della Corte
Giuratoria di Acireale 1743/4, acquistò il feudo di Floristella con
investitura del 26 febbraio 1782; ANGELO MARIA, dottore in legge,
investito del feudo di Floristella in data 15 febbraio 1788;
AGOSTINO catapano nobile di Acireale 1800/1; GIACOMO il 28 novembre
1803 infeudato del territorio di Santa Margherita; tale titolo venne
trasmesso al nipote ANGELO MARIA con investitura del 14 agosto 1808;
il titolo di barone di Floristella venne rinnovato con D. M. del 12
ottobre 1899 in persona di SALVATORE; ANGELO, fratello del
precedente, sposò Francesca Paola Landolina Bonanno, e fu
autorizzato ad assumere il titolo della consorte di marchese di
Sant’Alfano con D. M. 17 aprile 1928.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro all’aquila tenente due rami di quercia decussati, sormontati
da tre stelle il tutto d’azzurro;
alias:
d’oro all’aquila tenente con gli articoli due rami di quercia
decussati, sormontati da tre stelle, il tutto di nero, alla fascia
attraversante d’azzurro. |
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PENSABENE
Titoli:
marchese
Dimora:
Messina, Palermo
La famiglia si divide in due rami: Messina e Palermo.
Ramo di Messina:
DOMENICO giudice della Gran Corte Civile 1747/50, reggente della
Suprema Giunta di Sicilia in Napoli e presidente della Regia Camera
della Sommaria, con privilegio del 9 settembre 1775 ottenne il
titolo di marchese, investito del titolo di barone di Raineri il 25
marzo 1776 ed il feudo di Protonotaro; FRANCESCO con investitura del
10 settembre 1784 ebbe il titolo di marchese e barone di Protonotaro,
Cavaliere dell’Ordine Costantiniano nel 1782, iscritto nella Mastra
Nobile di Messina dal 1798 al 1807.
Ramo di Palermo:
GIACINTO, giudice della Corte Pretoriana di Palermo anni 1669, 70,
74, 77, 79 ,80, del Tribunale del Concistoro 1677/8, avvocato
fiscale del Tribunale del Regio Patrimonio 1683; NICCOLO’ stesse
cariche del precedente, uditore generale delle Genti di Mare 1703,
maestro razionale del Regio Patrimonio 1711, avvocato fiscale della
Gran Corte 1712, con Regio Diploma del 15 marzo 1729 ottenne da re
Vittorio Amedeo II di Savoia il titolo di marchese; MATTEO
senatore di Palermo 1705/6; GAETANO ottenne attestato di nobiltà dal
Senato di Palermo in data 17 settembre 1817.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato
d’azzurro e d’oro alla fascia di rosso, accompagnata da un’aquila
d’oro e coronato dello stesso, rivoltata in punta da tre dardi di
nero posti in sbarra con le punte in giù. |
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PENTASUGLIA
Vedi rubrica "Le
Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia" |
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PEPE
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli
Venne decorato del titolo di marchese per successione della famiglia
Tipaldi Carafa con anzianità dal 1608, riconosciuta con Regio
Rescritto del 4 luglio 1822 in persona di FRANCESCO, figlio della
marchesa Maria Luisa Tipaldi Carafa. Il casato dichiarato di nobiltà
generosa nell’ammissione alla “Compagnia delle Regie Guardie del
Corpo”; GIUSEPPE 1° tenente del “1° Reggimento Ussari della Guardia
Reale” ha partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella
campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese. BENEDETTO,
marchese, dottore in medicina, docente di patologia chirurgica
presso la Regia Università di Napoli, capitano della riserva del
Regio Esercito, decorato della croce al merito di guerra, medaglia
d’argento e di bronzo per i benemeriti della salute pubblica,
vivente nella prima metà del XX secolo. GENNARO vivente nella prima
metà del XX secolo, marchese, dirigente del Comune di Napoli.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma: di
porpora all’albero di pepe al naturale, sostenuto da due leoni
controrampanti d’oro, accompagnati in capo da tre stelle d’oro. |
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PEREZ NAVARRETE
(di Laterza)
Titoli:
patrizio Napoletano, predicato di Laterza, grande di Spagna.
Dimora:
Napoli, Roma
Motto:
“Semper ardentius”
Di nobili origini spagnole, discendente da Pietro (Perez) Navarrete,
consanguineo di re Ordogno II di Galizia e Leon, valoroso capitano
nella guerra contro i “Mori” in Spagna. Giunta a Napoli nel 1630,
investita del titolo di patrizio Napoletana, aggregata al Seggio di
Porto il 26 luglio 1711, ricevuta nel S. M. O. di Malta nel 1703;
decorata del “Grandato di Spagna” di 1ª
classe nel 1716 in persona
di FRANCESCO, marchese della Terza e conte di Noia, titoli poi
passati successivamente alla famiglia Caracciolo di Brienza;
ricevuta nell’Ordine cavalleresco Costantiniano nel 1786; la
famiglia venne ammessa per “antica nobiltà” nella “Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo” dell’Esercito delle Due Sicilie;
ANTONIO (1793 – 1864) generale di brigata dell’Esercito delle Due
Sicilie, comandante militare della Provincia Principato Ultra nel
1860; GIOVAN BATTISTA sottobrigadiere della “Compagnia delle Regie
Guardie del Corpo” presente nei ruoli attivi del 1860.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso alla croce d’argento caricata nel braccio orizzontale di un
listello ondato d’azzurro e su quello verticale di due mezzi bisanti
contrapposti pure d’argento ( D. P. del 18 novembre 1924);
alias:
di
rosso con una croce patente vaiata d’azzurro e d’argento;
alias:
di rosso alla croce d'argento portante sul braccio orizzontale un
listello ondato d'azzurro e su quello verticale in alto, in mezzo,
sopra e sotto l'incrocio ed in basso due mezzi bisanti d'azzurro. |
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PERILLO
Titoli:
barone
Dimora:
Napoli
Di antica nobiltà conosciuta dal XV secolo, con vari personaggi che
diedero lustro alla Magistratura; decorata del titolo di barone con
R. D. del 1855 in persona di DONATO alto magistrato del Regno delle
Due Sicilie.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’oro ad una pera al naturale fogliata di verde. |
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PERLA
Titoli:
conte
Dimora:
Santa Maria Capua Vetere, Roma
Originaria di Santa Maria Capua Vetere, nota dal XVI secolo, ottenne
il titolo di conte con R. D. “Motu Proprio” del 27 dicembre 1925 e
con RR. LL. PP. (Regie lettere Patenti) del 12 maggio 1926 in
persona di RAFFAELE senatore, presidente del Consiglio di Stato e
componente della Consulta Araldica del Regno d’Italia, Cavaliere di
Gran Croce.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla conchiglia d’argento caricata da tre perle al naturale, al capo
di rosso ala stella d’oro. |
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PERNA
Titoli:
nobili, col trattamento di Don
Dimora:
Sicilia
Si vuole
originaria di Valenza in Spagna, trasferitasi in Sicilia al seguito
degli Aragonesi quali militi. ARCAROLO, con privilegio dato il 22
maggio 1574, ottenne il titolo di “regio cavaliere”; egli
stesso insieme al fratello ASCANIO, con privilegio dato il 23 aprile
ed esecutoriato il 21 giugno 1574, ottenne il titolo di nobile col
predicato di “Don”; il su nominato Arcarolo occupò la carica
di capitano di giustizia in Catania negli anni 1575-76 e 1581-82,
acquistò i feudi di Bruca, Crixunò e Fiumefreddo. Il casato iscritto
nell’Elenco famiglie Nobili di Sicilia nel XVIII secolo.
Arma:
d’azzurro, a nove perle ordinate 3. 3. 3. in sbarra. |
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PEROLLO
Titoli:
barone di Cellaro
Dimora:
Sciacca, Palermo
Il casato ha come capostipite GILIBERTO, nipote di RUGGIERO il
Normanno, dal quale nell’anno 1100 ottenne la Signoria di Sciacca;
GIOVANNI, milite di Sciacca, in data 27 gennaio 1397 ottenne la
concessione del feudo di Pandolfina, confermato da re Martino il 19
aprile 1406, acquistò il feudo di Salina di Perollo e di Culla,
confermati da re Martino in data 2 maggio 1401, capitano di
giustizia in Sciacca nel 1403, maestro di giustizia, consigliere di
Stato e Guerra nel 1444; ANDREA ottenne conferma del feudo di Culla
e Salina di Perollo il 20 gennaio 1453, barone di Cellaro il 3
dicembre 1465; il fratello PIETRO ebbe la conferma del feudo di
Pandolfina il 15 febbraio 1453; GIOVAN PAOLO con investitura del 19
maggio 1525 e del 30 novembre 1529 ebbe la conferma della Salina di
Perollo, colonnello dell’esercito di re Luigi XII; GIACOMO con
investitura del 3 settembre 1613 confermato nel feudo di Pandolfina,
San Bartolomeo, Salina, Canali e Magazzino di Sciacca e di
castellano perpetuo del castello di Sciacca; ARCADIO senatore di
Palermo nel 1694/5, nel 1707/8, 1726/37; EMANUELE senatore di
Palermo 1749/71, commissario generale della Val Demone nel 1755,
Cavaliere dell’Ordine Costantiniano nel 1768; ARCADIO governatore
del castello di Termini, brigadiere generale dell’esercito nel 1788,
governatore di Milazzo nel 1790; FRANCESCO colonnello di cavalleria
nel 1801, nominato barone di Cellaro ed ottenne attestato di nobiltà
dal Senato di Palermo in data 10 maggio 1834.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla torre d’oro merlata alla ghibellina, aperta e finestrata di
nero. |
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PERRONE
e
PERRONE di SELLIA
Titoli:
nobile,
barone col predicato di Sellia, Conte del S.R.I.
