Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

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 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

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 P-PA  PE-PI  PL-PU

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R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

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 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

MO-MU

MOCCIA

Titoli: Patrizio napoletano, conte di Sant’Angelo, marchese di Montemalo, Duca di Carfizzi

Dimora: Napoli, Afragola, Caserta

Antica ed illustre famiglia Napoletana le cui origini possono essere fissate sicuramente a partire dal periodo Svevo (1196-1253):

GENTILE e GIOVANNI furono Sindaci dell'Università di Napoli. GENTILE, inoltre, fu uno di quei Cavalieri a cui Carlo II d'Angiò commissionò la costruzione del grande molo del Golfo di Napoli. Grazie ai servigi resi da don PIETRO seniore (†1338 e seppellito nella chiesa di San Pietro a Maiella) quale consigliere di guerra di Carlo in Toscana in aiuto dei Fiorentini, i componenti della Famiglia furono tenuti in grande onore da re Roberto II d'Angiò. Ricordiamo GENTILE fratello di NICOLÒ, figlio di MARTUCCIO, nominato consigliere di Stato; TRUCCOLO Giustiziere di Terra di Lavoro e del Contado del Molise; LEONARDO a cui fu concesso la Portolania di Principato e Terra di Lavoro; Don CLAUDIO “cameriero” della regina Margherita, moglie di Carlo III. Militarono valorosamente per Giovanna I CECCO, PIETRO e MARINO.
Sotto re Ladislao di Durazzo GIACOVELLO ebbe in dono i territori
di Cirigliano e Castelmezzano, FRANCESCO fu Barone di Gioia in Terra di Lavoro, ANTONIO fu padrone di Cisterna, Viceré in Terra d'Otranto e ricevette dallo stesso Ladislao le terre di Santa Maria in Grisone e Sant’Angelo nel principato Ultra. Don ALESSANDRO fu ambasciatore di Giovanna II.

Al tempo degli Aragonesi, XV e XVI secolo, il casato espanse ulteriormente i possedimenti e potere, continuando tra l'altro il mantenimento dell'Ufficio della Portulania. Non avendo partecipato alla congiura dei baroni fu concesso a don LEONARDO figlio di TROILO il territorio di Sant'Angelo a Cupolo e Santa Maria a Toro, Il feudo poi passò al figlio Mariano, creato conte di Sant'Angelo il 20 settembre del 1508 da Ferdinando il Cattolico (1503-1515).
Nel 1601, regnante Filippo III d'Asburgo e Spagna, ascritti nel Seggio di Portanova.

Linea dei Moccia Marchesi di Casabona (1693) e Duchi di Carfizzi (1698)

Da SCIPIONE, nato intorno al 1580 e morto nel 1629, e donna Ippolita Gaetani nacque don ANTONIO (1607-1692)che ebbe tre figli: SCIPIONE (16 marzo1633-10 dicembre1708) 1° duca di Carfizzi e VI Marchese di Casabona; PIETRO (1638-1699) 1° Marchese di Montemalo; donna CANDIDA che nel 1651 andò in sposa al Duca di Oratino e Rocca Aspramonte.

Dal predetto SCIPIONE grazie ad una parentela con i duchi di Oratino e ad un impedimento che toccò ad un discendente di questi, fu duca di Ferrazzano. Egli dal Molise discese fino in Calabria, e anche per una parentela con i Pisciotta (una nipote, Porzia, sposò Giovantommaso Pisciotta, e una figlia, anch'essa Ippolita, si maritò con Scipione Pisciotta junior) comperò i Feudi di Casabona, su cui vi era già il titolo di marchese e quello di Carfizzi, sul quale incardinò quello di duca in data 16 settembre 1698. La Storia dei Moccia in Calabria finì ingloriosamente per la dissennatezza e dissolutezza di don DOMENICO. Un patrimonio ragguardevole di terre e danari fu sperperato. Il vecchio don Scipione fu costretto a togliere l'amministrazione dei beni a Domenico e affidarla a PIETRO, che riuscì a conservare fino alla morte l'onore. Don Scipione, presumibilmente insieme ai figli maschi, fu seppellito nell'altare gentilizio di Santa Maria ad Nives.

Linea dei Moccia Marchesi di Montemalo 1683

Originata da PIETRO, I° Marchese di Montemalo, figlio di ANTONIO, che sposa Lucrezia di Palma. Dalla coppia nacquero ANTONIO, Costanza, NICOLA, Eufemia, SCIPIONE (II Marchese di Montemalo), DOMENICO ANTONIO (III Marchese di Montemalo) GIOVANNI e Beatrice da cui il ramo Pacifico-Moccia (andò in sposa a don Orazio Pacifico) che si estinse a sua volta nei Lucarelli.

La storia dei Moccia a Montemalo è contrassegnata dal mancato giuramento di “ligio omaggio”, in forza del quale, Ippolita Spinelli e Luigi Sanseverino fecero richiesta di annullare la vendita fatta da Carlo Spinelli. Ad essa Domenico Antonio, il III Marchese di Montemalo, non si oppose purchè la Famiglia Moccia potesse ancora fregiarsi del titolo, e così avvenne, certificato in sentenza dell’11 marzo del 1727.

Linea dei Moccia Baroni di Colle d'Anchise

Tale ramo trae origine da don PIETRO che sposa Beatrice d'Alessandro. Da essi nacquero tre figli, il cui primo sposò Laudomia Miroballo e il terzo, GIOVAN SIMONE, barone di Colle d’Anchise, in prime nozze Cassandra Gaetani, in seconde Laura Cigala; da questa nacque l’unica erede BEATRICE che, ricchissima, andò in matrimonio nel 1622, due anni dopo la morte del padre, a Fulvio di Costanzo, principe di Somma. Da quest'ultima coppia nacque la Principessa MARIA, Signora di Colle D'Anchise che si unì in matrimonio con Ascanio Filomarino IV Duca della Torre. Il feudo di Colle d'Anchise passò quindi al loro figlio Pasquale Filomarino e fu mantenuto dalla famiglia fino all'eversione della feudalità.

Altro Ramo dei Moccia è quello Pugliese.

