Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

 D  

 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

 N 

 O

 P-PA  PE-PI  PL-PU

 Q

R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

 U

 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

M-MA

MACCAGNONE

Titoli: principe di Granatelli, barone della Piana di San Carlo, nobili dei principi, nobili dei baroni

Dimora: Mazzara del Vallo, Palermo

IUFFO fu giurato di Mazzara nel 1403; SIMONE senatore di Trapani 1456/7; BALDASSARRE giudice della Corte pretoriana di Palermo 1635/36 del Tribunale della gran Corte del regno 1613/15, 1637/39; CARLO proconservatore in Mazzara nel 1657; FRANCESCO proconservatore in Mazzara nel 1689 e con privilegio del 7 marzo 1710 reso esecutivo il 30 settembre 1712 ottenne il titolo di principe di Granatelli, il figlio CARLO acquisì la baronia di Piana di San Carlo il 2 febbraio 1721 ed il titolo di principe di Granatelli il 29 marzo 1726; il fratello BALDASSARRE successe nei titoli predetti in data 15 giugno 1731; FRANCESCO senatore in Palermo nel 1835, esule a Genova ed ivi morì senza prole nel 1856; GOFFREDO (1833) ottenne con D. M. del 12 settembre 1899 il riconoscimento dei titoli di principe di Granatelli, barone della Piana di San Carlo; il figlio SCIPIONE (1866) ereditò i titoli su descritti; figlio GOFFREDO (1889).

Il casato iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro alla banda d'oro accostata da due bande di rosso cucite.

MAGGIORE

Titoli: marchese di Santa Barbara, nobile dei marchesi

Dimora: Ragusa, Palermo

Nobile in Messina, Vizzini, Caltagirone. Le prime memorie certe risalgono a FILIPPO de Maiore notaio in Messina nel 1400; SEBASTIANO giudice nel XVI secolo; BARBARO proconsole in Vizzini 1692/95; GIOVANNI e BARBARO capitani di giustizia in Vizzini; MARIANO, barone di Bagnara, capitano di giustizia e tesoriere in Vizzini nel 1731; BARBARO per donazione di Saverio Maria Guttadauro ottenne il titolo di marchese di Santa Barbara e ne ebbe l’investitura il 5 ottobre 1740, in seguito la concessione del feudo di Santa Barbara il 6 novembre 1742, senatore in Caltagirone 1756/7; GIUSEPPE marchese di Santa Barbara con privilegio del 1 ottobre 1756; FRANCESCO procuratore fiscale del Tribunale della Gran Corte nel 1801; VINCENZO senatore in Caltagirone 1812/13; venne riconosciuto con D. M. del 10 settembre 1903 il titolo di marchese di Santa Barbara in persona di GIUSEPPE.

Iscritta nel Libro d’oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al pino di verde in banda, caricato di un leone d’oro.

DE MAGISTRIS

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Rieti, Tricarico

Originaria di Rieti, si trasferì in Basilicata nella cittadina di Tricarico nel XVI secolo con i fratelli GIACOMO e PIETRO capitani nell’esercito del Viceré Consalvo di Cordova; i fratelli NICOLA e GIUSEPPE ed i loro discendenti annoverati tra i senatori di Rieti con decreto del 10 gennaio 1722; ANDREA nominato presidente del Banco delle Due Sicilie nel 1825. Il casato venne riconosciuto di “antica nobiltà” per l’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo in persona di AMBROGIO nel 1853 il quale poi come Alfiere (sottotenente) del “Reggimento Carabinieri a Cavallo” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61, fedele alla sua “Patria Napolitana” prese parte a numerose cospirazioni antiunitarie e patì il carcere dopo il 1861.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: troncato 1° d’azzurro all’aquila bicipite di nero, 2° d’oro al caduceo innestato ad un’ancora di nero.

 

MAGLIANO

Titoli: barone di Longano

Dimora: Napoli

Originaria di Amalfi, nobili dal XV secolo, ha dato vari uomini di toga e d’armi. DIONIGI, per successione materna Giuseppina Zona, assunse il titolo di barone di Longano con autorizzazione del D. M. del 10 aprile 1911.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia in capo di un giglio accostato da due stelle, il tutto d’oro.

MAGLIOCCHI

Titoli: Patrizio di Cosenza, barone.

Dimora: Cosenza

Famiglia di antica origine genovese, trasferitasi in Cosenza intorno alla fine del 1600.

Fu aggregata nel 1739 al Patriziato cosentino e nel 1807 ANTONIO di Francesco ottenne il titolo di barone sul cognome. Tra i personaggi di questa famiglia ricordiamo:il barone ANTONIO Governatore di Maratea ed ENRICO grande filantropo e Governatore dell’Ospedale di Cosenza alla fine del 1700.

Arma: d’azzurro alla fede di carnagione vestita d’oro, sormontata da un giglio dello stesso e questo da tre stelle a sei raggio pure d’oro, ordinate in fascia nel capo dello scudo.

MAGNANO

Titoli: barone di San Lio, nobile dei baroni

Dimora: Lentini

Originaria di Bologna. BIAGIO giudice della Corte Pretoriana di Palermo 1573/4, del Tribunale della Gran Corte del Regno 1575/7; ORLANDO vice portulano 1572; GIUSEPPE FRANCESCO con privilegio del 26 agosto 1765 ottenne il titolo di barone di San Lio e il 17 settembre 1765 ne ottenne anche il possesso del feudo, patrizio di Lentini 1782/923; ANTONINO capitano di giustizia in Lentini 1791/2; ALFIO barone di San Lio, capitano di giustizia 1806/12; con D. M. del 6 dicembre 1900 il titolo passò al nipote ALFIO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: di rosso al leone tenente una lancia sul terreno il tutto d’oro.

MAIETTI

Titoli: marchese di Sassinoro

Dimora: Napoli

Di antica nobiltà nota dal XV secolo.

L’imperatore Carlo VI concesse il titolo di marchese di Sassinoro il 15 ottobre 1729 in persona di ORAZIO per i servigi resi alla casa reale, trasmissibile con diritto di primogenitura. Appartengono al ramo cadetto siciliano:RAFFAELE giudice della Corte d’Appello di Roma; MICHELE avvocato e giornalista. Il titolo venne riconosciuto con Regio Rescritto del 15 novembre 1858 in persona di  GENNARO (1808-1860), ed ai suoi eredi in successione: CIRO (1820-1880); GIOVANNI, avvocato e giurista (1847-1927); NICOLA, cavaliere di gran croce e colonnello di cavalleria (1902-1965); SALVATORE SAVERIO, commendatore e magistrato (1924-2004), attuale rappresentante nel XXI secolo è DANIELE (1966).

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: al palo d’oro e d’azzurro di otto pezzi.

DE MAJO e DE MAJO DURAZZO

Titoli: patrizio Napoletano, nobile

Dimora: Napoli, Diano Marina

Originaria di Tramonti, possedette i feudi di Pago, Castelluccio e Salatro. Venne iscritta al patriziato Napoletano al Seggio di Montagna, inserita nell’Ordine di Malta nel 1546 e insignita del titolo di duca di San Pietro nel 1718 e poi di marchese dal 4 maggio 1754. Ultimo intestatario del titolo di duca fu CARLO AMALIO iscritto nel Cedolario del Principato Ultra il 17 giugno 1789. Una diramazione della famiglia iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana fu quella che acquisì il cognome Durazzo per il matrimonio di FRANCESCO con Ippolita Durazzo, figlia del principe Rinaldo figlio naturale di re Ladislao, ed aggiunse alle armi il capo di Durazzo.

Parteciparono alla campagna del 1860/61 contro l’invasione del Regno delle Due Sicilie: GENNARO, ramo Durazzo, proveniente dalle Guardie del Corpo, tenente del “3° Reggimento Dragoni” presente a Gaeta dove meritò l’onorificenza della Croce al Merito dell’Ordine  di Ferdinando I; il fratello ACHILLE, guardia a cavallo delle “Regie Guardie del Corpo”, seguì il re Francesco II nel suo esilio a Roma; e i cugini CARLO 1° tenente della “Gendarmeria Reale a Piedi”, OTTAVIO maggiore del “12° Reggimento Fanteria di Linea Messina”.

Iscritta nell’elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922; Il ramo De Majo Durazzo è iscritto nel Libro d’oro della Nobiltà Italiana ed estintosi nella seconda metà del XX secolo.

Arma: d’oro al pino di verde sopra un monte di tre colli dello stesso, con tre uccelli d’argento al capo di Durazzo d’azzurro seminato di gigli al lambello di rosso.

MAIORANA

Titoli: marchese di Leonvago, barone di Nicchiara

Dimora: Catania, Palermo

Nobile già dal XII secolo nel regno di Napoli, passata poi in Sicilia ed in Calabria; nobile in Palermo, Marsala, Messina, Catania. GIOVANNI “regio milite” di re Pietro II d'Aragona, fondò nel 1335 la chiesa di Santa Caterina in Monte San Giuliano; FABRIZIO senatore in Messina 1595/6; PIETRO (1649) giudice delle appellazioni ricordato come “claro genere ex ortus ingenio ac dottrina mirifice enituit”; GIOVAN VITO per donazione da Filippo Emanuele ottenne la salina di Infelsa – Villadimare in Marsala ottenendone investitura il 5 dicembre 1640; FRANCESCO barone di Villadimare per investitura del 1 febbraio 1674, giurato in Marsala 1694; VINCENZO governatore della Tavola (pubblico Banco) di Palermo nel 1712; PIETRO acquistò il titolo di marchese di Leonvago e ne ebbe investitura in data 21 marzo 1751; il figlio VINCENZO, ancora minorenne, ebbe l'investitura di marchese di Leonvago il 12 marzo 1754; AGOSTINO senatore in Palermo 1758/75, il 15 marzo 1809 ottenne l'investitura del titolo di marchese di Leonvago; BERNARDO di marchesi di Leonvago, per ottenne attestato di nobiltà dal Senato di Palermo in data 24 novembre 1796; BENEDETTO per transizione con Giovanni Gaspare Fuccio ebbe l'investitura del titolo di barone di Nichiara in data 10 aprile 1786; SALVATORE deputato al parlamento siciliano nel 1848, esiliato a Malta dopo gli eventi della repressione dello stato legittimo borbonico, ritornò nell'isola con l'avvento dei Savoia, deputato al Parlamento Nazionale Italiano per tre legislature, sindaco di Militello, decorato della medaglia d'argento dei benemeriti della salute pubblica; FILIPPO vice presidente della Suprema Corte di Giustizia, presidente della commissione agricoltura per la Sicilia, cavaliere degli ordini di Francesco I e dei SS. Maurizio e Lazzaro; BENEDETTO vice governatore della provincia di Catania nel 1860, capitano della guardia nazionale, cittadino onorario di Augusta e di Lentini, deputato al Parlamento Nazionale per la VIII, IX e X legislatura, cavaliere ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, cavaliere dell'Ordine di San Michele di Baviera. Il casato è diviso nel ramo dei marchesi di Leonvago e dei baroni di Nicchiara.

Ramo dei marchesi di Leonvago: - dimora Palermo - con D.M. del 14 aprile 1904 GIOVANNI ottenne il riconoscimento del titolo di marchese di Leonvago.

Ramo dei baroni di Nicchiara: - dimora Catania - GIUSEPPE (1867) con D. M. del 24 maggio 1898 ottenne il riconoscimento del titolo di barone di Nicchiara.

Il casato è iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro a due colonne d'argento,decussate, accompagnate in capo da un giglio d'oro, ai fianchi da due rose d'argento.

MANCINI

Titoli: conti, nobili dei marchesi di Fusignano, nobili romani

Dimora: Roma, Napoli

Affondano le radici millenarie nel suolo italico e vantano discendenza dalla “Gens Hostilia” della quale un ramo assunse il cognome Mancinus e di cui L. Hostilius Mancinus fu Console nel 608 “ab urbe condita”. A Roma i Mancini vennero chiamati anche Lucij, nome allusivo ai pesci alzati nello stemma. Il primo rappresentante certo della famiglia fu LUCIO che visse nel 990. La famiglia dette otto Conservatori all’Urbe, ufficiali reggenti lo Stato con grande autorità, un vescovo di Venafro, ANTONIO, un vescovo di Sora, MATTEO, ed un cardinale, FRANCESCO MARIA. Nei secoli si suddivise in vari rami: il ramo di Sicilia ebbe per capostipite GIACOMO che venne in Sicilia nel 1256 per fuggire alle persecuzioni di Vitelleschi tiranno di Roma, e da lui discesero i baroni di Tardello, Tumminii e Ogliastro.