Dimora:
Sellia,
Rossano, Catanzaro
La Famiglia
Perrone, Perrono o de Perrono, (della stirpe di Arduino, marchese
d’Ivrea, poi re d’Italia dal 1002 al 1014) che nell’antico
provenzale significa Pietro, venne in Italia nel basso Medio Evo
dalla regione della Langue d’Oc in Francia, ma la cui origine più
antica è la Terra Santa (v. leone coronato). Un PERRONO, facente
parte dei trenta duchi normanni, agli albori dell’XII secolo di
ritorno dalla Terra Santa, si stabilì in Calabria, nella città di
Rossano (Cosenza) importante centro del monachesimo bizantino,
detenendo vari feudi tra cui Porta di Ferro. Nel 1650, a seguito
dell’investitura dei grandi feudi di Sellia, Zagarise, Sersale e
Santa Caterina, la famiglia si stabilì in Catanzaro. Non pochi
personaggi, tra cui GIOVAN TOMASO vescovo nel 1639, e don ERCOLE
EUGENIO nel XX secolo, si sono privati di ingenti sostanze, per
donarle alla comunità religiosa e civile. Ha dato molti prelati alla
Chiesa di Roma e annovera personaggi che si sono distinti nelle
lettere, nelle arti e nelle scienze; “l’aquila bicipite”,
affissa nello scudo, simbolo di potenza della casata fu concessa
dall’ Imperatore Carlo V d’Asburgo assieme ai titoli di Cavaliere
dello Speron d’Oro (oggi Ordine Cavalleresco Pontificio) e di Conte
del Sacro Romano Impero trasmissibile agli eredi (Dieta di Worms
maggio 1521). Il ramo di Rossano fiorente in Catanzaro ha goduto
nobiltà in Calabria e Sicilia e risulta iscritto nei sedili
nobiliari come nobile di Rossano, nobile di Amantea, patrizia di
Crotone; baroni feudatari di Cutumino Val di Noto (SR) sotto il Re
d’Aragona, baroni di Sellia, di Zagarise, di Sersale, di Santa
Caterina (dello Jonio) con diritto di vassallaggio, conti del Sacro
Palazzo Lateranense e del Sacro Romano Imperiale Concistoro. Tra gli
avi di MAURIZIO, conte del S.R.I., Cavaliere dell’Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme, scrittore e poeta, discendente diretto dell’ultimo
intestatario feudale don GREGORIO. Appartenenti alla medesima casata
si citano: nel XIV secolo in Rossano: don MATTEO (Matteo de Perrono)
dottore in leggi, chiamato in Sicilia dal re d’Aragona, quale suo
ambasciatore, tenne l’Alta Corte di Giustizia a Messina e gli fu
concesso il feudo nobile di Cutumino Val di Noto (Siracusa).
Seguirono i discendenti nel titolo e nella carica di duchi
Stratigoti (giudici della corte criminale). Nel XVI secolo in
Rossano: don GIOVANNI, (Ioanno Perrono) segretario particolare
dell’Imperatore Carlo V d’Asburgo, Cavaliere dell’Ordine dello Speron d’Oro, conte del Sacro Palazzo Lateranense, della Casa
Sovrana, dell’Imperiale Concistoro, primo dignitario di corte, Conte
palatino, col potere di legiferare in tutto il S.R.I. (Sacro Romano
Impero) senza ratifica imperiale (Pergamena di famiglia e
Arcicancelleria Imperiale - Vienna) titoli concessi “motu
proprio”, nella Dieta di WORMS il 27 maggio 1521,
dall’Imperatore Carlo V d’Asburgo, e trasmissibili agli eredi e
successori (Pergamene di famiglia; - Davide Andreotti: Storia dei
Cosentini - volume III, edizione Salvatore Marchesi – Napoli 1860),
donna SILVIA autrice di eleganti componimenti poetici
rinascimentali. Nel 1528 don FRANCESCO presidente della regia Camera
della Sommaria in Napoli, un ramo del casato si stabilì in Napoli
con LORENZO e FERDINANDO nel 1543. Nel XVII secolo in Rossano:
GIOVAN TOMASO vescovo di Nicastro (Lamezia Terme) nel 1639, presule
d’animo nobile compì un gesto eclatante vendendo i feudi della
famiglia in Rossano (tra cui il Feudo nobile Porta di Ferro), per
edificare ex novo a proprie spese il Duomo di Lamezia Terme -
Nicastro, ed il Palazzo Episcopale, fece restaurare chiese minori
distrutte dal terribile sisma del 1638, finanziò, inoltre, opere pie
per il popolo afflitto dalla catastrofe, il suo operato riportato da
tutti i testi primari di storia del Regno di Napoli (Della
Calabria Illustrata, dell’Abate Fiore – Il Regno di Napoli in
Prospettiva, Abate Pacichelli del 1660 – Uomini Illustri delle
Calabrie di Luigi Accattatis. – Istorica Descrizione del Regno di
Napoli di Alfano 1700 – altri) sepolto nella Cattedrale
di Nicastro. MARCO ANTONIO, abate di S. Andrea delle Fratte in Roma,
protonotario apostolico; come riporta l’iscrizione tombale del 1659
nel chiostro di S. Andrea delle Fratte, egli fu fratello del vescovo
GIOVAN TOMASO e zio di don GIOVAN LORENZO barone di Sellia e di don
BALDASSARRE barone di Zagarise e Sersale. Nel secolo XVIII in
Catanzaro: MADDALENA, badessa del Convento di San Caterina o San
Rocco (oggi Caserma Soveria Mannelli della G.d.F. – Guardia di
Finanza) e del monastero della Stella negli anni 1735/50. Suor ANNA
monaca professa del Monastero della Stella a metà del XVIII secolo.
Suor TERESA monaca di clausura del monastero della Stella nel 1740.
Nel XIX secolo in Catanzaro: Suor CLEMENTINA al secolo MARIA ANTONIA
ultima clarissa del Convento della Maddalena. Nel 1806, promulgata
la legge per l’abolizione del feudo, anche Sellia si emancipò dalla
dipendenza dei baroni. Fu allora che si verificò la cospirazione
contro i Perrone, tristemente detta la "strage di Sellia".
Nottetempo alcuni sicari appiccarono il fuoco attorno alla casa
annessa al castello, dove risiedeva la famiglia Perrone, in modo che
nessuno dei componenti della famiglia si salvasse. I sicari
penetrarono, poi, nell’abitazione ed uccisero a pugnalate i coniugi
Perrone, la figlia ISABELLA ed il figlio FRANCESCO ANTONIO. L’unico
sopravvissuto alla strage fu NICOLA, un altro figlio dei Perrone,
miracolosamente salvato dalla domestica di fiducia della famiglia.
Il bimbo fu tenuto nascosto in Sila per circa 20 anni. Divenuto
adulto, il giovane, aiutato dal liberale Assanti, riscattò parte dei
suoi legittimi averi.
Arma:
Semipartito e spaccato alla Fascia in Divisa di Argento, nel 1°
d’oro all’aquila bicipite spiegata di nero linguata e coronata
d’oro, nel 2° d’azzurro al leone coronato d’oro, nel 3° di rosso
allo scaglione d’argento.
Alias: (U. Ferrari - armerista
Calabrese) nel 1° di rosso all’aquila bicipite spiegata di nero (per
inchiesta) linguata e coronata d’oro, nel 2° d’azzurro al leone
coronato d’oro, nel 3° d’argento. allo scaglione di rosso.
Sito web:
www.perronedisellia.it |
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PERROTTA
Titoli:
signore di Mezzacisterna del Milioto
Dimora:
Spaccaforno, Messina, Palermo.
Sostiene il Crollalanza e lo Spreti che la famiglia sia di origine
messinese nota nel XIII secolo.
ANGELO giudice della corte straticoziale in Messina anni 1489/90.
SALVATORE investito del feudo di Mezzacisterna del Milioto il 20
maggio 1806; GIUSEPPE capitano del “9° Reggimento Fanteria di Linea
Puglia” e il fratello FEDERICO capitano del “10° Reggimento Fanteria
di Linea Abruzzo” hanno partecipato alla difesa del Regno delle Due
Sicilie nella campagna del 1860 contro i piemontesi che invasero il
Regno, capitolando poi a Capua nel novembre dello stesso anno. Il
Crollalanza nel tomo “Dizionario Storico Blasonico delle famiglie
Nobili Italiane” edizione 1886, volume II, attribuisce al casato
i titoli di patrizio di Messina e Barone di Ranieri.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922 con il
titolo di signore di Mezzacisterna del Milioto.