Si ricordano i Moccia signori di Gioia del Colle, che a loro volta si portarono in Rutigliano originando il ramo dei Moccia-dell’Erba.

Altro ramo è quello che origina da eredi Moccia cadetti che si portarono nelle zone vesuviane, presumibilmente intorno al XVI secolo, dove esistevano, delle proprietà terriere, tuttora di famiglia, fin dal 1300 per l’assegnazione (Archivio Notarile di San Sebastiano non più esistente). Da Don NICOLA, nato 1650 circa, padre di LORENZO nato 1675 e attraverso NICOLA nato 1694, CESARE CIRILLO nato 1726, FRANCESCO NICOLA 1766, TOMMASO nato 1794, GAETANO FRANCESCO nato 1838,SALVATORE nato 1880, CARMINE nato 1931, la Famiglia continua a vivere in Caserta e in provincia di Napoli.

La Casata annovera uomini eccellenti nelle lettere, nella giurisprudenza e nell’architettura.

Ricordiamo don GIOVANNI, segretario del Cardinale Orsini con il quale soggiornò ad Avignone, insigne umanista che scrisse poesie in latino ed un panegirico in onore di Coluccio Salutato; BERNARDINO uomo di lettere e scrittore autore de “La Flamminia Commedia in prosa”, segretario di Maria d’Aragona; CARLANTONIO, giudice dell’annona a 22 anni, autore de “Silva casuum forensium, atque in praxi quotidie occorrentium”; PIETRO NICCOLÒ autore de “De Feudis una cum Jacobutii de Franchis praeludis in usibus Feudarum; SIMONE celebre architetto del suo tempo che riedificò dalle fondamenta la Chiesa dello Spirito Santo e ne architettò la porta.

La Famiglia nel corso dei secoli si è imparentata con altrettanto illustri casati quali Miroballo, Gallone, Pisani, Teodoro, Rizzo de Ritii, Mormile, Capece Bozzuto, Abignente, Sanfelice, d'Alessandro, Vitaliano, Gaetani, Cigala, di Somma, Filomarino, di Palma, Cavalcanti e altre.

N.d.A.: si ringrazia il dottor Gaetano Moccia per le notizie fornite sul casato.

Arma: di rosso al leone rampante alternato d’oro e d’azzurro.

MODICA

Titoli: barone di San Giovanni, barone delle Meti di Santa Domenica, nobili dei baroni, baronessa di Belmonte

Dimora: Spaccaforno

GIOVANNI con privilegio del 29 luglio 1702 ottenne il titolo di barone di San Giovanni; PIETRO proconservatore in Spaccaforno nel 1810, GIOVAN PIETRO con D. M. del 30 aprile 1903 ottenne il riconoscimento del titolo di barone di San Giovanni e barone di Meti e Santa Domenica, riconfermati con Decreto del Capo del Governo del 19 luglio 1929; GAUDENZIA ottenne i riconoscimenti di baronessa di Belmonte, nobile di baroni di San Giovanni, nobile dei baroni di Meti e Santa Domenica con D.P. del 17 giugno 1925.

GIOVAN PIETRO barone di San Giovanni, barone delle Meti di Santa Domenica nella prima metà del XX secolo.

Il casato è iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'argento al leone tenente un ramoscello d'olivo al naturale.

MODICA de MOHAC

Titoli: nobile

Dimora: Palermo

Di origine francese dal cognome Moac. Nel dicembre 1120 UGO ed Urso de Mohac si trovano sottoscritti in un diploma del Conte Goffredo di Ragusa. GUALTIERI I° fu Ammiraglio del regno normanno ed ottenne la concessione della terra di Modica che passò nel 1193 alla famiglia Mosca. Da Gualtieri I° nacque GUALTIERO II°, anche lui Ammiraglio e testimone delle nozze del Re Guglielmo II° con Giovanna d’Inghilterra (1177). Da Gualtiero II° nacque ARNALDO barone di Sortino con concessione dell'imperatrice Costanza; da lui PERRELLO milite, barone di Sortino e di Bussello (1296), si distinse nei Vespri Siciliani, annotato nel ruolo dei feudatari di Sicilia sotto re Federico; da cui GIACOMO (nel 1335 barone di Consorto, Friddani e Bugidiano); da cui RANIERI barone di Consorto, Friddani e Bugidiano e capitano di Giustizia a Caltagirone; da cui GIACOMO, barone di Bugidiano (1453) e giurato di Caltagirone. Suo figlio RAINERI fu barone di Bugidiano nel 1466. Il figlio GIACOMO fu barone di Bugidiano nel 1519. Egli ebbe come figli il primogenito PIETRO e poi FRANCESCO. Da PIETRO nacque GUIDONE, barone di Bugidiano nel 1549 (la cui figlia PERMUZIA sposò Silvio Bonanno nella cui famiglia transitò successivamente la baronia di Bugidiano). 

Un ramo della famiglia si è sviluppato a Monreale e Palermo, originato da FRANCESCO, sposatosi nel 1531 con Violante Geraci da cui discendono gli attuali rappresentanti del casato attraverso ANTONIO, FRANCESCO, GERONIMO, VINCENZO, MARCO NICOLÒ, MARCO, SALVATORE, MARCO, UGO.

Questo ramo della famiglia è stato ricevuto nella nobile Compagnia dei Bianchi di Monreale e, con prove di nobiltà, nell’Ordine costantiniano di San Giorgio (francese e spagnolo); annovera conestabili, magistrati della Mensa Arcivescovile, giudici criminali e civili, notai, giurati e decurioni.

Arma: d'azzurro al capo d'oro, caricato di un elmo di verde;

alias: d'azzurro alla campagna mareggiata d'argento, sormontata da una stella d'oro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MOLES

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Caserta

Originaria della Spagna, passata nel Regno di Napoli con FRANCESCO nel XVI secolo, proprietaria di molti feudi, tra cui Parete della quale città vennero investiti del titolo di duca, aggregata al Patriziato Napoletano nel seggio di Portanova,ricevuta nel S. M. O. di Malta dal 1556, ascritta nel Registro dei Feudatari ed in quello delle famiglie dei Cavalieri di Malta nel XVII secolo; nel 1843 riconosciuta di “antica nobiltà” nelle prove di accesso per l’ammissione nelle regie Guardie del Corpo dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie. ANNIBALE e CAMILLO ascritti nel registro dei Feudatari nel XIX secolo; FRANCESCO cavaliere di giustizia del’Ordine di San Giorgio della Riunione nel XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro a tre ruote di mulino d’oro poste due a uno.