Il ramo di Napoli ebbe per capostipite DOMENICO NICOLA che fu creato Marchese di Fusignano il 6 giugno 1535 dal Principe Francesco d'Este, figlio del Duca di Ferrara Alfonso I e che nel 1527 si trasferì nel Regno di Napoli. Questo ramo fu ricevuto negli Ordini di Alcàntara e Costantiniano, reintegrato nel patriziato romano nel 1745. PASQUALE, capitano del Reggimento Provinciale "Principato Ultra" nel 1761; LUIGI NICOLA ufficiale del Reggimento "Nimes" (fine XVIII- inizi XIX secolo); FRANCESCO 1° tenente del 10° Reggimento Fanteria di Linea “Abruzzo" nel 1832; ANGELO capitano del "6° Battaglione Cacciatori" nel 1842; GIOVANNI aiutante maggiore del Reggimento "Fanteria di Linea Re" nel 1848; ANTONIO, 1° Tenente della Gendarmeria Reale (9 febbraio 1850) è il capostipite del ramo di San Vittore; FRANCESCO, 1° tenente del 10° "Abruzzo" (1853); FRANCESCO (Castellammare 1810-Napoli 1901) capitano del 4° Reggimento Fanteria di Linea "Principessa" partecipò alla difesa del Regno dall'invasione piemontese, capitolò col suo reggimento il 2 novembre 1860 in Capua; VINCENZO (Napoli 1816-Napoli 1870) capitano del "Reggimento Real Marina" iscritto nei ruoli attivi all'agosto 1860, non volle entrare nella Marina Italiana ritirandosi a vita privata.

La famiglia ebbe come più illustre rappresentante il conte PASQUALE STANISLAO (1817-1888): figlio dell'avvocato e conte FRANCESCO SAVERIO dei marchesi di Fusignano e di Maria Grazia Riola, fu insigne giurista, scrittore e tre volte Ministro del Regno d’Italia (istruzione, giustizia ed esteri), primo presidente "dell'Institut de droit international", fondazione internazionale che ottenne il Premio Nobel per la pace nel 1904, fu a favore dell'espansione coloniale italiana in Africa alla fine del XIX secolo e per l'abolizione della pena di morte, che fu poi attuata con il Codice Penale approvato nel 1889; padre della scuola italiana del diritto internazionale privato, quale Ministro Guardasigilli, nel 1878, si dedicò all'abolizione della prigionia per debiti e dei privilegi ecclesiastici e all'attuazione del primo codice civile del Regno d'Italia.

Pasquale Stanislao Mancini. Archivio Ciro La Rosa

Il ramo di Nevers nacque dal matrimonio nel 1634 tra il barone MICHELE LORENZO e la nobile siciliana Girolama Mazzarino, sorella del potente cardinale Giulio; i membri di questo ramo furono duchi di Nevers e Donzy, principi di Vergagne e del Sacro Romano Impero, grandi di Spagna di prima classe e pari di Francia: importante la figura di LUIGI GIULIO (1716-1798), duca di Nivernais, generale, diplomatico e scrittore.

Il conte ANTONIO fu l’iniziatore nel 1800 del ramo di San Vittore, sottoramo di quello di Napoli, che ebbe come più fulgido rappresentante ANTONIO (1915-1990), eroe della II guerra mondiale e Croce al Merito di Guerra.

La famiglia è iscritta nell’Albo d’oro delle famiglie nobili e notabili europee dalla XII edizione ed è rappresentata nel XXI secolo dal conte ADRIANO FULVIO MARIO e dal figlio FEDERICO ADRIANO MARIO.

N.d.A.: un ringraziamento per le utili notizie fornite sul casato va al dr. Federico La Longa Mancini

Arma: d’azzurro a due pesci d’argento in palo.

MANFREDI

Titoli: nobili di Monopoli

Dimora: Monopoli, Napoli, Portici

Discende dalla famiglia Manfredi di Faenza, le prime memorie certe provengono dalla città di Taranto nel 1380 con ANTONIO partigiano di papa Urbano VI contro la regina Giovanna d’Angiò; ALESSANDRO consigliere di re Ferdinando d’Aragona, vescovo di Monopoli; il nipote SEBASTIANO si stabilì in Monopoli; la famiglia venne iscritta al patriziato di detta città nel 1684, ricevuta nell’Ordine  di Malta nel 1795, iscritta nel 1801 nel Priorato di Barletta.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al rovere al naturale terrazzato di verde, al capo di due gigli d’oro sinistrata da un leone al naturale.

MANGONI (di Santo Stefano)

Titoli: conte, patrizio di Cosenza,  predicato di Santo Stefano

Dimora: Napoli, Cosenza

Motto: “fides romanorum”

Antica famiglia cosentina; ANTONIO fu sindaco dei Nobili di Cosenza nel 1680 e con Rescritto di re Carlo II la dichiarava nel Sedile Chiuso; ARDUINO vice presidente della suprema Corte di Giustizia; ROSARIO partecipò al Congresso Mondiale degli Scienziati in Napoli nel 1845, archeologo e letterato. Riconosciuto alla famiglia il titolo di patrizio di Cosenza con D. M. del 27 gennaio 1887, decorata del titolo di conte da papa Leone XIII, e con R. D. del 25 giugno 1926  ottenne l’autorizzazione ad usare il titolo ed il predicato di Santo Stefano; ARDUINO, patrizio di Cosenza, cavaliere d’onore e di devozione dell’Ordine di Malta, dottore in giurisprudenza nella prima metà  del  XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’oro alla fede di carnagione vestita di rosso tenente fra le mani un ramo d’olivo fogliato di verde.

MANIERI

Titoli: patrizio dell'Aquila

Dimora: Aquila

Il casato è originario del Castello di Bazzano, passò in Aquila al tempo della fondazione della città da parte dell'imperatore Federico II, e venne aggregata al patriziato della città; distintasi in alti uffici e di grande dignità; CARLO MARIA senatore di Roma nel 1486; viventi nella prima metà del XX secolo CARLO, GEROLAMO.

Iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1933.

Arma: troncato di una fascia in divisa d'argento carica di tre stelle di rosso, nel primo d'oro all'aquila di nero, nel secondo d'azzurro a tre pali d'argento.

MANNAMO

Titoli: principe di Mola, marchese di Condagusta, barone di Lando, signore della terra e del castello di Mola.

Dimora: Messina

Si fa risalire il casato ad una genealogia certa dal XV secolo con NICOLA vivente nel 1400, da lui GIOVANNI qualificato col predicato di "nobile, magnifico ed egregio" (Galluppi "Nobiliario di Messina", pag. 116); DOMENICO FORTUNATO CARLO ottenne dal duca di Massa il 27 settembre 1728 la dignità di”gentiluomo di corte”; il casato ottenne attestato di nobiltà dal senato di Messina il 21 maggio 1728 in persona di FRANCESCO (†1773) il quale fu giudice del tribunale della Regia Udienza, pubblicò il tomo”Vita e virtù del venerabile servo di Dio Monsignor don Antonio Franco...”, rimasto vedovo si fece monaco, divenne canonico arcidiacono della cattedrale di Messina, abate di San Giovanni Battista di Mili; FRANCESCO rettore nobile "degli Spensi" nel 1769, ed annotato nella Mastra Nobile di Messina negli anni 1798/1807 insieme ai figli SALESIO e LUIGI; SALESIO maestro notaro del Senato di Messina nel 1794, console nobile del Mare; LUIGI giudice della Real udienza, uditore generale delle”genti di guerra”, consultore del governatore di Messina, giudice della Gran Corte Criminale del Regno nel 1810, consigliere della suprema Corte di Giustizia nel 1819; FRANCESCO SALESIO senatore di Messina nel 1839/41; il nipote FRANCESCO sposò il 10 settembre 1878 Isabella Villadicani, ultima erede del suo casato originario della Provenza che assunse il cognome dal possesso del castello di Villa de Cans, la quale portò per”maritali nomine”in casa Mannamo i titoli di principe di Mola, marchese di Condagusta, barone di Lando, signore della terra e del castello di Mola, poiché la famiglia Villadicani si estinse nel ramo maschile in quanto tutti periti nel terremoto di Messina del 28 dicembre 1908.

Il casato è iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al pino d'argento, sulla campagna al naturale.

MANNINO

Titoli: barone di Plachi, nobile dei baroni

Dimora: Catania

FRANCESCO, dottore in legge, acquistò il feudo di Plachi e ne tenne l’investitura il 20 febbraio 1705; ANTONINO, dottore in legge, barone di Plachi investitura del 29 gennaio 1729; ANTONINO con D. M. del 12 settembre 1899 ottenne il riconoscimento del titolo suddetto; FRANCESCO MARIA ufficiale d’artiglieria nella guerra del 1915/18.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al pino di verde sopra una rupe al naturale, sostenuto da un leone sormontato da un sole e una stella il tutto d’oro.

MANNO

Titoli: nobile

Dimora: Sciacca

Venuta in Sicilia da Firenze con CORRADINO al servizio di re Federico come maresciallo di campo e vicario generale di Val di Mazzara; iscritto il casato nella Mastra Nobile del Mollica nell’anno 1594 con LORENZO notaio in Sciacca; ALBERTO giurato in Sciacca nel 1640; ALESSANDRO possedette metà del feudo di Lazzarino l’8 febbraio 1610, capitano di giustizia in Sciacca nel 1640; MARIANO possedette il feudo di Lazzarino il 1 settembre 1727; GIOACCHINO investito del feudo di Lazzarino il 4 dicembre 1753, ebbe attestato di nobiltà il 12 settembre 1774, fu senatore in Sciacca dal 1794 al 1800.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso alla croce d’oro con quattro stelle dello stesso.

MANTEGNA

Titoli: Principe di Gangi

Dimora: Palermo

Motto: “mantengo la pace, mantengo la guerra”

Di antica origine nota dal XVI secolo.

BENEDETTO ottenne dallo zio FABRIZIO Agliata Valguarnera la cessione del titolo di principe di Gangi, con R.D. del 16 agosto 1900 e conseguenti RR.LL.PP. (Regi Lettere Patenti) del 16 dicembre stesso anno ebbe il riconoscimento del titolo di principe di Gangi.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due braccia moventi dai lembi dello scudo, tenenti con la mano di carnagione, quella destra una palma d’oro, nell’altra una spada al naturale accompagnata da tre stelle sopra e tre sotto d’oro.

MARANO

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Originaria di Vicenza dal cognome Marani, venuta a Napoli nel XVI secolo con FRANCESCO ANTONIO, la sua sepoltura è nella chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli nel centro antico della città di Napoli; DOMENICO barone del Preturo nel 1591; NICOLA con decreto della Gran Corte del 11 dicembre 1691 ereditò tutti i beni di famiglia, ottenendo il titolo di marchese di Petruro il 28 maggio 1695 dato in Madrid; ALESSANDRO ultimo marchese del Petruro nel XIX secolo. Il casato ascritto al Registro dei Feudatari, riconosciuta di antica nobiltà nel 1843 per l’ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” in persona di GIOVANNI CAMILLO; PIETRO ANTONIO 1° tenente del “12° Battaglione Cacciatori” ha partecipato alla campagna del 1860/61 contro i piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro impugnante un flagello, frenato da un braccio destro vestito di rosso – alias d’argento a tre fasce di rosso.