Arma:
d’azzurro al leone sostenente una croce con una fascia abbassata il
tutto d’oro. |
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PERSONÈ
Titoli:
nobile
Dimora:
Nardò, Lecce
Originaria di Brescia, passò in Lecce, in Lessano e Nardò nel 1550.
Ascritta nel primo ordine civico di tali città, ottenne feudi e
ricevuta per “giustizia” nel S. M. O. di Malta nel 1728 in persona
di GIAMBATTISTA; iscritta nel Priorato di Barletta e nel Registro
delle Famiglie Feudatarie da oltre 200 anni in persona di MICHELE;
ammessa nella “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo” del Regno
delle Due Sicilie nel 1841.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato d’azzurro e di verde, sul tutto due atleti nudi d’oro in
atto di lottare, in capo di una testa di mercurio al naturale
coperta da un berretto di nero con le ali d’argento. |
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PESACANE
Motto:
Quisque faber
fortunae suae.
Notabile
Famiglia oggi napoletana ma originaria di Aversa anticamente
denominata Pisacano, il cui capostipite fu PAOLO Pisacano vivente
nel Borgo di San Lorenzo in Aversa sotto il tenimento della
Parrocchia di S.Maria La Nova alla fine del XVI secolo;
successivamente il casato si trasferì al centro della città sotto il
tenimento della Parrocchia di San Paolo in Cattedrale. FRANCESCO
trasferì la Famiglia in Napoli nell’anno 1721, ove essa dimorò
dapprima in Via Santa Maria di Costantinopoli, sotto il tenimento
della Parrocchia di Santa Maria Avvocata, e poi si trasferì in Via
Santa Maria a Mare, sotto il tenimento della Parrocchia di San
Giovanni Maggiore. MICHELE , agli inizi del XIX secolo mutò il
cognome dapprima in Pisacane e, poi ed in modo definitivo, in
Pesacane a causa degli errori che si ebbero nella
trascrizione dei cognomi dai Registri Parrocchiali in quelli di
Stato Civile, introdotti nel Regno di Napoli dal Re Giuseppe
Bonaparte nell’anno 1809. Con RAFFAELE Pesacane, figlio di Michele,
imprenditore nel campo dell’ottone e vivente nella metà del XIX
secolo, divenne benestante, ed in data 2 Febbraio 1876, con atto per
notar Gaetano Napolitano di Chiaiano (NA) acquistò, dai Cavalieri
Emanuele e Nicola Folliero, della antica e nobile Casata dei
Folliero (poi Folliero de Luna) di Napoli il complesso immobiliare
di otto appartamenti più uno di dependance, un teatro privato e due
giardini pensili denominato Villa (o Palazzo) Folliero, risalente
alla metà del XVIII secolo e sito in Napoli alla Strada Cajafa (poi
Corso Vittorio Emanuele verso Mergellina n°10). Dal 1876 la
famiglia si trasferì dalla Via Santa Maria a Mare alla nuova
residenza nobiliare acquistata dai Folliero e, sul portone della
Villa, VINCENZO, figlio di Raffaele, appose i due stemmi borghesi di
famiglia attualmente, dopo 136 anni, ancora in uso in famiglia. La
Villa Pesacane, intorno agli anni ‘30 del XX secolo, venne
espropriata dal Comune di Napoli e demolita onde costruire i binari
della Stazione Ferroviaria di Napoli-Mergellina.
Appartenne
ad un ramo collaterale di questa famiglia l’Alfiere don NICOLA
Pesacane, nato a Napoli il 26 Dicembre 1821 (presso la casa di
famiglia sita alla Via Concezione a Montecalvario n°61) da don
Raimondo, avvocato, e dalla marchesa donna Concetta Palmieri ed ivi
deceduto nel Dicembre 1871, ufficiale del Regio Esercito delle Due
Sicilie, assegnato al “1° Reggimento Lancieri”, divenne ufficiale in
data 16 Giugno 1854 con il grado di Porta Stendardo poi, promosso
Alfiere in data
13 Luglio 1859, partecipando con onore a tutta la campagna di
difesa del Regno delle Due Sicilie, presente alla battaglia del
Volturno del 1° Ottobre 1860 nella quale il suo reggimento, sotto la
direzione del Generale Sergardi e su diretto ordine personale di Sua
Maestà il Re Francesco II di Borbone, attaccò i garibaldini che
difendevano il lato sinistro del loro schieramento nel Villaggio di
San Tammaro, distruggendo le loro barricate e mettendoli in fuga (Selvaggi
R.M., “Nomi e volti di un esercito dimenticato”, pagg. 398-399).
Questa fu una delle azioni meglio riuscite di tutta la battaglia del
Volturno ed egli dimostrò tanto coraggio e sprezzo del pericolo che
il Re volle ricompensarlo creandolo nello stesso anno, “motu
proprio “ in Gaeta, Cavaliere di Grazia dell’Ordine Militare di
San Giorgio della Riunione (Archivio di Stato di Napoli,
“Archivio Borbone”, Busta 1212).
Attualmente
il casato è rappresentata da VINCENZO di Raffaele (avvocato e
magistrato onorario in Napoli) di Vincenzo (imprenditore e
possidente), di Raffaele (imprenditore e possidente), ingegnere,
senatore emerito dell’ordine degli Ingegneri di Napoli, sposa la
Dott.ssa Carmina Pisani (di Nicola, di Giuseppe, della antica
Famiglia dei Pisani di Vibo Valentia), da cui:
RAFFAELE,
Avvocato del Foro di Napoli, sposato con la Dott.ssa Beatrice
Mennella, Andrea, e Federico; NICOLA, avvocato cassazionista del
Foro di Napoli, magistrato onorario con funzioni di giudice onorario
di Tribunale, perito in Araldica, genealogia e scienze documentarie,
Cavaliere di Merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San
Giorgio, socio aderente dell’Istituto Araldico Genealogico Italiano,
socio effettivo della Accademia Araldica Nobiliare Italiana,
iscritto al Master in Diritto Nobiliare e Premiale, Araldica e
Genealogia della Università UNED di Madrid (Spagna), sposato con la
prof.ssa
dott.ssa Lorena Fusco, da cui: Sonia; MARIA, architetto
iscritto all’Albo degli Architetti della Provincia di Napoli,
sposata con Enzo Bruno; DARIO, nato a Napoli il 9 Marzo 1966 ed ivi
deceduto il
11 Marzo 1966; FARA.
N.d.A.: si
ringrazia l'avvocato Nicola Pesacane per le notizie relative al
casato e per l'autorizzazione ad inserire le immagini.
Arma:
D’Azzurro, al monte di tre cime al naturale, movente dalla punta,
sostenente sulla cima destra un cane bracco d’argento e su quella
sinistra un leone d’oro, affrontati e controrampanti.
Alias:
D’Azzurro, al monte di tre cime al naturale, movente dalla punta,
sostenente sulla cima destra un cane bracco d’argento e su quella
sinistra un’idra a quattro teste d’oro, affrontati e controrampanti.
(I
sopradescritti stemmi sono registrati al n°76, ed a far data dal
28 Agosto 2009,
nel Registro degli Stemmi Gentilizi annesso al Blasonario Generale
Italiano, Edizione 2010, edito dalla Accademia Araldica Nobiliare
Italiana di Firenze.) |
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PESCARA di Diano
Titoli:
patrizio napoletano, duca di Bovalino e Calvizzano, col predicato di
Diano
Dimora:
Napoli
Originaria del Piemonte, si crede al seguito degli Angioini, passata
in Napoli nel XIII secolo; nobile in Cosenza, Reggio e Napoli;
patrizia Napoletana iscritta al Seggio di Capuana, aggregata alla
linea dei duchi di Bovalino nel 1745; possedette i feudi di Diano,
Ripacandida, Rocca Romana Brienza; ricevuta nel S. M. O. di Malta
nel 1592, il ramo di Napoli ricevuto nel 1659; ascritta nel Libro
d’Oro della Nobiltà Napoletana; dichiarata di “nobiltà generosa”
nell’ammissione alla “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo”
dell’Esercito delle Due Sicilie, fedele a Casa Borbone diede
personaggi di valore che parteciparono alla difesa del Regno
dall’invasione piemontese: FRANCESCO, proveniente dalla Scuola
Militare della Nunziatella, 2° tenente del “2° Reggimento Granatieri
della Guardia Reale”, GIOVAN BATTISTA, proveniente dalla Scuola
Militare della Nunziatella, tenente colonnello del “3° Reggimento
Cacciatori della Guardia Reale” ottenne la croce di distinto
dell’Ordine San Giorgio per la battaglia del 1° ottobre sul
Volturno, promosso colonnello da re Francesco II durante l’assedio
di Gaeta, capitolando con la guarnigione il 14 febbraio 1861;
RAFFAELE, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella,
capitano dell’Artiglieria Reale, decorato della croce di grazia
dell’Ordine di San Giorgio per la battaglia di Caiazzo, e della
croce di Francesco I per meriti speciali; VINCENZO ANTONIO capitano
del “3° Reggimento Cacciatori della Guardia reale”; GIUSEPPE alfiere
del “2° Battaglione Cacciatori Reali”.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso con due caprioli d’argento, accompagnata da tre
stelle dello stesso, due al capo e una alla punta. |
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PETRA
Titoli:
duca di Caccuri, delle Pesche, marchese di Pietra Catella, di
Montorio, barone di Gambatesa, di Macchia e Venifro, patrizio
napoletano
Dimora:
Napoli
Si crede di origine spagnola; nel 1332 RAOUL acquistò la terra di
Caccavone; ALESSANDRO possedeva il castello di Petra ove ora sorge
Pietra Catella; NICOLA possedette il castello di Petra e beni in
Sessa nel 1417; il fratello MASELLO illustre giureconsulto; GIOVANNI
nel 1432, chiamato dalla regina Giovanna II d’Angiò Durazzo, “Vir
Nobilis” della città di Capua e signore di Collalto; nel 1540
acquistarono la terra di Vastogirardi in Molise; i fratelli GIULIO,
DONATO ANTONIO ed ATTILIO pagarono il rilievo delle terre di
Rocchetta e di Collalto nel 1605; VINCENZO riacquistò la terra di
Caccavone nel 1645; CARLO Cavaliere dell’Ordine di Calatrava,
consigliere del S. R. Consiglio, decorato del titolo di duca di
Vastogirardi con Regio Diploma del 20 agosto 1689, illustre
giureconsulto, seppellito nella chiesa di San Pietro a Maiella in
Napoli; suo fratello DIEGO, vescovo dei Masi, arcivescovo di
Sorrento; DIONISIO vescovo di Capri nel XVII secolo; VINCENZO
cardinale pubblicò nel periodo 1705-1726 l'opera, in cinque tomi
"Commentaria ad constitutiones apostolicas..."; NICOLA iscritto il 30 giugno 1717 al
seggio di Portanova, nominato marchese di Caccavone il 24 novembre
1723; CARLO ultimo iscritto al Cedolario il 26 marzo 1806.
La linea
primogenita
si estinse con NICOLA prefetto del regno d’Italia nell’anno 1883, i
titoli passarono per matrimonio di Marianna, “maritali nomine”,
al nobile Vito Antonio Notaristefani.
La linea
secondogenita
riconosciuta dei titoli in epigrafe con R. D. del 24 febbraio 1891 e
R. D. del 23 agosto 1900 per successione dei casati Ceva e Grimaldi.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
interziato: 1° troncato d’argento e di rosso al leone d’oro tenente
con la branca destra per i capelli una testa umana, con la sinistra
una pietra cerchiata d’oro accompagnata in capo da tre stelle d’oro
in fascia (PETRA), 2° fasciato d’oro e di nero (CEVA), 3° fusato
d’argento e di rosso (GRIMALDI). |
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PETRICCIONE
Titoli:
conte
Dimora:
Napoli
Di origine napoletana, con R. D. del 27 giugno 1897 e RR. LL. PP. (
Regie Lettere Patenti) del 7 aprile 1898 in persona di LUIGI assunse
con “maritali nomine” il titolo di conte di Vadi concesso alla
consorte Vittoria Beatrice Sambiase Sanseverino; ALFONSO
(1898-1985), conte, vanto del giornalismo napoletano, e poeta di
fama. In Napoli esiste Palazzo Petriccione in via dei Mille, 1.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
troncato, 1° d’argento al leone passante una pietraia formante un
cumulo verso destra, 2° di verde a due pali d’argento. |
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DE
PETRIS FRAGIANNI
Titoli:
marchese di Castiglione della Pescara, patrizio di Bari
Dimora:
Napoli
Antica famiglia abruzzese, si trovano le prime memorie certe al
tempo di re Carlo I d’Angiò, con ROBERTO feudatario di Orza in
Sulmona, nobile in Aquila, Chieti, Sulmona: LORENZO barone di
Castiglione della Pescara, sposò verso la metà del XVIII secolo
l’unica figlia del marchese Nicola Fragianni, consigliere della
Regia Camera di Santa Chiara di Gildippe, nobile di Barletta,
acquistò il titolo di marchese con anzianità dal 1654 e ne aggiunse
il cognome, aggregato alla nobiltà di Barletta nel 1754 ed al
patriziato di Bari e iscritta al Registro delle Piazze Chiuse del
regno; NICOLA, marchese, fu Cavaliere “d’onore e devozione” del S.
M. O. di Malta.
Arma:
partito d’azzurro alla campagna di verde, con la banda d’argento
bordata d’oro, caricata di uno scorpione di nero, nel capo di una
testa bifronte di uomo a destra e di donna a sinistra (Fragianni) –
d’azzurro alla torre al naturale su di un piano verde, spezzata in
due parti cadente verso sinistra sostenuta da un leone d’oro. |
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PETRONE
o PETRONI
Titoli:
duca di Sessa, marchese di Nisida
Dimora:
Napoli
Originaria di Siena, passata nel Priorato dell’Ordine Gerosolimitano
nel 1467 in persona di GAETANO e nel 1757 con un altro GAETANO
facendone la “pruova” quale discendente di SALIMBENE patrizio di
Siena nel 1463; SAVERIO MARIA, duca di Sessa, marchese di Nisida,
Cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1797. Possedettero vari feudi: il
territorio di Padula col titolo di marchese, Sessa col titolo di
duca nel 1725 e per successione della famiglia Astuti marchese di
Nisida come da iscrizione tratta dal “Cedolario di Terra di Lavoro”
in persona di NICOLA MARIA Petrone Astuti erede del genitore in data
9 dicembre 1793. Riconosciuta con Regio Rescritto del 25 gennaio
1855 nel possesso dei titoli di duca di Sessa e marchese di Nisida;
ascritta nel 1801 nell’Elenco delle famiglie ricevute nel S. M. O.
di Malta in Capua. GIUSEPPE 2° esente (ufficiale) della “Compagnia
delle Regie Guardie del Corpo” dell’Esercito del Regno delle Due
Sicilie presente nei ruoli attivi del 1860.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al palo di rosso caricato da tre stelle del campo. |
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PETTI
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Originaria di Ravello, nobile dal XVI secolo; reintegrata nella
nobiltà di Ravello nel 1732 in persona di FRANCESCO, riconosciuta
con Regio Rescritto del 10 giugno 1850 idonea nella ammissione alla
“Compagnia delle Reali Guardie del Corpo” dell’Esercito del Regno
delle Due Sicilie col grado di sotto brigadiere; ALESSANDRO titolato
nobile nella prima metà del XX secolo; FRANCESCO nel 1843 ammesso ai
“Reali Baciamani”.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922
Arma:
d’argento
con due cotisse sormontata da una stella ciascuna il tutto di rosso. |
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PETTINI
Titoli:conte
di Bavuso
Dimora:
Messina
Motto:
“Ne pereat”
Famiglia di origine piemontese, si trasferì in Messina con GIOVAN
MARCELLO al seguito di Carlo III di Borbone che lo nominò capitano
d’arme del distretto di Valdemone nel 1745; FRANCESCO tenne la
carica di giudice civile di Castroreale nel 1797/8; DOMENICO,
dottore in legge, ascritto alla Mastra Nobile di Messina dal 1798 al
1807 che nel 1819 acquistò dal principe di Castelnuovo la contea di
Bavuso;al figlio FRANCESCO MARCELLO con Regio Decreto del 27 luglio
1873 venne riconosciuto il titolo di conte di Bavuso e la
trasmissibilità ai suoi discendenti in linea maschile; SAVERIO
Cavaliere dell’Ordine di Francesco I, in seguito Cavaliere della
Corona d’Italia e del Ss. Salvatore di Grecia nel XIX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
Arma:
inquartato nel 1° d’oro alla torre di rosso merlata di quattro
pezzi, nel 2° di rosso al leone d’argento tenente con le zampe
anteriori un ramoscello di palma; nel 3° d’azzurro al braccio destro
armato tenete con la mano un nastro d’azzurro; nel 4° d’oro al leone
di rosso tenente con la zampa anteriore destra una spada al
naturale; alla fascia d’argento attraversante il tutto caricata da
una stella d’azzurro. |
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DEL PEZZO
Titoli:
duca di Caianello, marchese, nobile dei duchi
Dimora:
Napoli
Originaria del Cilento, le prime notizie certe si hanno dall’anno
1100; nobile in Amalfi, Salerno nei Seggi di Campo e Portaretese, in
Napoli al Seggio di Montagna e Portanova; venne privilegiata del
riconoscimento dello stemma nel 1492 da re Ferdinando II d’Aragona;
nell’Ordine di Malta dal 1551, nel Priorato dal 1790 col Cavaliere
GIOVAN BATTISTA principe di san Pio; ascritta nel Registro delle
Famiglie dei Cavalieri di Malta per “giustizia” – marchese di Civita
Retenga dal 1630 e di Campodisola dal 1715 – principe di San Pio
della Camera 1645, duchi di Caianiello per successione famiglia De
Simone con anzianità dal 1722. Riconosciuta di “antica nobiltà” per
le prove di ammissione nella “Compagnia delle Reali Guardie del
Corpo”; FRANCESCO, 1° esente della “Compagnia delle Reali Guardie
del Corpo” presente nei ruoli attivi del 1860; Alfiere di vascello
GIUSEPPE (†1926), figlio del duca PASQUALE il quale patì anche il
carcere per la sua fedeltà a casa Borbone su ordine di Sivio
Spaventa e di Elisabetta Sanseverino, raggiunse il grado di alfiere
di vascello nel 1859, fedele a casa Borbone, non potendo raggiungere
Gaeta, rifiutò l'adesione alla Marina piemontese e si ritirò a vita
privata; il figlio PASQUALE (Berlino 2 maggio 1859 - Napoli 20
giugno 1934) senatore del Regno d'Italia, commendatore dell’Ordine Mauriziano, grande
ufficiale della Corona d’Italia, Cavaliere della Legion d’Onore,
professore della Regia Università di Napoli, socio della Regia
Accademia delle Scienze, dell’Accademia Pontiniana, accademia
Pontificia del Lincei in Roma, sindaco di Napoli dal 1914 al 1917.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
di rosso alla fascia d’argento sostenente un leopardo d’oro (l’arma
nel cuore dell’aquila imperiale). |
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PIAGGIA
Titoli:
barone di Santa Marina, nobili dei baroni
Dimora:
Palermo
Originaria di Savona stabilitasi in Palermo nel XVI secolo con
PIETRO GIOVANNI; un altro PIETRO GIOVANNI con privilegio del 20
luglio 1652 ottenne il titolo di barone di Santa Marina, senatore in
Palermo 1658/9; GIUSEPPE barone di Santa Marina il 10 novembre 1666;
FRANCESCO ANTONIO barone di Santa Marina il 30 marzo 1775 ottenne
attestato di nobiltà dal senato di Palermo, invitato alle “funzioni
di corte” in data 12 maggio 1775; GIOVANNI, dottore in legge,
ascritto alla Mastra Nobile di Messina dal 1798 al 1807; FRANCESCO
ANTONIO colonnello dei Bersaglieri del Regio Esercito Italiano,
ottenne con D.M. del 25 novembre 1904 insieme col fratello DOMENICO
il riconoscimento del titolo di nobili dei baroni di Santa Marina.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
fasciato
d’oro e d’azzurro al capo di rosso, caricato di tre bisanti d’oro in
fascia. |
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LE PIANE
Titoli:
marchese, nobili dei marchesi
Dimora:
Catanzaro
Conosciuta nelle sua nobiltà dal XVI secolo; decorata del titolo di
marchese con R. D. del 22 maggio 1854 in persona di GASPARE,
riconosciuta con R. D. del 14 marzo 1888 del titolo di nobile dei
marchesi in persona di CARLO MARIANO; nobili dei marchesi DOMENICO,
VINCENZO ed ERNESTO nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro al
pino di verde posto sul medio di tre monti di nero moventi dalla
punta di due leoni di rosso controrampanti al fusto. |
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PICA ALFERI
Titoli:
patrizio dell’Aquila
Dimora:
Aquila
Stabilitasi dalla fondazione della città dell’Aquila avvenuta ad
opera dell’Imperatore Federico II nel XII secolo; iscritta al
Patriziato di detta città fin dai tempi più antichi; possedette i
feudi di Arischia e Ocre; aggiunse il cognome Alferi con R. D. del 2
aprile 1885.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato
nel 1° e 4° d’oro alla pica (uccello) di nero passante e movente
dalla sinistra dello scudo, 2° e 3° d’argento a tre fasce ondate
d’azzurro. |
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PICCIONE
Titoli:
barone di Monterotondo, barone di Grassura
Dimora:
Catania
PLACIDO, dottore in legge, ottenne il 3 aprile 1725 l’investitura
della tenuta di Grassura e del molino di Immezzo; NICOLÒ catapano
nobile (ufficiale annonario) di Acireale 1741/2; FRANCESCO ottenne
l’investitura di Grassura il 6 settembre 1757.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.
Arma:
d’argento all’albero sulla pianura erbosa, sostenente una colomba
tenente un ramoscello d’olivo nel becco, il tutto al naturale. |
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PICCIRILLI
Titoli:
marchese di San Giovanni a Frosolone
Dimora:
Napoli
TOMMASO venne decorato del titolo di marchese di San Giovanni a
Frosolone, con Regio Assenso del 1 luglio 1803, per successione
della madre Giovanna Spada marchese di detta terra moglie di GIOVAN
BATTISTA, il quale ottenne l’intestazione nel “Cedolario del Molise”
il 2 marzo 1779.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone d’oro con un filetto ed una banda del medesimo, col capo
d’azzurro caricato da tre rose rosse ordinate in fascia. |
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DE PICCOLELLIS
Titoli:
marchese, nobili di Ravello
Dimora:
Ravello, Napoli, Firenze
In alcuni documenti è riportata col nome di Piccolella, si ritiene
che sia una diramazione della famiglia Piccolomini di Siena;
iscritta al Patriziato di Ravello al tempo di Carlo II d’Angiò in
persona di GUALTIERO “milite e familiare” di detto re,
nell’Archivio di Stato di Napoli è conservato il permesso accordato
in data 15 marzo 1309 al su nominato Gualtiero a recarsi presso la
sua città natale Siena; SCIPIONE Piccolella regio capitano in San
Pietro di Galatina nel 1413; OTTAVIO giudice della Gran Corte della
Vicaria, regio consigliere nel 1621; FRANCESCO “capitano di cavalli”
nel 1616. Il casato venne ricevuto nel S. M. O. di Malta e nel suo
Priorato nel 1780 in persona di FILIPPO; patrizio di Ravello dal
1597, iscritto nel Registro dei Cavalieri di Malta per “giustizia”;
la famiglia riconosciuta di “nobiltà generosa” per l’ammissione
nelle “Regie Guardie del Corpo” dell’Esercito del Regno delle Due
Sicilie; decorata del titolo di marchese nel 1867 in persona di
FILIPPO.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
a cinque crescenti d’argento disposti a croce - alias
d’argento alla croce d’azzurro caricata da cinque crescenti del
campo. |
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PICCOLO
Titoli:
barone di Calanovella
Dimora:
Palermo
AGOSTINO, da Messina, il 4 maggio 1787 venne ascritto alla nobiltà
messinese, con privilegio del 22 novembre 1797 ottenne la
concessione del titolo di marchese, senatore in Messina 1798/9; i
Piccolo della città di Naso si suppone siano una diramazione del
casato di Messina: GIOVAN VITO carica di proconservatore di Naso nel
1687; stessa carica l’ottenne IGNAZIO nel 1752; FRANCESCO giurato di
detta città nel 1794, annotato nel “Ruolo dei Donativi” del 1806 col
titolo di barone di Calanovella. Hanno partecipato alla difesa del
Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese del 1860/61:
GIUSEPPE 1° tenente del “11° Battaglione Cacciatori” e SALVATORE
alfiere (sottotenente) del “12° Battaglione Cacciatori”.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al guerriero armato d’argento con l’elmo chiuso, impugnante una
spada alta in palo, tenente uno scudo nel braccio sinistro sopra un
terrazzo al naturale, sinistrato nel capo da una stella d’oro. |
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PICELLA
Titoli:
barone
Dimora:
Forino, Avellino
Motto:
“Prudentia et Vigilantia”
RAFFAELE, Cavaliere della Corona d’Italia, con R. D. del 22 dicembre
1927 e RR. LL. PP. del 12 febbraio 1928 ottenne la concessione del
titolo di barone trasmissibile in linea maschile.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana anno 1922.
Arma:
d’azzurro al cigno sopra un monte erboso, stringente nel becco un
serpente al naturale. |
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PIERRI PEPE
Titolo: Marchesi - Conti - Baroni - Patrizi - Nobili
Il Casato Pierri Pepe nasce dalla fusione delle due importanti
famiglie “Pierri” e “Pepe”. La famiglia Pierri ha origine
napoletana e vanta una nobiltà legata a Girolamo Sanseverino.
Dal 1600 al 1900 molti Pierri, di questo ramo familiare, sono
stati magistrati famosi: si ricorda un Michele Pierri come
Presidente del Tribunale criminale di Napoli nel 1799 durante la
Repubblica partenopea e, nella Corte Suprema di Cassazione,
Alfredo Pierri(bisnonno del dottor Fabio Pierri Pepe), Cavaliere
di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell’Ordine della Corona
d’Italia e Grand’Ufficiale dell’Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaro. La Famiglia Pierri è imparentata con Pasquale Baffi,
che insegnò alla Nunziatella di Napoli e fu nominato nel 1786
Bibliotecario della Biblioteca Reale, con i Marchesi di Roseto e
con San Giuseppe Moscati, il quale condivideva la passione per
la medicina con suo cugino Michele Pierri, Commendatore
dell’Ordine di San Gregorio Magno, medico e poeta che sposò in
seconde nozze la poetessa milanese Alda Merini. La Famiglia Pepe
ha origini antichissime, sembrerebbe discendere dal Re dei
Franchi Pipino il Breve. Nei documenti medioevali relativi alla
Puglia, spesso si trova la Famiglia Pepe sempre annoverata tre
le famiglie nobili. La Famiglia Pepe è imparentata con il Beato
Bartolo Longo, con i Marchesi Volpicella, con i Baroni di Santa
Croce e con la Famiglia Ciaia. La storia ricorda il martire
della rivoluzione Ignazio Ciaia, figlio della Marchesa Camilla
Pepe, ed il cugino di lei, il generale Guglielmo Pepe. I titoli
nobiliari della Famiglia sono: Duchi di Castelruggero, Marchesi
di Sansevero, Marchesi di Selz, Conti di Sansevero, Conti di San
Ferdinando, Baroni della Torricella, Baroni di Santa Croce,
Patrizi di Bari, Nobili di Giovinazzo, Nobili di Barletta,
Cavalieri ereditari. L’attuale rappresentante del Casato è il
dottor Fabio Pierri Pepe, conosciuto con il titolo di Marchese
di Sansevero; al quale sono state conferite molte onorificenze
cavalleresche, tra cui: Cavaliere di Gran Croce del Sacro
Militare Ordine del Santissimo Sacramento dell'Annunciazione di
Nazareth (S.M.O.S.S.A.N.) ordine Dinastico Famigliare e
Nobilitante della Dinastia dei Principi Agricola (Sacro Romano
Impero), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Reale del Leone di
Godenu con il trattamento di Sua Eccellenza, Commendatore
dell’Ordine Reale dell’Elefante di Godenu, Ufficiale dell’Ordine
della Perla di Sulu, Cavaliere dell’Ordine Reale del Leone di
Ruanda,
Cavaliere dell’Ordine Reale delle Hawaii.
Il Marchese Fabio Pierri Pepe è il rappresentante per la
Repubblica Italiana della Casa Reale di Godenu, monarchia
sub-nazionale del Ghana.
Arma: D’azzurro alla fascia d’argento caricata di tre
rose di rosso, cimata da un grifone d’oro nascente, tenente con
l’arto anteriore destro una spada curvata d’argento, ed in punta
una stella (8) d’oro.
Motto: Virtude et Honorem
- Libro d'Oro delle Famiglie Nobili e Notabili con Annesso
Armoriale Storico generale Italiano (Modulo Morosini);
- Istituto Nobiliare Araldico Genealogico Italiano (I.N.A.G.I.);
- Archivio Storico Araldico Cavalleresco Corder Modulo Morosini
Venezia 1878;
- Enciclopedia Nobiliare Italiana (E.N.I.);
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PIETRASANTA
Titoli:
principe di San Pietro
Dimora:
Milazzo, Trapani
Originaria di Milano, decorata del titolo di conte di Cantù; portata
in Sicilia dal conte FRANCESCO, primo principe di San Pietro,
maestro di Campo degli Eserciti Spagnoli, governatore di Milazzo nel
XVII secolo; PIETRO ANTONIO, conte, abate di Santa Maria di Gala nel
1761; ROSARIO ANTONIO, conte, Cavaliere dell’Ordine di Malta, regio alcade (sindaco) e castellano della Vicaria di Palermo nel 1760;
EGIDIO,conte, principe di San Pietro, tenente generale dell’Esercito
in Sicilia, governatore di Trapani e del castello di Capua,
Cavaliere dell’Ordine di San Gennaro nel 1759, maestro notaro della
corte civile di Girgenti nel 1760, presidente e capitano generale di
Sicilia nel 1768.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro a tre colonne d’argento, ordinate in fascia, le due
laterali sostenenti un arco, quello di mezzo cimata di un’ostia
sacra al naturale, col capo d’oro all’aquila spiegata di nero
coronata d’oro;
alias:
d’azzurro al tempietto di quattro colonne d’oro col capo dello
stesso, caricato dell’aquila spiegata di nero. |
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PIGNONE DEL CARRETTO
(di Castro Regio e Farneto)
Titoli:
principe d’Alessandria, marchese d’Oriolo, marchese di Lupara,
patrizio Napoletano, predicato di Castro Regio e Farneto.
Dimora:
Napoli
Originaria della Provenza venuta a Napoli con re Carlo I d’Angiò nel
XIV secolo; le prime memorie certe si hanno con GIACOMO Campagnola
detto Pignone, da cui prese poi il cognome della famiglia, che nel
1265 era viceré in Terra di Bari e capitano d’arme in Napoli;
patrizia napoletana con iscrizione al Seggio di Montagna, ricevuta
nel S.M.O. di Malta nel 1534;
ROSTAINO nel 1290 ebbe fa Carlo II d’Angiò la bagliva (Signoria) di
Terra di Castellana; FEDERICO, maestro di campo di Carlo il Bello re
di Francia, che sposò in Napoli nel 1328 Lucrezia Sanseverino;
AURELIO paggio di re Federico d’Aragona nel 1500; PROSPERO Cavaliere
gerosolimitano, fondò nel 1700 il “Beneficio” dell’Abadia di Santa
Maria dell’Incoronata; EMANUELE MARIA vescovo di Sessa; GIACOMO
generale dell’Ordine dei padri Teatini; GENNARO “maggiordomo di
settimana” di re Ferdinando II re delle Due Sicilie, Cavaliere
dell’Ordine Costantiniano; la famiglia venne riconosciuta di “antica
nobiltà” nelle prove di ammissione nella “Compagnia delle Regie
Guardie del Corpo” in persona di NICOLA poi capitano del “2°
Reggimento Granatieri della Guardia Reale” nel 1860; MARCELLO
marchese di Oriolo nel 1558; la famiglia aggiunse il nome dei Del
Carretto per il matrimonio di LELIO LEONE, marchese di Oriolo, con
Costanza di Sangro Del Carretto, erede di sua madre Ippolita Del
Carretto dei marchesi Del Finale; il figlio ALESSANDRO, marchese di
Oriolo, investito del titolo del titolo di principe d’Alessandria il
21 gennaio 1657, CARLO, principe d’Alessandria, investito del titolo
di marchese di Lupara per acquisizione matrimoniale con Laura
Biscardi; il figlio ALESSANDRO marchese di Lupara con investitura del
12 novembre 1787; tutti i titoli vennero riconosciuti con D.M. del
22 marzo 1899.
Nella
chiesa di San Lorenzo Maggiore vi è la cappella di juspatronato del
casato eretta nel XV secolo ove riposano BENEDETTO, patrizio
napoletano, luogotenente della Regia camera della Sommaria in Napoli
e GIOVAN FRANCESCO morto giovanissimo.
Pignone. Chiesa di San Lorenzo Maggiore, Napoli,
anno 1516. Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle |
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La Cappella |
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Sepolcro di Giovan Francesco |
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Sepolcro di Benedetto |
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Sepolcro di Benedetto, particolare |
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Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla fascia d’oro, accompagnata da cinque pigne del medesimo poste
tre a due. |
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PILO
Titoli:
marchese di Torretta
Dimora:
Palermo
Si crede abbia avuto come capostipite RAIMONDO BERENGARIO, conte di
Barcellona, e che sia stata portata da Genova in Sicilia verso la
fine del XVI secolo da BARTOLOMEO; LORENZO, signore di Brucato, il
figlio VINCENDO primo marchese di Marineo e barone di Capaci con
investitura del 31 luglio 1619 e con privilegio del 22 ottobre 1625
conte di Capaci; Lorenzo, giudice della Tavola Pecuniaria e senatore
di Palermo 1642/3; PIETRO stessa carica 1660/3; VINCENZO, conte di
Capaci con investitura del 16 novembre 1666, capitano di giustizia
in Palermo 1683/4; GIROLAMO, marchese di Marineo, conte di Capaci,
capitano di giustizia in Palermo 1692/3, pretore anni 1695, 1700/1,
1713 vicario generale del Regno; ANTONINO con privilegio del 24
aprile 1703 nomina a marchese della Torretta; FRANCESCO, marchese
della Torretta, senatore di Palermo 1767/8; IGNAZIO, marchese e
conte, per “maritali nomine” barone della Salina di Chiusa Grande
acquisito dal matrimonio con la baronessa Maria Ricco Barlotta in
data 20 giugno 1772; GIROLAMO in data 5 maggio 1806 marchese di
Marineo e conte di Capaci, fu padre di ROSOLINO cospiratore e
partigiano dei Savoia, morì in scontri contro il legittimo governo
del Regno delle Due Sicilie.
La famiglia è iscritta nell’Elenco Ufficiale Siciliano col titolo di
marchese di Marineo, conte di Capaci barone della Salina di Chiusa
Grande. Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922
col titolo di marchese di Torretta.
Arma:
d’azzurro
a due leoni coronati d’oro, controrampanti ad un albero di pero
sradicato fruttato d’oro sormontato da tre stelle d’argento. |
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PINEDO
o DE PINEDO
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli, Roma
Motto:
“Non redeo nisi Victor”
Famiglia di origine spagnola, trascritta varie volte sia come Pinedo
che De Pinedo, stabilitasi in Napoli al seguito di Carlo III di
Borbone nel 1734 con GIOVANNI ufficiale del “Reggimento Cavalleria
Tarragona”; la famiglia dichiarata di “nobiltà generosa” nelle prove
di ammissione alla “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” dalla
Regia Commissione per i titoli di Nobiltà del Regno, dette ben otto
ufficiali all’Esercito del Regno delle Due Sicilie presenti nei
ruoli attivi del 1860: ACHILLE 1° tenente “2° Reggimento Dragoni”;
ANTONIO capitano aiutante maggiore del “2° Reggimento Dragoni”;
ANTONIO capitano di Stato Maggiore “2a Divisione Afan de
Rivera”; ERNESTO 2° tenente di Stato Maggiore “2a
Divisione Afan de Rivera”; GABRIELE tenente del “2° Reggimento
Ussari della Guardia Reale”; PIETRO 1° tenente di Stato Maggiore
“Comando Generale”; RAFFAELE maresciallo di campo comandante la
piazza di Gaeta; da GIOVANNI 1° capitano “Real Corpo d’Artiglieria”,
fu diretto discendente il nipote FRANCESCO (figlio di Alberto)
(Napoli 1890 – New York 1933) asso dell’aviazione italiana, eroe
della 1a guerra Mondiale, generale della Regia
Aeronautica, compì due “Raid Aerei”: nel 1925 la prima trasvolata
dall’Italia, Australia e Giappone, nel 1927 la trasvolata
dall’Italia alle Americhe, per i suoi meriti aviatori venne decorato
del titolo di marchese con R. D. “motu proprio” del 22 novembre 1925
e con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 13 agosto 1926
trasmissibile ai primogeniti, morì in un incidente aereo a New York.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Archivio Ciro La Rosa,
clicca sulle
immagini per ingrandire |
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Cartolina ufficiale per il 60°
anniversario Crociera Atlantica |
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Arma:
d’azzurro
al pino col fogliame diviso in tre gruppi, su di un terreno di
verde, sostenuto a sinistra da un leone al naturale, con una cometa
d’oro con la coda in tre raggi posta in fascia. |
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PINTO (1)
Titoli:
patrizio di Salerno
Dimora:
Salerno
Antica famiglia del patriziato di Salerno ascritta al Seggio di
Portanuova, si ritiene di origine normanna; le prime memorie certe
risalgono al XIII secolo con LANDULFO giudice provinciale di
Salerno;il casato ottenne il Patronato (tutela) della Marina di
Salerno; LUDOVICO capitano della Guardia Reale di re Federico
d’Aragona, per i servigi resi nella guerra contro i Francesi,
ottenne il feudo Il Casale di Sammartino nel Cilento, con
giurisdizione civile e criminale, e ducati 150 sulla Bagliva
(Signoria) di Lecce nel XV secolo; concessioni riconfermate da Carlo
V nel 1531; ANTONIO maestro di campo e consigliere di Stato; TOMMASO
MARIA Cavaliere gerosolimitano arcivescovo di Salerno; CARLO
Cavaliere dell’Ordine Costantiniano e inquisitore (ispettore) dei
beni dell’Ordine nel salernitano nel 1823; ricevuta per “giustizia”
nel S. M. O. di Malta in persona di GIULIO FILIPPO; ; dichiarata di
“nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nella Compagnia delle
Regie Guardie del Corpo in persona di FEDERICO poi capitano del
“Reggimento Carabinieri a piedi” presente nei combattimenti in
Sicilia e FRANCESCO capitano del “6° Battaglione Cacciatori “
presente alla battaglia di Caiazzo e alla difesa di Gaeta contro
l’invasione piemontese capitolando con la guarnigione il 14 febbraio
1861.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro alla
banda d’azzurro a tre rose d’oro, accompagnata nel campo di un
labello di tre pendenti di rosso. |
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PINTO (2)
Titoli:
marchese
Dimora:
Napoli, Roma
Famiglia salernitana, non risulta essere della stessa discendenza
della precedente, decorata del titolo di marchese con Breve
Pontificio (Decreto) dal papa Pio XI del 21 febbraio 1922 in persona
di VINCENZO, il titolo venne riconfermato al figlio PASQUALE,
dottore in legge, console di prima classe, con Breve Pontificio del
26 luglio 1925 ( autorizzato a fregiarsi del titolo nel Regno
d’Italia con R. D. del 2 giugno 1927 e con RR. LL. PP. del 19 agosto
1927) cameriere segreto di cappa e spada dei pontefici Benedetto XV
e Pio XI.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’oro alla
banda d’azzurro caricata di tre rose d’argento, accompagnato nel
capo sinistro da un labello di tre pendenti di rosso, nel cantone
sinistro di tre stelle d’argento. |
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PIRAINO
Titoli:
barone di Mandralisca
Dimora:
Cefalù, Palermo
Nota dal XV secolo; MARIO acquistò il feudo di Mandralisca con
investitura del 21 novembre 1666 ed il feudo di Castagna il 27
novembre 1660; GIOVAN BATTISTA barone di Mandralisca e giurato di
Cefalù 1705/6; MICHELANGELO, barone di Mandralisca con investitura
del 4 agosto 1709, capitano di giustizia 1752/58; ENRICO
proconservatore di Cefalù 1774/99; il figlio MICHELANGELO, barone di
Mandralisca con investitura del 22 marzo 1800; CORRADINO senatore in
Noto 1812/3; ENRICO (1810 – 1864), barone di Mandralisca, famoso
archeologo e naturalista, lasciò i suoi beni al comune di Cefalù nel
1863 che fondò un liceo, l’attuale “Liceo–Ginnasio
Mandralisca” ed un Museo ancor oggi esistente sito nella strada
che prende nome dal titolo
nobiliare
della famiglia, composto da una pinacoteca
(dove è conservato il celebre “Ritratto di Ignoto o Ritratto
d’Uomo” di Antonello da Messina), da una
collezione
archeologica, collezione numismatica, collezione
malacologica
(conchiglie)
e collezione ornitologica.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
non individuata la descrizione. |
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PIROMALLO
di Montebello
Titoli:
duca di Capracotta, marchese,conte, barone di Montebello, predicato
di Montebello
Dimora:
Napoli
Originaria della Spagna della città di Barcellona, si stabilì nel
Regno di Napoli nel XVI secolo con DOMENICO comandante del castello
di Cotrone morto nella difesa di quel castello nel 1528, decorata
del titolo di conte; riconosciuta di “antica nobiltà” dal 1538,
dichiarata nobile fuori seggio in Napoli nel 1767. Con sentenza
S.R.C. del 26 giugno 1792 dichiarata discendente da Don DOMENICO
morto nel 1528 e spettante del titolo di conte, infeudata di
Montebello, con D. M. del 22 novembre 1889 e 14 luglio 1891
riconosciuta conte col predicato di Montebello.
La linea primogenita acquisì per successione di casa Capece
Piscicelli il titolo di duca di Capracotta e per successione di casa
D’Andrea il titolo di marchese, con RR. LL. PP. barone di Montebello
in data 10 giugno 1900; con R. D. del 26 luglio 1901 e RR. LL. PP
del 12 giugno 1902 i fratelli GIOVANNI, duca di Capracotta, e
GIACOMO autorizzati ad aggiungere il cognome Capece Piscicelli, il
secondo fratello anche per la sua discendenza.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
al leone tenente nelle branche anteriori un maglio e fissante una
cometa ondeggiante il tutto d’oro, il leone fermo sulla vetta di un
monte di tre colli all’italiana d’argento, nascente da una roccia al
naturale. |
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PIROMALLO CAPECE PISCICELLI
di Montebello
Titoli:
marchese, conte, nobile dei duchi di Montebello, predicato di
Montebello
Dimora:
Napoli
Linea secondogenita della precedente discendente da GIACOMO,
fratello di GIOVANNI, Cavaliere d’onore e devozione del S. M. O. di
Malta, commendatore dell’Ordine del Santo Sepolcro, Cavaliere di
giustizia dell’Ordine Costantiniano, autorizzato per se e per i suoi
ad aggiungere il cognome Capece Piscicelli con R. D. del 23 giugno
1904. Attuale rappresentante nel XXI secolo è il duca PIERO, nato
nel 1926, cancelliere del Priorato di Napoli e Sicilia del Sovrano
Militare Ordine di Malta
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
inquartato 1° e 4° d’azzurro al leone tenente nelle branche
anteriori un maglio e fissante una cometa ondeggiante il tutto
d’oro, il leone fermo sulla vetta di un monte di tre colli
all’italiana d’argento, nascente da una roccia al naturale (Piromallo)
2° e 3° di rosso alla banda cuneata d’oro e d’azzurro accompagnata
nel capo da un lambello d’oro di tre denti (Capace Piscicelli)
riconoscimento con DD. MM. 22 novembre 1889 e 14 luglio 1891. |
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PIRONTI (1)
Titoli:
duca di Campagna, patrizio di Ravello, col trattamento di Don e
Donna
Dimora:
Napoli, Roma
Antica famiglia di Ravello nota dal XI secolo, ascritta al suo
Patriziato ed in seguito quello di Barletta, Bari Trani e in quello
di Napoli fuori Seggio.