MOLINELLI

Titoli: principe di Santa Rosalia, barone di Condoverno

Dimora: Palermo

Famiglia già nota dal XV secolo. GIULIO CESARE sposò Antonia Ribadeneyra e dalla quale ottenne con privilegio del 27 gennaio 1670 il titolo di principe di Santa Rosalia e poi con “maritali nomine” ne venne investito il 14 gennaio 1672; FRANCESCO principe di Santa Rosalia il 20 gennaio 1692, governatore del Monte di Pietà di Palermo 1693/94, deputato del Regno 1707; GIULIO CESARE barone di Condoverno con investitura del 9 dicembre 1725, governatore del Monte di Pietà dal 1746/48; SALVATORE FRANCESCO barone di Condoverno il 24 maggio 1761, principe di Santa Rosalia il 2 agosto 1763, governatore del Monte di Pietà di Palermo 1768/73.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana 1922.

Arma: d’oro all’aquila spiegata di nero, la campagna d’azzurro di tre ruote di mulino d’oro.

MOLLO

Titolo: patrizio di Cosenza

Dimora: Amantea, Cosenza

Antica famiglia cosentina nota dal XV secolo, ha dato vari personaggi di toga e di uffici civili, reiscritta nel Patriziato di Cosenza il 13 aprile 1793; VINCENZO patrizio di Cosenza nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’argento alla fascia di rosso.

MONDA

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Originaria di Molfetta deve si stabilì con MONDA milite di Carlo II d’Angiò il quale ebbe l’ufficio di Governatore Militare di detta città.

Diede vari personaggi di toga ed ecclesiastici. Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncata d’azzurro alla fascia d’oro sostenente una croce di rosso su di un monte di tre cime di verde accompagnata alla punta da tre uccelli di nero.

MONFORTE e DE MONFORT

Titoli: duca di Laurito, marchese di San Giuliano, conte di Squillace, nobile di Nola

Dimora: Napoli, Nola, Austria

Di antica nobiltà francese, venuta nel Regno di Napoli al seguito degli Angioini con GUIDO (GUIDONE) che ottenne la contea di Nola ed Avellino ed il fratello GIOVANNI che ebbe la contea di Gerace nel XIV secolo. Inserita nel S. M. O. di Malta come cavalieri di giustizia nel 1620, nel Priorato di Malta con BERNARDINO nel 1721 quale discendente da GUIDO capostipite nell’anno 1306. Decorata del titolo di duca di Laurito nel 1644, marchese di San Giuliano dal 1614, conte di Squillace dal 1734, iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana.

Il ramo austriaco ha come capostipite il conte GIOVANNI BATTISTA, feldmaresciallo dell’Armata dell’Impero Asburgico, nato a Napoli nel 1804. Il ramo stabilitosi a Nola venne decorato di “regia familiarità” nel 1573 e della contea di Nola, ricevuto nel S. M. O. di Malta e nel Priorato dal 1616 con CARLO e poi con GIACOMO nel 1788, iscritta nel 1801 al Registro dei cavalieri di Malta con ANTONIO cavaliere di giustizia; riconosciuta di “antica nobiltà” nell’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo del Regno delle Due Sicilie in persona di DOMENICO nell’anno 1849; PIETRO nobile di Nola nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone d’oro tenente nella branca destra uno scudo d’ermellino.

MONSOLINO

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Originaria della Francia, proveniente dalla Provenza, passata nel Regno di Napoli con l’Esercito di Carlo I d’Angiò; iscritta nel Patriziato di Reggio Calabria, ricevuta nel S. M. O. di Malta nel 1591 con i cavalieri GIUSEPPE e PAOLO, nel 1633 col cavaliere CARLO e con il cavaliere conventuale dell’Ordine di Malta CESARE nel 1796.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al monte di nove cime sostenente un giglio fiorito il tutto d’oro.

MONTALBANO

Titoli: barone di Mauroianni, signore del Portulano di Licata

Dimora: Palermo, Caltabellotta

Le prime memorie si hanno con BARTOLOMEO che il 22 dicembre 1282 venne nominato da re Pietro d’Aragona “credenziere” del porto di Messina; GIOVANNI ANTONIO acquistò nel 1546 la Salina della Punta dell’Aquila; GIOVANNI TOMMASO il 15 ottobre 1763 venne investito del titolo di barone del Portulanotto di Licata; PELLEGRINO proconservatore di Caltabellotta dal 1800 al 1806; FRANCESCO MARIA acquistò il titolo di barone di Maurogiovanni o Mauroianni con investitura del 16 luglio 1790; FRANCESCO investito del titolo di barone del Portulanotto di Licata; ANTONIO ricevette attestato di nobiltà dal Senato di Palermo l’8 ottobre 1792.

Con Decreto del Capo di Governo del 19 ottobre 1927 venne riconosciuto al casato i titoli di barone di Mauroianni e Signore del Portulano di Licata ed il nuovo stemma nobiliare.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al monte di cinque vette d’oro, uscente dal mare d’argento e nero – alias (D.M. del 19.X.1927) d’azzurro al monte roccioso di tre vette al naturale, sostenente una torre al naturale aperta e finestrata di nero, sormontata da una cometa d’argento.