 

MARCHESE

Titoli: principe della Scaletta, barone

Dimora: Messina, Palermo, Napoli

Di origine lombarda, passò in Sicilia con i re Normanni in persona di RICCARDO Marchisio, castellano di Taormina, al servizio di re Guglielmo il Buono. Un ramo si stabilì in Napoli con RAOUL, dove è ancora in essere. Godette nobiltà in Messina, Palermo, ed altre città della Sicilia; vanta numerosi cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano, possedette il principato di Scaletta, il marchesato di Rajata, le baronie di Bambina, Bonalgergo, Casalotto, Castelluzzo, Foresta di Taormina, Graneri, Guidomandri, San Marco lo Celso, Nissoria, Rapisi, Gauteri, ed altre. SALIMBENE fu uno dei giudici della Gran Corte che condannò Andrea Chiaramonte conte di Modica, suo benefattore, fu stratigoto (giudice criminale) di Messina, maestro razionale e Protonotaro del Regno e primo barone di Castelluzzo per privilegio del 13 febbraio 1397, primo barone di Scaletta nel suo casato, per conferma ottenutane il 15 febbraio 1398 come nipote di Niccolò Patti, e di barone di Guidomandri per permuta fatta col priore dell’ordine di Malta in Messina il 21 luglio 1404; GIOVANNI fu cavaliere dell’ordine di Malta nel 1439; un GIOVANNI SALIMBENE, pronipote di Salimbene, nel 1453 otteneva conferma e nuova investitura di dette baronie di Scaletta e di Guidomandri;GIOVANNI vescovo di Patti nel 1494; FRANCESCO, con privilegio dato il 25 aprile esecutoriato in data 27 agosto 1512, ottenne il titolo di “regio cavaliere”; GIOVAN TOMMASO fu senatore di Palermo nel 1512/13; SALIMBENE, barone della Scaletta, fu strategoto di Messina nell’anno 1523/24; un SALVO tenne la stessa carica nel 1536/37; un BARTOLOMEO, dal 1561/63; ANDREA, GIOVANNI e FRANCESCO fu Giuseppe ed un GIUSEPPE fu Salimbene ascritti alla mastra nobile del Mollica; GIUSEPPE, fu giudice pretoriano di Palermo nel 1602/3, e giudice delle Appellazioni (Corte d’appello) nell’anno 1611/12; FRANCESCO, con privilegio dato il 22 luglio 1614 esecutoriato il 4 febbraio 1615, ottenne il titolo di principe di Scaletta; un MARCANTONIO fu giudice pretoriano di Palermo negli anni 1627/29, 1631/32, giudice della Gran Corte Criminale del Regno nel 1636/37 e 1640/41; ANDREA, con privilegio del 9 febbraio esecutoriato il 6 luglio 1630, ottenne il titolo di “Don” e forse egli stesso fu quell’Andrea Marchisio che, con privilegio del 12 ottobre 1668, ottenne il titolo di barone di Oronte; un ANTONIO fu giudice della Corte Pretoriana di Palermo negli anni 1694/95, 1699/1700, della Gran Corte Criminale nel 1705, 1710/11, della civile nel 1717 e maestro razionale giurisperito del tribunale del Real Patrimonio nell’anno 1722; un PLACIDO Marchese e Strazzeri con privilegio del 7 giugno 1709 ottenne il titolo di barone di Criato o Ripadimare; un GASPARE regio secreto di Palermo, luogotenente di corriere maggiore del Regno, maestro razionale del tribunale del Real Patrimonio, con privilegio dato il 26 dicembre 1744 reso esecutivo il 20 aprile 1749, ottenne il titolo di marchese di Raiata; un FRANCESCO fu giurato di Messina nel 1745/46; un DIEGO (qualificato conte non si sa con qual diritto) fu governatore della Tavola Pecuniaria di Messina nel 1792/93 ed annotato nella mastra nobile di detta città del 1798/1807, nella quale mastra annotati un conte FRANCESCO Marchese del fu Francesco Marchese e Natoli, un FRANCESCO barone di Pietrogoliti ed un NICOLÒ del fu barone Gregorio, un sacerdote GIUSEPPE ed un GIOVANBATTISTA, figli di Francesco Marchese e Nescion.

Iscritta nell’Elenco Regionale delle Famiglie Nobili di Sicilia.

Arma: d’oro, alla fascia d’azzurro, caricata da una stella di otto raggi del campo.

MARCHIANÒ DE’ CORONEI

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

MARESCA DONNORSO CORREALE REVERTERA

Titoli: ramo primogenito: duca di Serracapriola, conte di Tronco, duca della Salandra, conte di Tricarico, col predicato di : Chifuti, Crassano, Cacciano, Miglionico e Garauso.

Ramo secondogenito: nobile dei duchi di Serracapriola, marchese di Camerano.

Dimora: Napoli, Sorrento, Serracapriola

Motto: Zelo et veritate”

Le prime memorie risalgono in Sorrento con BARTOLOMEO Maresca insignito dell'Ordine del Cingolo Militare e Sindaco dei Nobili nel XV secolo.

Venne decorata dai maggiori ordini cavallereschi tra cui l'Ordine di San Gennaro, di San Ferdinando, il Costantiniano, devota alla dinastia Borbone Due Sicilie a cui ha dato valenti personaggi. Riconosciuta di “antica nobiltà” nel 1692 da Carlo II di Spagna e confermata la nobiltà in seguito all'esame della Commissione dei Titoli di Nobiltà per l'ammissione nelle Regie Guardie del Corpo di S. M. il re delle Due Sicilie, ammessa per “giustizia” nell'Ordine di Malta, possedette numerosi feudi, la portolania di Piano di Sorrento. Il capostipite di tutte le linee del casato è STEFANO vivente nel 1550.

La linea di Serracapriola si divide in due rami che derivano da NICOLA (1691-1759) presidente della Regia Camera della Sommaria, primo duca di Serracapriola, che sposò Camilla Donnorso ultima rappresentate del ramo primogenito della sua casata, dalla loro unione nacquero: ANTONINO e BENEDETTO. Il primo ANTONINO (1750-1822), ramo primogenito, ministro plenipotenziario del Re delle Due Sicilie in Russia, ambasciatore di re Ferdinando IV per il Congresso di Vienna a cui partecipò nel 1815, cavaliere dell'Ordine di San Gennaro, cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta, sposò in prime nozze Maria Adelaide del Carretto marchesa di Camerano dalla quale ebbe MARIA LUISA erede del titolo di marchesa di Camerano il quale titolo rimase nella famiglia Maresca per il matrimonio della predetta con lo zio Benedetto (di cui si parla a parte) del ramo secondogenito, Antonino in seconde nozze sposò la principessa russa Anna Wisemsky da cui ebbe NICOLA (1789-1870) ambasciatore di re Ferdinando II in Francia, presidente del Consiglio dei Ministri nel periodo costituzionale del 1848, ministro degli affari esteri, consigliere di Stato, presidente della Consulta del Regno, Pari del Regno, commendatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, il quale dal matrimonio ebbe GIOVAN ANTONIO (1834-1866) conte di Tronco, cavaliere di gran croce del S.M.O. Costantiniano, gentiluomo di corte dicasa Borbone, sposato con Matilde di Correale da cui NICOLA.

Il secondo BENEDETTO (1758-1840), ramo secondogenito, colonnello di cavalleria piemontese, sposato con la su menzionata nipote Maria Luisa marchese di Camerano, dalla unione nacque ANTONINO gentiluomo di camera di re Ferdinando II; FRANCESCO diplomatico, presidente del Sonsiglio Provinciale della Capitanata; CARLO capitano del “Reggimento Ussari della Guardia Reale” LUIGI colonnello di cavalleria, sposò la cugina Maria Alessandra da cui BENEDETTO.

Ramo primogenito viventi nella prima metà del XX secolo:

il predetto NICOLA (1867) cavaliere di gran croce dell'Ordine Costantiniano, riconosciuto nei titoli di primogenitura con D. P. del 30 dicembre 1925, sposò Anna Revertera duchessa di Salandra, contessa di Tricarico dalla quale ebbe 4 figli:

il primo, GIOVANNI VINCENZO (1893) il quale con RR. LL. PP. Di Assenso del 30 agosto 1925 “assume e trasmette” i titoli nobiliari e con R. D, del 17 aprile 1925 amplia lo stemma del casato; grande di Spagna di prima classe, capitano di complemento dei bersaglieri, vice podestà della città di Napoli, cavaliere del S.M.O. Di Malta, di giustizia dell'Ordine Costantiniano, commendatore della Corona d'Italia, deputato al Regio Parlamento, membro della Consulta Araldica, decorato di croce al merito di guerra, medaglia commemorativa della guerra italo-turca e della guerra italo-austriaca (1ª guerra mondiale), medaglia interalleata della Vittoria, distintivo d'onore feriti di guerra; i figli ANTONINO (1924), STEFANO (1927);

il secondo ALFREDO MARIA (1894) cavaliere d'onore e devozione dell'Ordine di Malta, medaglia d'argento al valor militare, distintivo d'onore dei feriti di guerra, croce di guerra, medaglia commemorativa italo-austriaca (1° guerra mondiale), medaglia interalleata della Vittoria, segretario Unione Industriali di Palermo durante il ventennio fascista; figli NICOLA (1926), ROMANA ANNA (1927), terza MARIA MATILDE (1897), quarta MARIA ELENA (1899).

Ramo secondogenito viventi nella prima metà del XX secolo.

LUIGI (1877) nobile dei duchi di Serracapriola, marchese di Camerano, giudice del Tribunale di Napoli; figli BENITO (1910), GIUSEPPE (1911), ANNA (1914), FRANCESCA (1916), MARGHERITA (1923). Fratelli FRANCESCA (1875), ALESSANDRO (1884), CARLO (1886); zio ANTONINO (1853) duca di Airola per “maritali nomine” sposato con la contessa Costanza De Bianchi Dottula, con R.D. Del 30 dicembre 1926 e RR. LL. PP. Del 7 luglio 1927.

Il ramo primogenito aggiunge al proprio i cognomi: DONNORSO per “antico uso”, CORREALE con R.D. Del 15 dicembre 1904, REVERTERA con R.D. 5 dicembre 1926, ed inquarta nello stemma le armi delle sopra dette famiglie ed aggiunge lo stemma della casa Reale di Wittelsbak per concessione del Grande Elettore Palatino Carlo Teodoro nel 1759.

Il ramo secondogenito inquarta nello stemma le armi con casa Reale Wittelsbak e dei Del Carretto.

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma:

MARESCA: d'azzurro al delfino su un mare d'argento e d'azzurro accompagnato in fascia arcuata d'argento sormontata da tre stelle del medesimo in fascia.

MARESCA DONNORSO CORREALE REVERTERA: inquartato: 1° (Wittelsbak) troncato sopra di nero al leone d'oro coronato dello stesso, losangato in banda d'argento e d'azzurro; 2° (Donnorso) d'oro all'orso rampante di nero, con la bordatura dentata di rosso; 3° (Correale) d'argento alla croce di Sant'Andrea d'azzurro accantonata di quattro rose; 4°(Revertera) d'argento a due fasce di rosso accompagnate da tre bisanti d'azzurro posti uno ad uno, sul tutto Maresca.

MARESCA SERRACAPRIOLA marchesi di Camerano: partito 1° (Wittelsbak) troncato: di nero al leone d'oro coronato dello stesso, losangato in banda d'argento e d'azzurro: 2° (Del Carretto) d'oro a cinque bande di rosso, sul tutto Maresca

Giovanni Maresca . Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

Firma autografa di Giovanni Vincenzo Maresca (1893). Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Blasone Maresca Donnorso Revertera Correale. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

DE MARI o MARI (di Gioia Del Colle e di Castellaneta)

Titoli: principe di Acquaviva, marchese di Aspigliano e Torrepiana col predicato di Gioia del Colle e Castellaneta, patrizio Napoletano

Dimora: Napoli, Tropea, Messina

Motto: “ab undis ad astra”

Originaria di Genova, diede quattro dogi alla Repubblica, nel 1528 venne aggregata all’ “Albergo” della famiglia Usodimare, diede vari cardinali e ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1496. Si trasferì a Napoli al seguito degli Angioini e dei Durazzo ricevendo in cambio alte cariche pubbliche: GUGLIELMO capitano di galee; ENRICO governatore e capitano della Basilicata nel 1309; ANGERO ciambellano e consigliere di corte. di re Roberto, suo vicario e capitano generale in Genova. Mons. GIOVAN GIROLAMO, vescovo di Altamura 1586-1624. Il casato venne esiliato per aver parteggiato per gli Angiò, ritornò nel Regno di Napoli verso la metà del XVI secolo e riscritta al seggio di Porto il 7 agosto 1690. Ottenne i titoli di principe di Acquaviva nel 1665, marchese di Aspigliano nel 1641, nobili in Tropea, Reggio e Messina, insignita di vari ordini cavallereschi e iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: bandato e ondato di oro e nero.

Blasone di mons. Giovan Girolamo de Mari. Gentile concessione Gianni Mercadante, clicca per ingrandire

 

 

 

 

MARIGLIANO e MARIGLIANO di Torraca e Alfanella

Titoli: duca Del Monte, linea secondogenita: marchese di Poppano col predicato di Torraca e Alfanella, Principe di Montefalcone

Dimora: Napoli

Motto: “Mariniscor”

Famiglia già riconosciuta di antica nobiltà dal XV secolo.

Decorata del titolo di duca del Monte per donazione di Caterina Chaves al nipote FRANCESCO SAVERIO Marigliano in data 29 giugno 1800, riconosciuto poi con R. D. del 15 maggio 1858 e con D. M. del 2 maggio 1901. FRANCESCO SAVERIO, duca del Monte, maggiore di cavalleria del Regio Esercito Italiano, medaglia d’argento al valor militare, croce di guerra, medaglia commemorativa della guerra d’Africa e della guerra 1915/18.