Le prime memorie certe risalgono al 1018 con
MAURO e ORSO, figli di SERGIO, che fondarono in Ravello la chiesa di
San Giovanni del Toro con altri patrizi ravellesi, possedendo anche
una cappella gentilizia. PANTALEONE fu quarto vescovo di Ravello
1210/20; GIORDANO cardinale diacono dei Ss. Cosma e Damiano nel
1262, vice Cancelliere di S. R. C. (Santa Romana Chiesa); MAURO
collettore del denaro fiscale nel 1268 presso il Giustiziere di
Sicilia Citra; ANGELO uno dei mutuatari di mille once d’oro a re
Carlo I, nominato Secreto di Puglia; FILIPPO giudice annuale di
Ravello, nominato “familiare regio”; GIACOMO vicemaestro
portolano e procuratore della Curia degli Abruzzi; il casato
feudatario di Gallano e San Benedetto in Puglia, qualificato col
titolo di “Miles” nel 1404, compreso nel diploma del 1
dicembre 1419 della regina Giovanna II d’Angiò per l’esonero del
pagamento fiscale, reintegrato nel patriziato di Ravello in persona
di GIACOMO ANTONIO nel 1667, iscritta nel Libro d’oro della nobiltà
di Ravello. NICOLA ebbe la città di Campagna eretta a ducato con
Regio Diploma dato in Madrid il 24 marzo 1694 ed esecutoriato in
Napoli il 30 aprile stesso anno. Iscritti nel “Registro dei
Cavalieri ammessi ai Reali Baciamani” del regno delle Due Sicilie :”L’iscrizione
nel Registro dei Cavalieri ammessi ai “Reali Baciamani”, detta “Nota
di Palazzo”, si otteneva attraverso un Regio Rescritto, emesso in
seguito ad un rigoroso esame dei titoli di nobiltà che il Re di casa
Borbone delle Due Sicilie, secondo i tempi, rimetteva alla Real
Camera di Santa Chiara poi, abolita questa, al Ministero della Real
Casa ed in fine alla Real Maggiordomia Maggiore, costituendo vere
sovrane dichiarazioni di nobiltà”.
Ammessi più volte nella
“Compagnia delle Regie Guardie del Corpo”, i seguenti personaggi del
casato hanno partecipato alla difesa del Regno dall’invasione
piemontese del 1860/61: RAFFAELE, proveniente dalle Guardie del
Corpo, colonnello comandante del “1° Reggimento Lancieri” presente
alla battaglia del 1° ottobre sul Volturno ricevendo per meriti
militari la Croce di Cavaliere dell’Ordine di San Giorgio, insignito
della Medaglia commemorativa del Volturno e del Garigliano; FILIPPO
guardia a cavallo della Compagnia Reali Guardie del Corpo, presente
alla difesa di Gaeta capitolò con la guarnigione il 14 febbraio
1860; FRANCESCO 1° tenente del “Battaglione Pionieri del Genio”;
NICOLA alfiere (sottotenente) della “Gendarmeria Reale a piedi”.
VINCENZO BENEDETTO tesoriere dell’Arciconfraternita dell’Immacolata
Concezione e Purità dei Nobili di Montecalvario in Napoli; GIUSEPPE
creato conte con R.D. del 10 marzo 1921 e RR.LL.PP. del 5 gennaio
1922 nobili dei conti; NICOLA (1922-1989) guardia nobile
Pontificia; FRANCESCO (1918-1999) Cavaliere d’onore e devozione
del S.M.O. di Malta.
Il casato acquisì il diritto del trattamento di “Don” e “Donna” con
R. D. del 1909 e del 1912.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e iscritta
nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al pero nodrito nel terreno erboso al naturale, sostenuto
da due leoni controrampanti d’oro. |
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PIRONTI (2)
Titoli:
conte, nobile
dei conti
Dimora:
Napoli,
Montoro
Ramo della
precedente famiglia, resa illustre per alti uffici di Magistratura.
MICHELE
(1814-1885) conte "ad personam"
con R.D. del 1869,
senatore del Regno dal 1860, consigliere della Corte di Cassazione
di Napoli, procuratore generale della Cassazione di Napoli dal 1881
al 1885, grand'ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro,
Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia, ministro
guardasigilli del Regno d’Italia. Nobile dei conti con R.D. del
1873; FRANCESCO, nobile dei conti nella prima metà del XX secolo.
Iscritta nel
Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale
Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro al pero fruttato nodrito sopra la più alta vetta di un
monte di tre cime al naturale, il tronco sostenuto da due leoni
d’oro controrampanti, col capo d’ermellino. |
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Sen. Michele Pironti. A.S.
del Senato |
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PISACANE
Titoli:
patrizio di Trani, conte
Dimora:
Napoli, Salerno
Le prime notizie sul casato si hanno nel 1345 con FILIPPO,
consigliere della regina Giovanna I d’Angiò, per i servizi resi
ottenne il feudo di Ripalonga; GIAN GIACOMO ciambellano di re
Ladislao d’Angiò Durazzo; DONADEO nel 1459 ottenne da re Ferdinando
d’Aragona l’ufficio di “secreto” della città di Trani ed aggregato a
quel Patriziato; reintegrato con Decreto di S.R.C.
del 1533 in persona di LEONE, LEONARDO e FRANCESCO ANTONIO.
Ascritta
al Patriziato di Trani nel 1751 ed iscritta nel Registro delle
Piazze Chiuse; decorata del titolo di duca di San Giovanni e
marchese di San Leucio in persona di GENNARO (1750-1826) durante
il Regno delle Due Sicilie, ed era ancora in fase di riconoscimento
col subentrare del Regno d’Italia, riconosciuta con D. P. del 30
giugno 1929 del titolo di patrizio di Trani e di conte. Appartennero
all’Esercito del Regno delle Due Sicilie i fratelli: FILIPPO e
CARLO, figli del precedente GENNARO, il primo Tenente Colonnello “2°
Reggimento Ussari della Guardia Reale” che ha partecipato alla
campagna di difesa del Regno dall’invasione piemontese nel 1860, il
secondo ufficiale del “Real Genio” che fu l’artefice della fallita
spedizione di Sapri dove si uccise per non cadere nelle mani delle
truppe regolari borboniche il 10 luglio 1857.
Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,iscritta nell’Elenco
Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla banda accompagnata in capo da tre stelle, in punta un cane
passante col collare il tutto d’argento;
alias: d’azzurro
alla sbarra d’oro al capo di tre stelle del medesimo, sinistrata in
punta da un cane d’argento con la testa rivoltata. |
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PISANI
di Castagneto e Rocca Angitola
Titoli:
nobile col predicato di Castagneto e Rocca Angitola
Dimora:
Catanzaro, Vibo Valentia, Napoli
Originaria di Pisa passata in Venezia con le sue ricchezze nel 905,
un ramo passò in Cava dei Tirreni e in seguito nel XVI secolo in
Monteleone Calabro (odierna Vibo Valentia); infeudata del territorio
di Castagneto e Rocca Angitola e riconosciuta nobile col predicato
dei suddetti feudi con D. M del 13 dicembre 1881. Hanno preso parte
alla difesa del regno delle Due Sicilie contro l’invasione
piemontese del 1860: ANDREA 1° tenente de “11° Reggimento Fanteria
di Linea Palermo” partecipò alla battaglia del 1° ottobre sul
Volturno, CARLO 1° tenente “Real Artiglieria”. SAVERIO e FRANCESCO,
avvocato e Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia nella prima
metà del XX secolo, nobili col predicato di Castagneto e Rocca
Angitola.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’azzurro
alla banda d’argento carica di una altra di rosso accostata da
cinque rose d’argento. |
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PISANI MASSAMORMILE
Titoli:
nobile
Dimora:
Napoli
Della stessa origine della precedente, aggiunse il cognome
Massamormile per il matrimonio di Arcangela Massamormile con LELIO
Pisani nel 1760. Riconosciuti nobili dal Tribunale di San Lorenzo in
Napoli nel 1730 per l’ammissione in qualità di cadetto nei
“Reggimenti Nazionali” dell’Esercito del Regno di Napoli.
La famiglia è rappresentata nel XXI secolo da MICHELANGELO già
ambasciatore della Repubblica d’Italia presso il Cile e la Turchia.
Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.
Arma:
d’argento alla sbarra di rosso accostata da cinque rose rosse. |
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