 

MONTALTO (di Volturino e Pietramontecorvino)

Titoli: principe di Lequile, duca di Fragnito, marchese di Motta Montelone, patrizio Napoletano, nobile col predicato di Volturino e Pietramontecorvino

Dimora: Napoli, Fragnito Manforte

Motto: “duriora concoxit”

Originaria della Francia, venuta nel Napoletano con i Normanni, ebbe i feudi di Monterone, Pietramontecorvino, Motta Montelone; ricevuta nel S.M.O. di Malta dal 1420, aggregata al Patriziato Napoletano il 15 gennaio 1509 nel Seggio di Nido ed iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana. Decorata del titolo di duca di Fragnito con concessione di Real Diploma del 12 febbraio 1612 in persona di MASSIMO; con Regio Rescritto del 7 maggio 1857 del Regno delle Due Sicilie furono riconosciuti in persona di FRANCESCO i titoli di duca di Fragnito, duca di Tocco, marchese di Montelone, principe di Lequile; GIOVANNI alfiere (sottotenente) del “12° Battaglione Cacciatori” ha partecipato alla campagna militare del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie. MASSIMO cerimoniere di corte della regina Elena del Regno d’Italia nella prima metà del XX secolo, insignito dei titoli sopra descritti.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento a tre palio di rosso.

Palazzo Montalto in Fragneto Monforte (BN). Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

MONTALTO (2)

Titoli: nobile

Dimora: Siracusa

Motto: duriora concoxit”

Diramazione della precedente famiglia, passata in Sicilia con RICCARDO, milite, che ottenne dal re Giacomo la concessione del feudo di Buccheri, concesso poi al figlio GERARDO il 15 febbraio 1313; TROISO (TURGISIO) stessa concessione, siniscalco e “famigliare” di re Federico, acquistò il castello di Casalgerardo il 16 dicembre 1369, capitano di giustizia di Siracusa 1406; MARCO senatore di Siracusa 1406/7; GIOVANNI ottenne la conferma del feudo il 3 luglio 1453, senatore di Siracusa 1440/5, carica di stragoto (giudice criminale) di Messina nel 1460; ANTONIO giudice della Gran Corte nel 1525, vice tesoriere generale del Regno di Sicilia anno 1530, avvocato fiscale del tribunale della Gran Corte; FRANCESCO cavaliere del S.M.O. di Malta nel XVI secolo; GIROLAMO medico e filosofo ; GIUSEPPE giurato nobile in Siracusa dal 1554 al 1559; ANTONINO capitano di giustizia di Palermo 1585/6; GIACINTO predicatore dotto lodato dal Mongitore nella sua opera “Historia della Religione” del 1636; GIOVANNI giudice della Gran Corte Pretoriana nel 1685, del tribunale del Concistoro nel 1692, avvocato fiscale del Tribunale del Regio Patrimonio nel 1700 ed eccellente poeta; ANTONINO, barone di Mollica con nomina del 7 agosto 1735, capitano di giustizia di Siracusa dal 1746 al 1758; FERDINANDO con privilegio del 17 gennaio 1811 venne nominato maestro notaro e cancelliere del Senato di Siracusa.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: palato d’argento e di rosso di sei pezzi.

MONTAPERTO

Titoli: principe di Raffadali, duca di Santelisabetta, marchese di Montaperto

Dimora: Palermo

Motto: “Ad astra”

Originaria della Francia venuta in Sicilia al seguito di Ruggiero il Normanno con GIAMMATTEO, il figlio GIORDANO o GIORLANDO ottenne dal re il castello ed i beni - Raffa - del saraceno sconfitto in combattimento Alì, quindi si crede che le due voci unite insieme abbiano dato origine al nome della terra in Raffadali.

GIACOBINO membro della camera reale di re Guglielmo il Malo, castellano del castello di Guastella e Raffadali nel 1161; LAMBERTO, Straticò di Messina nel 1312; BARTOLOMEO difesa al città di Mazzara dai Francesi nel 1316, capitano e giustiziere di Palermo nel 1321; NICOLÒ arcivescovo di Palermo nel 1386; LUIGI consigliere di re Martino I d’Aragona; GIACOMO senatore di Siracusa nel 1415; PIETRO protonotario del Regno, deputato e pretore di Palermo, edificò la terra di Raffadali nel 1507 per concessione di Ferdinando il cattolico, di Montaperto nel 1523 per concessione di Carlo V; GIUSEPPE primo marchese di Montaperto nel 1587, edificò la terra di Santelisabetta; nel 1608; NICOLÒ primo principe di Raffadali nel 1646, cavaliere dell’Ordine di San Giacomo della Spada, deputato del regno, pretore di Palermo e vicario generale,Maestro di Campo della marca di Girgenti (Agrigento); OTTAVIO principe di Raffadali, gentiluomo di camera di re Vittorio Amedeo re di Sicilia, capitano di cavalleria, giustiziere e capitano di Palermo; ANTONINO duca di Santelisabetta, gentiluomo di camera del re Carlo di Borbone, governatore della Pace di Palermo, ministro plenipotenziario presso la corte di Polonia nel 1749; SALVATORE principe di Raffadali marchese di Montaperto, cavaliere gerosolimitano, gentiluomo di camera di re Ferdinando I di Borbone, cavaliere dell’Ordine di San Gennaro, colonnello dell’esercito, ministro plenipotenziario presso la corte di Danimarca nel 1773; rappresentata nella prima del XX secolo dalla principessa ANTONIETTA e dal ramo cadetto con ANDREA e ANTONINO, figli di BERNARDO pari del Regno, confermati nei titoli; SALVATORE, di Andrea, titolato di duca Sant’Elisabetta.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a quattro sbarre alternate da nove rose, il tutto d’argento; alias troncato semipartito a) d’azzurro a quattro sbarre d’argento, accompagnate da nove rose dello stesso, b) di rosso alla mezz’aquila d’argento, c) scaccato di azzurro e d’oro di cinque file.

 

 

 

 

 

 

 

 

MONTICELLI DI CERRETO

Titoli: nobile di Cerreto

Dimora: Napoli

Originaria di Brindisi, riconosciuta nobile con sentenza del sacro Regio Consiglio del 1597, ottenne i feudi di Cerreto nel 1797. FRANCESCO SAVERIO (1863) professore presso l'Università di Napoli, fratelli MARIO (1874) colonnello del genio navale, ERNESTO (1878), ROBERTO (1882).

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro con tre monti di verde sostenenti un grifone d'oro tenente nella destra una spada rivolta ad una stella posta nell'angolo destro del capo d'argento e nella sinistra un giglio d'oro.