Linea secondogenita: FILIPPO marchese di Poppano col predicato di Torraca e Alfanella; FEDELE, figlio del precedente, con D. P. del 3 settembre 1925 riconosciuto del titolo di Principe di Montefalcone per successione di casa de Liguoro.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato 1° d’argento, 2° d’azzurro al volatile di nero posto su di un monte al naturale.

MARINCOLA (di Soverato e di San Floro)

Titoli: duca di Petrizzi, predicato di Soverato, nobili di San Floro

Dimora: Napoli, Petrizzi, Catanzaro, Roma, Venezia

Motto: “Maris in cola”

Originaria dell’Aragona, portata in Sicilia nel 1291 con LEONARDO provveditore delle armi di re Federico III: Nobile in Catanzaro, Taverna, San Calogero, San Floro, Soverato. Inserita nell’Ordine di Malta nel 1587, iscritta nel Priorato di Capua nel 1802. La linea di Petrizzi decorata del titolo di duca sul possedimento medesimo nel 1642, riconosciuto con R. Rescritto del 11 ottobre 1852; DIEGO decorato del titolo di “Don” nel 1656; RICCO fu tra i baroni siciliani che giurarono fedeltà a re Ludovico d’Aragona; NICOLA cavaliere dell’Ordine di San Giacomo; TOMMASO “famigliare” di re Carlo III d’Angiò Durazzo; GUIDO fece parte della scorta che accompagnò Costanza quale sposa di re Ladislao; NICOLA vescovo di Taverna; AVELLINO I, paggio di re Alfonso I d’Aragona, morì combattendo contro i turchi ad Otranto nel 1481; AVELLINO II, barone di Soverato, combattè valorosamente nella battaglia di Montesoro contro i francesi di Carlo V; GIOVAN PAOLO vescovo di Teano; ORAZIO barone di Soverato diede origine al ramo di San Floro; DIEGO, guardia a cavallo, della Compagnia delle “Reali Guardie del Corpo”, ha partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno dall’invasione piemontese;il cugino CESARE, alfiere del “Reggimento Reali Carabinieri a Cavallo”, passò a servire con i piemontesi, ritirandosi poi a Venezia.

Linea di Petrizzi: riconosciuta con Regie Rescritto del 11 ottobre 1852 duca di Petrizzi e del predicato di Soverato.

Linea di San FLoro: riconosciuta con D. M. del 16 agosto 1881 e del 5 settembre 1885 nobile col predicato di San Floro.

Iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento all’ancora al naturale sormontata da due stelle d’azzurro al mare del medesimo.

MARINELLI

Titoli: marchesi (mpr.), baroni di Cerretano, San Giovanni Lipioni e Carunchio (mpr.), patrizi di Ravello (m.)

Dimora: Napoli, Ravello

Nobile famiglia campana che fu aggregata al Sedile di Ravello il 7 luglio 1580 in persona di   LEONARDO (XVI sec.) della città di Napoli del quale i maggiori avevano goduto gli onori del Patriziato Ravellese. Dopo lo scioglimento dei Sedili Nobili nel XIX secolo, furono ascritti nel Libro d’Oro di Ravello. Questa famiglia dette nei secoli illustri personaggi; tra essi:

ANTONIO (XVIII sec.), feudatario e Togato, Barone di Cerretano, San Giovanni Lipioni (1785) e Carunchio (1797) in Abruzzo Citra

GAETANO, fratello di Antonio, ricco possidente terriero

LEONARDO, barone, figlio del sopraccitato Antonio, con Sovrano Rescritto del 6 agosto 1837 gli fu riconosciuto il titolo di marchese, Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ed Eletto del Patriziato Ravellese nel 1804

RAIMONDO, fratello di Antonio, Capitano di Artiglieria nel Regio Esercito del Regno delle Due Sicilie.

N.d.A.: Si ringrazia il dottor Federico La Longa Mancini per le utilissime notizie sul casato

Arma: d’azzurro al palo cucito di rosso, caricato di tre stelle di otto raggi d’oro ed accostato da due leoni controrampanti dello stesso sostenuti da un mare in punta d’argento fluttuoso del campo.

DE MARINIS di Ricigliano

Titoli: nobili, col predicato di Ricigliano

Dimora: Cava dei Tirreni, Napoli, Roma

Originaria di Genova trasferitasi a Cava nel XVI secolo.

I fratelli SERGIO, ROBERTO, PERTELLO, CARLO furono gli imprenditori delle costruzioni di Castelnuovo (Maschio Angioino) e dell’Arsenale di Napoli, ricompensati con ricchezze e onori dai re Aragonesi nel XV secolo.

Foto Archivio Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle

Maschio Angioino, anni '30 del XX secolo

 

Maschio Angioino, Castel Nuovo, secolo XV

PERTELLO, CARLO e SERGIO creati “regi commensali e familiari” perpetui, il primo fu anche nominato capitano di Selvalonga; CENTOLANZA presidente della regia Camera; SALVATORE comprò il feudo di Ricigliano nel 1700; hanno partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61: GENNARO 1° tenente dell’”11° Battaglione Cacciatori”, GUGLIELMO 1° tenente “Guide dello Stato Maggiore”; ENRICO avvocato, deputato e membro del Regio Governo Italiano nella prima metà del XX secolo; ALBERTO senatore del Regno d’Italia e generale del Regio Esercito.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla fascia di rosso al capo da un leone a tre stelle dello stesso, in punta di una sirena uscente dal mare al naturale.

DE MARINIS

Titoli: Conte

Dimora: Napoli

Di antica nobiltà nota dal XVI secolo.

Con Breve Pontificio (Decreto) dell’11 gennaio 1906 venne concesso a VITO LUIGI da papa PIO X il titolo di conte, reso trasmissibile con Breve Pontificio del 25 febbraio 1920, autorizzato e confermato dal Regno d’Italia con R. D. del 26 novembre 1928 e RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 7 marzo 1929.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla sbarra d’argento accompagnata da due stelle d’oro al capo, in punta una barca al naturale al mare d’argento.

MARINO o DE MARINO

Titoli: nobile, nobile di Messina

Dimora: Palermo, Messina

Originaria di Genova, passata in Sicilia con l’imperatore Federico II di Svevia, possessori di numerosi feudi e di censi del Regio Demanio di Messina.

ENRICO e RUGGIERO combatterono con Corrado Doria nel 1300 nelle acque di Ponza contro la flotta di Ruggiero di Lauria; NICOLO’ castellano di Matagrifone nel 1374; FILIPPO regio cavaliere, capitano di giustizia in Catania 1400/1; UBERTO giudice della Gran Corte, arcivescovo di Palermo e ambasciatore del re; LORENZO e FRANCESCO iscritti nella Mastra Nobile del Mollica; PIETRO ottenne il titolo di “don” con privilegio del 21 gennaio 1621; FRANCESCO senatore in Messina 1624/5; DOMENICO duca di Gualtieri con privilegio del 3 giugno 1625; COSTANTINO senatore di Messina anni 1656/7; FRANCESCO regio cavaliere nel 1696; GIOVANNI, barone della Marca, governatore del Monte di Pietà in Palermo 1700/2; DOMENICO GIUSEPPE proconsole di Messina 1722; il casato annotato nella Mastra Nobile di Messina 1798/1807; PIETRO console nobile della seta in Messina 1812/13. Hanno preso parte alla campagna della difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese: DOMENICO aiutante (sottotenente) del “Battaglione Pionieri del Genio” presente alla difesa di Gaeta, GIUSEPPE alfiere del “12° Battaglione Cacciatori”, MATTEO 1° tenente del “10° Reggimento Fanteria di Linea Abruzzo”. Con D. M. del 12 ottobre 1929 vennero riconosciuti col titolo di nobile di Messina i fratelli VINCENZO e BENEDETTO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a tre fasce ondate d’argento con un leone coronato d’oro.

MAROTTA

Titoli: barone di Sant’Agata

Dimora: Polizzi, Messina

Originaria di Capua, passata in Sicilia, nobile in Palermo, Catania, Polizzi.

GIACOMO, dottore in legge, avvocato della Gran Corte del Regno nel 1488; OTTAVIO giudice della Gran Corte Civile 1639/43 e 1647/49, presidente del Concistoro 160; GASPARE, dottore in legge, procuratore fiscale del Tribunale della Gran Corte nel 1668; GANDOLFO investito del titolo di barone di Sant’Agata il 3 novembre 1717; SAVERIO investito di detta baronia il 12 luglio 1752; GANDOLOFO barone con investitura del 23 agosto 1780 e proconservatore di Polizzi; hanno partecipato alla campagna del 1860/61 contro i piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie: DOMENICO alfiere (sottotenente) del “2° Reggimento Fanteria di Linea Regina”, FEDERICO 2° tenente del “5° Reggimento Fanteria di Linea Borbone”, FERDINANDO capitano del “6° Reggimento Fanteria di Linea Farnese”.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito: 1° e 4° d’azzurro al drago d’argento al mare del medesimo guardante una stella d’argento, 2° e 3° d’argento a tre bande d’azzurro.

MARSIGLIA

Titoli: Nobile

Dimora: Sicilia, Francia

Originaria della Francia, si crede originaria della città di Marsiglia da cui prese il nome, trapiantatasi in Sicilia nel XVI secolo.

CRISTOFARO, con deliberazione del 5 aprile 1582 ottenne attestato di nobiltà, tenente colonnello dell’Esercito del Regno di Napoli e Sicilia, governatore dell’isola di Favignana nel XVI secolo; il casato venne riconosciuto di “antica nobiltà” dalla Regia Commissione per i Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie nel XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato di rosso e d’argento a tre rose dell’uno e dell’altro colore.

MARTELLI o MARTELLO

Titoli: barone di Pezzagrande

Dimora: Augusta

Si crede originaria di Firenze, trasferitasi in Sicilia verso il XVI secolo, nobile in Messina ed in Augusta.

PIETRO annotato nella Mastra Nobile del Mollica nella lista XVI anno 1602, CIRINO con privilegio dell'8 giugno 1626 ottenne il feudo di Pezzagrande ed il titolo di barone; GIROLAMO capitano di giustizia di Augusta nel 1645/6; GIOVAN DOMENICO barone di Pezzagrande in data 24 agosto 1662; ERCOLE CIRINO barone di Pezzagrande in data 4 maggio 1673 e barone di Nicchiara quale erede da Orazia Lentini; GIUSEPPE, DOMENICO, ERCOLE, ROSARIO iscritti nella Mastra Nobile di Augusta; MARIO barone di Pezzagrande in data 21 marzo 1781; ROSARIO capitano di giustizia di Augusta in data 1786/7; GIUSEPPE barone di Pezzagrande in data 20 giugno 1794, cavaliere dell'Ordine di Santo Stefano, proconservatore di Augusta 1794, 98, 1800, senatore 1800/1.

Arma: di rosso al grifo d'oro.

MARTINELLI

Titoli: patrizio di Salerno

Dimora: Napoli, Monopoli

Di origine Veneta, diramatasi in Bari e Monopoli nel XVII secolo, aggregata al Patriziato di Salerno nel XVIII, fu riconosciuta di “antica nobiltà” nel 1852 nelle prove di ammissione alla Compagnia delle “Regie Guardie del Corpo” in persona di VITO GIUSEPPE che poi in qualità di 2° tenente del “1° Granatieri della Guardia Reale” partecipò alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.

La famiglia venne ricevuta per “giustizia” nell’Ordine di Malta nel 1862.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla fenice sulla sua immortalità fissante un sole d’oro, accompagnata da due spade decussate al naturale.

MARTINEZ

Titoli: nobile

Dimora: Palermo

Originaria della Spagna, nobile in Messina nel XVII secolo, inserita nella Confraternita della Compagnia della Pace, ebbe un comandante dell’Arsenale di Messina 1747; GIOVAN TOMMASO ricevette da Gaetano Cottone in donazione il titolo di barone di Pampinello e ne ottenne l’investitura il 4 luglio 1775; GIOVAN FRANCESCO giudice pretoriano in Palermo nel 1804 e giudice del Tribunale del Concistoro ; PIETRO carica di pretore di Palermo nel 1813.

Riconosciuta di antica nobiltà dalla Regia Commissione dei Titoli di Nobiltà del 30 luglio 1849.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: tagliato 1° di rosso e il 2° d’azzurro, 1° al leone d’oro coronato, 2° luna crescente di una stella il tutto d’argento.

