Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

 D  

 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

 N 

 O

 P-PA  PE-PI  PL-PU

 Q

R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

 U

 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

G-GA

GABRIELLI

Titoli: patrizio di Tropea, patrizio eugubino (Gubbio)

Dimora: Tropea, Napoli

Originaria di Gubbio, un ramo si trasferì in Calabria nel XIII secolo. Aggregata al patriziato di Tropea nel 1461 sino all’abolizione dei sedili.

Ricevuta nell’Ordine Gerosolimitano e Costantiniano; BALDO capitano dell’Esercito del viceré Consalvo di Cordova, distintosi nella battaglia di Seminara contro i francesi nel XVI secolo. La famiglia venne dichiarata di “antica nobiltà” nell’ammissione alle Regie Guardie del Corpo in persona di ONOFRIO poi alfiere (sottotenente) del “2° Battaglione Cacciatori di Linea” che partecipò alla difesa del Regno delle Due Sicilie nella campagna del 1860/61, distinguendosi nello scontro di Santangelo contro i garibaldini.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro al pino sradicato di verde posto in banda con due leoni di rosso linguati d’azzurro controrampanti.

GADALETA

Titoli: nobile

Dimora: Bari

Antica famiglia di Trani, si ritiene venuta dalla Spagna nel XV secolo, ascritta al seggio di San Marco, riscritta il 28 luglio 1647.

Nel 1748 SEBASTIANO ebbe il possesso di Calimera e Martano su cui nel 1759 ottenne il titolo di marchese “ad personam”; GIOVAN BATTISTA  cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1637.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: trinciato d’azzurro e di verde con la banda d’argento caricata di tre gigli di rosso accompagnata da un uccello nel cantone sinistro e da una volpe passante al naturale.

DI GAETA

Titoli: conte di Sant’Angelo Limosano

Dimora: Napoli, Olevano

Originaria della città di Gaeta dove si trovano antiche testimonianze sin dal XI secolo, si crede  discenda da questa famiglia GIOVANNI divenuto papa col nome di GELASIO II nel 1118. Nobile in Napoli al seggio di Porto e Portanova, ed in Cosenza; il casato  ottenne il titolo di conte di Sant’Angelo Limosano nel XV secolo. Ricevuta nel 1653 nell’Ordine di Malta e nel 1795 in quello  Costantiniano, insignita del prestigioso Ordine di San Gennaro  nel 1797, riconosciuta di “antica nobiltà” per l’ammissione alle Regie Guardie del Corpo dalla commissione per i titoli di nobiltà in persona di EMANUELE (1775-1865), conte di Sant’Angelo Limosano, tenente generale e giudice  della “Alta Corte Militare” del Regno delle Due Sicilie; il figlio CESARE, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, entrò nell’Esercito Italiano, medaglia d’argento  per la campagna d’Italia, tenente colonnello dello “Stato Maggiore dell’Esercito Italiano” e senatore del Regno d’Italia nella seconda metà del XIX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartato d’argento e di rosso alla banda d’azzurro caricata da tre stelle d’oro.

 

Tenente Generale Emanuele Di Gaeta. Clicca per ingrandire

GAGLIANI (di San Mauro)

Titoli: patrizio di Trani, predicato di San Mauro, dei marchesi di San Mauro

Dimora: Napoli, Salerno

Di origine francese, provenienti dalla regione della Picardia. Si stabilirono in Amalfi e poi in Salerno con TIBERIO POMPILIO, dottore in legge, che acquistò il feudo di San Mauro; il figlio GIUSEPPE venne decorato del titolo di marchese nel 1687; MATTEO vescovo di Fondi nel XVIII secolo; CARLO, dei marchese di San Mauro, capitano del “ 14° Reggimento Fanteria di Linea Sannio” ed il figlio LUIGI NATALE guardia a cavallo della “Compagnia delle Reali Guardie del Corpo” parteciparono alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese nella campagna del 1860/61.

Aggregata alla nobiltà di Trani ed iscritta nel Registro delle Piazze Chiuse del Regno nel XIX secolo. Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al gallo sostenuto sulla punta di tre monti accompagnati da tre stelle il tutto d’oro.

GAGLIARDI

Titoli: marchese, nobile, predicato di Casalicchio,

Dimora: Napoli, Casal Velino (Casalicchio), Monteleone, Tropea.

Di origine francese, proveniente dalla Normandia, venuti in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò.

Le prime memorie certe risalgono a GIOVANNI, milite e “regio familiare”, feudatario di Macedonia e Monteverde, fu custode ed educatore dei figli di re Manfredi nel castello di Lucera; RINALDO comandante della “nave capitana” sulla quale si trovava il principe Carlo d’Angiò nella battaglia contro l’ammiraglio Ruggiero di Lauria per il predominio Aragonese in Sicilia.

MARTINO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1475; GIOVANNI castellano di Castellammare di Stabia ed iscritto al seggio di Capuana a Napoli, legato a casa d’Angiò venne giustiziato su ordine di Ferdinando I d’Aragona. Decorata del titolo di marchese nel XVI secolo. La famiglia si stabilì a Palermo con GIOVANNI, BALDASSARRE, TOMMASO e PIETRANTONIO nel XVI secolo, in Monteleone con GIOVANNI nel 1494, in Tropea nel 1545, CAMILLO uditore in Capitanata (provincia di Foggia) nel 1574 fu il capostipite del ramo di Lucera che si estinse nel 1618. La linea di Napoli: dichiarata di antica nobiltà dal Sacro Regio Consiglio nel 1618 e di nuovo nel 1833 dalla Commissione per i titoli di nobiltà per l’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo in persona di FRANCESCO, diventato poi colonnello capo di “Stato Maggiore” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, figlio del marchese GAETANO, partecipò alla difesa del Regno contro i garibaldini e piemontesi insieme ai nipoti: FRANCESCO MARIA 2° tenente del “1° Granatieri della Guardia Reale” aggregato alla “Stato Maggiore” che a fine campagna entrò nell’Ordine di Malta diventandone Gran Priore per il Regno delle Due Sicilie, CARLO alfiere (sottotenente) del “2° Reggimento Ussari della Guardia Reale”.