MORBILLI

Titoli: patrizio di Salerno, nobile Romano, nobile di Sant’Angelo di Frosolone

Dimora: Napoli, Portici

Di origine aragonese, portata a Napoli con QUINTILIANO Morvillo, capitano di cavalli; ALFONSO con Diploma del 23 settembre 1526 venne dichiarato nobile. Il casato venne infeudato della terra di Sant’Angelo a Frosolone in persona di GIUSEPPE ANTONIO, nel 1730 decorato del titolo di duca. Titolo riconosciuto con Regio Rescritto del 13 novembre 1858; la famiglia venne aggregata al Seggio di Porta Retese di Salerno, ricevuta per giustizia nel S.M.O. Costantiniano, dichiarata ascritta alla nobiltà Romana, nobile fuori porta in Napoli.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’albero di ulivo al terrazzo di verde sostenuto da due leoni d’oro linguati di rosso, accompagnato da tre stelle d’oro in fascia, con la fascia di rosso attraversante il tutto.

MORCALDI

Titoli: conte

Dimora: Napoli

Di antica nobiltà nota dal XV secolo. Riconosciuta nobile dalla Real Camera di Santa Chiara il 21 giugno 1780 in occasione dell’ammissione a cadetto militare di GIOVANNI nei “Reggimenti Nazionali” del Regno di Napoli; dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo nel 1838 in persona di FRANCESCO e GABRIELE, poi Guardie del Corpo della “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo” del Regno delle Due Sicilie presenti nei Ruoli Attivi del 1860.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla mano di carnagione, accompagnata da tre stelle d’azzurro in fascia, in punta da un leone passante al naturale.

MORELLI

Titoli: marchese, nobile

Dimora: Napoli, Nola

Diramazione della famiglia Castiglion Morelli di Cosenza. BERNARDINO decorato dall’imperatore Carlo V del titolo di “regio milite” e cavaliere dell’Ordine Aurato (Ordine del Cingolo Militare), che prese parte alla vittoriosa battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525 contro le truppe francesi di Francesco I, ottenendo anche il diritto di aggiungere allo stemma l’aquila imperiale austriaca. Appartenenti alla famiglia i seguenti militari che hanno preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese: ANTONIO, 2° tenente, del “4° Battaglione Cacciatori” presente alla battaglia di Caiazzo del 21 settembre e all’assedio di Gaeta, CARMELO, 2° tenente, del “9° Battaglione Cacciatori” presente all’assedio di Gaeta, FRANCESCO, alfiere, del “Real Corpo d’Artiglieria” presente all’assedio di Gaeta, FERDINANDO, capitano, dell’11° Reggimento Fanteria di Linea Palermo” presente alla difesa della Sicilia, capitolò col suo reparto in Siracusa. GREGORIO decorato del titolo di marchese, trasmissibile al primogenito, con R. D. del 2 luglio 1925 e RR. LL. PP. del 13 dicembre 1925, brigadiere generale del Regio Esercito Italiano.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartato 1° e 4° d’azzurro all’aquila d’oro, 2° e 3° d’argento al cavallo morello di nero, pila d’azzurro al capo caricata di una stella d’oro – alias di rosso al leone sinistrochero d’oro coronato rivoltato sostenente con le branche anteriori una torre di tre pezzi tutti d’oro.

 

 

MORISANI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Firenze

Proveniente da Reggio Calabria e stabilitasi a Napoli, ed iscritta nel suo primo Ordine Civico: ANTONINO, capitano, sindaco dei nobili nel 1734; DOMENICO stessa carica nel 1755; OTTAVIO e TOBIA distintisi in varie cariche magistrali del Regno delle Due Sicilie; vari componenti della famiglia vennero elevati ad alti gradi dell’Esercito delle Due Sicilie; OTTAVIO (1834 – 1914) illustre cattedratico e rinomato filosofo, ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, dell’Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro, senatore del Regno d’Italia, componente del Rettorato della Provincia di Napoli.

Iscritta nel Libro d’oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla croce ancorata cerchiata di ferro, alla banda azzurra sul tutto.

MORMILE

Titoli: nobile di Carinari

Dimora: Napoli

Antichissima e nobile famiglia originaria di Napoli, ascritta al Patriziato di Napoli ai seggi di Capuana e Portanova. BERNARDO “familiare” di Carlo I d’Angiò nel XIV secolo; TOMMASO

“consigliere e familiare” di re Roberto; PIETRO “famigliare” della Regina Giovanna I d’Angiò; ANNECCHINO giustiziere degli Abruzzi e consigliere di re Ladislao; FRANCESCO maresciallo del Regno di Napoli; TROIANO combatté contro i turchi ad Otranto; CARLO, milite, prigioniero dei francesi alla battaglia di Pavia il 24 febbraio 1525. La famiglia ricevuta nel S. M. O. di Malta dal 1504, decorata del titolo di duca di Carinari nel 1663, ascritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana. Dichiarata di “antica nobiltà” nelle prove di ammissione alle Regie Guardie del Corpo del Regno delle Due Sicilie con i fratelli BIAGIO e PASQUALE i quali hanno partecipato alla difesa del Regno dall’invasione piemontese nei ruoli rispettivamente di 1° tenente del “12° Reggimento Fanteria di Linea Messina” capitolando il 2 novembre del 1860 a Capua, e 2° tenente del “7° Battaglione Cacciatori” presente alla battaglia del Volturno del 1° ottobre e all’assedio di Gaeta, capitolando con il resto dell’Armata il 14 febbraio 1861.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla banda d’argento bordata di nero, caricata di tre aquilotti di nero col volo abbassato.

 

 

MORMINO

Titoli: barone di San Vincenzo Ferreri

Dimora: Scicli

GUGLIELMO con privilegio del 14 giugno 1773 ottenne la concessione del titolo di barone di San Vincenzo Ferreri; riconosciuto con D. M. del 5 marzo 1902 in persona di ANTONINO; GIOVANNI riconosciuto anch’egli dei titoli di cui sopra con Decreto del Capo del Governo  del 11 maggio 1928.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia di rosso orlata d’oro accompagnata al capo da una stella d’argento, in punta un leone d’oro.

MOROLA

Titoli: nobile

Dimora: Trani

Originaria di Capua, passata in Giovinazzo nel 1462 con LEONARDO che venne aggregato alla nobiltà del luogo; DOMENICO si trasferì Trani nel XVII secolo ed iscritto al suo Patriziato nel Seggio di Portanova. La famiglia è inserita nel S. M. O. di Malta dal 1612.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al gelso sradicato al naturale.

MORRA

Titoli: principe di Morra, di San Martino, duca di Belforte, di Cantalupo, marchese di San Massimo, duca di Calvizzano, di Mancusi, marchese di Monterocchetta, patrizio napoletano, patrizio beneventano, nobile dei principi di Morra.

Dimora: Napoli, Benevento

Antichissima famiglia patrizia di Benevento che diede un pontefice alla chiesa di Roma papa GREGORIO VIII nel 1187; PIETRO cardinale nel 1198; ENRICO gran giustiziere del Regno; FEDERICO ed ONOFRIO ambasciatori presso la Santa Sede papa Alessandro IV; ISABELLA valente poetessa vissuta nella seconda metà del XVI secolo; ANTONIO consigliere del Collaterale nel 1629; MARCANTONIO generale degli Eserciti di Spagna nel 1760. La famiglia nobile in Napoli nel seggio di Capuana, in Salerno in quello di Portanova ed in Benevento. Un ramo si trasferì in Sicilia con GIROLAMO, che sposò Isabella Montalto, acquisendo la baronia di Bucchieri poi principato nel 1617. Ricevuta nel S. M. O. di Malta dal 1522, decorata de titolo di principe di Morra nel 1664, duca di Mancusi nel 1679,marchese di Monteroccheta nel 1627, per succesione di casa Di Gennaro principe di San Martino con anzianità dal 1630, duca di Belforte nenel 1644, marchese di San Massimo con anzianità dal 1626, per successione della casa Pescara Diano duca di Calvizzano, duca di Bovalino dal 1673 e 1617. FRANCESCO Biondi Morra, “maritali nomine”, principe di San Martino, duca di Belforte con RR. LL. PP. del 21 gennaio 1929; GIOVANNI, patrizio napoletano e patrizio beneventano, nobile dei principi di Morra, duca di Mancusi con D. C. G. (Decreto Capo del Governo) del 10 gennaio 1929. CARLO, patrizio napoletano e beneventano, nobile dei principi di Morra, ufficiale in congedo di Artiglieria del Regio Esercito Italiano, professore presso il Collegio Militare di Buenos Ayres nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso a due stocchi d’argento manicati d’oro con le punte abbassate, passate in croce di Sant’Andrea, accompagnate da quattro ruote di sperone d’oro.

MORREALE o MONREALE

Titoli: barone di Buterno, del Grado, Signore di Macaluba

Dimora: Palermo

Originaria della Francia che vanta come capostipite MAURIZIO Monreal, compagno di Goffredo di Buglione alla I Crociata.

Portata in Sicilia con STEFANO che ottenne nel 1556 la castellania di Girgenti (Agrigento), fu capitano d’armi nella guerra di Messina 1570/3, con privilegio del 6 novembre 1569 fu nominato maestro razionale del Tribunale del Real Patrimonio e con privilegio del 20 novembre 1573 nominato conservatore dello stesso Tribunale; MAURIZIO barone di Castrofilippo con investitura del 22 dicembre 1611; STEFANO capitano di giustizia in Girgenti 1645/6; DOMENICO cavaliere dell’Ordine di Calatrava, duca di Castrofilippo il 22 maggio 1663, governatore della “Nobile Compagnia dei Banchi” di Palermo 1676/7 e del Monte di Pietà; ANTONIO il 30 gennaio 1696 ottenne il titolo di marchese di Melia, con investitura del 9 novembre 1741 nominato ufficiale di mastro notaro presso la Corte Capitanale di Nicosia; FRANCESCO cavaliere del S. M. O. di Malta, governatore nobile della Corte della Pace di Palermo nel 1760; GIUSEPPE barone di Buterno e Grado con investitura del 7 dicembre 1749; BIAGIO acquistò il feudo di Macaluba il 20 novembre 1764 da Luigi Naselli; GIUSEPPE signore di Macaluba con privilegio del 10 febbraio 1798; GIUSEPPE barone di Buterno e Grado nel 1806.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: Inquartato in decusse nel 1° e 4° d’argento al castello di nero di tre torri, nel 2° e 3° d’oro alla croce di rosso accantonata da quattro crocette dello stesso.

MORTILLARO

Titoli: marchese di Mortillaro, barone di Ciantro Soprano

Dimora: Palermo

Nobile in Messina, Palermo. Messer SIMONE inserito nella Mastra Nobile del Mollica nell’anno 1590; CARLO giureconsulto; ANTONIO con privilegio del 12 novembre 1695 ottenne il titolo di barone di Ciantro Soprano; CARLO, barone di Ciantro, rettore nobile dell’Ospedale di Palermo 1721/44, spedaliere 1735/36 e 1749/50, segretario della SS. Inquisizione, senatore in Palermo 1736/38; EUGENIO canonico arcidiacono della cattedrale di Palermo nel 1744; ANTONIO ottenne il titolo di marchese con privilegio del 9 gennaio 1754; VINCENZO marchese con Regio rescritto del 13 febbraio 1856, cavaliere dell’Ordine Costantiniano, cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Francesco I, direttore generali dei Dazi, controllore generale delle Finanze, direttore generale del macino e dogane, senatore di Palermo, professore di lingua araba della Regia Università di Palermo autore dei tomi “Medaglie Siculo Arabe”, “Antiche pergamene della Magione”, “Dizionario Siciliano”; VINCENZO ottenne il titolo di marchese di Mortillaro, barone di Ciantro con R. D. del 16 giugno 1899.

Nuovo dizionario Siciliano Italiano di Vincenzo Mortillaro

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro alla colomba d’argento, tenente nel becco un ramoscello di mortelle di verde.