MARTINO

Titoli: barone di Rocca e Valdina (Maurogiovanni)

Dimora: Palermo, Sant’Angelo di Brolo

Originaria del Regno di Napoli,il casato si crede, in realtà, che sia insieme ai Martinez, Martini, De Martino, Di Martino rami di una stessa famiglia, fatto dimostrato dalla confusione di cognomi attribuiti alla nascita. GUGLIELMO senatore in Palermo nel 1335; GIUSEPPE capitano di giustizia in Caltagirone 1578/89; ANTONIO ONOFRIO ricevette il titolo di barone di San Giorgio nel 1666; GIUSEPPE (dichiarato Martinez ma figlio di Filippo Martino) ottenne il 6 marzo 1742 il titolo di Barone di Rocca e Valdina (Maurogiovanni), spedaliere degli Incurabili di Palermo nel 1725; SALVATORE Di Martino capitano di giustizia di Cefalù 1770/1; DOMENICO tesoriere di Cefalù 1771/2; TOMMASO (chiamato Martino ma il padre Martinez) il 17 luglio 1797 ottenne il titolo di barone di Rocca e Valdina (Maurogiovanni).

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro tenente una lira d’oro stesso - alias d’azzurro a due leoni affrontanti sopra un monte ed un mare il tutto d’argento.

 

DE MARTINO (di Silvi)

Titoli: nobile, predicato di Silvi

Dimora: Napoli

Motto: “Tutor et Ulcisor”

Originaria di Montefusco. FRANCESCO ottenne il feudo di Silvi (Abruzzo) nel 1550 a cui restò fino al 1695; SCIPIONE consigliere del Sacro Regio Consiglio nel 1695; GIROLAMO ANTONIO reggente del Consiglio del Collaterale nel 1658; OTTAVIO ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1625. Dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo nel 1843 in persona di FRANCESCO SAVERIO; CRISTIANO 1° tenente del “2° Reggimento Granatieri della Guardia Reale” ha partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato 1° d’azzurro a tre alabarde d’oro sormontate da tre stelle dello stesso, 2° fasciato d’azzurro e di rosso di otto pezzi.

DE MARTINO (2)

Titoli: conte, nobile

Dimora: Roma, Napoli

Diramazione della precedente famiglia, stabilitasi a Massalubrense nel XVI secolo, nobile con D. M. del 14 marzo 1896 in persona di RENATO; GIACOMO fu decorato del titolo di conte con R. D. del 1920 e RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 31 luglio 1921; GIOVANNI 1° tenente del “Reggimento Carabinieri Reali a Cavallo” ha preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano 1922.

Arma: troncato 1° d’azzurro a tre alabarde d’oro rivoltate sormontate da tre stelle dello stesso, 2° di rosso a tre sbarre d’argento.

DE MARTINO (di Montegiordano)

Titoli: nobile, col predicato di Montegiordano

Dimora: Roma, Napoli

Ascritta al primo ordine civico della città di Aiello, diede personaggi di toga e militari, infeudata della città di Montegiordano (Calabria) nel 1748 in persona di GIUSEPPE; RAFFAELE capitano del  15° Reggimento Fanteria Linea “Messapia” ha partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61; NICOLA maggiore generale di stanza presso la cittadella di Messina e suo strenuo difensore, insieme al comandate Maresciallo Fergola, contro le truppe piemontesi che la strinsero d'assedio, capitolò con la guarnigione il 13 marzo 1861.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla torre al naturale sinistrata da un leone al naturale al capo di un rastrello di rosso.

DE MARTINO (di Pietradoro)

Titoli: duca di Pietradoro, col predicato di Pietradoro

Dimora: Napoli

Motto: “Tutor et Ulcisor”

Diramazione della famiglia De Martino di Montefusco.

Decorata del titolo di duca con privilegio del 24 novembre 1791 in persona di LEONARDO, detto titolo venne infeudato di Pietradoro acquistato nel 1735; VINCENZO capitano del “4° Battaglione Cacciatori” ha partecipato alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato d’azzurro a tre alabarde d’oro sormontate da tre stelle dello stesso, 2° fasciato d’azzurro e di rosso di otto pezzi.

 

MARTUCCI (1)

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

MARTUCCI (2)

Titoli: marchese di Scarfizzi

Dimora: Rossano, Napoli

Decorata del titolo di marchese di Scarfizzi per successione della famiglia Malena: Maria Malena sposò FRANCESCO dal quale nacque FABIO che con R. D. del 15 settembre 1845 gli venne riconosciuto il titolo di marchese di Scarfizzi. Appartengono a questa famiglia: GIOVANNI capitano del “1° Reggimento Dragoni”, VINCENZO 2° tenente del “Reggimento Carabinieri a piedi” i quali hanno partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61. ARTURO, marchese con D. P. del 1 novembre 1927, capitano di cavalleria, cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, medaglia commemorativa guerra 1915/18.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartata: 1 e 4 d’oro al castagno al naturale su una pianura di verde sinistrata da una martora al naturale, 2 e 3 d’azzurro al leone d’oro alla banda di rosso caricata da sette stelle d’argento.

MARULLI, MARULLI d’Ascoli, MARULLI di San Cesario col predicato d’Assigliano e di Cesana, MARULLI GALIBERTI

Titoli: ramo principale: Principe di Sant’Angelo dei Lombardi e di Fagiano, duca d’Ascoli, barone di Nusco, Lioni, Carbonara, Monticchio, Oppido, Montemarano, Volturara e Parolisi, patrizio napoletano; linea comitale: conte, nobile di Barletta; linea ducale: duca di San Cesario, marchese di Longano col predicato di Assigliano e Cesana, nobile di Barletta; altri titoli della famiglia: nobile di Bologna, patrizio di Adria, patrizio di Firenze.

Dimora: Ascoli Satriano, Napoli, Roma, Bologna, Genova, Parigi.

Le prime notizie storiche della famiglia sono in Andria, dove nel 1226 la famiglia Marulli è nel novero delle famiglie patrizie andriesi fondatrici degli ospedali della Santissima Trinità e di San Bartolomeo. Il Capostipite è LEONE, patrizio di Andria, che nel 1308 fu il capo di una delegazione di patrizi andriesi recatisi a Napoli per ossequiare, a nome della città, la contessa Beatrice d’Angiò. Il figlio di Leone, GUGLIELMO nel 1328 fu nominato Gran Contestabile di Calabria da Roberto D’Angiò. La famiglia si divise in vari rami fin dal XVI secolo: quello “napoletano” dei Marulli d’Ascoli famiglia legatissima a casa Borbone del Regno delle Due Sicilie a cui dette valorosi militari; quello “di Terra di Otranto” dei Marulli di San Cesario, indicati così per la regione in cui in tal territorio sorgeva la maggior parte dei propri feudi; quello “austriaco” dei Marulli conti del Sacro Romano Impero, così detto perché decorato del titolo di Conti del S.R.I. da Carlo VI in persona di FILIPPO che nel 1756 era feldmaresciallo dell’Esercito Imperiale Austriaco e governatore dei Paesi Bassi; e quello “fiorentino-bolognese” dei Marulli Galiberti in quanto ISABELLA, ultima dei Galiberti, sposò TROIANO Marulli del ramo secondogenito dei duchi d’Ascoli il quale aggiunse al proprio il cognome della moglie ed inquartò lo stemma con i Galiberti, ed iscritto alla nobiltà di Bologna nel 1763 nella figura del conte GIACOMO con i suoi discendenti, podestà di Castelfranco e di Galliera, cameriere segreto di papa benedetto XIV, cavaliere di giustizia dell’Ordine di Santo Stefano di Toscana, del quale ne fu anche priore in Bologna, ciambellano imperiale di Casa d’Austria e suo rappresentante in varie Legazioni (Ambasciate) in Italia, venne iscritto nella nobiltà Fiorentina nell’anno 1795 per aver salvato il granduca Ferdinando di Toscana dalle truppe di Napoleone. La famiglia è decorata dei titoli di principe del S.R.I., principe, duca, marchese, conte del S.R.I., Conte, barone, barone sul cognome, nobile di Bologna e Barletta, Nobile, Cavaliere di Gran Croce Ordine Piano, Cavaliere di Gran Croce San Lodovico, patrizio di Andria, Napoli e Firenze. Fra i feudi posseduti, che sono circa sessanta, ricordiamo i principati di Sant’Angelo dei Lombardi e di Faggiano; le ducee di San Cesario, di Ascoli Satriano, di Frisa e fra i marchesati quello di Cesano, di Assigliano e di Campo Marino. Membri della famiglia furono ricevuti nell’Ordine di Santo Stefano ricoprendo anche l’incarico di Cavaliere Priore, ricoprirono le più alte cariche del Regno di Napoli e ricevettero i più alti onori nell’Ordine di Malta dal 1577.E’ insignito, nei più alti gradi, dei principali Ordini Cavallereschi, fra cui citiamo solo l’Ordine di San Ferdinando e del Merito e l’insigne Ordine di San Gennaro, ordine di cui era sempre insignito il capo famiglia dei vari rami e che alla sua morte, con l’assenso di S.M. passava sempre al successore. Si ricordano gli illustri del casato:

SCIPIONE ottenne la commenda di Matera di Santa Maria di Picciano nel luglio del 1577; frà GIROLAMO balì di Santo Stefano, luogotenente del Gran Priorato di Capua dell’Ordine Gerosolimitano, ammiraglio dei cavalieri di Lingua Italiana, ottimo scrittore pubblicò: “La discolpa del Cardinale Carafa” e le “Vite dei Gran Maestri dell’Ordine Gerosolimitano”; GIOVAN BATTISTA luogotenente del Priorato di Barletta, prese parte nel 1628 all’assedio di Vienna difesa dal conte Strasemberg contro i Turchi; FRANCESCO (1688-1754), valoroso uomo d’arme, capitano di fanteria al servizio del re di Spagna, raggiunse il grado di maresciallo, ciambellano Imperiale e consigliere di guerra, insignito del titolo di conte del S.R.I., Gran Priore di Venezia nel 1741, morì in Bologna, si distinse in varie imprese belliche: combatté contro gli infedeli nel 1674 all’impresa di Scio, in Spagna agli assedi di Orano e Cento, in Ungheria alla battaglia di Belgrado e Petervardino.

Personaggi del casato che hanno dato lustro alla Patria Napoletana:

GENNARO, vissuto nel XVIII secolo, duca di San Cesario, marchese di Campomarino, e di Ascigliano, cavaliere gerosolimitano, “gentiluomo di camera con esercizio”, tenente colonnello delle “Guardie Italiane” di re Carlo di Borbone, soprintendente ai siti Reali di Persano; FRANCESCO († 1799) cavaliere gerosolimitano, commendatore di Grassano e Foggia, guardia del corpo di re Carlo di Borbone, Brigadiere e Preside della provincia di Lecce; il conte PAOLO cavaliere gerosolimitano, capitano di fanteria in Austria partecipò agli assedi di Dresda e Praga, tornato in patria, re Ferdinando I lo nominò tenente colonnello dello Stato Maggiore e commissario di guerra; TRIOANO duca d’Ascoli, “cacciatore” di re Ferdinando I, capitano di cavalleria nel “Reggimento Fanteria Re” aiutante di campo del re, seguì il re in Sicilia per i noti avvenimenti del 1799, creato consigliere del Principe Ereditario, nel 1800 fu nominato tra i primi venti cavalieri dell’Ordine di San Ferdinando e del Merito, primo cavallerizzo, nel 1803 soprintendente generale di Polizia, nel 1806 consigliere di Stato, venne incaricato della ricostruzione del Teatro San Carlo, cavaliere Gerosolimitano, dell’Ordine della Concezione di Spagna, gran croce degli Ordini di Leopoldo d’Austria, e di San Giorgio della Riunione; SEBASTIANO, duca d'Ascoli, cavaliere dell'Ordine di San Gennaro, e cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Francesco I, “gentiluomo di camera con esercizio” di re Ferdinando II, venne imprigionato in Castel Sant'Elmo da Giuseppe Bonaparte nel 1806, perchè non volle prestare giuramento ai nuovi occupanti, venne poi graziato da Gioacchino Murat; TROIANO duca d'Ascoli, duca di Carosino, principe di Sant'Angelo, principe di Faggiano, barone di Goesio, grandi di Spagna di 1ª Classe, gentiluomo di camera con esercizio, tenente generale dell'Esercito delle Due Sicilie, consigliere di Stato, cavallerizzo maggiore; GIUSEPPE combatté contro i Francesi in Piemonte nel “Reggimento Caprara” al servizio degli Austriaci, nominato tenente colonnello nel 1815; CARLO capitano di fanteria al servizio dell'Austria, combatté contro i Francesi in Piemonte ed in Lombardia, ritornato a Napoli esercitò la professione di avvocato ricoprendo poi la carica di Eletto della Città nel 1815; PAOLO nobile dei duchi d'Ascoli, maggiordomo di settimana e gentiluomo di camera, cavaliere dell'Ordine d'Isabella la Cattolica di Spagna, cavallerizzo maggiore della regina Isabella, accompagnò re Ferdinando II quando partì per sposare Maria Cristina di Savoia, insignito da Casa Savoia del Gran Cordone dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro, cavaliere d'onore dell'Ordine Gerosolimitano; TROIANO (1774-1859) conte, cavaliere di giustizia dell'Ordine di Santo Stefano, colonnello di un reggimento nel 1799, preside di Salerno, comandante le armi della provincia di Capitanata, presidente del Consiglio di Guerra di Napoli nel 1840, fu autore di molte opere storiche e letterarie; GENNARO duca di San Cesario, gentiluomo di camera con esercizio, cavaliere di compagnia di re Ferdinando II, gran croce degli Ordini Piano Pontificio, di San Maurizio e Lazzaro, dell'Ordine Imperiale dell'Aquila Bianca e cavallerizzo maggiore del re nel 1848; PAOLO duca d'Ascoli, principe di Santangelo, gentiluomo di camera con esercizio di  re Francesco II, cavaliere dell'insigne Ordine di san Gennaro; CARLO duca di San Cesario, marchese di Campomarino, cavaliere gran croce dell'Ordine di San Gennaro, gran cordone dell'Ordine Imperiale della Corona di ferro d'Austria, gran cordone di San Michele di Baviera, gran croce dell'Ordine di San Ludovico di Parma, cavaliere di devozione dell'Ordine Gerosolimitano e gentiluomo di camera con esercizio della Corte Reale delle Due Sicilie. FRANCESCO SAVERIO (Avellino 29 agosto 1825 – Napoli 30 aprile 1905), figlio del conte DOMENICO, tenente dei “2° Lancieri”, proveniente dalle “Guardie del Corpo”, ottenne la croce di Francesco I per essersi distinto nel soccorrere la popolazione alluvionata del fiume Liri nel 1848, nel 1860 partecipò alle azioni di contrasto contro i garibaldini che avevano invaso il Regno, il 31 maggio era presente alla difesa di Catania ed ottenne la croce di grazia di San Giorgio, venne promosso capitano sul campo, capitolò a Capua con la guarnigione il 2 novembre 1860. GIACOMO (Napoli 18 novembre 1830 – Napoli 16 marzo 1888), proveniente dal Scuola Militare della Nunziatella, 1° tenente del genio, di stanza presso la II direzione in Castellammare, alla venuta di Garibaldi si ritirò a vita privata. GENNARO (Napoli 16 marzo 1808 – Napoli 25 dicembre 1880) colonnello comandante il “1° Granatieri della Guardia Reale”, figlio primogenito del conte TROIANO, uomo di grande cultura e buon soldato, appassionato cultore di storia scrisse “Ragguagli Storici sul Regno delle Due Sicilie all'epoca della francese rivolta fino al 1815”, partecipò eroicamente al combattimenti della campagna per la difesa del Regno dall'aggressione garibaldina-savoiarda, venne ferito in combattimento negli scontri di Palermo il 27 maggio 1860, dopo essersi ripreso ed ancora convalescente, volle tornare il linea, ottenne da re Francesco II la croce di Ufficiale dell'Ordine di San Giorgio; il 6 settembre era al comando del “1° Granatieri della Guardia Reale” e all'assedio di Gaeta fu nominato vice governatore e generale di Brigata, a fine conflitto si ritirò a vita privata, venne vigliaccamente aggredito al suo ritorno a Napoli e creduto morto, ma si riprese, tra l'altro insignito dei seguenti Ordini Cavallereschi: cavaliere Gerosolimitano, cavaliere dell'Ordine Imperiale della Corona di Ferro, della medaglia commemorativa della campagna di Gaeta del 1860 conferitagli da re Francesco II. TEODORO TROIANO (Napoli 1848 -Spagna 1874) figlio del precedente GENNARO, allievo della Scuola Militare della Nunziatella il 24 gennaio 1860, ufficiale della Regia Marina Italiana, ma ben presto se ne allontanò, si recò a combattere in Spagna con i legittimisti Carlisti dove morì in combattimento.

Il ramo d’Ascoli aggregato al patriziato napoletano in data 30 luglio 1788 nel seggio di Portanova, e nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana, decorata dl titolo di duca d’Ascoli (Ascoli Satriano provincia di Foggia) nel 1679 da re Carlo II, principe di Faggiano (provincia di Lecce) con anzianità dal 1630 su concessione di Filippo IV, principe di Sant’Angelo dei Lombardi con anzianità dal 1718 dall’imperatore Carlo VI, questo ramo venne riconosciuto dei titoli iscritti ad inizio scheda in persona di SEBASTIANO, gentiluomo di corte della regina Margherita, cavaliere di “devozione “ dell’Ordine di Malta, con Decreto Ministeriale del 18 gennaio 1893 e con regio Beneplacito e RR.LL.PP. del 7 giugno 1900, e di seguito al figlio TROIANO PAOLO in data 26 ottobre 1928 e sui successori.

Ramo comitale: fu decorata del titolo di conte nel 1720 e nel diploma di concessione ottenne il privilegio di aggiungere allo stemma Marulli “il capo” dell’Impero ed iscritta col titolo di conte e nobile di Barletta nei discendenti da TROIANO, CARLO, DOMENICO, FILIPPO iscritti nel priorato di Barletta nel 1801; conte DOMENICO anni 30 del XX secolo; era rappresentata agli inizi del XX secolo da JOELE.

Ramo di San Cesario: decorata del titolo di duca di San Cesario, in cambio di quello di Frisia nel 1681 trasferimento ottenuto dal duca GIUSEPPE; titolo ereditato per “maritali nomine” essendo la famiglia Barone di Capua detentrice del titolo, estinta con Beatrice che sposò FRANCESCO di Barletta, inoltre per eredità di casa Giuliani ottennero anche il titolo di marchese di Longano con anzianità dal 1654, nobile di Barletta col predicato di Assigliano e Cesana, in base al D. M. del 16 aprile del 1899 che lo certificò in persona di ETTORE; era rappresentato nel primo decennio del XX secolo da CARLO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma:

Ramo napoletano (d’Ascoli): d’azzurro al leone rampante di oro sormontato da una croce patente dello stesso, lampassato e armato di Rosso.

Ramo “di Terra di Otranto” (San Cesario): d’azzurro al leone illeopardito d’oro sormontato da una croce patente scorciata di argento.

Ramo “austriaco”: d’azzurro al leone illeopardito d’oro sormontato da una croce biforcata dello stesso.

Ramo “fiorentino bolognese”: partito: nel primo d’argento all’aquila bicipite di nero, ciascuna testa coronata d’oro, caricata in petto da uno scudo ovale d’argento caricato di un leone d’oro, nel secondo d’azzurro al leone illeopardito d’oro sormontato da una croce biforcata dello stesso.

Troiano Marulli (1759-1843). Archivio Ciro La Rosa.

 

 

 

 

 

 

 

Gennaro Marulli, ufficiale dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

Sebastiano Marulli, gentiluomo di palazzo. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

Domenico Marulli. Foto Comune di Napoli Archivio Storico Municipale, clicca per ingrandire.

 

 

 

 

 

 

 

 

Blasone Marulli - Austria. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

Blasone Marulli Galiberti. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MARULLO

Titoli: ramo di Antonino: principe di Castellaci, ramo di Giovanni: barone di Casalnuovo

Dimora: Messina, Milazzo

Si crede di origine romana, con il capostipite LUCIO CORNELIO MERULA console romano, o da MARULLO capitano delle guardie e consigliere di Tertullo presidente della Sicilia per conto di Decio imperatore nel 246 d.C.; di certo vi è GUGLIELMO Marullo rettore di Taormina nel periodo normanno, e MARTINO esiliato da re Enrico di Svevia re di Sicilia, quale partigiano dei Normanni (Galluppi: "Nobiliario di Sicilia", pag. 122); PIETRO scudiero dell'imperatore Federico II; FRANCESCO tra i gentiluomini del Senato di Messina deputati alla costruzione del tempio di Santa Maria dall'Alto nel 1286; PIETRO ANDREA consigliere di re Ludovico; FRANCESCO cavaliere di malta nell'anno 1463, acquistò nel 1484 la baronia di Calatabiano; TOMMASO ottenne l'investitura della baronia di Calatabiano in data 16 febbraio 1488, di Calvaruso, conte di Condoianni, conte di Augusta con investitura del 28 gennaio 1527, stratigoto di Messina nel 1500/1, 1516, 1529, tra i fondatori dell'arciconfraternita della”Pace e Bianchi”di Messina e ne fu governatore nel 1550; GIOVANNI conte di Condoianni, barone di Augusta e di Calatabiano il 6 febbraio 1519, stratigoto di Messina 1528 e 1536; VINCENZO barone di Calatabiano e di Augusta, poi riconosciuto come conte di Augusta, comandò la squadra dei Venturieri contro i Turchi e prese parte alla battaglia di Lepanto, senatore in Messina nel 1608/9; CESARE (†1588) cappellano di re Filippo II, vescovo di Girgenti nel 1574 (Agrigento), arcivescovo di Palermo nel 1578; GIOVAN BATTISTA barone di Calatabiano con lui si estinse il ramo principale del cassato; COLA, FRANCESCO e GIACOMO iscritti nella Mastra Nobile del Mollica dal 1589 al 1603; TOMMASO regio secreto nel 1590 in Palermo, fondò un "legato di maritaggio" di 600 onze per le sue consanguinee; IGNAZIO ottenne il titolo di marchese di Condagusta (quondam Augustae, in memoria di Augusta posseduta dai suoi antenati), deputato del Regno nel 1630 e 1633; ANTONINO vescovo di Manfredonia ereditò il titolo di marchese di Condagusta che donò al nipote TOMMASO, regio secreto di Palermo e senatore nel 1600/1; CESARE principe dell'Ordine dei cavalieri della Stella e senatore di Messina 1641/2, 46/7, 62/3; PLACIDO senatore di Messina nel 1648, presente nei tumulti scoppiati in quell'anno a Messina e per i suoi servigi alla Monarchia ottenne il titolo di duca di Giovan Paolo in data 7 agosto 1649, governatore della Compagnia dei Bianchi di Messina nel 1626; VINCENZO duca di Giovan Paolo nel 1645, cavaliere dell'Ordine della Stella, senatore di Messina 1661/2, 1665/6, venne dichiarato”ribelle”durante la rivolta di Messina contro la Spagna, esiliato morì in esilio a Parigi; FRANCESCO marchese di Condagusta e barone di Mola con investitura del 24 marzo 1654, dichiarati messinese”ribelle”; CESARE ottenne la restituzione del titolo di marchese di Condagusta e del castello di Mola in data 27 gennaio 1705 e il 28 febbraio 1717, senatore in Messina nel 1720/1; PLACIDO marchese di Condagusta e barone di Mola, titoli che passarono alla sorella ELEONORA che sposò Placido Castelli. Un ramo si stabilì in Milazzo con PIETRO conte di Condoianni e di Augusta nel 1517, nel 1764 si trovavano nella Mastra Nobili di Milazzo FRANCESCO e REMIGIO.

Ramo di GIOVANNI: discende CARLO nato a Milazzo nel 1881, ricevuto nell'Ordine di Malta il 5 dicembre 1929 quale cavaliere d'onor e devozione, riconosciuto barone di Casalnuovo con RR. LL. PP. Dell'8 luglio 1882, figli: VITTORIO (1907), MARIA (1916)

Ramo di ANTONINO: tra cui ANDREA ed il figlio SALVATORE reintegrati nella nobiltà messinese il16 marzo 1801, ed iscritti nella Mastra Nobile di Messina nel 1798/1807; FRANCESCO cavaliere d'onore e di devozione dell'Ordine di Malta nel 1842; SALVATORE sposò Anna Balsamo Viperano Avarna, riconosciuto con D.M. Del 21 gennaio 1879 del titolo di principe di Castellaci, figli: GIOVANNA ELISA e GIULIA MARIA.

Iscritta nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell'Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato di rosso e d'oro, alla colomba d'argento posata sulla ripartizione

MARZIANI

Titoli: nobile

Dimora: Giovinazzo, Capua

Antica famiglia di Capua nota dal XIV secolo; un ramo si trasferì in Giovinazzo nel XIX secolo; riconosciuta di “nobiltà generosa” nelle prove d'ammissione a cadetto militare nei “Reggimenti Nazionali” nel 1764 in persona di MICHELE.

Viventi nella prima metà del XX secolo: FILIPPO figli: NICOLA, MELANIA, ANNA

Iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato di rosso e verde al leone dell'uno e dell'altro con la branca impugnante un martello d'oro.

MASCIARELLI

Titoli: barone, nobile

Dimora: Napoli

Originaria della città di Aquila, trasferitasi a Celano e Magliano della Marsica; distintasi in opere di beneficenza tre le quali la fondazione di un “Asilo Masciarelli” per bambini bisognosi in Magliano nella prima metà del XX secolo.

Riconosciuto ai discendenti di VINCENZO il titolo di nobile con R. D. del 10 agosto 1928 mentre ai discendenti NICOLA venne riconosciuto quello di barone.

Arma: d’azzurro alla quercia al naturale sulla pianura erbosa, sinistrata da un leone d’oro.

MASOLA

Titoli: marchese di Trentola, patrizio di Aversa, nobili dei marchesi

Dimora: Napoli

Originaria di Genova, con le prime memorie certe relative ad ENRICO console della Repubblica di Genova nell’anno 1199, trasferitasi ad Aversa nel 1630 ed aggregata a quel Patriziato presso il seggio di San Luigi, ricevuta nell’Ordine di Malta nell’anno 1779, ottenne i feudi di Cavaguolo, Rugliano e Cervignago, decorata del titolo di marchese di Trentola nel 1640, ascritta al Priorato dell’Ordine di Malta della città di Capua nel 1801, ammessa per “antica nobiltà” nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo del Re delle Due Sicilie in persona di DOMENICO ufficiale di Cavalleria, passato poi a servire nel Regio Esercito Italiano sul finire del XIX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: trinciato e tagliato d’oro e verde alla mazzola di nero manicata al naturale - alias d’azzurro al leone d’oro tenente con la branca destra una mazza ferrata dello stesso, al capo di rosso alla croce d’argento.

 

MASSA

Titoli: nobile

Dimora: Lecce, Andriano, Napoli, Palermo

Antica famiglia di Lecce, ascritta all’Ordine di Malta nel 1631 quali di cavalieri di giustizia, nel Priorato di Barletta nel 1801 con i fratelli BARTOLOMEO, FRANCESCO e MICHELE; riconosciuta ammissibile nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo in persona di  SALVATORE  che in qualità di 1° tenente del “10° Reggimento Fanteria di Linea Abruzzo” partecipò alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a tre monti d’oro sostenti un leone dello stesso tenente una mazza ferrata, accompagnato da una croce di rosso bordata d’oro accostata da due stelle dello stesso.

MASTELLONI (di Campochiaro, Albidona, Sant’Angelo Radiginese)

Titoli: duca di Castelpagano, marchese di Capograssi, predicato di Campochiaro, Albidona, Sant’Angelo Radiginese, nobili di Tarquinia

Dimora: Napoli, Tarquinia.

Originaria di Sorrento, feudataria ai tempi degli Aragonesi, nobili in Monopoli, “regi familiari” nel 1580; PIETRO PAOLO decorato del titolo di marchese di Capograssi il 5 maggio 1725; riconosciuto poi in persona di NICOLA MARIA con R. D. del 5 gennaio 1859. Il ramo secondogenito decorato del titolo di duca di Limatola nel 1733, riconosciuto in seguito in persona di NICOLA con R. D. del 17 luglio 1856; il casato successe nel 1890 nel titolo di Castelpagano con anzianità del 1724, di marchese di Ripa Limosano con anzianità dal 1617 per successione di casa Capecelatro, legalizzati con RR. LL. PP. del 1 marzo 1896. MICHELANGELO cavaliere di giustizia, cavaliere di gran croce dell’Ordine Costantiniano, gentiluomo di camera di S.A.R. il principe Alfonso di Borbone.

Un ramo della famiglia ottenne nella seconda metà del XIX secolo il titolo di nobili di Tarquinia in persona di EMANUELE.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al bastone al naturale accollato di una serpe su tre monti di verde, sostenuti da due leoni affrontati al naturale.

MASTROGIUDICE e MASTROGIUDICE SERSALE

Titoli: patrizio napoletano, patrizio di Sorrento

Dimora: Napoli, Sorrento

Antica famiglia sorrentina nota sin dal XI secolo, ascritta al seggio di Dominova in detta città. GIOVANNI, arcivescovo di Sorrento nel 1278; MARINO presidente della Regia Camera con re Carlo V; frà GASPARE, cavaliere dell’Ordine di Malta, combattè e perì contro i Turchi nel 1608; frà ATTILIO priore dell’Ordine di Malta in Messina.

Ascritta al Patriziato di Napoli al seggio del Nido e nel Libro d’Oro della Nobiltà Napoletana, dichiarata ammissibile nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo nel 1845.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso a due fasce d’argento col capo d’oro.

MASTROPAOLO

Titoli: nobile

Dimora: Palermo

Si crede sia originaria della Francia discendente dai conti di Brienne, stabilitasi in Sicilia nel XIII secolo, che abbia avuto come capostipite PAOLO, medico di corte dell’imperatore Federico II, chiamato maestro da cui il cognome dei suoi discendenti. NICOLO’ “regio familiare” in Palermo il 7 maggio 1400; BERNARDO proconservatore di San Pietro nel 1583; per contratto matrimoniale con Flavia Orioles nel 1606 la famiglia acquisì la baronia della Tonnara di San Giorgio in Patti; PIETRO, dottore in legge, giudice della Corte Pretoriana in Palermo anni 1710/11 e 1717/18; PLACIDO, dottore in legge, proconsole di Montalbano dal 1786 al 1804; ANTONINO giudice del tribunale del Concistoro nel 1809; ALFIO fu ministro del Regno delle Due Sicilie nel XIX secolo. Con D. R. del 27 agosto 1899 venne riconosciuto il titolo di nobile ad ALFIO ed ai suoi eredi.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’aquila coronata fissante un sole destro il tutto d’oro.

MATARAZZO e MATARAZZO di LICOSA

Titoli: conte, predicato di Licosa

Dimora: Napoli, Messina, Castellabate

Originaria del Cilento, le prime memorie certe si hanno con GIUSEPPE feudatario di Sezzamezzano, Prignano e Melito nel XVII secolo, ultimo intestatario fu ALESSANDRO nella prima metà del XIX secolo. FRANCESCO decorato del titolo di conte con R. D. del 23 giugno 1918, con estensione ai suoi eredi con R. D. del 4 marzo 1926, cavaliere del lavoro, gran cordone dell’Ordine della Corona d’Italia, uomo di grande umanità, presidente dell’Ente Autonomo Consumi che sotto la sua guida seppe coordinare i rifornimenti di viveri in Italia nel primo dopoguerra, decorato di due medaglie d’oro per altri meriti filantropici dall’Opera Nazionale Balilla e dal Banco di Napoli, donò alla città di San Paolo del Brasile una casa di salute (sanatorio) presso l’Ospedale Italiano “Umberto I”, - ancora esistente nella seconda metà del XX secolo - fu presidente di varie associazioni di Mutuo Soccorso e di beneficenza.

Un ramo della famiglia decorata con RR. LL. PP. del 14 luglio 1927 del predicato di Licosa in persona del conte e commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia GIUSEPPE, primogenito di FRANCESCO. Giuseppe, rientrato in Italia nel 1926, sposò la nobildonna Anna de Notaristefani dei duchi di Vastogirardi, fondò la "Società Caffè Matarazzo", alla cui gestione collaborò anche il figlio conte ERMELINO, laureatosi in giurisprudenza nell'anno 1940. A fine del secondo conflitto mondiale, ottenne la concessione per l'imbottigliamento della Coca Cola, nel 1953 propose agli americani un altro prodotto conosciuto col nome di Fanta, la notissima aranciata, fondò la "Snibeg" S.p.A - Società Napoletana Imbottigliamento Bevande Gassate - che è tra i primi stabilimenti italiani per la produzione dei marchi della "The Coca Cola Company".

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato 1° d’argento all’aquila di nero coronata d’oro, nel 2° scaccato d’argento e di rosso di tre file.

Giuseppe Matarazzo. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Fattura della Società Caffè Matarazzo, anno 1922. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

DE MATERA o MATERA

Titoli: patrizio di Cosenza

Dimora: Cosenza

Si crede originaria della città di Matera da cui trasse il cognome.

LEONE giustiziere di Calabria al tempo di Federico II; SILVESTRO giudice della Magna Curia; BERNARDO stessa carica. Ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1631.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla fascia d’azzurro caricata di tre conchiglie d’oro.

DE MATTEIS

Titoli: nobili di Sulmona

Dimora: Sulmona

Antica famiglia di Sulmona nota dal XV secolo, infeudata di Torre Cetrata e Roccacinquemiglia, riconosciuta di “nobiltà generosa” dalla Regia Commissione Titoli di Nobiltà; hanno partecipato alla difesa del Regno dall’invasione piemontese nella campagna del 1860/61: DOMENICO alfiere del “11° Reggimento Cacciatori”, EVANGELISTA capitano del “4° Reggimento Fanteria di Linea Principessa” decorato della Croce di grazia dell’Ordine di San Giorgio per essersi distinto nella difesa di Palermo nei giorni dal 27 al 29 maggio 1860. Viventi nella prima metà del XX secolo: LUIGI cameriere di Cappa e Spada di sua Santità il Pontefice, VINCENZO, FILIPPO, GIUSEPPE ROMANO.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla sbarra d’azzurro caricata da tre stelle d’oro.

MAURI MORI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Motto: “Caeca Fides”

Originaria di Parma; ILARIO camerario di papa Sisto V, cavaliere laureatano; ANTONIO ottenne attestato di nobiltà dal duca di Parma nel 1707; la nobiltà della famiglia venne riconfermata nel 1794 dalla “Real Camera di Santa Chiara” in Napoli in persona di GIOVAN BATTISTA, generale del genio militare dell'Esercito del Regno di Napoli, coadiuvò il capitano generale Francesco Filangieri nella ricostruzione di Reggio Calabria e delle province limitrofe colpite dal terremoto del 1783; CARLO brigadiere seguì Carlo di Borbone in Spagna; da CESARE discende il ramo secondogenito con GIOVAN BATTISTA, CESARE, ANGELO , figlio di Angelo GIOVAN BATTISTA tutti viventi nella prima metà del XX secolo. Il casato riconosciuto nobile con D.M. Del 20 luglio 1875. Ramo principale : GIUSEPPE tenente generale dell'Esercito del Regno d'Italia, grand'ufficiale della Corona d'Italia, croce d'oro di anzianità di servizio.

Iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito mantellato: nel primo di rosso fasciato d'oro, nel secondo di rosso al braccio destro armato tenente una banderuola svolazzante, nel martello d'azzurro all'albero di gelso al naturale sulla vetta d'oro accompagnata da tre stelle d'argento, sotto un capo d'oro a due teste di moro al naturale bendate di bianco.

Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

MAURIGI

Titoli: nobile dei marchesi, marchesi di Castelmaurigi, conte, barone di Giubbino

Dimora: Palermo

Motto: “Nil ferox fero”

Di origine germanica si stabilirono in Sicilia nel 1239 con AURELIO barone del Castel Maurigi in Svevia, capitano imperiale di Federico II, nominato vicario generale in Sicilia con diploma dato in Capua il 22 marzo 1239. Un ramo si stabilì in Lombardia, Signori di Monza, dove si estinse con il cardinale GIACOMO ANTONIO arcivescovo di Firenze. MARCO ANTONIO e GIOVANNI FEDERICO capitani nella guerra del Vespro contro gli Angioini; GIOVANNI ottenne il riconoscimento di nobiltà da re Alfonso con diploma del 23 giugno 1444; SIMONE consigliere di Sua Maestà cattolica il re di Spagna e regio secreto della città di Palermo nel 1675; GIOVANNI senatore in Palermo nell'ultima metà del XVI secolo. Il casato ottenne l'investitura di conte e di marchese, in virtù della discendenza germanica, da parte dell'imperatore Carlo VI in persona di SIMONE con diploma del 28 ottobre 1728, e la concessione del feudo della “Dignità di Maestro di Zecca” del Regno di Sicilia, e di maestro giurato nello stesso anno.

GIOVANNI (1823-1881) deputato e poi senatore del Regno d'Italia dal 1880, consigliere di Corte d'Appello di Palermo nel 1862, procuratore generale della Corte d'Appello di Palermo nel 1864, primo presidente della medesima corte d'Appello nel 1876, consigliere Provinciale di Palermo nel 1872, membro del Consiglio d'Ammiragliato per la Marina Mercantile di Salerno nel 1862, consigliere del Banco di Sicilia, membro dell'Accademia delle Scienze, Lettere ed Arti di Palermo, grand'Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia; RUGGIERO (1843-1919) figlio del precedente, deputato e poi senatore del regno dal 1910, consigliere Provinciale di Palermo dal 1870 al '78, della Provincia di Lucca, aiutante di campo di Garibaldi nel 1862/66, colonnello per meriti di guerra, medaglia d'argento al Valor Militare, vice presidente della C.R.I., grand'ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, grand'ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia.

Viventi nella prima metà del XX secolo: GIOVANNI, vice podestà della città di Palermo, console della Milizia, tenente colonnello di cavalleria, cavaliere d'Onore e Devozione del S.M.O. di Malta, cavaliere ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia, marchese di Castelmaurigi, barone delle Chiuse, signore delle Saline di Marsala. Col titolo di nobile dei marchesi e di conte: CARLO capitano d'artiglieria, cavaliere della Corona d'Italia; RUGGIERO capitano di cavalleria; GIUSEPPE cameriere segreto di cappa e spada di Sua Santità il Pontefice, tenente di fanteria, consigliere governativo del Banco di Sicilia, dottore in legge; RUGGIERO barone di Giubbino.

Iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro al leone rivoltato e coronato d'oro, al capo cucito d'azzurro di tre gigli posti in fascia.

Sen. Giovanni Maurigi. Immagini Archivio Storico del Senato della Repubblica

 

 

Sen. Ruggiero Maurigi. Immagini Archivio Storico del Senato della Repubblica

 

 

DI MAURO e DI MAURO di Capua di Sanseverino

Titoli: patrizio di Aversa, nobile, marchese di Polvica

Dimora: Napoli

Originaria della costiera amalfitana, ascritta al patriziato di Aversa al Seggio di San Luigi nel 1787, possedette il feudo di Morrone passato poi alla famiglia Capecelatro. Possedette la Terra di Polvica, acquistata da GIUSEPPE, consigliere del Sacro Regio Consiglio, sulla quale nel 1752 fu intestato il titolo di marchese; l’ultimo intestatario fu GIUSEPPE ascritto nel Cedolario di Terra di Lavoro il 22 giugno 1781; CARLO, marchese di Polvica, fu uno dei caduti della Repubblica Napoletana del 1799. Con RR. LL. PP. del 1 marzo 1896 il titolo venne riconosciuto ad ELVIRA figlia di GIUSEPPE a sua volta figlio del precedente CARLO; FRANCESCO cavaliere di giustizia dell’Ordine di Malta, cavaliere dell’Ordine Costantiniano, cameriere segreto di cappa e spada di sua Santità Pio IX.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: Di Mauro: d’azzurro alla fascia d’argento di quattro stelle d’oro - Di Mauro di Capua di Sanseverino: interzato in palo 1° d’azzurro alla fascia d’argento accompagnato da quattro stelle d’oro, 2° d’oro alla banda d’argento bordata di nero, 3° d’argento alla fascia di rosso.

 

DE MAYO

Titoli: marchese e nobile romano

Dimora: Napoli, Roma

Diramazione dei De Majo di Tramonti. Riconosciuta nobile dalla Regia Commissione per i Titoli di Nobiltà nel 1843 per “alti uffici di magistratura” essendo stato MUZIO uditore generale dell’esercito del Regno di Napoli e promosso nel 1723 a consigliere del Regio Sacro Consiglio, ed anche dalla prova per l’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo del re delle Due Sicilie in persona di GENNARO nel 1843; aggregata alla nobiltà romana nella persona di LEVINO nel 1847, decorata da papa Pio IX del titolo di marchese, riconosciuta nei due titoli dal Regno d’Italia con D. M. del 21 gennaio 1890.

CORRADO marchese e nobile romano, commendatore del Sovrano Militare Ordine di Malta nel XIX secolo, il figlio MARIO tenente di cavalleria, cavaliere dell’Ordine di Malta, della Corona d’Italia, dell’Ordine Costantiniano, della Legion d’Onore (alta onorificenza francese) e della croce al merito della guerra 1915/18.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro al pino di verde sopra un monte di tre colli dello stesso, con tre uccelli d’argento al capo di Durazzo d’azzurro seminato di gigli al lambello di rosso.

Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

MAZA

Titoli: patrizio di Salerno

Dimora: Napoli, Salerno

Famiglia di Salerno iscritta al suo Patriziato al Seggio di Portanova, l’antico cognome era Macza, si diramò in Calabria ed a Napoli; ammessa nelle “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” del re del Regno delle Due Sicilie nel 1837.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro a due mazze ferrate d’oro poste in croce di Sant’Andrea legate ad una catena dello stesso.

MAZZA e MAZZA TEDESCHI

Titoli: barone di Villallegra e San Todaro, di Toscano e di Mandrile, nobile dei baroni

Dimora: Catania

Originaria della Spagna. PIETRO ottenne da re Martino II il feudo di Delia; LANCIA ottenne la concessione del Mulino in Paternò il 29 maggio 1396; ANGELO giudice della appellazioni in Messina 1512/13; FILIPPO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1527; NICCOLO’ senatore in Messina 1555/7; GIACOMO, dottore il legge, giudice della Corte Capitanale in Catania con lettere vicereali del 13 settembre 1646; ANTONINO governatore della Tavola Pecuniaria (Banca) di Catania; GIUSEPPE nel 1740 restaurò la Regia Cappella Aragonese in Catania distrutta dal terremoto nel 1693; GIUSEPPE deputato del Collegio dei Nobili di Catania nel XVIII secolo; ANTONIO consigliere comunale, consigliere provinciale, deputato della Provincia di Catania, sposò il 25 marzo 1859 Francesca Tedeschi che portò in casa Mazza i titoli di barone di Villallegra, San Todaro, di Toscano e Mandrile; GIUSEPPE governatore nobile della Arciconfraternita dei Bianchi di Catania dal 1905 al 1916, con D. M. del 10 giugno 1898 riconosciuto il titolo di nobile, e con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 9 giugno 1927 i titoli su descritti.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a due mazze d’armi decusse e legate d’oro.

MAZZACANE

Titoli: principe di Omignano, patrizio di Salerno

Dimora: Salerno

Originaria del Cilento, aggregata al Patriziato di Salerno al Seggio di Portaretese nel 1758; LEONETTO, signore di Diano, valoroso capitano d’armi di Carlo V, per acquisizione matrimoniale con Porzia Capano, venne in possesso dei feudi di Omignano e Lustra; GIULIO CESARE ottenne da re Filippo III il titolo di principe di Omignano.

Ricevuta nell’Ordine di Malta, ANTONIO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1527.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro caricata di una celata di nero accompagnata da quattro rotelle d’oro.

MAZZACCARA (di Ripacandida)

Titoli: duca di Castelgaragnone, predicato di Ripacandida

Dimora: Napoli, Cosenza

Di origine calabrese, decorata del titolo di “regio familiare” da Ferrante I d’Aragona nel 1463 e del riconoscimento dello stemma gentilizio. Si divise in due rami di Cosenza e Napoli, decorata del titolo di Castelgaragnone dall’imperatore Carlo V nel 1726, la famiglia venne aggregata al patriziato di Bari e di Lucera nel 1792, nel 1805 ascritta nel registro delle Piazze Chiuse del Regno. Il ramo secondogenito venne decorato del titolo di marchese di Celenza e Valfortore in data 11 maggio 1726 sul feudo in possesso dal 1706. ANGELO colonnello di Cavalleria del Regio Esercito Italiano, decorato di due medaglie di bronzo al valor militare, croce al merito di guerra, croce d’oro del servizio, medaglia commemorativa unità d’Italia, croce della III Armata, croce Interalleata, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, cavaliere della Corona d’Italia, medaglia commemorativa guerra 1915/18.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al destrochero armato, impugnante uno scettro, in capo un sole nascente in punta sette spighe d’oro su di un monte di tre cime di verde.

Blasone Mazzaccara. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

MAZZARA

Titoli: marchese di Torre dei Passeri, nobili di Sulmona, barone di Schinaforte, nobili dei marchesi

Dimora: Sulmona

Di antica nobiltà abruzzese, feudataria; GENTILE giustiziere degli Abruzzi nel 1332; GIOVAN BATTISTA sergente maggiore ( grado di ufficiale superiore nell’Esercito spagnolo) del battaglione Basilicata nel XVII secolo; VINCENZO presidente della regia Camera della Sommaria nel 1759; dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo del Regno di Napoli; i cugini GIUSEPPE e CARLO guardie a cavallo della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” hanno preso parte alla campagna del 1860/61 per la difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese. Il ramo primogenito venne decorato del titolo di marchese di Torre dei Passeri nel 1744, riconosciuto con D. M. del 5 maggio 1901; il ramo secondogenito decorato del titolo di barone di Schinaforte con R. D. del 24 maggio 1903.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla fascia di nero accompagnata in punta da una pila rivolta di nero.

MAZZEO

Titoli: marchese di San Teodoro

Dimora: Messina

Di antica nobiltà nota dal XV secolo; messer PAOLO ascritto alla Mastra Nobile del Mollica nel 1597, GIROLAMO senatore in Messina 1606/7; GIOVANNI stessa carica 1691/2, proconservatore di Massa San Giorgio 1695; FRANCESCO console del Mare in Messina 1704/5, ottenne dalla donazione dello zio FRANCESCO Campolo il titolo di marchese di San Teodoro il 1 marzo 1731.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’azzurro al guerriero al naturale impugnante una mazza di nero in atto di percuotere un leone coronato d’oro all’albero di verde al fusto d’oro al terrazzo al naturale.

MAZZIOTTI

Titoli: barone di Celso, nobili dei baroni

Dimora: Napoli

Originaria di Caiazzo,provincia di Caserta; ANTONELLO si trasferì a San Rufo; FRANCESCO ANTONIO in Celso; GHERARDO consigliere della Gran Corte nel 1820, rappresentante della provincia di Salerno; NICOLÒ colonnello dell’esercito nel decennio francese del regno di Napoli 1806 - 1815; FRANCESCO ANTONIO deputato del Parlamento Napoletano nel 1848, eletto poi deputato del Regno d’Italia, con R. D. del 25 novembre1868 decorato del titolo di barone di Celso, riconosciuto al casato con D. M. del 20 febbraio 1890; PIETRO deputato al parlamento nel 1878; MATTEO(1851-1928) deputato al Parlamento dal 1882 al 1909, senatore del Regno, sottosegretario alle Regie Poste e Finanze, presidente dell'Associazione Nazionale di Storia Risorgimentale, collaboratore della rivista "Nuova Antologia", commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro; PIETRO ufficiale del Genio Militare morì nella 1ª guerra mondiale, decorato di medaglia d’argento al valor militare.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Napoli, Palazzo Mazziotti. Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle

Androne visto dal cortile interno

Targa esterna
     

Ingresso scala padronale

     

Arma: tagliato di rosso e d’azzurro, 2° al braccio di carnagione impugnante una mazza d’arme, alla sbarra d’argento caricata di tre rose rosse al naturale.

Sen. Matteo Mazziotti. Archivio Storico del Senato della Repubblica

 

 

 

 

 

MAZZOCCOLO

Titoli: Barone di Roccasicura, nobile di Gaeta

Dimora: Napoli, Gaeta

Originaria di Pozzuoli, si stabilì in Gaeta nel XV secolo, ed aggregata a quel Patriziato con Regio Dispaccio dell’8 agosto 1757, ed in persona di GASPARE nel 1757; il casato venne decorato del titolo di barone di Roccasicura e di nobile di Gaeta per successione di casa D’Eboli, per l’ultima discendente dell’ava paterna di MICHELE, la nobildonna Eleonora, ufficializzato con RR. LL. PP. E Regio Assenso del 12 febbraio 1928. La famiglia ha dato illustri personaggi di toga, medici ed ecclesiastici. MICHELE, dottore in legge, barone di Roccasicura e nobile di Gaeta, cavaliere dell’Ordine Corona d’Italia, Consigliere del Ministero della Regia Aeronautica del Regno d’Italia.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana nel 1933, ed iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla pianta di melograno fiorita al naturale, movente dalla sommità di in monte di verde a tre cime.

 

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2007: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato