Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

 D  

 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

 N 

 O

 P-PA  PE-PI  PL-PU

 Q

R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

 U

 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

LI-LU

LIBERTINI

Titoli: barone di San Marco lo Vecchio

Dimora: Caltagirone

Famiglia di nobiltà riconosciuta dal XVI secolo; GIUSEPPE ottenne il titolo di barone di San Marco lo Vecchio per atto di donazione di Nicola Platamone in data 7 agosto 1844.

Successivamente, con decreto “motu proprio” in data 26 dicembre 1901 del re d’Italia Vittorio Emanuele III e con RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 3 agosto 1903, venne concessa la trasmissione del titolo in linea di primogenitura maschile agli eredi di GESUALDO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone posto a destra affrontato ad una tenda da campo sostenuta da due lance sormontata da tre stelle il tutto d’oro.

LICATA

Titoli: principe di Baucina, marchese di Montemaggiore e Biscardo, conte di Isnello, barone d‘Aspromonte.

Dimora: Palermo

Famiglia che godette nobiltà gia del XVI secolo; per il matrimonio contratto in data 29 aprile 1863 da BIAGIO con Francesca Di Maria Termine, dama di corte della Regina Margherita, il casato acquisì i seguenti titoli: principe di Baucina, marchese di Montemaggiore e Biscardo, conte di Isnello, barone d‘Aspromonte, con il conseguente riconoscimento ufficiale in data 27 aprile 1891.

BIAGIO senatore del Regno d’Italia; il nipote BIAGIO con Decreto del Capo del Governo in data 16 luglio 1926 ottenne l’ufficialità rinnovata dei titoli già riconosciuti alla famiglia nel 1891.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al leone sormontato da tre stelle il tutto d’oro.

LI CHIAVI

Titoli: barone del Leone, nobili dei baroni

Dimora: Palermo

Famiglia nota dal XV secolo. BALDASSARRE, dottore in legge, proconservatore di Girgenti nel 1602; BENEDETTO primo barone del Leone con privilegio del 15 giugno 1788; nobili dei baroni in persona di ENRICO secolo XIX.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro al braccio armato al naturale impugnante una bandiera di verde, accostato da due chiavi di nero accompagnate da tre alberi di verde.

LI DESTRI

Titoli: barone di Rainò, di Equila Verde, di Montagna di Neglia, di Ficuzza, di Grotte di Famusa, di San Todaro e Montagna del Corvo, nobili dei baroni, cavaliere

Dimora: Palermo

ANTONIO con privilegio del 15 maggio 1602 ottenne il titolo di “regio cavaliere” e il riconoscimento del blasone; FRANCESCO proconservatore di Gangi anno 1792; ANTONIO acquistò i feudi di Rainò, di Equila Verde, di Montagna di Neglia, di Ficuzza, di Grotte di Famusa, di San Todaro e Montagna del Corvo dei quali fu investito del titolo di barone con investitura 27 aprile 1776; MICHELANGELO barone di Partisina con investitura del 31 agosto 1791; FRANCESCO ANTONIO, barone, capitano di giustizia nel 1812/13.

Con D.M. del 2 aprile 1899 i titoli del casato vennero riconfermati in persona di ANTONIO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di rosso al braccio armato d’argento, impugnante con la mano di carnagione tre spighe d’oro.

LIETO

Titoli: barone

Dimora: Ravello, Napoli

Iscritta nel Patriziato di Ravello, di questa famiglia si hanno le prime memorie con PIETRO che fu stratigoto di Ravello nel XII secolo come da documentazione reperita presso l’Archivio di Amalfi. NICOLA 1° tenente del “5° Reggimento fanteria di Linea Borbone” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie , capitolò con la guarnigione nel marzo del 1861 a Messina.

Con R. D. dell’11 ottobre 1928 FRANCESCO, dottore in legge, conseguì il rinnovo del titolo e con RR. LL. PP. del 21 febbraio 1929 venne riconosciuta l’arma gentilizia.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro con tre stelle al capo, in punta un monte all’italiana di verde cimato da un uccello al naturale.

LIGNOLA

Titoli: nobile di Lettere

Dimora: Lettere, Napoli

Famiglia di antica nobiltà secolo XV; ANTONIO ascritto alla nobiltà di Lettere il 21 luglio 1791; RAIMONDO colonnello del Genio Navale della Regia Marina del Regno d’Italia nel XX secolo.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a tre fasce d’oro, in capo tre stelle d’oro, in punta un leone al naturale.

LIGUORO o de LIGUORO o de LIGUORI

Titoli: patrizio napoletano, principe di Presicce, nobili dei principi

Dimora: Napoli, Milano, Roma

Antica e nobilissima famiglia napoletana che ha dato un santo e numerosi uomini d’arme, fedelissima a Casa Borbone Due Sicilie.

MARCO de Ligorio, riconosciuto il capostipite della famiglia, governatore della città di Napoli nel 1190 con il Regno Normanno di Tancredi; ROBERTO, FLORIMANTE e GIAN CRESCENZO, capitano generale delle armi, furono investiti dell’Ordine militare del “Cingolo” da Carlo I d’Angiò; GIOVANNI tesoriere generale di re Ladislao; FILIPPO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1422; la famiglia è iscritta al Seggio di Portanova in Napoli.

Appartiene a questa casata Sant’ALFONSO MARIA, di GIUSEPPE e Anna Caterina Caballero nobile di Spagna, nato nella villa di Marianella (Napoli) il 27 settembre 1696, fondatore dell’Ordine dei Redentoristi nel 1732, vescovo di Sant’Agata dei Goti 1762, autore del tomo “La Teologia Morale” nel 1748 e di una “Storia delle Eresie” nel 1772, venne innalzato agli onori degli altari il 26 maggio 1839, ebbe come fratelli ANTONIO monaco in San Severino e Sossio, GAETANO cappellano del tesoro di San Gennaro, BARBARA e MARIANNA monache del convento di San Girolamo in Napoli.

RAIMONDO ministro delle finanze del Regno delle Due Sicilie; FRANCESCO colonnello dell’Esercito di Murat il 5 febbraio 1815; GIROLAMO colonnello comandante “9° Reggimento fanteria di Linea Puglia”, in piena occupazione della capitale da parte dei garibaldini, attraversò Napoli con le sue truppe per recarsi a Capua, decorato della Croce di Ufficiale dell’Ordine di San Giorgio, promosso generale di brigata, il 1° ottobre 1860 combatté valorosamente contro i garibaldini a Santa Maria meritandosi la Croce al merito dell’Ordine di San Ferdinando, capitolò il 2 novembre dello stesso anno a Capua; FERDINANDO, figlio del precedente, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, tenente del “Real Corpo d’Artiglieria” combatté a Gaeta, a fine guerra si arruolò nell’Esercito Imperiale Austriaco, e come ufficiale “dell’ Artiglieria Imperiale” combatté a Custoza, insieme ad altri napoletani, contro gli italiani nel 1866; il cugino ACHILLE maggiore della “Gendarmeria Reale a Cavallo”, proveniente dalla “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo”, si distinse nell’annientamento della colonna del garibaldino Nullo ad Isernia, presente a Macerone dove rallentò l’avanzata piemontese ed ivi fatto prigioniero; GIOVANNI, fratello del ministro RAIMONDO, colonnello comandante “1° Reggimento Ussari della Guardia Reale” decorato della Croce di Diritto dell’Ordine di San Giorgio, partecipò anch’egli alla difesa del Regno; Tenente di Vascello della Real Marina delle Due Sicilie ERCOLE (1833) figlio di RAIMONDO principe di Pollica e di Giuseppina Orlando, guardiamarina nel 1850, passò nella Marina Italiana ma nel 1863 diede le dimissioni per contrasti con gli alti gradi della Marina. FRANCESCO PAOLO nobile dei principi di Presicce vivente nel XX secolo.

Tutt’ora è esistente palazzo de Liguoro Presicce in Napoli alla via Arena alla Sanità. Nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi vi è l'altare della famiglia De Liguoro ed il sepolcro di FRANCESCO (†1735) principe di Presicce e del figlio CESARE morto giovanissimo (1711-1727)

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato d’azzurro e d’oro al leone dell’uno e dell’altro attraversato da una fascia d’argento.

Sant'Alfonso de Liguoro. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

Sant'Alfonso de Liguoro. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

Opera su Sant'Alfonso de Liguoro. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

Generale di Brigata Girolamo de Liguoro. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

LIOY

Titoli: nobile

Dimora: Ripacandida,Terlizzi, Napoli, Vicenza, Venosa

Motto: "Oculi mei semper ad Dominun"

POTENZIANO, nato nel 1540 a Ripacandida, recatosi in Terlizzi per divenirvi Governatore fu riconosciuto nobile con Real Privilegio del 12 gennaio 1588 da Filippo di Castiglia, Re di Napoli e Sicilia; si trasferì in seguito a Venosa per divenirvi il Governatore. FRANCESCO ricevuto per “giustizia” nell’Ordine Costantiniano il 10 agosto 1800; e nello stesso ordine il sacerdote ENRICO in data 21 giugno 1817. Un ramo si trasferì a Vicenza nel 1782, quando FELICE lasciò Terlizzi a causa dell’Editto Antimassonico del 1775. Il ramo di Napoli e di Terlizzi oggi sono estinti, mentre sono tuttora esistenti quello di Ripacandida con discendenti in Roma, quello di Vicenza con discendenti in Vicenza e Milano, e di Venosa.

La famiglia Lioy (ramo Venosa) ebbe splendore con PASQUALE (1759) gentiluomo;  con FILIPPO (1783-1857) medico sposato Eleonora Sabini;  GIROLAMO fu uno dei  155 elettori che votò nel 1811 per il Parlamento Nazionale ; GIUSEPPE (1825) sacerdote, poeta, letterato e patriota, cappellano della Brigata Basilicata combatté con Garibaldi nella grande battaglia del Volturno; GIROLAMO (1827) prese parte ai moti rivoluzionari di Napoli nel 1848 con Luigi La Vista, successivamente, dopo un periodo di insegnamento, divenne funzionario del Ministero dell’Interno; PASQUALE (1824) sindaco di Venosa nel 1861, tentò di impedire l’invasione di Crocco nella città, ma non vi riuscì. EUSTACHIO (1839-1898) avvocato, cavaliere, vicepretore, sposò Vincenza Spada da Spinazzola. DIODATO (1830-1912, ramo Napoli) giornalista, docente universitario, cofondatore del giornale “ROMA”, autore di saggi giuridici (le città di Napoli e Venosa gli hanno intestato una via). ARTURO (ramo Venosa 1873-1944) medico veterinario, consigliere comunale, medaglia di bronzo al merito della salute pubblica al tempo della epidemia detta “spagnola”; ALFREDO (1903-1960) geometra, giudice Conciliatore del Comune di Venosa ; ROSA MARIA (1943-2005) insegnante, direttrice biblioteca comunale di Venosa; EUSTACHIO (1945) docente, presidente diocesano dell’Azione Cattolica della diocesi di Montevergine, Ufficiale OMRI, ha sposato Monaco Giovanna da Rocca di Mezzo la quale è insegnante, presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica, benemerita della Chiesa diocesana di Avellino, medaglia d’oro al merito della Pubblica Istruzione; Cavaliere OMRI. ANTONINO (1916-1952) geometra, valoroso ufficiale del Regio Esercito Italiano; FILIPPO(1872-1950) medico; PAOLO (1839-1912, ramo Vicenza) illustre scienziato, scrittore e poeta, consigliere comunale e provinciale, provveditore agli Studi, senatore, cavaliere dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro, alla sua memoria è stato intestato il Liceo Scientifico di Vicenza. FELICE presidente nazionale di Audiradio. GAETANO (1830-1920 ramo Terlizzi) monsignore,  Cavaliere di Malta, titolare della chiesa delle Anime del Purgatorio di Molfetta . ERNESTO (ramo Roma) primario ospedaliero Casilino. FILIPPO, ingegnere.

Iscritta nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

N.d.A: un ringraziamento al Signor Gianlorenzo Lioy per le ulteriori utilissime notizie fornite sul casato.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro accompagnata in capo da due teste di moro con la fascia d’argento, sormontate da tre stelle dello stesso, in punta da una stella cometa accostata da due bande d’oro.

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DE LISI

Titoli: barone della decima degli agnelli e delle pecore di Taormina, nobili dei baroni

Dimora: Messina

Con atto del 23 marzo 1920 i titoli su descritti passarono dalla principessa Anna Balsamo Avarna al nipote ANTONINO De Lisi; e con R.D. del 24 marzo 1921 e RR. LL. PP. Del 16 marzo 1923 a SALVATORE.

Appartiene a questa famiglia CARLO 2° Tenente del “9° Reggimento Fanteria di Linea Puglia” che ha partecipato alla campagna del 1860 contro l’invasione del Regno delle Due Sicilie, il 27 maggio difese strenuamente Palermo, ricevendo l’onorificenza della Croce di Diritto di San Giorgio, capitolò con il suo reparto il 2 novembre a Capua.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922

Arma: partito il 1° d’azzurro a due spade al naturale, 2° d’argento al giglio d’azzurro.

LOFFREDO

Titoli: duca di Ossada, marchese di Melia, conte di Guido, barone della tonnara di Patti, barone di Longi, signore delle saline di Platanella, di Cianciana e Cantarella, marchese di Cassibile, marchese di Mongiuffi e Kaggi, nobili dei duchi

Dimora: Messina

Motto: “festina lente”

Originaria di Cava dei Tirreni, passò in Messina nel XVIII secolo.

SILVESTRO acquistò la baronia di Cassibile il 2 aprile 1785 e con privilegio del 4 dicembre 1797 ne ottenne il titolo di marchese, iscritto nella Mastra Nobile dal 1798 al 1807, sindaco di Messina il 24 febbraio 1812; il nipote SILVESTRO d’Auria assunse il cognome e il titolo dei Loffredo; VINCENZO ottenne il titolo di marchese con R. D. del 26 agosto 1898.

Con D. M. del 20 luglio 1898 e D. M. del 26 agosto 1899 vennero riconosciuti alla famiglia i titoli su indicati.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro troncato filettato d’oro, 1° al leone d’oro tenente un ramoscello, 2° a tre monti di verde sormontati da tre stelle d’argento - alias di vajo azzurro.

 

LOMBARDO e LOMBARDI

Titoli: duca di Cumia, nobile

Dimora: Palermo, Messina

FRANCESCO pretore di Palermo 1359/60; GIACOMO stessa carica 1779/80; NICOLA, milite, palermitano, ottenne la castellania di Castrogiovanni il 29 gennaio 1396, primo barone di Ghibellina nel 1397; GIORGIO barone di Francavilla nel 1463 e castellano di Ristretta 1479; PIETRO ANDREA conservatore del Regio Patrimonio 1527, pretore di Palermo anni 1537 e 1547/8, governatore della Nobile Compagnia dei Bianchi di Palermo 1541/48; ANNIBALE, MICHELE, GIOVANBERNARDO e SIMONE ascritti nella Mastra Nobile del Mollica anni 1588/98 e 1603; BIAGIO capitano di giustizia in Sutera nel 1578; ONOFRIO primo barone di Scala di Manchi e di Belice; BENEDETTO giudice pretoriano del Concistoro 1799/1801, del tribunale della Gran Corte del Regno nel 1796; ANDREA, colonnello di fanteria del Regio Esercito Italiano, ottenne il titolo di duca di Cumia nel 1910, trasmissibile ai primogeniti.

Un ramo della famiglia dal cognome LOMBARDI venne riconosciuto nobile dalla Commissione dei Titoli Nobiliari del Regno delle Due Sicilie il 30 aprile 1857 e insignita della stesso stemma gentilizio.

Arma: vajato di rosso e d’oro

LOMBARDO di San Chirico

Titoli: nobili, predicato di San Chirico

Dimora: Lucera, Roma

Antica e nobile famiglia di Lucera originaria veneta, residente a Milano, ricevuta nel S.M.O.M. come quarto della famiglia Marulli nel 1591, della famiglia Caracciolo di Capriglia nel 1635, della famiglia Mirelli di Teora nel 1841 e con propri cavalieri: FERRANTE nel 1704, ANTONIO nel 1705, FRANCESCO SAVERIO e ANTONIO nel 1739. Diede alla chiesa vari prelati tra cui GIACOMO Vescovo di Troia dal 1438 al 1469 e NATOLO Vescovo di Bovino dal 1466 al 1477. Possedette i feudi di Castelluccio de Sauri con privilegio di re Ferrante I d Aragona del 22 agosto 1462, Troia dal 1583, di Gambatesa con titolo di conte dal 1592 , di Roseto con titolo di marchese dal 1603, Tufillo con titolo di marchese dal 1627 e San Chirico con titolo di barone con Regio Assenso del 28maggio 1727. Aggregata al patriziato di Lucera nel 1694. Riconosciuta ammissibile nelle Regie Guardie del Corpo dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie nel 1837; FELICE (Palermo 1772 - Foggia 1828), ascritto nell'Elenco del priorato di Barletta e Capua del 1801, colonnello comandante della Nunziatella, IV barone di San Chirico e patrizio di Lucera; il casato decorato degli ordini cavallereschi di San Ferdinando, di San Giorgio della Riunione, delle Due Sicilie, Legion d'Onore e di Spagna.

Inseriti nell’Elenco Nobiliare col titolo di nobile in persona dei discendenti di FELICE.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

N.d.A.: Un ringraziamento per le notizie fornite per i completamento della storia del casato al signor Francesco Lombardo di San Chirico.

Arma: di rosso al leone d'argento.

LONGO (1)

Titoli: marchese di Vinchiaturo, nobile di Nola e Modugno.

Dimora: Napoli, Marigliano, Modugno.

Di antica origine, feudataria dal tempo della dominazione Normanna. MARINO proprietario del feudo di Nardò nel XII secolo. Nobile in Napoli, Salerno, Benevento e Nola dove venne iscritta a quel patriziato nel 1648; diede due santi FILIPPO e SULPIZIO. Ricevuta nell’ordine di Malta nel 1578 in persona di VESPASIANO; BARTOLOMEO consigliere di re Alfonso I d’Aragona; MARINO e GIOSUÈ ricordati quali combattenti nell’azione presso Sarno tra Angioini e Aragonesi nel 1460. Da MARINO, capitano di ventura e condottiero di Ferdinando I d'Aragona nella battaglia di Sarno contro gli Angioini nel 1460, discende il ramo nobile di Modugno in persona di NICOLA (1789-1877) medico di Ferdinando II di Borbone, cavaliere dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell'Ordine della Corona d'Italia. MARIA LORENZA Requenses, spagnola (1463-1542), sposò nel 1483 GIOVANNI Longo, funzionario di Ferdinando II d’Aragona, e nel 1506 seguì il marito a Napoli, rimanendo vedova nel 1509. Nel 1521 fondò l’Ospedale di "Santa Maria del Popolo degli Incurabili" (chiamato così dall’allora incurabile male che era la sifilide). Nel 1535 fu autorizzata dal Papa Paolo III a fondare "l’Ordine delle Monache Clarisse Cappuccine", detto delle “33”, in omaggio ai presunti anni di vita terrena di Gesù Cristo.

Riconosciuta di antica nobiltà nelle prove per l’ammissione nella Compagnia delle Regie Guardie del Corpo nel 1860; COSTANTINO ufficiale del Regio Esercito delle Due Sicilie ha partecipato alla campagna del 1860/61 contro i piemontesi che invasero il Regno.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro accompagnata da tre stelle d’oro.

 

 

 

 

 

 

LONGO (2)

Titoli: barone di Frassini e di Salicà

Dimora: Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Palermo

Diramazione della precedente famiglia che passò da Napoli prima a Genova e poi in Palermo con ANTONIO nel 1506; MARCO portò la famiglia in Correale; GIOVAN GREGORIO portò la famiglia in Messina; FRANCESCO giudice della Gran Corte 1712/29, per acquisizione matrimoniale con Olivia Scammacca ottenne il titolo di Barone Della Corte; GIACOMO giudice della Gran Corte 1699/1711, giudice del tribunale della regia Monarchia, abate di Santa Maria di Terrana 1714, presidente del Concistoro 1725, consultore del Viceré 1735; GIUSEPPE cavaliere dell’Ordine Costantiniano nel XVII secolo; GIUSEPPE consultore del governatore di Messina nel 1798; GIACOMO, dottore in teologia e legge, avvocato fiscale della Corte Arcivescovile di Palermo 1727, teologo consultore del Tribunale della Regia Monarchia, esaminatore sinodale 1731, avvocato dei poveri 1732, canonico della Cattedrale di Palermo 1734, vicario generale della Diocesi di Cefalù 1736, consultore del SS. Tribunale dell’Inquisizione; ANTONIO cavaliere dell’Ordine di Malta 1794; GASPARE, con acquisizione matrimoniale con Anna Perrelli, ottenne il titolo di barone di Frassini e Salicà in data 16 settembre 1769; GASPARE, barone di Frassini e Salicà, dottore in legge, capitano d’Artiglieria del Regio Esercito Italiano, comandante del “56° Gruppo Bombardieri”, decorato della medaglia di bronzo al valor militare, della Croce al merito di guerra, medaglia commemorativa della guerra 1915/18 con quattro stellette, medaglia Interalleata della Vittoria: SANTI, dottore in scienze agrarie, con RR.LL.PP. (regie lettere patenti) del 5 agosto 1927 riconosciuto dei titoli di barone di Frasini e di Salicà e dello stemma gentilizio.

Arma: di rosso all’aquila spiegata di nero coronata d’oro – alias di rosso alla fascia d’argento a tre stelle d’oro.

 

 

 

LONGOBARDI

Titoli: nobile

Dimora: Roma, Napoli

Originaria di Castellammare di Stabia. PIETRO ANIELLO possedette il feudo di Beffe in Abruzzo al quale impose il nome di Villanova nel 1748.

Riconosciuta del titolo di nobile con D. M. del 26 novembre 1927, con R.D.  del 1928 nominato barone “ad personam” GABRIELE.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Sorge in Napoli nella chiesa di Santa Chiara la cappella di juspatronato della famiglia, fatta erigere da PARIDE nel XVI, ivi sepolto al quale si aggiunge il sepolcro FELICIA. Foto Ciro La Rosa. Clicca sull’immagini per ingrandire

   

Cappella Longobardi

 

Sepolcro di Paride Longobardi

 

Sepolcro di Felicia Longobardi

Arma: d’azzurro al leone d’oro tenente una palma di verde.

Blasone, particolare cappella Longobardi, chiesa di Santa Chiara Napoli. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

LOPEZ

Titoli: duca di Taurisano

Dimora: Lecce, Taurisano, Napoli

Originaria della Spagna, passata nel Regno di Napoli, ottenne i feudi di Ortisana e Taurisano nel XVII secolo, decorata del titolo di duca di Taurisano nel 1692; ricevuta nell’Ordine di Malta nel 1767, iscritta nel Priorato di Barletta nel 1801 con ANTONIO; ANTONIO capitano del “12° Battaglione Cacciatori” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, ha partecipato alla campagna contro l’invasione piemontese del 1860/61, FRANCESCO capitano della “Gendarmeria Reale a Piedi” ha combattuto a Macerone contro i piemontesi.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato 1° d’azzurro a due lupi d’oro l’uno sull’altro, 2° a cinque gru d’argento.

LORETO

Titoli: Conte del Regno delle Due Sicilie - Nobile Campano - Nobile Abruzzese - Patrizio di Buonalbergo.

Dimora: Guardialfiera  e Napoli

La famiglia "Loreto" attualmente rappresenta da Giovanni Loreto di Guardialfiera risale al Regno delle Due Sicilie, è originaria della Campania, ma presente anche nell'attuale regione Molise a Guardialfiera. Ricoprono i titoli di nobili e conti.

Il casato era già nobile e insignito del titolo di conte nel periodo del vicereame degli Asburgo sul Regno delle Due Sicilie e mantenne tali titoli durante il periodo borbonico fino all'unificazione al Regno d'Italia.

Un ramo della famiglia, quello insignito del titolo di nobile, sopravvive fiorente nel Molise a Guardialfiera vivono in un ala adiacente al Palazzo Loreto ormai di proprietà del Comune di Guardialfiera.

Il ramo insignito del titolo di conte ha discendenti presenti a Napoli. Un altro ramo della famiglia sopravvive in Basilicata, in provincia di Matera.

Alcuni Discendenti collaterali sono presenti nel centro-nord dell'Italia, prevalentemente in capoluoghi, dagli inizi del XX secolo.

Lo stemma del casato era originariamente d'oro, a tre bande di rosso, ma furono adottati diversi stemmi dai rami secondari della famiglia per questo di Guardialfiera sarebbe bello se qualcuno potrebbe fare la descrizione

Fonte:

- Archivio Diocesis Guardiensis;

- Wikipedia;

- Istituto Nobiliare Araldico Genealogico Italiano (I.N.A.G.I.);

- Archivio di Stato Napoli - Sez. Patenti e Nobiltà;

- Biblioteca e Museo Civico "Palazzo Loreto Guardialfiera";

- Enciclopedia Nobiliare Italiana (E.N.I.) -  APS;

- Corder Modulo Morosini 1878 Venezia;

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LOTETA

Titoli: marchese

Dimora: Messina

Famiglia già nota dal XVI secolo. Per acquisizione matrimoniale di GIACOMO con Giuseppa Maria Verardi il titolo di marchese, posseduta dalla consorte, passò nella sua famiglia nel XIX secolo; tale titolo venne riconosciuto nel 1913 a GAETANO di Giacomo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: d’azzurro al monte di rosso di tre vette, sostenente un’aquila al naturale, il terzo con una mano al naturale sostenente una fiaccola accesa.

LOTTI

Titoli: conte d’Oppido

Dimora: Messina

Di antica nobiltà conosciuta dal XIV secolo in Napoli. Per successione di casa Spinelli con il matrimonio di GAETANO con Laura Spinelli, la famiglia ottenne il titolo di duca d’Oppido nel 1857.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia e ad una aquila d’oro, in punta da tre stelle divise da due bande il tutto d’oro.

LOTTIERI D'AQUINO

Titoli: nobili dei principi di Pietrastornina, patrizio napoletano

Dimora: Napoli

Antico casato originario di Firenze, iscritto nel Patriziato Napoletano al Seggio di Portanova; ebbe in possesso il feudo di Pietrastornina dal 1635, decorata del titolo di principe con Regio Privilegio del 17 maggio 1643; ultimo intestatario del feudo ANTONIO in data 31 marzo 1730 come da precedente intestazione relativa al padre TOMMASO in data 20 luglio 1722. Ricevuta nell'Ordine di Malta il 12 maggio 1630 in persona di MARCELLO, uomo di grande cultura conoscitore di lingue estere, dovette lasciare l'abito ecclesiastico divenendo principe di Pietrastornina, duca di Limatola; titoli poi riconosciuti in TOMMASO (1814) con Regio Decreto del 27 luglio 1856, e con rescritto del 12 settembre 1856 riconosciuto principe di Pietrastornina, marchese di Gricignano.

Il casato iscritto nel Libro d'oro della Nobiltà Napoletana, iscritto nell'Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'oro alla croce trifogliata.

LUBELLI

Titoli: nobile

Dimora: Lecce

Famiglia di antica origine nota sin dai tempi dei Normanni nel XII secolo come feudatari.

Nel 1661 il casato venne decorato del titolo di duca di Sanarica poi passato ad altra famiglia.

Nel 1801 iscritta nel priorato di Malta di Bari in persona di FRANCESCO.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro a tre bande d’oro accompagnate al capo da tre gigli dello stesso.

LUCARELLI

Titoli: patrizio d’Aversa

Dimora: Aversa, Napoli

Antica famiglia nel patriziato di Aversa dal XIV secolo. Ricevuta nell’ordine di Malta dal 1687 come cavaliere di “giustizia”; ammessa nelle Regie Guardie del Corpo in persona di GIACINTO poi alfiere (sottotenente) del “2° Reggimento Lancieri” che partecipò alla campagna del 1860 contro i garibaldini, presente sia in Sicilia che sul Volturno, capitolò nel novembre col suo reparto nello Stato Pontificio.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’azzurro alla fenice uscente dall’immortalità sopra un globo al naturale fissante un sole d’oro.

DE LUCA (1)

Titoli: patrizio di Trani

Dimora: Napoli,Trani

Di antica nobiltà iscritta al patriziato di Trani, ricevuta nell’Ordine di Malta per “giustizia” nel 1735, e poi alla fine del XVIII in persona del cavalier GIUSEPPE.

GIOVAN BATTISTA, maestro di campo, comandante delle truppe italiane nella guerra di Fiandra con l’Esercito di re Filippo II di Spagna. RAFFAELE alfiere del “2° Reggimento fanteria di Linea Regina”; DOMENICO 1° Tenente del “9° Reggimento fanteria di Linea Puglia”, hanno combattuto nella campagna del 1860/61 contro l’invasione piemontese del regno delle Due Sicilie. GIOVAN BATTISTA canonico metropolita di Napoli secolo XX.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro linguato di rosso, sormontato da una crocetta d’argento, attraversato da una fascia d’argento caricata da tre rose rosse.

DE LUCA di Melpignano

Titoli: nobile col predicato di Melpignano

Dimora: Molfetta, Melpignano

Diramazione della precedente famiglia, nel 1675 MARCELLO ebbe il possesso di Lizzano in terra Otranto, col titolo di marchese; nel 1757 la famiglia acquisì il feudo di Melpignano sino all’abolizione della feudalità; il ramo di Melpigano venne ricevuto nell’Ordine di Malta nel XVIII secolo; con D. M. del 6 febbraio 1907 venne riconosciuto il titolo di nobile col predicato di Melpignano.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro linguato di rosso, tenente nella zampa destra una croce con banda d’argento passante carica da tre rose rosse.

DE LUCA di Lizzano

Titoli: patrizio di Amantea  col predicato di Lizzano

Dimora: Amantea

Diramazione della precedente famiglia, nel 1704 GIOVAN BATTISTA dei marchesi di Lizzano venne inserito nel seggio nobile di Napoli; altro GIOVAN BATTISTA nel 1795 aggregato al patriziato di Amantea.

Con D. C. G. del 13 dicembre 1928 i fratelli CARLO e GIUSEPPE vennero investiti del titolo di patrizi di Amantea col predicato di Lizzano.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro tenente con la zampa destra una croce d’argento con una fascia d’argento caricata di tre rose rosse.

DE LUCA (4)

Titoli: marchese, marchese di Roseto

Dimora: Foggia

Nota dal XVI secolo, FRANCESCO 2° tenente “1° Reggimento Fanteria di Linea Re” partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61, presente alla battaglia di Macerone. Con R. D. del 14 aprile 1869 e RR. LL. PP. (regie lettere patenti) del 26 giugno 1870 GIUSEPPE venne decorato del titolo di marchese, e per successione materna di Maria Saggese ottenne il titolo di marchese di Roseto.

Alla famiglia appartenne LUCA NICOLA vescovo di Isernia secolo XVI; la nobildonna ROSA, coniugata col magistrato beneventano Francesco Moscati, dal quale ebbe nove figli. Il settimogenito fu San GIUSEPPE Moscati (1880-1927), medico, ricercatore e insegnante universitario a Napoli, Direttore dell’Istituto di Anatomia patologica. Nel 1917 rinunciò alla cattedra universitaria di Clinica medica per dedicarsi unicamente alla sua missione di Primario in seno all’Ospedale degli Incurabili di Napoli. Proclamato santo nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro, su una cima di un monte di verde, nel capo di una cometa d’argento, attraversato da una fascia di rosso.

Blasone episcopale De Luca di Roseto, chiesa dell'Annunziata o del Carmelo in Agnone. Foto Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

DE LUCA (5)

Titoli: barone

Dimora: Campobasso

Nota sin dal XVI secolo, ha dato vari personaggi di toga e d’armi; NICOLA decorato del titolo di barone con R. D. del 1 maggio 1881, trasmissibile in linea maschile di primogenitura.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla fascia d’oro al leone al naturale nascente, in punta un angelo.

DE LUCA Resta

Titoli: marchese

Dimora: Napoli, Noci

Nobile dal XV secolo; ORAZIO decorato con R. D. del 1 agosto 1855 del titolo di marchese; riconosciuto in seguito con Decreto Presidenziale del 2 settembre 1926; LUIGI , guardia a cavallo, della “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” ha partecipato alla campagna del 1860 per la difesa del Regno delle Due Sicilie.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone d’oro attraversato da una fascia d’argento tenente con la zampa destra una croce d’argento.

DE LUCA Selipigni

Titoli: barone della Dogana del Mare di Catania

Dimora: Messina

Per il matrimonio contratto da SEBASTIANO con Maria Selipigni, acquisì i titolo sopra descritti nel 1901; riconosciuti in seguito al nipote SEBASTIANO nel 1918.

Iscritta nel Libro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: trinciato di rosso e azzurro, alla colonna al naturale poggiata sull’erba, sormontata da un sole d’oro a tre stelle d’argento.

LUCIFERO

Titoli: marchese di Aprignano

Dimora: Crotone, Milazzo

Si vuole sia originaria d’Aragona, passata prima in Calabria e precisamente in Cotrone ed ascritta alla sua nobiltà da antico tempo, dove possedette feudi e titoli, in Messina ed in Milazzo, godendo nobiltà in tutte e due le città. Iscritta per “giustizia” nell’Ordine di Malta; il ramo di Crotone possessore del feudo di Aprignano in Calabria con investitura del 1703 da re Filippo V di Spagna, su cui ottenne il titolo di marchese nel 1705. Il ramo di Sicilia con FRANCESCO giurato di Milazzo nel 1701/2; PAOLO regio maestro secreto proprietario della città di Milazzo nel 1751, e secondo il Galluppi, ottenne investitura del titolo di barone di S. Nicolò; FEDERICO fu giurato di Milazzo nel 1762/3; PASQUALE capitano di giustizia di detta città nel 1763/4 ed un barone GIOVAN BATTISTA tenne la carica di senatore nel 1803/4.

N.d.A.: FALCONE, marchese di Aprignano, ramo di Crotone, venne nominato dall’ex re d’Italia Umberto II in esilio a Cascais (Portogallo), con decreto del 15 ottobre 1969, ministro della Real Casa e suo portavoce in Italia ed insignito dell’Ordine della SS. Annunziata.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: troncato d’azzurro e rosso divisa d’argento al capo di due stelle d’oro ad una luna crescente d’argento.

 

 

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VON LUDOLF

Titoli: conte

Dimora: Napoli

Famiglia originaria di Erfurt in Westfalia; l'imperatore di Carlo IV nominò il casato con diploma del 4 gennaio 1712 cavaliere del S.R.I. (Sacro Romano Impero) col predicato di “Von”; passò in Napoli con la corte di Carlo III di Borbone in persona di GUGLIELMO ministro plenipotenziario del re di Napoli presso l'Impero Ottomano “La Porta Ottomana”; decorata del titolo di conte dall'imperatore Giuseppe II il 13 novembre 1778; titolo riconosciuto con R.D. Del regno d'Italia in data 23 aprile 1881; GUGLIELMO (1818-1908) inviato straordinario Ministro Plenipotenziario del re delle Due Sicilie presso la corte Britannica; il casato decorato del Real Ordine di San Gennaro, della Gran Croce di devozione del S.M.O. Di Malta.

Iscritta nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: di rosso alla banda d'oro accompagnata da due trifogli di verde, uno in capo ed un'altro in punta

LA LUMIA

Titoli: barone della Grazia di Vallebella

Dimora: Palermo

Si crede, ma non è certo, che la famiglia sia un ramo dei Lalomia.

TOMMASO giudice pretoriano di Palermo dal 1612 al 1633. GIUSEPPE stessa carica 1621/46, giudice del Tribunale della Gran Corte Pretoriana di Palermo 1693/1701; TOMMASO barone di Bellapietra e Salinelli con privilegio del 14 settembre 1774 e possessore del feudo di Campobianco in data 28 agosto 1797; stessa investitura BALDASSARRE il 12 settembre 1806; DOMENICO, per l’acquisizione della madre Giulia Di Giovanni, ottenne il titolo di barone di Grazia di Vallebella con autorizzazione con RR. LL. PP. del 19 febbraio 1899, ricevuto nell’Ordine di Malta il 2 giugno 1899 con il titolo di cavaliere d’Onore e Devozione.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: di verde a cinque frutti al naturale.

LUPINACCI

Titoli: patrizio di Cosenza, barone Scalzati e Ponticelli

Dimora: Cosenza

Si hanno notizie sin dal XIII secolo con MARCO ANTONIO, feudatario di Carfizzi e San Remigio, decorato dell’Ordine del Cingolo Militare insieme al figlio GIULIO dagli Aragonesi di Sicilia. MARCO ANTONIO insignito del titolo di “regio familiare” nel 1498 da re Federico II d’Aragona re di Napoli; LUIGI nel 1793 infeudato di Scalzati e Ponticelli in Calabria Ultra.

Il casato fu insignito del titolo di barone onorario dall’imperatore Giuseppe nel 1708.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento alla fascia d’azzurro caricata da un lupo coronato d’oro, accompagnato nel capo da una aquila uscente di nero al volo abbassato.

LUPIS

Titoli: marchese, barone di Castania e Cuzzoghieri, patrizio di Giovinazzo
Dimora: Hong Kong, Grotteria

Nobile famiglia originata dai marchesi di Soragna, passata a Giovinazzo, in Terra di Bari, nel XII secolo, la famiglia LUPIS venne subito ascritta a quel patriziato e si diramò in diverse località della Puglia, in Calabria, a Trento, in Sicilia ed in Dalmazia. Nel 1282 vennero iscritti tra le famiglie nobili di Molfetta, sul registro di Re Carlo I fascicolo 1, foglio 6, qualificati "... de genere mílitum, nobili antiqussimi - dei Nobili dell'antique famiglie nobili de Giovenazzo". Capostipite documentato della linea pugliese fu il giudice imperiale SIMEONE di Giovinazzo (nato circa nel 1170), figlio del giudice imperiale ROBERTO o Eberto, figlio di GUIDO de' LUPIS (Wido o Widone, Marchese di Soragna, capostipite dei Lupi di Soragna nel 1198). All’inizio del secolo XVI la famiglia si diramò in due linee con i fratelli PAOLO (nobile messinese, nato nel 1549) e FERRANTE (morto nel 1595) i quali discendevano dal capostipite SIMEONE attraverso LUPONE, GOFFREDO, NICOLA, LORENZO, GOFFREDO II, DOMENICO, BLASIO, LUCA ed IPPOLITO. Questi due fratelli fondarono le linee calabrese e sicula della famiglia. Notizie del casato sono inserite nei tomi "Settecento Calabrese" di Franz Von Lobstein.

Fu il marchese IPPOLITO, il primo a trasferirsi in Calabria dall'avita Giovinazzo nelle Puglie, al seguito del principe di Roccella don Giovanbattista Carafa, con l'incarico di Procuratore della famiglia Carafa e amministratore del vasto Stato Feudale degli stessi principi Carafa in Calabria Ulteriore. L'abate ORAZIO, nato a Martone (antico casale di Grotteria) il 19 marzo 1736, morto a Catanzaro il 14 giugno 1816, fu storico e poeta in Napoli, dove strinse profonda amicizia con gli esponenti del locale fermento illuminista. PASQUALE (1753-1802) figlio del precedente, dottore in ambo le leggi, governatore di Squillace, il 28 gennaio 1781 risulta visconte (viceconte) di Condoianni. ORAZIO II (1752-1799), fratello del precedente, fu nel 1787 governatore e giudice di Siderno. L'avvocato DOMENICO, del ramo LUPIS-CRISAFI, fu valente storico locale: scrisse la "Cronaca di Grotteria", pubblicata postuma. A Giovinazzo esiste ancora Palazzo LUPIS (Palazzo Lupis di Giovinazzo), a Grotteria il Palazzo, risalente al secolo XVI, si trova in piazza DOMENICO LUPIS. La nobiltà dei Lupis è stata riconosciuta tra gli altri anche dall’Ordine di Malta che ammise il loro quarto alle Prove di Nobiltà della nobile Donna Maria Teresa Scaglione, dama di Onore e Devozione, figlia di GIACOMO e di Anna LUPIS CRISAFI. Nei Lupis di Grotteria si sono estinte un ramo delle nobili famiglie dei: Macedonio baroni di Poligori, duchi di Grottolelle e marchesi di Ruggiano, e dei Palermo principi di Santa Margherita e Santo Stefano. Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e accolta nel Corpo della Nobiltà Europea (CNE) con i titoli di marchese (m.) barone di Castania e Cuzzoghieri (m.), patrizio di Giovinazzo (m.). Iscritta nel Registro della Nobiltà Italiana con i titoli di duca di San Donato e Policastrello, barone di Càlvera, barone, patrizio di Giovinazzo, attuale rappresentate nel XXI secolo è don MARCO Luca Lorenzo Rosario Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita, figlio del marchese don GIOVANNI Giuseppe Maria e di donna Marina Lébano Carucci Pacelli di Leo Sanseverino.

Il casato è autorizzato a portare ed ereditare il cognome dei Palermo, con relativo predicato nobiliare “di Santa Margherita”, e quello dei Macedonio, diritto riconosciuto con due sentenze di Stato, entrambe passate in giudicato, la prima del Ministero di Grazia e Giustizia e la seconda del Consiglio di Stato (Supremo Organo dello Stato Italiano in materia di Giurisprudenza civile), con sentenza del Consiglio di Stato n. 515 del 3 giugno 1997 e successivi decreti del Ministro di Grazia e Giustizia in data 11 febbraio 1998 e 5 febbraio 2000.

Arma: d'azzurro ai due lupi d'oro controrapanti, lampassati di rosso che reggono un cuore dello stesso.

Palazzo Lupis, Grotteria (RC). Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

Blasone Lupis, palazzo Lupis, Giovinazzo. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

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Archivio Lupis, clicca per ingrandire

 

 

LUVERÀ o LUVARÀ

Titoli: nobile

Dimora: Messina, Gerace

Nobili in Messina dal XV secolo. GIUSEPPE senatore in Messina 1741/42. Riconosciuta di “antica nobiltà” dalla commissione per i titoli di nobiltà del Regno delle Due Sicilie il 2 settembre 1843. Famiglia fedele alla “Patria Napoletana”, Partecipò alla difesa del Regno nella campagna del 1860/61 contro i piemontesi con i seguenti personaggi del casato: CARMINE, tenente colonnello dell’Artiglieria Reale, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, comandante delle batterie in Gaeta, promosso generale brigadiere, capitolò con tutta la guarnigione il 14 febbraio 1861; FRANCESCO SAVERIO, figlio del precedente, proveniente dalle “Compagnie Guardie del Corpo”, ufficiale di “Stato Maggiore”, promosso maggiore nel 1860, fu uno dei capi della guerriglia legittimista contro i piemontesi dopo la capitolazione di Gaeta insieme al francese De Christen, rientrato poi a Napoli dovette subire vessazioni e arresti da parte dei piemontesi; il cugino ANTONIO (Luvarà), 2° tenente del “1° Reggimento Dragoni” partecipò alla battaglia del Volturno.

     
Maggiore Francesco Saverio Luverà       Generale Carmine Luverà
Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato con la fascia d’argento, 1° d’azzurro alla rupe al naturale sopra una pianura al naturale sormontata da una stella d’argento con un uccello al naturale, 2° di rosso a tre bande d’argento.

 

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