 

 

 

 

 

 

MOSCATELLI

Titoli: marchese di Castelvetere

Dimora: Napoli, Brindisi

NICOLA venne insignito del titolo di marchese il 24 agosto 1693 da re Carlo II di Spagna, il titolo venne poi riconosciuto dal Governo del Regno delle Due Sicilie sia il 28 ottobre 1834 che il 12 gennaio 1860. Con Regio Rescritto del 10 aprile 1858 la famiglia fu dichiarata “di nobiltà tale da poter essere dichiarata idonea a fondare un maggiorato”. CARLO deputato al parlamento del Regno d’Italia nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso a due leoni controrampanti affrontanti ad un vaso con grappoli di uva il tutto d’oro.

MOSTI

Titoli: patrizio di Benevento

Dimora: Benevento, Napoli, Roma

Antica famiglia di Benevento, nota dal XV secolo, si ritiene ma senza nessuna prova confutabile discendete dai Da Mosto di Venezia. Ascritta al Patriziato di Benevento dal 1695, città appartenente, quale enclave, allo Stato Pontificio sino al 1860; il Sommo Pontefice Pio VI decorò la famiglia del titolo di marchese. Titolo non ratificato dal Regno d’Italia.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartato d’oro e azzurro.

MOSTO o MUSTO

Titoli: marchese di Lungarini, barone di Ficarra, Signore di Brolo e Jannello

Dimora: Palermo

Discende dalla famiglia Da Mosto di Venezia nota nel XIII secolo, a sua volta discendente dalla più antica casata dei Cadamosto, un ramo del casato si stabilì in Sicilia verso il XV secolo. SALVATORE Musto generale del Regio Esercito Italiano, sposò Giovanna Abate Maiorana, che trasmise al figlio SALVATORE i titoli coniugali con RR. LL. PP. del 30 giugno 1901 di: marchese di Lungarini, barone di Ficarra, signore di Brolo e Jannello.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartato d’oro e d’azzurro.

 

LA MOTTA

Titoli: barone di San Silvestro, di Salinella, nobile dei baroni

Dimora: Nicosia, Palermo

Nobile famiglia di Nicosia dal XV secolo. GIACOMO acquistò il feudo di San Silvestro con investitura del 18 agosto 1777, giurato in Nicosia 1798/9; GAETANO investito del titolo di barone di San Silvestro dal 1 agosto 1809; con D. M. del 27 agosto 1879 il titolo venne riconosciuto in persona di GIORGIO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: trinciato d’azzurro e argento, il 1° caricato di tre stelle d’argento, la banda di porpora attraversante sulla trinciatura.

MOTTOLA d’Amato

Titoli: nobile, col predicato di Amato

Dimora: Napoli, Catanzaro, Tropea

D’origine napoletana, il capostipite SERGIO, console di Napoli nel 1127, durante il periodo della repubblica si oppose a Ruggiero il Normanno, finché a fine guerra giurò fedeltà ai Normanni, combatté contro Rainulfo Dengrot conte di Puglia e morì nella battaglia di Siponto del 2 ottobre 1137; ROBERTO, per i meriti dell’avo Sergio, ottenne da re Ruggiero nel 1140 il castello di Mutola, in Otranto, che dette il cognome alla famiglia ( consulta del 24 novembre 1568); CARLO partecipò alla prima crociata con re Guglielmo nel 1161; GIOVANNI I canonico di Acerra, lettore di diritto canonico presso lo Studio Napoletano, “ consigliere e famigliare” di re Carlo II d’Angiò, dottore dei Decreti, controllore dell’Erario in Terra di Lavoro, maestro ostiario (responsabile della custodia della dimora del re); GIOVANNI II “consigliere e familiare” di re Roberto, ambasciatore del re ad esigere denaro dal comune di Genova, vescovo di Caiazzo nel 1333; GIOVANNI III prigioniero per la sua fedeltà a re Ladislao d’Angiò Durazzo nel 1388; GIOVANNI IV seguì in esilio Renato d’Angiò e venne spogliato del feudo di Mottola da Alfonso d’Aragona nel 1416; GIOVANNI V generale dell’imperatore Carlo V, morì combattendo contro i francesi nel 1538, mentre difendeva Napoli dall’assedio al ponte della Maddalena posto da Odetto di Foix signore di Lautrech; GIOVANNI BERARDINO giudice della gran Corte della Vicaria nel 1575; ORAZIO I barone di Monterosso nel 1637, di Ioppolo Cuccorino nel 1642, di Amato nel 1647; DONATO ANTONIO servì il re di Spagna nella rivolta di Masaniello del 1647, mastro di campo e generale d’artiglieria nelle guerre del 1652/3 in Catalogna e in Barcellona, ottenne per i suoi meriti il marchesato di Amato nel1675; ORAZIO II, marchese di Amato, letterato, scrittore, membro della “Accademia degli Spensierati” di Rossano e degli “Affaticati” di Tropea; GIOACCHINO cavaliere dell’Ordine di Francesco I, sottointendente di Nicastro; la famiglia ammessa nella “Compagnia delle Guardie del Corpo” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie in persona di FRANCESCO, poi 1° tenente del “6° Reggimento Fanteria di Linea Farnese” presente alla battaglia di Castelmorrone, venne fatto prigioniero dei garibaldini il 2 ottobre 1860. RAFFAELE sindaco di Catanzaro, commendatore della Corona d’Italia, cavaliere dell’Ordine Mauriziano del Regno d’Italia nella seconda metà del XX secolo. FRANCESCO SAVERIO cavaliere d’onore e devozione nel S. M. O. di Malta, tenente dei bersaglieri, decorato della croce di merito della 1a guerra mondiale, medaglia commemorativa guerra italo-turca.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiltà Italiana anno 1922.

Arma: d’azzurro al cavallo alato d’argento col freno tenuto da un braccio armato d’oro movente dal lato destro, sormontato da tre stelle d’oro.

 

 

 

 

 

 

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MULÈ

Titoli: signore di Balatazza

Dimora: Palermo

Nobile in Messina, possedette i feudi di Cefalù, Caninaro, Serravalle, Torretta; MAURO proconservatore in Chiaramonte nel 1694; PIETRO barone di Suttafari l’8 marzo 1786; NICCOLO’ ottenne il feudo di Balatazza il 10 agosto 1811; GIUSEPPE capitano del 10° Reggimento Fanteria di Linea “Abruzzo” ha partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese, presente alla battaglia di Calatafimi il 15 maggio 1860, di Palermo il 27, 28 e 29 maggio, ed a Santa Maria Capua Vetere nell’ottobre, capitolò con la guarnigione a Gaeta il 14 febbraio 1861.

Iscritta nel libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso allo scaglione d’oro, di due stelle d’oro al campo, alla punta una crescente d’argento.

LO MUNDO

Titoli: barone di Margi, nobile

Dimora: Messina

Secondo il Galluppi si hanno notizie di questa famiglia dal XVI secolo in Messina: ALESSANDRO con privilegio del 29 ottobre 1727 ottenne il titolo di barone di Margi; FERDINANDO senatore in Messina 1853/4, sposò Giuseppa e come erede del dott. Brigandi antepose al proprio cognome il cognome Brigandi; EUGENIO iscritto nell’Elenco definitivo Siciliano col titolo di barone di Margi; TOMMASO riconosciuto con Decreto del Capo del Governo del 4 marzo 1929 barone di Margi e nobile di Messina.

Iscritta nell’ Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro al sole figurato di rosso, una crescente a tre stelle d’argento, in punta una stella d’oro di sette punte caricata da una banda a due stelle d’argento.

MUSCETTOLA

Titoli: principe di Leporano, nobile dei principi

Dimora: Napoli

Originaria di Ravello. Le prime memorie certe si hanno con SERGIO nel 1179 che edificò parte del Duomo di Ravello costruendo le porte in bronzo che si ammirano tutt’ora. Passata in Napoli ed aggregata al Seggio di Montagna, ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1637, 1643 e 1644; LUIGI cavaliere di Malta nel 1780; decorata del titolo di principe di Leporano nel 1624, conte di Picerno nel 1724; la famiglia ottenne il titolo di “Grandi di Spagna” in persona di FRANCESCO principe di Leporano; MARCO ANTONIO duca di Spezzano in Calabria con privilegio del 20 novembre 1633; ultimo intestatario del titolo di duca di Spezzano fu VINCENZO MARIA in data 18 novembre1750; il figlio CARMINE MARIA non ebbe eredi ed il titolo venne devoluto alla Corona; GIOVAN ANTONIO ambasciatore presso l’imperatore Carlo V, ANTONIO consigliere di Santa Chiara nel 1448; GIOVAN ANTONIO presidente della Camera nel 1530, nel 1532 reggente della Cancelleria; un ramo della famiglia si stabilì in Taranto con BARTOLOMEO e venne ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1627; il ramo di Leporano possedette in Molise il feudo di Frosolone con l’ultimo intestatario GIOVAN ANTONIO il 29 aprile 1779; il casato è iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana; GIOVANNI guardia a cavallo della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” ha partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro a tre bande d’azzurro col capo cucito del primo, caricato di due fringuelli (muscettole) di nero affrontanti e fissanti una stella di rosso posta in punta del capo.

MUSCO

Titoli: barone di Ambo e Anto

Dimora: Placanica, Reggio Calabria

Originaria di Reggio Calabria, nota dal XV secolo. GIOVANNI ALFONSO ottenne il feudo di Ambo e Anto l’11 giugno 1553, il quale rimase in famiglia sino all’abolizione della feudalità con NICOLÒ nel 1806.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al pino di verde posto su di un monte di tre cime d’argento, sostenente un muschio al naturale rivolto, sostenuto da due leoni d’oro controrampanti.

MUSITANO

Titoli: Nobile

Dimora: Napoli, Castrovillari

Originaria di Castrovillari; appartiene a questa famiglia DIEGO dell’Ordine dei Predicatori che scrisse un trattato teologico “Sulla Grazia” nel XVII secolo. CARLO, medico, che pubblicò un trattato di medicina edito in Venezia nel 1738; ANTONIO 1° tenente del corpo della “Real Artiglieria”, proveniente dalla scuola Militare delle Nunziatella, e PASQUALE capitano del “3° Battaglione Cacciatori” parteciparono alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61 dall’invasione piemontese; VINCENZO generale d’artiglieria del Regio Esercito Italiano nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone al naturale poggiato su di un monte di tre cime di verde uscente alla punta e sormontato da tre rose di rosse gambute di verde disposte in fascia.

MUSMECI

Titoli: barone della Torre, nobili dei baroni

Dimora: Acireale, Catania

Nobile in Acireale dal XV secolo. SAVERIO con privilegio del 14 ottobre 1752 ottenne il feudo di Torre, e con privilegio del 29 luglio 1753 ne ottenne il titolo di barone, patrizio di Acireale 1756/7; SAVERIO, barone della Torre, giurato nobile in Acireale 1794/5 ; GIUSEPPE capitano di giustizia di Acireale 1801/2; ARCANGELO e GIUSEPPE catapani (addetti annonari per la raccolta del grano) 1803/4. Con D. M. del 25 novembre 1904 venne riconosciuto il titolo di barone della Torre in persona di NICCOLO’.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro, partito da un filetto d’oro, 1° all’albero sopra un monte roccioso, con un topo in atto di arrampicarsi al naturale, sormontato da tre stelle d’oro, 2° al mare al naturale con una sirena nascente sormontata da tre stelle d’oro.

MUZI di Dogliola

Titoli: nobile, predicato di Dogliola

Dimora: Napoli

Nobile in Napoli dal XVI secolo; GIACOMO de Muzi con Regio Assenso ottenne il possesso del feudo di Dogiola in Abruzzo; feudo che rimase in famiglia sino all’abolizione della feudalità nel 1806, ultimo intestatario fu ALESSANDRO nel 1805.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al destrochero dalla sinistra, manicato d’argento, impugnante una mazza del medesimo su di un fuoco ardente alla punta.

 

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