Iscritta nel patriziato di Tropea con ONOFRIO nel 1704, la linea di Casalicchio (odierna Casal Velino) infeudata nel 1749.

Iscritta nell’Elenco delle famiglie Nobili Italiane anno 1922.

Arma: d’argento alla banda di verde accompagnata da due conchiglie di rosso.

 

 

2° Tenente Francesco Maria Gagliardi. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

 

Alfiere Carlo Gagliardi. Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

GAGLIARDO

Titoli: barone di Carpinello, di Carca, delle regie Secrezie, signore di Cottonaro

Dimora: Polizzi

Francesco con privilegio del 29 agosto 1609 ottenne la concessione del “Don”; DIEGO con privilegio del 20 settembre 1633 la concessone delle Regie Secrezie (segreterie) di Polizzi; CARLO barone di Casale di Pietra, giurato nobile in Polizzi 1695/96 e 1701/2, capitano di giustizia 1697/98; GIOVAN LUDOVICO possedette i feudi di Carca, Carpinello e Cottonaro nel 1720, capitano di giustizia in Polizzi 1740/1; GANDOLFO capitano di giustizia 1742/3; DIEGO proconservatore di Termini nel 1749; CARLO ANTONIO capitano di giustizia 1774/5; GIOVAN GIORLANDO con R. D. del 21 giugno 1788 investito dei feudi di Carpinello, Cottonaro e con R. D. del 21 settembre 1797 del feudo di Carca.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al leone sormontato da tre stelle il tutto d’oro alias d’azzurro accompagnato da sette conchiglie il tutto d’oro.

GALANTI

Titoli: conte

Dimora: Napoli

Originaria di Santa Croce Morcone, si hanno notizie della sua nobiltà gia dal XV secolo.

Famiglia legata e benemerita di casa Borbone Due Sicilie.

L’illustre GIUSEPPE MARIA, discepolo del Genovesi, fu consigliere di Stato del Regno di Napoli, grande riformatore ed autore di opere pregevoli come “La Descrizione politica delle Sicilie” scritta dopo un viaggio indagatore sullo stato del Regno su mandato di Re Ferdinando IV di Borbone; LUIGI, abate benedettino, fu uno dei fondatori della Scuola Militare della Nunziatella nel XVIII secolo e deputato al Parlamento Napoletano nel 1820.

Con Breve Pontificio, il casato, venne autorizzato ad aggiungere una mezzaluna nello stemma per aver partecipato con illustri militari alla battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571.

La famiglia è decorata del titolo trasmissibile di conte con Sovrana Decisione del Regno d’Italia del 12 gennaio 1882.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: troncato 1° di rosso ad un crescente d’argento accostato da due stelle dello stesso, 2° d’argento alla rosa di rosso accostata da due gigli dello stesso.

GALLEGRA

Titoli: nobile, baroni di San Giuseppe

Dimora: Termini Imerese, Palermo, Polizzi, Mistretta - Pettineo, Roma, Genova

Originaria di Polizzi Generosa, le prime notizie documentate circa la presenza del Casato in quella Città risalgono al XIV secolo, quando un RUGGIERO de Galegra invoca dal regnante Martino II il risarcimento dei danni subiti dalle sue vigne nella contrada “delli Granchi” nell’Agro di Polizzi (1368) (nella quale contrada - oggi “Granci” - la Famiglia possiede tutt’ora, secolo XXI, dei terreni).

Alcuni membri della famiglia successivamente risultano tra i giurati (corrispondenti agli odierni assessori, dovevano essere di famiglia nobile, anche se non titolata) della “Universitas” (Civica amministrazione) di Polizzi, Città Demaniale, ossia non infeudata ma appartenente alla Corona. Per cognizione storica, si ricorda che ai giurati erano affiancati gli acatapani (magistrati annonari), il Bajulo (magistrato civile) i giudici ideoti (magistrati popolari) e – dove era previsto dagli ordinamenti e capitoli della città – i cosiddetti “mastri di la fera” che avevano durata limitata alla durata della Fiera e dovevano possedere i requisiti per essere nominati nelle “giurazie”.

Il cognome della Famiglia è attestato nella forma “de Galegra” all’incirca fino alla fine del XIV secolo (come si legge in alcuni atti notarili), dopodiché viene attestato nella forma “de Gallegra” ed infine Gallegra già dalla metà del secolo XVI (elenchi giuraziali)

Un ANTONIO (ancora col cognome de Gallegra) è citato in un atto di donazione del 1440. GIOVANNI, vivente nel 1443, citato come “Cavaliere” nel privilegio di Re Alfonso dato in quell’anno, ottiene dalla badessa del Monastero di Santa Margherita, Suor Preziosa de Pignerio, il permesso di edificare un sepolcro gentilizio nel detto monastero (atto in Notaio Gaspare Minardo in data 27 ottobre 1457) inoltre ottenne le seguenti cariche: giudice civile nel 1432 e giurato anni 1440, 1456, 1457. La di lui figlia GARITELLA andò sposa al notaio Guglielmo Sardo il 3 maggio 1477; ANTONIO dona dei beni per la costruzione della Chiesa di Santa Maria dell’Itria (atto del 18 marzo 1584, in Notaio Aloisio Paperna)

Altri esponenti della Famiglia ricoprirono cariche ed uffici pubblici:

ANTONIO bajulo nel 1449 e giudice negli anni 1458, 1461, 1470, 1481, ANDREA giudice ideota nel 1457, GIOVANNI (nipote del precitato Giovanni) giudice ideota nel 1488 e giudice civile anno 1499, ANTONIO giurato nel 1498, GIOVAN PIETRO giurato anni 1550, 1553, 1554, 1582, 1583, GIOVAN GIORGIO acatapano nel 1603. Ed ancora GIACOMO, GIOVAN GIACOMO, GIOVAN VINCENZO, VINCENZO, che fecero parte delle Giurazie negli anni compresi tra il 1621 ed il 1657.

Alla fine del XVII secolo il casato si divise in tre rami: un ramo rimase in Polizzi, un altro ramo prese dimora a Mistretta, un altro ancora a Caccamo e successivamente a Termini Imprese. Di questi tre rami solo l’ultimo conservò l’originario cognome GALLEGRA, mentre gli altri due mutarono il cognome in ALLEGRA: il ramo di Mistretta presumibilmente lo mutò alla metà del XIX secolo. Il ramo di Polizzi - con certezza - nella persona di SANTO nato nel 1845, bisnonno dell’attuale rappresentante il ramo di Polizzi, iscritto nel registro delle nascite come figlio “domini Rosarii Paulini Gallegra” e ritrovato successivamente col cognome alterato in Allegra all’atto della nascita del figlio ROSARIO (1869).

Ramo di Polizzi Generosa

Dal XIX secolo in poi, nel ramo di Polizzi si ricorda il predetto ROSARIO PAOLINO che rimase vittima della rivolta del popolo contro gli aristocratici del paese nel 1860, perdendovi la vita.

ROSARIO,di Santo, (1869 - 1931) fu musicista di valore e si dedicò alla trascrizione per banda delle più celebri arie e sinfonie d’opera. Diede un grande contributo alla diffusione della cultura musicale nella società del tempo; le partiture musicali manoscritte - in numero di oltre duecento - sono conservate nell’archivio di Famiglia.

GANDOLFO, altro figlio di Santo, combatté da Ufficiale di Cavalleria nella prima Guerra Mondiale; SANTO, di Paolo, di Santo, (1915 - 2001) Ufficiale dei Bersaglieri durante la seconda Guerra Mondiale, occupò posti di prestigio nella neonata Amministrazione Regionale Siciliana.

La Famiglia è tuttora esistente ed ha la sua Dimora in Palermo e Polizzi.

Ramo di Caccamo/Termini

Il primo a trasferirsi a Caccamo fu il “Patricius Politiensis” (quindi nativo di Polizzi) GIOVAN BATTISTA che vi morì nel 1748. Il sepolcro in stile barocco si trova nel ramo sinistro del transetto della Chiesa madre di Caccamo, alla destra dell’altare. Il di lui figlio FILIPPO fu arciprete della stessa Chiesa e sotto il suo governo arcipretale, la Compagnia della SS. Annunziata commissionò a Nicolò Sarzana “mattonaro di Palermo”, nel 1751, un grandioso pavimento per la Chiesa dell’Annunziata, che venne consegnato nel 1752.

Il menzionato Filippo è sepolto nella medesima chiesa, nel ramo sinistro del transetto, alla sinistra dell’altare. La figlia di Giovan Battista, Suor GRAZIA MARIA Gallegra, Badessa, donò alla Chiesa di San Benedetto alla Badia un preziosissimo pavimento maiolicato nel quale è rappresentata una scena di tempesta.

(Il dubbio che pervade le parole di alcuni studiosi circa la parentela tra Suor Grazia Maria e l’Arciprete Filippo, può essere risolto facendo attenzione al fatto che la famiglia è presente in Città da appena mezzo secolo: troppo poco perché si instaurino ramificazioni di parentela.)

Nel 1756 la stessa Badessa Grazia Maria Gallegra commissiona a B. Sanseverino due statue da porre accanto all’arco trionfale della Chiesa della Badia Intorno alla fine del XVII secolo.

CARLO fu capitano di giustizia di Termini nel 1740/1;
La Famiglia è tuttora esistente in Termini Imerese, dove ha la sua dimora.

Ramo di Mistretta

Verso la fine del XVII secolo, un altro ramo della famiglia si trasferì, a Mistretta dove MICHELE, capitano di giustizia nel 1706/7, in data 23 maggio 1709 ottenne il titolo di barone di San Giuseppe (forse per successione siciliana). Contestualmente il ramo si fregiò di un altro stemma.

Questo stemma (inquartato) è presente sulla facciata del Palazzo Allegra di Mistretta, ed è riportato (con i quarti inferiori invertiti) negli angoli superiori destro e sinistro del Paliotto in filigrana d’argento su velluto cremisi offerto nel 1728 al convento di Santa Maria del Soccorso in Mistretta. dalla Baronessa SUSANNA Gallegra e “sue sorelle” (presumibilmente figlie di Michele) rispettivamente Badessa e “moniali” (suore) dello stesso convento.

Da ricerche recenti è stato possibile risalire al Convento in questione, verificando che la suddetta Donna Susanna Maria Gallegra vi esercitò le Mansioni di Badessa negli anni 1725/1728 e negli anni 1740/1750. Il paliotto è custodito nella collezione degli argenti del Museo di Palazzo Venezia in Roma. (un dettagliato articolo dirime molte questioni irrisolte ed è consultabile on line al sito www.centrostorico.altervista.org/gennaio_2007).

L’esponente di maggiore spicco della famiglia, ramo di Mistretta, fu il barone ALESSANDRO di San Giuseppe, vissuto tra la fine del XVIII e la prima metà del XIX secolo.

E’ interessante notare come lo stesso Alessandro è connotato, nella corrispondenza e negli atti raccolti in due faldoni custoditi nella Biblioteca Civica di Mistretta, con tre cognomi diversi: Gallegra, Allegra e D’Allegra.

Il barone GIUSEPPE di San Giuseppe acquisì, a Palermo, dapprima il palazzo del marchese di Sambuca e successivamente due palazzi sul Cassaro che riunì in unico complesso con ingresso sulla Via del Parlamento, dove è ancora visibile lo stemma di famiglia se pur in condizioni pessime. Altri personaggi del casato: GIUSEPPE fu proconservatore in Mistretta nel 1741 e capitano di giustizia 1756/7; PIETRO proconservatore in Mistretta 1758/74; ANTONINO ottenne il 16 maggio 1835 attestato di nobiltà dal Senato di Palermo.

Con decreto del 1926 al casato venne riconosciuto il titolo di “nobile dei Baroni di San Giuseppe” in persona di GIACINTO, titolo trasmissibile in linea maschile e femminile. Stranamente, lo stemma che la Casa si attribuisce in quell’occasione è lo stesso del Ramo di Termini/Caccamo, come risulta dalla blasonatura citata dal Libro d’oro della Nobiltà italiana di quell’anno; ANTONINO, residente in Genova, (nato nel 1888) uomo politico di destra, dottore in legge, cavaliere Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia, decorato medaglia d’argento e di bronzo al valor militare, due medaglie d’argento al valor civile, volontario guerra 1915/18, decorato croce di guerra, maggiore commissario del Ruolo Speciale d’Onore del Regio Esercito, seniore(maggiore) della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), decorato della medaglia della Marcia su Roma del “28 ottobre 1922”, giudice del Tribunale di Genova, presidente della Federazione Provinciale Fascista di Genova, Console Onorario della Corte d’Appello, avvocato, pubblicista, vivente nella prima metà del XX secolo.
La Famiglia è tuttora esistente ed ha la sua Dimora in Pettineo

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

I tre rami sono tuttora esistenti e dimorano in: Polizzi - Palermo, Termini Imerese e Pettineo -Mistretta

N.d.A.: si ringrazia l’arch. Paolo Allegra di Polizzi per le ulteriori utili notizie fornite per l’ampliamento della storia relativa al casato

Arma:

- (ramo di Polizzi) d’azzurro alla banda scaccata d’oro e di verde di due file, titolo e corona di nobile. E’ lo stemma di più antica attestazione

- (ramo di Caccamo/Termini Imerese) : troncato d’azzurro con un filetto di nero, (sopra) alla torre d’oro aperta e finestrata di nero, (sotto) alla banda scaccata di due file d’oro e di verde – alias troncato d’azzurro con un filetto di nero, sopra alla torre d’oro aperta e finestrato di nero, sotto alla banda scaccata di due file d’oro e di verde sinistrata da tre bisanti d’oro posti due e uno, titolo e corona di nobile,

- (ramo di Mistretta, baroni di San Giuseppe): (estratto dal Paliotto custodito presso Palazzo Venezia in Roma e dallo stemma marmoreo sulla facciata del Palazzo in Mistretta) al 1° un gallo con tre stelle in capo, ordinate in fascia, al 2° un braccio armato fuoriuscente dalla destra della partizione con una spada in banda, al 3° una stella ad otto punte al di sopra di quello che sembra un arco o un arcobaleno, al 4° una torre merlata di cinque pezzi. Titolo e corona di Barone In relazione alla “brisura” del blasone non ci sono riferimenti ai metalli né tanto meno agli smalti.

Lo stemma “d’azzurro alla banda scaccata di due file oro e verde, di sedici pezzi” è riportato per la prima volta in un manoscritto del XVI secolo (Biblioteca Civica di Polizzi Generosa).

Dopo il passaggio a Caccamo, questo ramo della famiglia adotterà uno stemma troncato come sopra descritto (associato ad una torre).

Come avviene nel caso di rami ultrogeniti, per differenziare i rami, lo stemma assunse dei cambiamenti (colori, orientamento, partizione, aggiunte di lambelli, ecc.) per cui il nuovo stemma si ritrova sia in versione “partita” che “troncata” o vi si ritrovano aggiunte, come i bisanti d’oro sinistrati alla torre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GALLELLI

Titoli: barone di Badolato, patrizio di Stilo, conte di Pago e Nona, patrizio di Zara

Dimora: Badolato

Antica e nobile famiglia originaria della  Dalmazia proveniente dalla città di Zara.  Nota nella sua nobiltà sin da XI secolo. Nell’anno  1154  diede a Zara il suo primo vescovo, LAMPRIDIO de Gallellis. I Gallelli elencati nel censimento del 1283 restarono a Zara fino al 1500 con varie cariche prestigiose e politiche come ambasciatori presso la Repubblica di Venezia, giudici ed esaminatori; BERNARDINO, cancelliere del Re di Polonia e poi vicario del generale di Cracovia dal 1509 al 1517. KOLAN, conte di Pago e Nona, che ricevette dal Re Ludovico I il feudo nella zona di Kusevo, con le fonti di acque minerali, feudi che tennero fino alla fine del 1500 epoca dopo la quale, la famiglia si trasferì in Calabria, con un FRANCESCO. Giunti in Calabria, si stabilirono prima a Stilo, e successivamente a Badolato, dove  ancora oggi sono titolari anche di una cappella di Giuspadronato nella chiesa del venerabile convento di S. Domenico, con annessa tomba gentilizia. In Calabria la Casata godette del possesso di feudi, privilegi, beni, gradi militari, e prestigiosi impieghi civili. Fin dal 1600 di questo casato si trovano prove certe  e documenti notarili, nei quali  sono menzionati come patrizi di Zara prima e di Stilo poi.
Il 26 novembre
1658  ottennero titolo di baroni di Badolato,- concesso loro dal principe Daniele Domenico Ravaschieri  -, Signore della terra di Badolato  e dei territori annessi, come Santa Canterina, Isaca, e Sant’ Andrea, feudi che tennero fino  alla eversione della feudalità nel  1806. Il casato è inserito nel S.M.O. di Malta, nel S.M.O. Costantiniano di San Giorgio ramo Borbone Spagna. GIUSEPPE, barone, avvocato, sindaco dei nobili di Badolato dal 1871 al 1888, cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.  Nel 1973 in Roma il barone VITTORIO, cavaliere dell’Ordine di Malta e cavaliere dell’Ordine Costantiniano di Spagna, sposava donna Daniela Benso dei Conti Benso di Ponticello. Da questa unione nacquero  ETTORE e  ALBERTO; entrambi con decreto del Presidente della Repubblica del 1999 sono autorizzati ad aggiungere al proprio, il cognome Benso della madre. ETTORE, è l’undicesimo barone di Badolato, patrizio di Stilo, conte di Pago e Nona, patrizio di Zara, cavaliere di Malta della Reale Arciconfraternita di Catanzaro, cavaliere “jure sanguinis” (nobili di sangue) del S.M.O. Costantiniano di San Giorgio Spagna.

Arma: Troncato nel 1° d'oro, all'aquila spiegata di nero coronata, rostrata e armata del campo, linguata di rosso, movente dalla troncatura, nel 2° d'oro alla terrazza di verde sostenente una volpe salente al naturale, con l testa rivolta e sinistrata da un gallo della volpe, passante, imbeccato, crestato e barbato di rosso. Quest’ arma venne adottata dalla Casata, in seguito al trasferimento in Calabria, ed è successiva all’originario gallo argento in campo rosso, fermo su tre cime verdi.

Francesco Gallelli, conte di Pago e Nona anno 1563. Gentile concessione Ettore Gallelli. Clicca per ingrandire

 

Barone Pasquale Gallelli, cavaliere della corona d'Italia, anno 1917. Gentile concessione Ettore Gallelli. Clicca per ingrandire

 

Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

 

 

GALLETTI

Titoli: barone di Santa Rosalia e Cancimino, Barone di Bobile, nobile dei marchesi di San Cataldo, nobile dei baroni di Santa rosalia e Ciancimino, nobile

Dimora: Palermo,Messina

Si crede orginaria di Pisa, passata in sicilia con NICCOLÒ nobile pisano nel XV secolo.

ALESSANDRO senatore in Palermo anno 1502/3, 1505/6, 1510/11; LANCELLOTTO barone di Fiumesalato, capitano digiustizia in Palermo nel 1571/2, governatore della “Compagnia dei Bianchi”; LORENZO conte di Gagliano, vicario generale in Val di Mazzara nel 1571, governatore della Compagnia dei Bianchi nel 1577/8 e 1581/2, morì nel tentativo di salvare il proprio figlio caduto in mare il 15 dicembre 1590 per il crollo del ponte in Messina; VINCENZO barone di Fiumesalato, con privilegio del 6 ottobre 1627 ottenne il titolo di marchese di San Cataldo; VINCENZO marchese di san Cataldo, cavaliere dell'Ordine di San Giacomo della Spada, vicario generale di Taormina e San Fratello, con privilegio del 21 marzo 1672 dato in Madrid, ottenne il titolo di principe di Fiumesalato; GIUSEPPE principe di Fiumesalato, governatore della compagnia della carità nel 1703, cavaliere dell'Ordine dell'Alcantara, gentiluomo di camera, capitano di giustizia in Palermo nel 1739/40; PIETRO dei principi di Fiumesalato, parroco di Sant'Antonio di Palermo e vescovo di Patti e di Catania; FRANCESCO ottenne il 25 novembre 1759 il titolo di marchese di Santa Marina, brigadiere degli eserciti in Sicilia, colonnello del “Reggimento Real Farnese”; NICCOLÒ marchese di san Cataldo con investitura dell'8 marzo 1763, senatore di Palermo 1784/5; EMANUELE, LETTERIO, PLACIDO barone di Santa Rosalia, GIUSEPPE, SEBASTIANO, iscritti nella mastra nobile di Messina anni 1798/1807; VITTORIO SALVATORE ottenne il 24 gennaio 1794 investitura dei titoli di principe di Fiumesalato, marchese di san Cataldo, padre di NICCOLÒ e BALDASSARRE.

NICCOLÒ (1813 - 1897), principe di Fiumesalato, marchese di san Cataldo, gentiluomo di camera di re Ferdinando II di Borbone, commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia, cavaliere mauriziano, ufficiale della Legion d'Onore di Francia, senatore del Regno d'Italia; BALDASSARRE (1814) per la morte senza eredi del fratello Niccolò, ereditò i titoli del casato, cavaliere dell'Ordine mauriziano.

Con D. M. del 26 aprile 1907 SEBASTIANO ottenne il riconoscimento dei titoli di barone di Santa Rosalia e Cancimino e di Bobile; con R. D. del 1927 FULCO e VETTOR, cavalieri dell'Ordine di Malta ottennero il riconoscimento del titolo di nobile dei marchesi di San Cataldo; LETTERIO barone di Santa Rosalia e Cancimino, nobile dei baroni di santa Rosalia e cancimino GIUSEPPE E GAETANO.

Il casato è iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro alla fascia d'oro, in capo da un'aquila al naturale, in punta da una quercia nella pianura erbosa, addestrata da un galletto al naturale e rivoltato, sinistrato da una corona d'oro. Alias: d'oro all'albero di quercia al naturale addestrato da un gallo nero crestato di rosso, sormontato da un'aquila spiegata di nero.

Alias: d'oro alla quercia sradicata al naturale addestrata da un gallo ardito al naturale.

Blasone Galletti. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

GALLO

Titoli: marchese

Dimora: Castrovillari, Napoli

Famiglia già nota per essere iscritta al patriziato di Castrovillari nel XVI secolo. GAETANO con R. D. del 15 gennaio 1849, reso esecutivo l’11 agosto 1850, venne decorato del titolo di marchese da re Ferdinando II per “alti servigi resi alla Corona”; titolo riconosciuto al nipote GAETANO con D. M. del 1923 del Regno d’Italia.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.

Arma: d’argento al gallo volto a sinistra con una stella d’oro nel cantone, poggiato su di un monte a tre cime, tutto al naturale.

GALLO (2)

Titoli: nobile, barone

Dimora: Sicilia

Si crede originaria dell’isola di Cipro dalla città di Nicosia e portata in Messina nel XIV secolo. GIACOMO annotato nella Mastra Nobile del Mollica nel 1601; EPIFANIO, dottore il legge, giudice capitaniale in Mistretta 1643/4, primo acquisitore degli “Uffici di Maestro Notaro” della corte capitaniale civile di Mistretta; FRANCESCO proconservatore in Calascibetta 1711; MATTEO  con privilegio del 28 settembre 1725 nominato barone di Bellacera; GIOVANNI nominato barone degli “Uffici di Maestro Notaro” della corte capitaniale civile di Mistretta e capitano di giustizia 1757/8; BENEDETTO baglivo (soprintendente) di Cefalù 1768/9; EPIFANIO capitano di giustizia in Mistretta 1774/5; GIUSEPPE ENRICO barone degli “Uffici di Maestro Notaro” della corte capitaniale civile di Mistretta con nomina del 13 marzo 1803 e “secreto” (segretario comunale) di detta città.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al gallo al naturale sopra una torre tonda d’oro attaccata alle mura caricate a sinistra di un leone dello stesso -  alias d’azzurro al cipresso di verde sinistrato da un gallo d’oro sormontato da tre stelle dello stesso.

GALLONE (di Caprarica)

Titoli: principe di Tricase, di Moliterno, col predicato di Caprarica, Tutino, Depressa, Principiano, Nociglia, Bernalda, Lufiano Supersano, Belvedere, Piperno e San Chirico Raparo

Dimora: Tricase, Lecce, Roma.

Originaria della Grecia, si hanno memorie certe fin dal XV secolo in Otranto.

ALESSANDRO ottenne nel 1674 i feudi di Belvedere, Torriella e Supersano; ANGELO quello di Depressa nel 1639. Il casato possedette i seguenti feudi Tricase nel 1588, Tutino nel 1655, Foresta 1725, Caprarica  nel 1736, Lufiano 1755; decorato in data 24 marzo 1651 del titolo di principe di Tricase, e per successione di casa Pignatelli quello di principe di Moliterno nel 1745.

Iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’oro al gallo al naturale su di un monte di verde, capo d’azzurro caricato da una cometa d’oro in fascia.

GALLOTTI

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Originaria del Cilento, ascritta dal Tribunale Conservatore della Nobiltà al  registro delle famiglie che possedettero feudi per oltre 200 anni. Possedette i feudi di Battaglia, Casaletto, Farnetto, Valladonna; dichiarata di “antica nobiltà” in seguito all’ammissione nelle Regie Guardie del Corpo dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie nell’anno 1847.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922

Arma: 1° d’azzurro a sei gigli d’oro, 2° d’azzurro alla fenice al naturale sulla sua immortalità di rosso, 3° di rosso al leone al naturale, 4° d’argento alla fascia d’azzurro caricata di tre stelle d’oro, accompagnata da un labello a tre pendenti.

GALLUPPI (1)

Titoli: barone di Cirella, patrizio di Tropea

Dimora: Messina, Tropea, Napoli, Cirella

Le prime memorie certe risalgono al XIV secolo in Calabria con il feudo di Altavilla in possesso della famiglia nel 1340; ANTONIO ebbe il feudo di Cirella (Sicilia) il 20 luglio 1577 ed in seguito ne acquisì il titolo di barone. Iscritta nel patriziato di Tropea. Un ramo passò in Francia al tempo di Giovanna I d’Angiò, annoverando il navigatore Jean François Galoup (Galaup). Un ramo passò in Messina nel XV secolo lasciando la città per aver combattuto contro gli Spagnoli nel 1672 e 1678, ritirandosi a Santa Lucia del Mela dividendosi nei rami dei baroni di Cirella in Tropea, e baroni di Pancaldo in Messina con CESARE barone di Joppolo. Il ramo di Tropea ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1784. TEOFILO vescovo di Oppido Mamertina e presente al Concilio di Trento nel XVI secolo; FRANCESCO comandante militare di Messina nelle guerre contro gli Spagnoli nel XVII secolo. Il personaggio più illustre del casato fu PASQUALE (1770 – 1846) barone di Cirella, filosofo, professore docente della Regia Università di Napoli, e primo in Italia a scrivere una “Storia della Filosofia”, i figli: ANSALDO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, colonnello del “11° Reggimento Fanteria di Linea Palermo” partecipò alla campagna del 1860 in Sicilia contro i garibaldini; VINCENZO, pluridecorato, capitano della “Gendarmeria Reale” ucciso a Cosenza nel corso di una rivolta nel 1844, il figlio TEOFILO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella,  capitano “8ª Direzione Artiglieria di Gaeta” combattè a Gaeta capitolando il 14 febbraio 1861, decorato, nel 1870,  della Croce di cavaliere dell’Ordine  di Francesco I per “fedeltà alla Patria” da re Francesco II nel suo esilio in Roma.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: d’azzurro allo scaglione d’oro accompagnato da tre stelle dello stesso.

 

 

GALLUPPI (2)

Titoli: barone di Pancaldo

Dimora: Messina, Castroreale

E’ un ramo della famiglia precedente, stabilitasi in Messina con CESARE, barone di Joppolo,  ed iscritti nella Mastra nobile del Mollica nel 1593 in detta città. ANSALDO con privilegio del 15 settembre 1748 ottenne il titolo di barone di Cirella trasferito poi al ramo di Napoli e Tropea; FRANCESCO MARIA giurato in Santa Lucia del Mela nel 1799; SEBASTIANO capitano di giustizia 1799/800 1806/7;RAINERO barone di Pancaldo, per successione della famiglia Raineri, con privilegio dell’8 gennaio 1883 e del 22 luglio 1885, senatore in Messina; GIUSEPPE, barone di Pancaldo, cavaliere di giustizia dell’Ordine di Malta, commendatore dell’Ordine di San Marino nella prima metà del XX secolo, di uno dei più importanti testi di  araldica “Il Nobiliario di Messina”.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro allo scaglione d’oro accompagnato da tre stelle dello stesso.

 

clicca sull'immagine per ingrandire

GAMBINO

Titoli: nobile

Dimora: Catania

Il casato noto sin dal XV secolo; LEONARDO, dottore in legge, giudice della Gran Corte del Regno nella sede criminale nel 1786 ed in quella civile nel 1792, iscritto nella Mastra Nobile di Catania il 13 novembre 1786; i pronipoti, figli di LEONARDO, con D.M. ottennero il 2 aprile 1899 il riconoscimento di nobile; titolo riconosciuto anche a LEONARDO figlio di GASPARE.

Il casato iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’argento all'albero di verde, sostenuto da due leoni d'azzurro affrontanti.

GANDOLFO

Titoli: barone di San Giuseppe, nobili dei baroni, cavaliere

Dimora: Palermo

Nobili in Vizzini dal XV secolo, MARCO con privilegio del 29 gennaio 1593, esecutivo il 18 agosto dello stesso anno, dato in Madrid, ottenne la concessione dello stemma gentilizio e del titolo di “Regio Cavaliere”; GIOVANBATTISTA nominato barone di San Giuseppe con privilegio dell’11 settembre 1771; GANDOLFO, barone di San Giuseppe, senatore in Vizzini  1803/4; RACHELE  baronessa d’Antalbo con riconoscimento del 22 settembre 1852.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922.

Arma:  d’azzurro alla torre d’oro alla ghibellina, sinistrata di un leone, al guerriero al naturale, in punta una bandiera d’argento caricata di una croce di rosso.

GARGALLO

Titoli: marchese di Castel Lentini, Barone di Priolo, nobili dei  marchesi.

Dimora: Lentini, Siracusa

Motto: Nil mediocriter”

Originaria della Catalogna, venuta in Sicilia nella città di  Lentini nel XV secolo.

MICHELEANTONIO nobile in Lentini nel 1458; il figlio FRANCESCO governatore della città nel 1476; FRANCESCO con Patente Regia del 30 ottobre 1586 ebbe la nomina di castellano del castello di Lentini; TOMMASO (1536 – 1614) vescovo di Malta; VINCENZO capitano d’armi, giurato e patrizio di Lentini, ambasciatore al Parlamento Generale di Palermo nel 1638; ALFIO trasferì la famiglia in Siracusa, ottenne con privilegio del 16 giugno 1622 il titolo di “Don”; MARIO SAVERIO cavaliere dell’Ordine di Malta nel 1650; TOMMASO proconservatore di Siracusa nel 1655; GIUSEPPE capitano di giustizia 1703/4, senatore 1709/10, acquistò la baronia di Priolo; FILIPPO decorato del titolo di marchese di Castel Lentini con privilegio del 27 maggio 1794; PIETRO barone di Priolo in data 22 ottobre 1803; TOMMASO in data 8 novembre 1808 ottenne la conferma del titolo di marchese e di barone, “pari” del Regno nel 1814, latinista e poeta; FILIPPO (1800 – 1868) illustre archeologo; FILIPPO MARIA, decorato della medaglia “pro Ecclesia et Pontefice”, con D. M. del 12 giugno 1922 gli venne  riconfermato il titolo di marchese di Castel Lentini e barone di Priolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta Elenco Ufficiale Nobiliare 1922.

Arma: interzato in pergola rovesciata d’azzurro, d’argento e di rosso; 1° allo scaglione d’oro accompagnato da tre stelle e bordura dello stesso, 2° al gallo ardito di rosso, 3° cinque pali d’oro.

GAROFALO

Titoli: barone, duca di Rotino, marchese della Rocca, patrizio di Cosenza

Dimora: Napoli, Cosenza, Palermo

Motto: “Generi nostro fidamus”

Originaria della Spagna della regione della Catalogna, stabilitasi in Palermo nel 1340 con PIETRO; ONORIO I senatore 1388/98 in Palermo; ONORIO II senatore nel 1449;  il casato si diramò in Cosenza e Napoli. Il ramo di Palermo passò in Napoli con ONORIO III maestro di campo del viceré Consalvo di Cordova; ONORIO IV, capitano e maestro di campo, insignito nel 1590 del titolo di marchese da re Filippo II. La famiglia, benemerita di Casa Borbone Due Sicilie,  con sentenza della Real Camera di Santa Chiara nel 1781 ascritta alla nobiltà Napoletana; ONORIO V, cavaliere dell’Ordine di Malta con GIUSEPPE nel 1797, presidente del Supremo Magistrato della Salute, ottenne con privilegio del 26 gennaio 1835 da re Ferdinando II di Borbone la conferma del titolo di marchese, i figli: FRANCESCO vice ammiraglio e Ministro della Marina del Regno delle Due Sicilie, GAETANO (1782-1869), maresciallo di campo dello “Stato Maggiore” dell’Esercito delle Due Sicilie, con RR.LL.PP. ottenne da re Ferdinando II, per il suo attaccamento alla “Patria Napolitana”, il titolo trasmissibile di barone in data 21 maggio 1855; il figlio FRANCESCO, proveniente dalla Scuola Militare della Nunziatella, tenente colonnello del “Real Corpo di Artiglieria”, comandate delle batterie montate, partecipò alla difesa di Gaeta nella campagna del 1860/61 contro i piemontesi.

Linea di Palermo: RAFFAELE (1851-1934), barone, gran Cordone dell’Ordine Mauriziano e della Corona d’Italia, primo presidente della Corte di Cassazione di Napoli, senatore del Regno d’Italia, vice presidente della Consulta Araldica, socio onorario della Società Reale di Napoli, socio dell'Accademia Pontiniana di Napoli, commendatore dell'Ordine della Legion d'Onore nel 1914.

Linea di Rotino (Cosenza): duca di Rotino, marchese della Rocca, patrizio di Cosenza, nobili dei marchesi.

Arma: ramo di Cosenza: d’azzurro al leone d’oro tenente un garofano fiorito a tre.

ramo di Palermo: d’oro alla scaglione di nero, alla punta al garofano al naturale

Maresciallo di Campo Gaetano Garofalo. Clicca per ingrandire

 

Sen. Raffaele Garofalo. A.S. Senato.

 

 

GATTINI

Titoli: conte

Dimora: Napoli

Di antica nobiltà in Matera nel XIV secolo; riconosciuta di “antica nobiltà generosa” nelle prove di ammissione nel Sovrano Militare Ordine di Malta nel 1796 ed in seguito in quelle della Regia Consulta Araldica del 1901. Con R. D. “motu proprio”  del 7 marzo 1929 decorata in persona di MICHELE -  gran priore di Napoli e Sicilia, Venerabile e Balì dell’Ordine di Malta -  del titolo di conte trasmissibile  ai primogeniti; GIUSEPPE senatore del Regno d’Italia, esperto in araldica e storiografo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al gatto d’argento tenente una vipera, poggiato su tre monti di verde, caricato da un labello di rosso a tre punte.

GATTO

Titoli: nobile

Dimora: Messina

Originaria di Malta; FRANCESCO, milite maltese, ottenne dl re Martino il feudo di Zabbaria. Nobile in Messina;

GIOVAN DOMENICO iscritto nella mastra nobile del Mollica in Messina 1594/1605; i fratelli DOMENICO, FRANCESCO, e LUIGI iscritti nella stessa mastra nobile;

GAETANO, 2° tenente del “1° Reggimento  Fanteria di Linea Re”, ha preso parte alla campagna del 1860/61, combatté a Macerone contro i piemontesi, caduto prigioniero con parte del Reggimento nel novembre del 1860.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922

Arma: d’azzurro a tre fasce dorate sostenenti un gatto d’argento a tre stelle dello stesso

alias d’azzurro ai dieci bisanti d’oro.

GATTOLA

Titoli:  nobile di Gaeta

Dimora: Gaeta, Napoli

Si hanno le prime memorie certe nel XII secolo in Gaeta. Si diramò a Trani e Napoli dove venne aggregata al seggio di Portanova nel 1589; decorata del titolo di duca di Rescigno e di Sacco oggi estinto nel suo ramo primogenito (XX secolo); ebbe anche il possesso di San Barbato nel Principato Ultra, designata nobile di Gaeta.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d'azzurro a tre bande d'argento, al capo d'oro al gatto passante di nero.

GAUDIOSI

Titoli: duca di Canosa

Dimora: Penne e Castellammare Adriatico

Originaria della Francia, si stabilì in Calabria nella cittadina di Fiumefreddo e si diramò in Abruzzo. Decorata dal titolo di conte, e per successione in quello di duca di Canosa nel 1651, titolo riconosciuto poi con Regio Rescritto il 26 gennaio 1852 dal Regno delle Due Sicilie e poi con D. M. del 16 ottobre 1895 dal Regno d’Italia; DOMENICO (1865-1911) ultimo duca di Canosa, la cui sorella MARGHERITA (1899 - 1983) andò in sposa nel 1922 a RAIMONDO Colletti, dei baroni Colletti.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiana anno 1922.

Arma: d’oro a due fasce di rosso caricate di 2 pesci d’argento, una sirena al naturale con doppia coda.

Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

GAUDIOSO (1)

Titoli: nobile, conte palatino

Dimora:  Aversa, Napoli

Originaria di Napoli conosciuta già dal XV secolo; MICHELE con privilegio del 17 luglio 1589 ottenne attestato di nobiltà; il casato venne ricevuto nell’Ordine di Malta, decorato del titolo di conte palatino con RR. LL. PP. (regie lettere patenti) del 26 novembre 1903 del Regno d’Italia; GIOVAN BATTISTA conte palatino nel XX secolo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana anno 1922.

Arma: d’argento al pino di verde spiantato, con tre monti al naturale, accompagnati al capo da tre stelle di rosso.

GAUDIOSO (2)

Titoli: barone di Saracina, nobili dei baroni

Dimora: Palermo, Vizzini

PIETRO dottore in legge, di Palermo, acquistò i feudi di Rincione, Rosignolo, procuratore legale del Tribunale del Regio Patrimonio, il 26 settembre 1662 venne nominato giudice della Gran Corte Civile; GIUSEPPE, barone, maestro razionale di cappa corta del Tribunale Regio Patrimonio con privilegio del 14 settembre 1683, titolo di marchese di Casale di Castania; PIETRO, di Vizzini, barone di Guadalami il 28 gennaio 1643; MARIO capitano di giustizia 1781/82; VINCENZO stessa carica dal 1783/84.

Con D. M. del 20 novembre 1899 ottenne il titolo di barone di Saracina in persona di FRANCESCO.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare anno 1922.

Arma: fasciato di rosso e oro, caricate di un pesce d’argento, al capo d’oro caricato di una sirena al naturale di due code, coronata; alias 1° d’azzurro al cavallo d’oro sormontato da tre stelle dello stesso, 2° scaccato di nero e argento.

 

 

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2008: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato