Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

 D  

 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

 N 

 O

 P-PA  PE-PI  PL-PU

 Q

R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

 U

 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

AN-AZ

D’ANCORA

Titoli: nobile

Dimora: Napoli, Amalfi, Roma

Motto: "Tenax Funditus"

Famiglia originaria di Amalfi, LENZIO o ALBENZIO vivente nel 1396; venne detta anche Ancoraria; passò definitivamente in Napoli nel XVII secolo; PAOLO cavaliere di Malta; VESPASIANO arcivescovo teatino di Trani nel 1635; lo studioso Ricca ricorda che la famiglia godette nobiltà in Amalfi, Barletta; con diploma dell’imperatore Giuseppe I d’Asburgo, dato in Vienna il 10 marzo 1708, NICOLA venne nominato consigliere imperiale, ed i suoi figli creati nobile del Sacro Romano Impero e “cavalieri aurati” (Ordine del Cingolo Militare). PAOLO, nobile, vivente nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Foto Ciro La Rosa, clicca sulle immagini per ingrandirle

   

Chiesa Santa Maria La Nova, Napoli.

   

Blasone D'Ancora

N.d.A.: si ringrazia il prof. Giuseppe Reale, presidente dell'Associazione Culturale "Oltre il Chiostro"  di Napoli, per l'autorizzazione della ripresa fotografica nella chiesa di Santa Maria La Nova.

Arma: d’argento alla banda di rosso accostata da due ancore di ferro.

D’ANDREA

Titoli: marchesi di Pescopagano

Dimora: Napoli, Roma

Originari della Francia, regione della Provenza, stabilitisi a Napoli  al seguito di Carlo I d’Angiò. GERARDO fu nominato castellano di Castel Capuana nel 1311 e Signore di Motola in Taranto. Nel 1401 PERRETTO  conte di Troia e capitano di guerra -  per conto del re Ladislao Durazzo d’Angiò -  in Ungheria, Dalmazia e Croazia.

Il casato ottenne nel 1413 il feudo di Minervino  e le terre di Ursara, Precina, Tresanto e Castelluccia. GIOVANNI Cavaliere di Malta anno 1707; DIEGO iscritto nel 1801 nell’elenco del priorato di Capua dell’Ordine di Malta; SAVERIO († 1799) giurista e Regio Consigliere di Sua Maestà re Fedinando IV di Napoli e Sicilia; il figlio GIOVAN FRANCESCO (1776-1841) ministro delle finanze del Regno delle Due Sicilie nel 1821, eccellente studioso di letteratura, tradusse il XV Libro della "Storia" di Tacito, cavaliere del Sovrano Militare Ordine di Malta e di altri ordini cavallereschi; entrambi sepolti nella cappella della chiesa di San Domenico Maggiore.

Il casato ha in juspatronato le cappelle nelle chiese di: San Lorenzo Maggiore e di San Domenico Maggiore, mentre ha sepolture nella chiesa di San Pietro a Maiella.

Chiesa di San Lorenzo Maggiore, Napoli. Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle

Chiesa San Domenico Maggiore. Foto Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

           
      Cappella d'Andrea. Giovanni      

Cappella d'Andrea. Card. Geronimo

Il casato ha il titolo di marchese di Pescopagano. Ammesso nelle prove di nobiltà, per le Regie Guardie del Corpo nell’anno 1710. Aggregato alla nobiltà romana nell’anno 1816.

Cappella d'Andrea, chiesa di San Domenico Maggiore, Napoli. Foto Ciro La Rosa. Clicca sulle immagini per ingrandirle
Sepolcro di Francesco Saverio Blasone D'Andrea

Sepolcro di Giovan Francesco

La famiglia possedette altri feudi tra cui: Panette, Panetelli in Terra di Lavoro, Sassano e Varallo nel Molise.

Iscritto nell’elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla croce di Sant’Andrea d’oro, con al capo un giglio d’oro, nella punto un pugnale d’argento e manico d’oro.

 

 

 

ANDREOTTI

Titoli:  patrizi di Cosenza

Dimora:  Cosenza, Napoli

Originaria di Cosenza, iscritta nel  patriziato già nel XIII secolo; nobili anche in Benevento. Il casato è iscritto come cavaliere di giustizia nell’Ordine di Malta dall’anno 1796;  decorato del titolo di marchese.

Ottenne, negli anni, i titoli di principe di Montefalcone e di duca di Canzano, passati,  poi, alla famiglia de Liguoro, acquisì poi, il casato,  il titolo di patrizio di Cosenza.

Iscritti nell’elenco Ufficiale Nobiliare Italiano nell’anno 1922.

Arma: d’oro al leone impugnate una spada, affrontato da una torre merlata al naturale, al capo d’oro all’aquila imperiale

D’ANDRIA

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Dichiarata nobile dall’imperatore Carlo V il 20 ottobre 152; riconfermato, in seguito, con diploma di re Filippo IV dato in Madrid il 6 novembre 1663 sia il titolo che l’arma gentilizia, in persona di PAOLO e ai suoi discendenti; NICOLA capitano del “9° Reggimento Fanteria di Linea Puglia” ha partecipato alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese, presente alla battaglia del Volturno nell’ottobre del 1860, capitola con il reparto nel novembre dello stesso anno in Capua.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla banda di rosso accostata da sei rose di rosso, tre in capo e tre in punta.

ANDRUZZI

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

ANFORA

Titoli: patrizio di Sorrento, duca di Licignano

Dimora: Napoli

Famiglia di origine Normanna, della quale si hanno notizie fondate dal XIII secolo, nobile in Sorrento ed iscritta al seggio di Porta nel XIV secolo circa, ed insignita del titolo di duca; NICOLÒ vescovo di Castellammare nel 1447; trasferitasi a Napoli ed iscritta nel Registro delle Piazze Chiuse; GIOVANNI RANIERO (†1474) milite di Ferrante I d'Aragona, sepolto nella chiesa di San Lorenzo Maggiore in Napoli. Ricevuta nell’Ordine di Malta dal 1565. RINALDO regio consigliere della Vicaria; ETTORE generale dei Teatini nel 1639; dichiarata ammissibile nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” di S. M. il re del Regno delle Due Sicilie; il casato fedele alla “Patria Napoletana” ed alle sue istituzioni, FRANCESCO generale di brigata dell’Esercito delle Due Sicilie maggiordomo di settimana di re Ferdinando II; RAFFAELE brigadiere della “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo a Cavallo” nel 1860; FRANCESCO SAVERIO (1833-1871) proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, colonnello del genio, figlio di Raffaele duca di Licignano, fu uno dei più valorosi difensori di Gaeta assediata dalle truppe piemontesi, egli sotto il fuoco nemico non mancò di animare i soldati e di adoperarsi per le opere difensive, decorato con la Croce di Diritto di San Giorgio, a solo ventisette anni fu tra i più giovani ufficiali superiori, dopo la resa della piazza avvenuta il 14 febbraio 1861 rientrò in famiglia e riprese i suoi studi d’ingegneria, scrisse un interessante lavoro, insieme al collega Gaetano Nagle, sulla sua esperienza militare dal titolo “Difesa di Gaeta”, opuscolo che fu molto apprezzato anche dagli ex avversari. Ai principi del XIX secolo la famiglia si divise in due rami: di patrizi di Sorrento e duchi di Licignano. Il titolo di duca di Licignano venne riconfermato con R. D. del Regno d’Italia il 21 giugno 1891.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro alla fascia di rosso, accompagnata in capo da due rose rosse, nella punta da nove punte di lancia disposte cinque, tre, uno.

ANFOSSI

Titoli: marchese di Sant’Onofrio

Dimora: Palermo

Famiglia nota in Palermo dal XVIII secolo; GIOVANNI giudice delle Appellazioni in Palermo nel 1726/7, corte pretoriana 1730/1, del tribunale della Gran Corte del Regno anni 1754 e 1760, maestro razionale del tribunale del Regio Patrimonio nel 1764; PIETRO ottenne attestato di nobiltà dal Senato di Palermo il 3 dicembre 1796; BARTOLOMEO acquistò da casa Del Castillo il titolo di marchese di Sant’Onofrio con investitura del 29 gennaio 1782.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al sinistrochero uscente dalle nubi, al naturale, accompagnato da una stella ed impugnante un tridente, il tutto d’argento, sopra il mare fluttuante d’argento e d’azzurro.

DE ANGELIS

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

D’ANGELO

Titoli: baroni, marchesi

Dimora: Napoli, Palermo

Originaria di Napoli. VITO acquistò il feudo di Bertolino e Mezzocatuso con l’investitura regia del 29 aprile 1652; OLIVA barone di Torreforte con privilegio del 31 agosto 1773; FRANCESCO nominato barone di Bertolino il 16 agosto 1776 e marchese di San Calogero con lettera patrimoniale  del 5 ottobre 1782, ebbe poi la tramutazione  del titolo in marchese di Bertolino con privilegio del 17 ottobre 1782.

ACHILLE 2° tenente dell’ “11° Battaglione Cacciatori” partecipò alla campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie, combatté sul Volturno, capitolò a Capua il 2 novembre

Iscritti nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro. accompagnata da due stelle dello stesso una in capo ed una in punta.

ANGELO

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

ANGELONI

Titoli: Barone di Montemiglio e Varallo

Dimora:  Roccaraso, Napoli

Già nota a Napoli nel XVI secolo, ottenne investiture feudali anche nel Molise nel XVIII.

Dai Regi Cedolari del Molise risulta che LORENZO, in data 28 aprile 1772, ebbe in eredità dalla madre Agata Floriano l’intestazione del feudo di Montemiglio (Valle di Montemiglio) che rimase di proprietà della famiglia sino all’abolizione della feudalità. Ha dato vari  cavalieri all’ordine di Malta.

Inoltre, il casato, possedette il feudo di Varallo (Varavallo) con riconoscimento del titolo di barone di Montemiglio e Varallo nel 1881 solo per i maschi primogeniti.

Iscritta nell’Albo d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso alla sbarra d’azzurro, orlata d’argento accompagnata dalla figura di un Serafino (angelo) posta in sbarra, in punta di una torre merlata alla guelfa sopra un ristretto di pianura erbosa  il tutto d’oro.

ANGUISSOLA di San Damiano

Titoli: conte

Dimora: Napoli

Famiglia di gloriosi militari, nel ramo degli Anguissola di Napoli sono rappresentati i discendenti del casato col predicato di San Giorgio e di San Damiano staccatisi dalla storica famiglia di Piacenza nel 1300. Vennero nel Regno di Napoli, al seguito di Carlo di Borbone, con il conte CESARE colonnello delle “Regie Guardie del Corpo”, presente alla battaglia di Velletri per la conquista del Regno di Napoli nel 1744, nominato governatore del Castello di Trani; presenti con lui alla battaglia il conte GALEAZZO Anguissola di San Polo, nominato poi governatore del castello di Barletta col grado di generale brigadiere; il conte GAETANO Anguissola di Podenzano generale di cavalleria; il conte ANTONIO Anguissola di Podenzano generale delle Regie Guardie del Corpo; da quest'ultimo nacque il conte FRANCESCO maresciallo di campo e comandante il Castel dell'Ovo nel periodo della effimera Repubblica Partenopea, consigliere di Stato ed intendente di Terra d'Otranto con re Gioacchino Murat. Il conte Cesare ritornò a Piacenza lasciando a Napoli il figlio terzogenito conte GIOVAN BATTISTA il quale fu cavallerizzo di campo di re Carlo III, da cui il conte FERDINANDO (1774-1858) prestigioso militare, vice ammiraglio della Marina delle Due Sicilie, partecipò a tutte le campagne contro l'invasione francese in Italia, combattè con le truppe inglesi all'assedio di Tolone, alla battaglia di Capo Noli, alla presa di Malta, presente con la flotta di Nelson nel contrastare la marina francese nel Mediterraneo, dal matrimonio con Luisa de Langèle ebbe tre figli: CESARE, GIOVAN BATTISTA e AMILCARE, un nipote CAMILLO (Napoli 1836-1896) guardia a cavallo delle Regie Guardie del Corpo presente nei ruoli attivi del 1860

Nota storica di Ciro La Rosa:

“dei tre figli solo Amilcare non tenne fede al giuramento alla Patria legittima per suoi interessi personali, macchia indelebile del casato, a cui riscattarono con onore i fratelli Cesare e Giovan Battista:

CESARE (Palermo 5 ottobre 1813 – Napoli 10 gennaio 1883) colonnello comandante il “7° Reggimento Fanteria di Linea Napoli”, a 14 anni per voler del re fu nominato 2° tenente del “1° Granatieri della Guardia Reale”, maggiore nel 1859, nominato colonnello il 1° maggio 1860, assunse il comando del “7° Reggimento di fanteria di Linea Napoli” di stanza nella cittadella di Messina dove partecipò alla sua difesa fino alla capitolazione avvenuta nel marzo del 1861, venuto a sapere del tradimento del fratello Amilcare, nel maggio del 1860, chiese insieme all’altro fratello Giovan Battista in una lettera al generale Clary “di poter combattere come semplici soldati potendo trovare in una morte onorata quella gloria che ci spetta e dimostrare al Re la nostra fedeltà e cancellare in parte quella macchia imperitura sul nostro casato che, incontaminato, il vecchio padre mio mi lasciava in geloso retaggio”. Venne promosso generale l’8 ottobre 1860, dopo la resa si ritirò a vita privata.

GIOVAN BATTISTA (Palermo 30 marzo 1814-Napoli 26 agosto 1891) maggiore del “4° Reggimento Fanteria di Linea Principessa”, a 18 anni ebbe la nomina ad alfiere per grazia sovrana, maggiore nel marzo del 1860, dopo lo sfacelo in Calabria si recò sul Volturno dove con i resti del reggimento condusse l’assalto di Castelmorrone il 1° ottobre 1860,di rincalzo al “6° Reggimento Fanteria di Linea Farnese”, ricevette la croce di grazia dell’Ordine di San Giorgio, capitolò a Capua il 2 novembre dello stesso anno, anch’egli si ritirò a vita privata.

AMILCARE (Napoli 23 dicembre 1820 – Napoli 16 maggio 1901) nel 1837 nominato guardiamarina, partecipò come tenente di vascello alla campagna di Sicilia nel 1848 meritandosi la medaglia d’argento, nel 1858 era capitano di fregata, nel luglio del 1860 era comandante la fregata Veloce. Egli faceva parte di quegli ufficiali oramai pronti alla diserzione e all’aperta collaborazione col nemico, i piemontesi, quasi esclusivamente per ragioni di mero tornaconto ed interesse personale non certo per patriottismo ed italianità, infatti dopo aver svolto una missione invece di rientrare a Messina fece rotta per Palermo con la bandiera bianca e offrendo la nave a Persano, ma questi per non compromettersi lo invitò a consegnare al nave a Garibaldi che la ribattezzò Tukory, e nominando l’Anguissola capitano di vascello, il quale fece azioni di pirateria sequestrando i vapori appartenenti alla Marina Napoletana: Elba, Duca di Calabria; riuscì poi a farsi nominare ministro della Marina Dittatoriale, scalzando Scrugli, ma venne destituito dall’ammiraglio Persano per incompatibilità, nominato il 18 ottobre 1861 controammiraglio, la nomina mandò su tutte le furie Cavour, il quale ribadì in una lettera al Persano tutto il disprezzo per l’ufficialità traditrice napoletana; l’Anguissola venne messo a “disposizione” e solo nel 1863 riammesso al servizio attivo. Nel 1868inviato in missione presso una stazione navale italiana in America del Sud, mentre era di comando sul piroscafo Cavour col quale doveva raggiungere la sua sede, il vascello si incagliò su di una spiaggia, abbandonò la nave e inviò da terra richiesta di soccorsi, la nave riuscì con le sue forze a disincagliarsi raggiungendo il porto di Valparaiso senza il suo comandante, per la figura fatta il ministro della marina Riboty fece in modo di inserirlo nel personale da mandare in congedo, fu deputato al Parlamento del Regno d’Italia, egli incarnò la figura del traditore per lunghissimo tempo nell’opinione pubblica napoletana insieme al generale Nunziante.”

Da questi tre fratelli sono generati i tre rami napoletani della famiglia:

da Cesare: MARIA ELEONORA, GUIDO, FRANCESCO e FILIPPO;

da Giovan Battista: FERDINANDO (1857) cavaliere di giustizia dell'Ordine Costantiniano, GUGLIELMO (1870) commendatore dell'Ordine del Santo Sepolcro, cavaliere di giustizia dell'Ordine Costantiniano, decorato della Croce “Pro Ecclesia et Pontefice”, fu tra i fondatori ed animatori del partito legittimista in Napoli nei primi anni del XX secolo, da cui MARIA IMMACOLATA.

Da Amilcare: FERDINANDO (1855) tenente colonnello di artiglieria del Regio Esercito Italiano, da cui: LUIGI maggiore d'artiglieria, LUIGI MARIA capitano dei carabinieri, LUCIO colonnello d'artiglieria, LUISA, GINEVRA, ANNIBALE colonnello di fanteria mutilato della I Guerra Mondiale.

Il casato iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma: inquartato: nel primo e nel quarto troncato cuneato d'argento e di rosso, nel secondo e terzo d'azzurro alla biscia d'oro ondeggiante in palo.

Cesare Anguissola. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amilcare Anguissola. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D’ANNA

Titoli:  marchese

Dimora : Sicilia

Nota a Marsala ed a Corleone nel XVII secolo; GASPARE  con privilegio del 14 luglio e 29 ottobre dell’anno 1627  ebbe la concessione di fregiarsi del titolo onorifico di “Don”; CARLO proconservatore  della città di  Corleone  nel 1702; BERNARDO nel 1759 venne iscritto nei seggi  della nobiltà di Marsala; ROSARIO  capitano di giustizia nel biennio 1797/8; GIUSEPPE  ottenne il privilegio del titolo  marchese il 12 dicembre 1812, a cui venne poi intestato il feudo di Canneto in data  23 gennaio 1813.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma :  di verde al giglio d’oro, accompagnata da due rose d’oro

D’ANNA (2)

Titoli: duca di Laviano, marchese di Rapone

Dimora: Napoli

Il casato discenderebbe, secondo lo storico Scipione Mazzella nel libro “Descrittione del Regno di Napoli” edito nel 1601, dalla “gens Annea”, trasferitasi nel napoletano, in Ravello, quando Alarico prese Roma nel 410. Il cognome ha subito varie trasformazioni nei secoli da Anneus, de Annis, de Anna e infine nella forma attuale d’Anna.

LUCIUS Annaeus fu Vescovo di Montiacum (Magonza) nel 330; PIETRO d’Anna è citato come consigliere del Papa Gregorio IV (827 - 844)
La famiglia fu fedele a casa d’Angiò sin dai tempi di Carlo I d’Angiò : ROBERTO fu tra i cavalieri, tra cui Pietro de Laurentiis, Marino Agnese, Riccardo di Chiaromonte, Marino e Tommaso Pignatelli, Vito di Lettere, che festeggiarono le seconde nozze di Carlo I con Margherita di Borgogna ed in premio ottenne la collazione dell’Ordine Militare del “Cingolo militare” detto anche della “Milizia Aurata” nel 1272. Nella stessa epoca LANCILLOTTO ottenne il privilegio della nomina ad “Alto Barone” di Cantalupo con il castello e un Feudo nel contado di Sanseverino. MATTEO giudice nel 1340. Il casato iscritto tra le famiglie patrizie del Sedile di Portanova in Napoli. Alla fine del XIV secolo alcune famiglie patrizie del citato sedile, sostenitrici della Regina Margherita di Durazzo e del figlio Ladislao d’Angiò Durazzo, futuro re di Napoli, opposti al partito del pretendente al trono Luigi d’Angiò, fondarono l’Ordine della Leonza, la cui insegna consisteva in una Leonessa d’argento, del quale ordine i membri della famiglia d’Anna ne furono cavalieri. ANGELO patrizio napoletano, camaldolese, Vescovo della corte vescovile di Sommariva di Lodi, creato Cardinale nel 1384 da Urbano VI è seppellito in Napoli nella chiesa di Santa Maria di Portanova.

Un personaggio di gran valore della famiglia fu INNICO, detto “il Monaco”, nipote del cardinale ANGELO, fu capitano di “cento cavalli” di re Ladislao d’Angiò Durazzo (1386-1413) suo ambasciatore plenipotenziario, firmò in nome del re di Napoli la pace con Firenze il 31 dicembre 1410; “maggiordomo di corte” della regina Giovanna II d’Angiò Durazzo. Dopo l’uccisione di Sergianni Caracciolo gli subentrò nella carica di “Gran Siniscalco del Regno” per nomina della stessa regina, che lo designò anche tra gli esecutori testamentari e custode nominandolo tra i “sedici Baroni Governatori del Regno” tra cui Raimondo Orsini Conte di Nola, Baldassarre della Ratta Conte di Caserta, Giorgio della Magna Conte di Baccino,Ottino Caracciolo Conte di Nicastro Gran Conestabile del Regno, affinché lo conservassero, alla morte della regina, avvenuta nel 1435, per poi consegnarlo al suo erede Renato d’Angiò. Quando Renato giunse dalla Francia nel 1438 e divenne re di Napoli diede ai d’Anna, quale ringraziamento, la facoltà di alzare i gigli di Francia nelle armi, inquartandone lo stemma; egli è sepolto nella chiesa di Santa Maria del Carmine in Napoli. Il casato si diramò in varie città del Regno di Napoli, ottenne importanti feudi e cariche ecclesiastiche. Distintasi tra le più importanti di Barletta; BARTOLOMEO giustiziere in terra di Bari nel 1282. La famiglia acquisì il titolo di duca di Laviano il 13 marzo 1716, e di duca di Castelgrandine il 21 luglio 1701, marchese di Rapone il 30 settembre 1724. Per successione della famiglia Falletti ottenne la proprietà della terra di San Gregorio Magno nel 1794.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma: inquartato 1° e 4° d’azzurro di tre gigli d’oro, tre bande di rosso e d’argento, 2° e 3° troncato d’azzurro, montato d’oro e due stelle dello stesso, tre bande rosso e d’argento.

DE ANNA

Titolo: nobile

Dimora: Turku Finlandia

Motto: "In Sapientia sapiens in Militia militans"

La famiglia de Anna o d'Anna trova le proprie radici genealogiche nel casato dei d’Anna di Napoli, dal quale a sua volta deriva quello siciliano. Don GIUSEPPE fu doctor fisicus a Palermo nella prima metà del XVII secolo. Figlio di costui è CARLO GIUSEPPE, nato nel 1647 o 1648, da cui GIOVAN BATTISTA, che nel 1686 sposa la nobile Elisabetta Alfano e Vicario. Da loro nasce GIUSEPPE (1701-1772), sposato con la nobile Maddalena Grifo, di professione gentiluomo da cui SALVATORE (1730-1792), pure di professione gentiluomo, come da atto di matrimonio con la nobile Giuseppa Amari, sepolto nella Cripta dei Cappuccini di Palermo. Suo figlio fu MICHELE d'Anna (1780-1845) che, profugo politico, si rifugia in Canneto nel 1806. A partire dal 1840 circa userà in Puglia il cognome nell'attuale forma de Anna. Suo figlio CARLO (1813-1903) si sposò con la nobile Rosa Ximenes, figlia di un ufficiale dell'esercito spagnolo, e da loro nacque il Cavaliere MICHELE (1845-1929), volontario garibaldino nella Terza guerra di indipendenza e cittadino onorario della città di Giovinazzo. Suo figlio è Cavaliere ufficiale CARLO (1874-1943), notaio e commissario prefettizio di Giovinazzo. Dalla sua unione con la possidente Lucia Pugliese di Putignano, nasce il Cavaliere. dottor MICHELE (1912-1995), volontario di guerra, dirigente superiore delle II.DD. (Imposte Dirette) Dal suo matrimonio con Giuseppina Palombella, di antica famiglia di possidenti di Giovinazzo, nasce LUIGI GIULIANO de Anna (Giovinazzo 3.8.1946), professore ordinario di lingua e cultura italiana presso l'università di Turku in Finlandia, Cavaliere di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta. Dal suo matrimonio con Pauliina Haponen, docente universitaria, nasce MIKAEL Rikhard Julius Arvid de Anna (Turku 7.8.1985), attuali rappresentanti del casato.

N.d.A: si ringrazia il professor Luigi Giuliano per le notizie preziose sulla storia del casato e del consenso alla pubblicazione dello stemma

Arma: registrata e certificata (anno 2001) presso “l'Archivo genealogico, nobiliario y armero del Cronista Rey de Armas del Regno di Spagna: “D'azzurro partito da una fascia di rosso: nel 10 al giglio d'oro, nel 2o a due rose al naturale poste in croce di S. Andrea”

ANSALDI

Titoli: barone di Sant’Antonio, nobili dei Baroni di Sant’Antonio

Dimora :  Nicosia, Palermo.

Di origine Lombarda, si crede che derivi dal casato degli Ansaldi di San Miniato, ma non si hanno fondatezze certe, si stabilì in Sicilia nel XIII secolo, dove venne iscritta nella Mastra Nobile di Nicosia.

FILIPPO con privilegio acquisito del 17 agosto 1520 ebbe conferito il titolo di Cavaliere;  lo stesso venne riconfermato per il figlio SIMONE con privilegio del 5 settembre 1564.

SIMONE il 16 agosto 1730 venne investito del titolo di barone di Butti e Mangaliviti. DIEGO il 4 marzo 1761 ricevette attestato di nobiltà dal  senato di Palermo;  GIOVANNI con privilegio del 31 agosto 1761  venne nominato primo marchese di Spataro; il nipote GIOVANNI  fu l’ultimo  con tale investitura  e con quella di barone di Sant’Antonio poiché i titoli passarono alla figlia GIUSEPPA BEATRICE in Bertini.

GREGORIO capitano del “9° Reggimento fanteria di Linea Puglia”, partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nel 1860, capitolò il 2 novembre a Capua.

FERDINANDO  in data 20 settembre 1902 ottenne il riconoscimento del titolo di barone e nobile di Sant’Antonio.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma:  d’azzurro al destrochero d’argento impugnante un giglio d’oro, la campagna d’argento con tre rose unite al fusto.

ANSALONE o ANZALONE

Titoli:  baroni di Realcaccia

Dimora:  Catania

Secondo il Mugnos la famiglia discende da LADISLAO Cavaliere normanno al servizio di Enrico VI;  nota in Sicilia nel XIII secolo.

Suoi discendenti furono FEDERICO  che nel 1212 fu stratico di Messina; NATALE  fu uno dei fautori della  sollevazione del  Vespro contro la presenza francese sull’isola nel 1282,  da re Pietro d’Aragona venne eletto Maestro Giustiziere delle Valli di Castrogiovanni, Demina e Milazzo,  nell’anno 1282; GIACOMO nominato capitano dell’esercito.

PIETRO  ottenne il castello di Cosimo e l’Ufficio di protonotaro del Regno di Sicilia.

BONSIGNORE  senatore in Messina nell’anno 1302, barone di vari feudi; la famiglia  ottenne i diritti censuali del Regio Casato con privilegio del 6 marzo 1339  conservando tale prerogativa    fino al XVI secolo. GIOVANNI  barone di Cameni, Migaido, Ogliastro e Penineo  con regia conferma del 26 settembre 1504; BONSIGNORE barone di Flumendisi; GIACOMO capitano generale della città di Patti; PIETRO cavaliere di Malta. ASCANIO  barone di Montagna Reale di cui  fu anche primo duca per concessione reale di re Filippo IV  in data 20 gennaio e 4 giugno dell’anno 1642, nominato Maestro Razionale del Real Patrimonio, reggente del Real Consiglio d’Italia in Madrid ( organo di vigilanza amministrativa, fiscale e militare sui possedimenti spagnoli in Italia – il Viceregno - ),  principe di Patti nel 1665, Vicario generale del Regno in Val Demone, presidente della Gran Corte in Sicilia, maestro Portolano del Regno, marchese di Sorrentino  e conte di Tindaro, titoli che passarono al nipote ANTONIO di PIETRO  con investitura dell’anno 1681.

PAOLO  principe di Roccapalomba con concessione del 1630 e capitano di giustizia in Palermo anni 1672/3.  NICOLA con decreto Ministeriale del 10 giugno 1898 gli venne riconosciuto il titolo di barone di Reacalcaccia  quale eredità della madre Anna Paternò Castello

Iscritto nel Libro d’Oro della nobiltà Italiana.

Iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a tre gemelle (barre) d’oro poste in banda

DELL'ANTOGLIETTA

Titoli: nobile

Dimora: Lecce

Si crede che il casato sia d'origine francese, stabilitosi in Lecce nel XIV secolo; ottenne possedimenti di numerosi feudi tra cui la terra di Fragagnano fino all'abolizione della feudalità, ultimo intestatario FRANCESCO MARIA nel 1780, il quale nel 1701 aveva ricevuto anche il titolo di marchese sullo stesso feudo, titolo passato poi ad altra famiglia.

Famiglia iscritta nell'Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato: nel primo d'azzurro al corvo di nero avente nel becco un anello d'oro, accompagnato nell'angolo destro da un crescente d'argento avente tra le corna una stella d'oro, nel secondo d'oro alla croce di rosso caricata nell'estremità da quattro stelle d'argento e nel centro una cometa d'oro accompagnata nel lato destro superiore da un leone.

ANTONELLI

Titoli: patrizio dell’Aquila

Dimora: L’Aquila

Iscritta da tempo remoto al patriziato dell’Aquila; ottennero il privilegio di battere moneta nel 1496 da re Federico d’Aragona; ricevuta per “giustizia” nell’Ordine di Malta; CLAUDIO, GREGORIO, SIMONE, GIOVANNI e FERDINANDO patrizi di L’Aquila nel 1789; loro discendenti RAFFAELE, ENRICO e GIOVANNI viventi nella prima metà del XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia di rosso caricata da una stella d’argento, accompagnata da altre tre stelle d’oro, due nel capo ed una in punta.

DE ANTONELLIS

Titoli: barone

Dimora: Montefusco, Avellino

Famiglia già nota nel XVI secolo in Avellino.

SERAFINO con Regio Decreto del 22 dicembre 1857 ottenne il titolo di barone; riconfermato al figlio ALFONSO ed in seguito al discendente SERAFINO  con Decreto Ministeriale in data 25 luglio 1927.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana anno 1933, Iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro all’aquila d’oro, afferrante una serpe verde accompagnata da due stelle d’oro.

APRILE

Titoli: barone di Gima e Soprana

Dimora:  Caltagirone, Noto, Modica

Il Mugnos fa discendere la famiglia dalla Spagna  e precisamente dalla città di Valenza col nome di  “Avril”  italianizzato in Aprile,  passata in Sicilia con Federico II d’Aragona.

CARLO capitano di giustizia e conservatore in Caltagirone anni 1635/37; VINCENZO barone di Gima e  Soprana con investitura del 20 aprile 1727; PASQUALE alfiere (sottotenente) dell’ “11 Reggimento Cacciatori” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nel 1860, presente alla battaglia del Volturno il 1 ottobre, capitolò a Capua il 2 novembre; titolo ancora in possesso di VINCENZO negli anni ‘20 del XX secolo.

Iscritta Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma :  d’argento alla fascia di rosso, accompagnata da tre rose dello stesso

DELL’AQUILA

Titoli: baroni di Ginestra della Montagna, Patrizi di Benevento

Dimora:  Benevento

Di origine Normanna, le prime memorie certe risalgono a RICCARDO I,  feudatario in Terra di Lavoro, intorno al 1090.

 Il casato accrebbe la sua potenza con l’avvento degli Svevi; possedette numerosi feudi tra cui Carinola, Traetto, Itri, Riardo, Avellino, Calvi, Montesantangelo, Fondi. RICCARDO II, conte di Fondi,  fu un potente feudatario nel XII secolo, RICCARDO III grand’Ammiraglio dei re Guglielmo I il Malo,  e Guglielmo, II il Buono; RUGGERO  e  RICCARDO IV valorosi capitani dell’imperatore Federico II. PIETRO cardinale di Santa Romana Chiesa nel 1294.

Il ramo primogenito di Fondi si estinse nel 1327 con GIOVANNA che  sposò  Loffredo della casa dei Caetani il quale aggiunse il cognome al proprio. Nobili in Benevento sin dal 1268. Dichiarata ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo dell’Esercito delle Due Sicilie dalla Commissione per i titoli di nobiltà nell’anno 1855 per le “prove di antica nobiltà”.

Iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma:  d’azzurro all’aquila spiegata d’argento e coronata d’oro.

Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

ARDITI

Titoli: marchese di Castelvetere

Dimora: Presicce, Napoli

Originaria della Lombardia dal nome Conti, si trapiantò a Napoli con gli ostaggi lombardi presi dall’imperatore Federico II, e cambiò il cognome in Arditi; nel 1444 ottennero il feudo di Valentino in Principato Ultra; GIUSEPPE LEONARDO “regio squadriere” al tempo degli aragonesi, TROILO, nominato da re Federico, cavaliere dell’Ermellino; GERONIMO nominato cavaliere aurato (dell’Ordine del Cingolo Militare) e gli fu conferita l’arma gentilizia in data 8 marzo 1554 dall’imperator Carlo V; Il casato decorato del titolo di marchese in data 20 settembre 1682, che con privilegio del 5 luglio 1797 venne incardinato sul feudo di Castelvetere. Il titolo venne poi riconosciuto in persona di GIUSEPPE con Regio Rescritto del 3 agosto 1855 e nel 1895 al nipote FRANCESCO ed ai suoi eredi.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fenice sulla sua immortalità, fissante un sole a destra il tutto d’oro.

ARDIZZONE

Titoli: nobili di Sicilia

Dimora :  Catania, Siracusa

Di origine genovese, nobili in Messina, Palermo, Catania, Siracusa.

Messer NICOLA giudice della Gran Corte del Regno, iscritto alla mastra nobile di Catania; GIUSEPPE e MICHELE, cugini, dottori in legge iscritti nella mastra nobile di Siracusa il 30 ottobre 1755; ONOFRIO  giudice della Gran Corte ed avvocato fiscale del Regio Tribunale del Patrimonio, uditore generale delle “Genti di Guerra” ( tribunale militare) anni 1786/89; ANTONINO presidente del Concistoro, ottenne il titolo di marchese il 24 aprile 1788.

Iscritti nell’ Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma : d’azzurro,  al castello, leoni e corona d’oro, alla torre in punta di rosso, alle porte in nero

ARONE

Titoli: barone di Valentino, nobile dei signori di Bertolino

Dimora: Palermo, Sciacca

Originaria di Milano, passata in Sicilia e stabilitasi in Sciacca nel XVII secolo; DOMENICO ottenne il titolo di barone di Valentino in data 20 gennaio 1656; FRANCESCO ottenne il feudo di Bertolino il 1 luglio 1729; GIOVAN BATTISTA ottenne il titolo di barone di Bonfiglio il 17 aprile 1757; il titolo di barone di Valentino riconosciuto con R. D. del 29 gennaio 1903 e con RR. LL. PP. del 24 maggio in persona di FRANCESCO, e il titolo di nobile dei signori di Bertolino a GIUSEPPE.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d’azzurro al braccio vestito d’oro, impugnante una verga di nero, un monte di verde nel cantone destro, da cui scaturisce un ruscello d’argento.

ARTALE

Titoli : Marchesi di Collalto, Baroni di Colla Soprana, Sottana, Cannata

Dimora: Palermo

Di origine francese, venuta in Sicilia con TRISTANO de ARTAL, il quale ottenne nel 1396 la cestellania del palazzo reale di Palermo, nel 1399 quella del castello della Cuba.

FILADELFIO, dottore in legge, giudice Pretoriano di Palermo, giudice del Concistoro della Gran Corte , reggente consultore della suprema Giunta di Sicilia ottenne con privilegio del 2 gennaio e dell’8 giugno 1779 il titolo di marchese, il 14 giugno 1780 la baronia di Colla Soprana, Sottana e Cannata. GIUSEPPE  di FILADELFIO, dottore in legge, cavaliere dell’Ordine di Malta, giudice ed avvocato fiscale del Tribunale della Gran Corte, presidente del Concistoro  ebbe il titolo di marchese di Colla Soprana, Sottana e Cannata  il 22 giugno 1784.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: di rosso al leone d’oro, tenente con le zampe anteriori un martello di nero

ASCENSO

Titoli: barone di Mazzarrà, marchese di San Martino e Roccella

Dimora:  Trapani, Agrigento, Palermo.

Il Mugnos fa risalire il casato alla Francia poi passato in Spagna; di qui GIOVANNI, cavaliere catalano,  nel 1283 si recò in Sicilia quale cameriere dell’infante Federico. MATTEO  eletto barone e “famigliare” di re Federico II  nel 1340.

FRANCESCO con privilegio del 7 dicembre 1527 e  del 19 agosto 1528  venne inserito nei domestici e “famigliari” di Carlo V e creato cavaliere regio,  barone di Favarolo e autorizzato  ad aggiungere alle proprie armi l’aquila imperiale. PIETRO  il 20 febbraio 1697 ottenne il titolo di barone di Santa Rosalia; ERASMO con privilegio del  7 febbraio  e del 9 marzo 1795  investito del titolo di  barone di Camemi, Cammello e Plana.

PIETRO venne nominato duca di Santa  Rosalia  il 26 marzo 1812, fu senatore in Palermo anni 1793/95, cavaliere di giustizia dell’Ordine di Malta, principe di Alcara per eredità materna, per   matrimonio con Alessandra Spatafora Colonna acquisì il titolo di principe di Maletto, di Venetico, marchese di San Martino e Roccella, barone di Mazzarrà; titoli passati al nipote DOMENICO generale dell’Esercito Italiano anno 1876.

Iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma : trinciato 1° d’oro 2° aquila bicipite spiegata di nero,  tre bande in oro caricate di 6 palme di verde a 3,2,1

ASCIONE

Titoli: barone, nobili

Dimora: Napoli

Originaria di Napoli noti già nel XV secolo, il casato ha dato vari personaggi alla magistratura ed all’Ordine Costantiniano dal 1782 in poi; GUGLIELMO, professore batteriologo, capitano medico del Regio Esercito Italiano, cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, barone con riconoscimento del 18 giugno 1926.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana anno 1933; iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma : d’azzurro alla fascia d’argento, sostenente un uccello ascione al naturale.

ASMUNDO

Titoli: marchese, principe di Gisira, nobile dei principi, barone di San Dimitri, conti

Dimora: Sciaccca, Catania

Riferisce il Mugnos che sia originaria di Pisa, discendente da SISMONDO, capitano tedesco, al servizio di  Carlo Magno.

Un ramo della famiglia si stabilì in Sicilia con ADAMOTTO, maggiore scudiero del conte Ruggiero il Normanno, da questi ottenne la castellania di Jace nel 1089. Il casato ebbe nell’anno 1173 il feudo di Baldirone in Agrigento. Nel XIII secolo il feudo di Taormina e Mazzara. ADAMO, signore di Callura, avvocato fiscale del tribunale Regio del Patrimonio nell’anno 1416. NICOLO’ ANTONIO nominato regio cavaliere con privilegio del 20 aprile 1446, barone di Targia in data 22 febbraio 1453; GIROLAMO marchese di  San Giuliano il 4 marzo 1669; MICHELE  primo barone di Gisira il 6 agosto 1730, tramutato in principe con privilegio del 15 luglio 1763. Titoli in possesso del casato all’abolizione della feudalità.

La linea di Gisira: principi con riconoscimento del 22 giugno 1907; linea cadetta: cavaliere e nobile dei principi con decreto ministeriale del 25 aprile 1911; linea dei conti con regio decreto del 3 aprile 1900; linea dei baroni di San Dimitri  decreto del 1919.

Appartiene a questa famiglia la nobildonna MARIANNA che sposò il nobiluomo napoletano don FERDINANDO De Roberto, Ufficiale di Stato maggiore dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, madre di FEDERICO (1861-1927). FEDERICO De Roberto, giornalista,critico letterario e romanziere che, con Verga e Capuana, forma la triade dei grandi veristi siciliani. Autore, tra l’altro, de “I Vicerè”(1894), celebre romanzo che appartiene al ciclo narrativo degli Uzeda (facente parte della trilogia con “l’Illusione” del 1891 e dell’incompiuto “L’Imperio” uscito postumo) e si inscrive di diritto nel contesto letterario verismo-naturalismo-psicologismo di fine ‘800-inizio ’900;

“I Vicerè fu censurato e screditato per un secolo in quanto inaccettabile per la sua condanna del clericalismo e dell’opportunismo politico dei potenti. Lo scarso successo editoriale fece dire al suo autore: Sognavo di raggranellare una sommetta per riscattare gli stocks invenduti per darli fuoco...  ( nota critica di M. Borgomaneri)

Iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: d’oro a tre fasce in oro, sormontato da un capo d’oro caricato di un leone leopardito dello stesso.

 

 

 

 

 

clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

clicca per ingrandire

ASTUTO

Titoli: barone, nobile dei duchi di Lucchese

Dimora: Noto, Roma

Le prime memorie risalgono  al XVII  secolo  in Noto.

SEBASTIANO  barone di Meti e Santa Domenica con privilegio del 6 luglio 1649; FELICE  barone di Camilla con privilegio del 25 maggio 1762, barone di Fargione il 20 settembre 1768; ANTONINO patrizio di  Noto dal 1799 al 1801, barone di Fargione, signore di Menzagni e Pagano con investitura del 24 marzo 1790 e del 1791 e 1798; ANDREA  ottenne la carica di capitano di Noto dal 1812 al 1814.

Con decreto ministeriale del 4 ottobre 1909 il casato venne riconosciuto nobile dei duchi di  Lucchese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma:  d’argento alla biscia di nero in fascia accompagnata da tre stelle in capo d’azzurro, ed in punta di tre fiamme rosse.

ATENASIO

Titoli: barone di Montededero

Dimora: Palermo

Venuta in Sicilia da Taranto, nobile in Messina e Taormina come Atenasio ed Atanasio; GIOVAN BATTISTA giudice della corte Pretoriana di Palermo 1756/7, del tribunale del Concistoro 1767/), uditore generale delle genti di guerra nel 1784 (Tribunale Militare), maestro razionale giurisperito del Tribunale del Regio Patrimonio nel 1787; FRANCESCO PAOLO seniore, primo barone di Montededero, quale marito di Giovanna Battifora; titolo in seguito riconosciuto con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 15 ottobre 1904 in persona di FRANCESCO PAOLO juniore ed un successione primogenita maschile.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fenice di nero, posta sopra la sua immortalità di rosso, guardante il sole figurato d’oro nel cantone sinistro.

ATENOLFI

Titoli: marchese di Castelnuovo

Dimora: Cava dei Tirreni, Napoli

Antica famiglia di Cava nota dal XV secolo; decorata il 16 dicembre 1724 del titolo di marchese di Castrelnuovo in persona di NICOLA. Possedettero le baronie di Massanova, e di Acropoli;di seguito FULVIO, FLAMINIO marchese di Castelnuovo, PASQUALE ultimo intestatario del feudo; FULVIO con Regio Rescritto del 15 febbraio 1841 ottenne il riconoscimento del titolo.

PASQUALE (1826-1908) marchese di Castelnuovo, senatore del Regno, presidente della Croce Rossa Napoletana, presidente del Comitato di Soccorso del terremoto di Casamicciola, presidente della Società Risanamento di Napoli, socio dell'Accademia dei Georgofili nel 1864, grand'Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento al cuore sormontato da due stelle, il tutto di rosso.

Sen. Pasquale Atenolfi. A.S.Senato

 

ATTOLINI

Titoli: patrizio di Bari

Dimora: Bari, Modugno, Napoli

Famiglia originaria di Modugno, passata in Bari alla fine del XVI secolo, ed aggregata al suo patriziato nel 1789, nel 1805 ascritta al Registro delle Piazze Chiuse del Regno in persona di STEFANO; il casato ebbe il possesso della baronia di Licignano.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro, linguato di rosso, ed accompagnato nel cantone sinistro del capo da un’aquila di nero.

AVATI e AVATI di Pago

Titoli: marchese; nobile dei marchesi, duca di San Pietro, marchese col predicato di Pago

Dimora: Napoli, Bari

Motto: “Per aspera ad astra”

Famiglia originari della Spagna, trapiantatasi nel Regno di Napoli nel XVI secolo con FRANCESCO quale Maestro di Campo dell’Esercito dell’imperatore Carlo V, cavaliere dell’Ordine di San Giacomo della Spada; GIOVAN TOMMASO ebbe da re Filippo II nel 1595 il titolo trasmissibile di marchese “ in vista dell’antica nobiltà della famiglia, e l’inviolata fedeltà”.

Il titolo venne annotato nel Cedolario di Terra di Lavoro in data 8 ottobre 1798 in persona di VINCENZO, ed in seguito in persona di DOMENICO in data 12 luglio 1853; ricevuta nel S. M. O. di Malta nel 1612 (Archivio di Stato di Napoli volume XXVI, Priorato di Capua) e nel 1624 in persona di GIUSEPPE come cavaliere di ”giustizia”. Un ramo del casato ottenne nel 1717 l’aggregazione alla nobiltà napoletana Fuori Piazza ed aggregato al Patriziato di Bari nel 1791 ed iscritto al Registro delle Piazze Chiuse nel 1805; con D. M. del 17 ottobre 1912 vennero riconosciuti in persona di DOMENICO per maritali nomine, dal matrimonio avvenuto nell’anno 1885 con la nobile Maria dei conti De La Tour, i seguenti titoli: nobile dei marchesi, duca di San Pietro, marchese col predicato di Pago, trasmissibili ai maschi primogeniti.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana,iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al monte roccioso di tre cime uscenti dal lato destro dello scudo, sinistrato da un leone rampante sullo stesso, il tutto d’oro sormontato da una stella d’argento.

AVERNA

Titoli: barone di Centineo

Dimora:  Sicilia

Sostiene lo Spreti che, il casato, sia la diramazione della famiglia Avarna, la quale vanterebbe come capostipite GOFFREDO, uno dei dodici figli di TANCREDI d’Altavilla, fratello di Ruggero il Normanno di Sicilia. Nel XIII secolo tornati dall’esilio in Germania, quali prigionieri dopo la lotta che vide soccombere i Normanni di Tancredi contro gli Svevi di Enrico IV, si stabilirono in Messina nel 1251, dove un ramo fu detto Varna poi Avarna  ed un altro Averna.

CESARE il 3 febbraio 1776  ottenne l’investitura di barone di Centineo.

Iscritto nell’elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma:  d’oro alla banda d’azzurro

AVITABILE

Titoli:  nobili napoletani

Dimora: Napoli

Il primo del casato a cui si fa riferimento è MASELLO, condottiero napoletano, il quale ricevette dalla regina Giovanna II d’Angiò Durazzo il diploma di “famigliare” di casa reale nel XV secolo.

GIACOMO nel settembre del 1749 ottenne da re Carlo di Borbone il titolo di marchese.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale  Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma : d’azzurro al monte di verde, di un palmizio al naturale di due leoni d’oro controrampanti.

D'AYALA e D'AYALA VALVA

Titoli: conte, conte di Recalmuto, nobile dei conti, duca di Valverde, marchese di Valva, nobile dei marchesi di Valva, nobile di Taranto, trattamento di donna e don.

Dimora: Napoli, Roma, Taranto

Famiglia originaria della Spagna, passò nel Regno di Napoli nel XVI secolo, ricevuta per giustizia nell'Ordine Costantiniano in persona di GIUSEPPE (1834). Nel casato si estinse la nobile famiglia dei Valva poiché l'ultima intestataria Gaetana sposò un d'Ayala ed il titolo venne ereditato dal di lei figlio FRANCESCO SAVERIO d'Ayala, che ebbe riconosciuto il solo titolo di marchese e l'aggiunta del cognome Valva con Regio Rescritto del 1 maggio 1831, che così fu portato anche dal suo erede GIUSEPPE (†1858) suo figlio FRANCESCO (1846), nobile di Taranto, cavaliere d'Onore e devozione dell'Ordine di Malta con Bolla dell'8 aprile 1900, dimostrò alla Consulta Araldica del Regno d'Italia il suo diritto al predicato di Valva e del titolo di marchese di Valva, riconosciutogli con D. M. dell'8 giugno 1896 ed iscritto nel Libro d'oro della Nobiltà Italiana.

Il casato venne riconosciuto di “nobiltà generosa” dalla Commissione del Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie nel 1837 in persona di MATTEO (Archivio di Stato di Napoli, Verbali Regia Commissione volume I, folio 107).

Figlio di Francesco (1846) titolato di marchese di Valva e nobili di Taranto: GIUSEPPE (1871) ammiraglio della Regia Marina, fratello PIETRO conte, “motu proprio” del 13 febbraio 1902, senatore del Regno, commendatore dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, grand'ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia .

Conte di Recalmuto, nobile di Taranto (R.D. Motu proprio del 4 marzo 1900 e Regie LL.PP. Del 19 aprile 1900) FRANCESCO di Matteo (Napoli 1854) balì e Gran Priore di Napoli e Sicilia del Sovrano Militare Ordine di Malta, a cui successe il fratello ANTONIO (1857) conte di Recalmuto riconosciuto con D. C. G. del 22 settembre 1932, figli: DIEGO (1900) missionario in Cina, PLACIDO (1901), FERDINANDO (1905), LUCIA (1902), CATERINA (1910), figli di Placido: MARIA ANTONIA (1932)

Nobile di Taranto e nobile dei marchesi di Valva: FRANCESCO di Achille (Palermo 1854) figli: ACHILLE (1892-1927) ufficiale d'artiglieria, medaglia di bronzo al valor militare I Guerra Mondiale, ANNA (1891), LUIGI (1894), LIVIO (1897), GIUSEPPE (1901), VINCENZO (1905; di Achille FRANCESCO (1924), di Giuseppe FRANCESCO (1927)

FRANCESCO SAVERIO (1821) con Regio Decreto del 21 agosto 1872 ottenne la concessione, per refuta della madre donna Agata Gravina principessa Partanna, il titolo di duca di Valverde, di seguito ai suoi eredi veniva concesso con R.D. del 4 aprile 1929 e RR. LL. PP. del 16 maggio i titoli di duca di Valverde, nobile dei marchesi di Valva, nobile di Taranto e trattamento di Don e Donna: FRANCESCO SAVERIO (1867) cavaliere d'Onore e Devozione dell'Ordine di Malta, commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia, da cui GIOVANNI (1909).

ROBERTO (1846) di Francesco, venne concesso il titolo di conte, nobile di Taranto, nobile dei marchesi di Valva con R.D. “motu proprio” 27 maggio 1900 e RR. LL. PP. Del 3 febbraio 1901, figli: TERESA (1875), ARTURO (1879)

Iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922/33.

Arma: partito: nel primo d'argento a due lupi di nero passanti uno sull'altro con la bordura di otto decusse d'oro (d'Ayala), nel secondo d'argento alla fascia di rosso accompagnata da nove uccelli di nero, cinque in capo quello di mezzo coronato d'oro, quattro in punta rivoltati (Valva)

alias: partito: nel primo d'argento a due lupi di nero passanti uno sull'altro, sormontati da un lambello di rosso (per spezzatura), con la bordura di otto decusse d'oro (d'Ayala), nel secondo d'argento alla fascia di rosso accompagnata da nove uccelli di nero, cinque in capo quello di mezzo coronato d'oro, quattro in punta rivoltati (Valva).

Sen. Pietro D'Ayala Valva. A.S. Senato

 

 

 

 

 

Blasone D'Ayala Valva. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

D'AYALA y GODOY

Titoli: conte, nobile

Dimora: Napoli, Milano, Padova

Originaria della Spagna dalla stessa radice dei d'Ayala Valva. Si stabilì nel Meridione d'Italia ai principi del XVIII secolo. MARIANO (Messina 14 giugno 1807 – Napoli 26 marzo 1877) generale, scrittore di storie militari, a cui è stata dedicata in Napoli una strada. Incominciò la sua carriera militare come allievo della Scuola Militare della Nunziatella, nominato alfiere nel 1828, insegnò presso la stessa Nunziatella, ma ne venne allontanato per le sue idee liberali nel 1843, venne poi arrestato nel 1844 e nel 1847, fece parte del governo costituzionale nel 1848, quando il governo venne sciolto si rifugiò in Toscana e poi in Piemonte dal 1852 al 1860 ritornando a Napoli ed assumendo il comando della Guardia Nazionale, nominato senatore del Regno il 15 maggio 1876; tra le su opere “Memorie storico-militari dal 1734 al 1815”, “Le vite dei più celebri capitani e soldati Napoletani dalla giornata di Bitonto fino a' giorni nostri 1843”, “Napoli Militare 1847”, “I piemontesi in Crimea”.

Con R. D. di Concessione del 29 luglio 1927, RR. LL. PP. dell'8 dicembre dello stesso anno veniva concesso a CARLO (1864-1932) il titolo di conte trasmissibile alla figlia MARIA LUCIA (1890), il figlio MARIANO (1895), ufficiale di cavalleria, decorato al valor militare morto in guerra il 2 febbraio 1918. Fratello di Carlo vivente nella prima metà del XX secolo EMILIO (1870).

Iscritto nell'Libro d'Oro della Nobiltà Italiana e nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1933.

Arma: d'argento a due lupi di nero linguati di rosso passanti l'uno sull'altro, con la bordura di rosso carica di otto decusse d'oro.

Mariano d'Ayala. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

AZZIA

Titoli: marchese

Dimora: Capua

Non si conoscono bene le origini della famiglia, alcuni credono che discenda dalla gens romana degli Actia, altri sostengono che sia un ramo della casa d’Este, o dei Beccadelli. Certa è la su la sua comparsa in Capua nel XIII secolo; un ramo si trasferì in Napoli nel XVI secolo ed iscritto al seggio di Nido, ottenendo il grandato di Spagna estinguendosi nella famiglia Albertini nella quale confluì il titolo di marchese della Terza e conte di Noja, posseduti a sua volta dalla famiglia Perez Navarrete. Il casato inserito nell’Ordine di Malta dal 1456.

RAONE siniscalco di re Federico II di Svevia nel 1243; GIACOMO familiare dei re Carlo I e Carlo II d’Angiò; SIMONETTO creato barone da re Roberto d’Angiò; RAONE vicario in Basilicata, ambasciatore in Francia per conto di re Roberto d’Angiò; NICOLÒ familiare della regina Giovanna II d’Angiò Durazzo; ALFONSO generale dell’esercito di re Alfonso I d’Aragona; ANTONIO cavaliere e familiare di re Alfonso I d’Aragona; GIOVANNI e PERROTTO strenui combattenti contro i turchi, valorosi combattenti nella “guerra d’Otranto” nel 1481; GIACOMO ANTONIO gran maestro dell’Ordine di Malta e dell’Ordine di San Lazzaro nel 1499; ALFONSO stesse cariche dal 1525 al 1563; MUZIO stesse cariche nel 1564; ANTONIO conte di Noja, marchese della Terza, grande di Spagna, capitano d’arme combattè per Carlo V contro i Veneziani; CESARE capitano di cavalli, governatore di Civitella del Tronto nel 1557; SILVIO valoroso capitano d’arme in Capua nel 1582; CESARE capitano d’arme combattente nelle Fiandre nel 1594; GIOVAN BATTISTA marchese della Terza, socio dell’Accademia dei “Sereni”; CARLO maestro di campo, cavaliere dell’Ordine di San Giacomo e consigliere del Consiglio Collaterale durante la rivolta di Masaniello, governatore dell’isola d’Ischia; rappresentate del casato nella prima metà del XX secolo il marchese ALESSANDRO vivente in Capua.

Esistono monumenti del casato nella chiesa di San Domenico in Capua.

Arma: di nero alla banda merlata d’argento.

 

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2008: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato