Le pagine della cultura

 

 

I casati del Sud

di Ciro La Rosa

La Rosa

A-AM AN-AZ

 B-BI BL-BU

 C-CA  CE-CO  CR-CU

 D  

 E  

 F-FE  FI-FU

 G-GA GE-GI  GO-GU

H-I-J

 L-LE LI-LU

 M-MA  ME-MI  MO-MU

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 O

 P-PA  PE-PI  PL-PU

 Q

R-RI  RO-RU

S-SA  SC-SI  SL-SY

T-TE  TI-TU

 U

 V-VE  VI-VU  W-X-Y-Z

CR-CU

CRESCIMANNO (di Capodarso e di Albafiorita)

Titoli: barone di Capodarso, signore di Bubutello, duca di Albafiorita, barone di Pietrevive, signore di Caccione

Dimora: Palermo, Caltagirone

Famiglia di origine Normanna, secolo XII,  denominata  “Crissmann” da cui Criscimanno.

PASQUALE acquistò il feudo di Camatrice nel 1406; PERRELLO acquistò il feudo di Spedalotto nel 1531; FRANCESCO con privilegio del 21 novembre 1576 e del 30 maggio 1577 ottenne il titolo di “Don”; VINCENZO barone di Bubutello nel 1635; VINCENZO barone di Capodarso nel 1696, giurato della cittadina di Piazza nel 1705; PAOLO senatore in Caltagirone nel 1703/4, patrizio di Caltagirone; ANTONINO barone di Bubutello e Capodarso con privilegio del 20 febbraio 1740; FRANCESCO primo duca di Albafiorita, barone di Caccione e di Pietrevive con investitura del 1 settembre 1770; ANTONINO, dottore in legge, giudice della gran Corte Civile del Regno di Sicilia, giudice della Corte Pretoriana di Palermo anni 1752/53; GIUSEPPE  patrizio di Caltagirone nel 1787; FRANCESCO, duca di Albafiorita, senatore di Caltagirone nel 1784, proconsole nel 1810; SALVATORE giudice della Gran Corte Criminale nel 1813.

Il casato si divide nei rami di Capodarso in Palermo e di Albafiorita in Caltagirone.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma:  d’azzurro al leone d’oro con la fascia dello stesso

CRISAFI o GRISAFI

Vedi rubrica "Le Famiglie Greco-Albanesi del Sud Italia"

 

CRISCIONE

Titoli: barone di Corallo

Dimora: Comiso

Famiglia originaria di Ragusa, succedette nel titolo di barone del Corallo, alla famiglia Occhipinti per acquisizione materna in persona di ISIDORO con R. D. del 21 luglio 1872 e RR. LL. PP. (Regie Lettere Patenti) del 6 novembre dello stesso anno; viventi nella prima metà del XX secolo: FRANCESCO SAVERIO, ISIDORO , MICHELE.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: partito 1° troncato: d’oro al leone di rosso, tenente con le zampe anteriori un ramo di crescione al naturale, fasciato d’azzurro e d’oro; i pezzi d’azzurro a tre stelle d’argento ordinati in fascia; 2° d’argento a tre scaglioni di rosso, il secondo sormontato da una crocetta dello stesso colore.

DE CRISTOFARO

Titoli: barone dell’Ingegno, nobile dei baroni

Dimora: Catania

Di antica nobiltà, in Catania dal XV secolo.

GIUSEPPE primo barone dell’Ingegno con investitura del 11 novembre 1808; FRANCESCO 1° tenente del “15° Reggimento Fanteria di linea Messapia” dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, ha combattuto contro i garibaldini nella campagna del Volturno nel 1860.

Con R.D. del 10 dicembre 1901 riconosciuto il titolo di barone dell’Ingegno in persona di SEBASTIANO FRANCESCO; con D. M. del 24 aprile 1910 riconosciuto il titolo di nobile dei baroni a GIUSEPPE.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare italiano anno 1922

Arma: d’argento al pino alla pianta erbosa sostenuto a sinistra da un leone al naturale coronato d’oro, sormontato da tre stelle di rosso.

CRIVELLI e CRIVELLI di Bollita

Titoli: duchessa di Rocca Imperiale, col predicato di Bollita, trattamento di donna,

linea secondogenita: nobile

Dimora: Napoli

Motto: Sordida pello

Diramazione della nobile famiglia originaria di Milano, si hanno le prime memorie certe dal XI secolo, il casato diede alla chiesa il pontefice Urbano III (papato 1185-1187). Passò in Napoli nel XVIII secolo, ricevuta per giustizia nell'Ordine di Malta nel 1859 in persona di EDOARDO (Gran Magistero Roma 336, Priorato di Napoli), nobile “fuori piazza”, infeudata della terra di Rocca imperiale, con il titolo di duca de del feudo di Bollita, ultima intestazione nel Cedolario di Molise l'8 aprile 1719, e con ALFONSO il 15 giugno 1720, presidente della Regia Camera della Sommaria, ad Alfonso seguì il figlio FRANCESCO (†1780), da cui ALFONSO (†1851) da cui NICOLA († 1856) da cui CLOTILDE che fu autorizzata ad assumere i titoli di duchessa di Rocca Imperiale e del predicato di Bollita con RR.LL.PP. del 23 marzo 1919. La linea secondogenita è rappresentata da EUGENIO (1836-1866) da cui FABIO (1863), di Fabio: ANNA (1895), GIULIA (1896), ANTONIO (1899), EUGENIO (1903), ANGELO (1905).

Iscritto nel Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: inquartato di rosso e di nero al crivello d'oro sul tutto, col capo caricato da un'aquila spiegata di nero, coronata del campo.

Lamberto Crivelli, papa Urbano III. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

 

CROCE

Titoli: nobile

Dimora: Napoli

Famiglia originaria di Monterodomo in Abruzzo.

BENEDETTO consigliere della Suprema Corte di Giustizia del Regno delle Due Sicilie nel 1824; ONORATO, dottore in filosofia e medicina presso la Scuola Salernitana nel XIX secolo; BENEDETTO, nato a Pescasseroli,  illustre personaggio  della cultura italiana del XX secolo: filosofo, storico, critico, ministro della Pubblica Istruzione nel governo Italiano dal 1920/21, senatore del Regno, fece parte della Costituente del nuovo stato repubblicano italiano nel 1946, fondatore “dell’Istituto Italiano di Studi Storici”, a lui è dedicata una delle strade del centro storico di Napoli dove egli dimorò.

Con R.D. del 31 maggio e del 20 ottobre 1921 il casato ottenne il titolo di nobile in persona di ALFONSO trasmissibile agli eredi.

Arma: d’oro alla croce di verde caricata al centro da uno scudetto d’ermellino e del motto “Lex”.

Benedetto Croce, francobollo emesso dalle Poste Italiane in occasione del centenario della nascita. Archivio Ciro La Rosa, clicca per ingrandire

 

Benedetto Croce con le figlie (da “C'era una Volta Napoli” a cura di R. Marrone). Archivio Ciro La Rosa. Clicca per ingrandire

 

CROLLALANZA o DI CROLLALANZA

Titoli: nobile

Dimora: Bari

Motto: “Nè per crollar si spezza”

Antica famiglia originaria di Milano nota dal 1162 nel contado di Chiavenna; diramatasi in Sicilia, Piacenza, Borgogna, Tirolo, Stiria, Danzica.

E’ rappresentata da due linee: la prima di Bari e Gratz e la seconda in Piacenza. La linea primogenita discende da NICOLA, dottore in legge, nominato cavaliere dall’imperatore Carlo V, riconfermato dall’imperatore Ferdinando II con diploma del 18 ottobre 1821 dato in Vienna. ARALDO (1892 – 1986) nobile, uomo politico di destra, meridionalista, membro del P.N.F. (Partito Nazionale Fascista), podestà della città di Bari dal 1926 al 1928, sottosegretario e ministro dei Lavori Pubblici fino al 1935, artefice della bonifica dell’Agro Pontino, giornalista, poi senatore della Repubblica Italiana.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1933

Arma: interziato: 1° d’argento all’aquila di nero, 2° d’oro al leone di rosso tenente con la zampa anteriore destra una lancia armata d’argento, 3° d’argento a tre fasce ondate di rosso.

 

Araldo di Crollanza. Archivio Ciro La Rosa.

CUCCO MARINO

Titoli: nobili di Borrello e Arena, baroni di Suprà, Corticosa e Infratarè.

Dimora: Calabria, Piemonte, Spagna, Baviera

Motto: Dextera Domini fecit virtutem, dextera Domini exaltavit me

La famiglia Cucco-Marino nasce dall'unione, nel secolo XVII, delle famiglie Cucco e Marino.

Il primo della Casa Cucco di cui si hanno notizie certe è il Reverendissimo Signor don ZACCARIA Cucco (così viene indicato nell'atto di matrimonio del figlio Bruno), Regio Notaio, vivente nel 1705 e con ogni probabilità nato prima del 1650, del suo operato si conosce un atto rogato nel 1705 in Melicuccà di Soreto, in cui il magnifico don Prospero Protopapa vende, per la somma di 50 ducati, un fondo all'Arciprete Charny, della stessa terra. Figlio di Zaccaria e di donna Girolama (o Geronima) Protopapa, figlia di Giovambattista barone di Suprà e Corticosa, fu BRUNO Cucco, che sposò l'11 maggio 1677 a Melicuccà, donna Dianora Marino da Arena, figlia del “per illustrissimo” Stefano Marino e da donna Candida Rascaglia.

I Marino erano patrizi d'Arena già nel XIII secolo. Da qui si diramarono a Stilo, Amantea, Reggio Calabria e Rossano, nei cui patriziati furono onorevolmente accolti da dove si diramarono in Nicotera e, molto probabilmente, in Gerace, ove si ritrovarono ascritti a quel patriziato, e forse anche in Nicastro ed Amantea. Il ramo d'Arena si estinse nel XVIII secolo, essendo i Cucco Marino gli ultimi discendenti. Nella prima metà del XVII secolo i fratelli GIACOMO e DIEGO Marino di Arena, si trasferirono a Nicotera, dove dal matrimonio di quest'ultimo con donna Bella Casaforte, nascerà ONOFRIO Maurizio Tommaso il quale, unitosi alla nobile Lucrezia Brancia della stessa Terra, avrà Margherita, che porterà nella famiglia del marito, don Giovan Battista Prenestino, l'eredità di questo ramo dei Marino (maritali nomine). Fin dal 1250 risultano come proprietari in Arena (così come anche la famiglia Protopapa). RICCARDO de Marino risulta possedere proprietà per tarì 19 e grana 4. La posizione di assoluto spicco della famiglia Marino nell'Arenese (ed anche in altre aree della Calabria Ultra) emerge chiaramente da un documento ritrovato di recente presso l'Archivio di Stato di Napoli (ASN, Regia Camera della Sommaria, Partium, 13 - ex Licterarum Parcium 4 anni 1523 usque ad 1534 - , ff. 209v-210r), datato 25 febbraio 1530, attraverso il quale la Regia Camera della Sommaria ordina ai tesorieri delle province di Calabria Citra ed Ultra di rispettare le franchigie di cui godono GIOVAN TOMMASO, PRINCIVALLO, TIBERIO e GIAMBATTISTA de Marino, figli ed eredi di GIOVANNELLO, in virtù del privilegio concessogli dal Vicerè Principe di Orange il 31 luglio 1529:“Pro heredibus magnifici quondam Joannelli de Marino de Melicucca Magnifice vir etc......” Il "Rev.mo Sig. DOMENICO Marino" e suo figlio SAVERIO compaiono in un atto notarile del 1705, rogato in Grotteria, Domenico è proprietario di un “trappeto". Altri Marino compaiono nei registri parrocchiali di Arena nella prima metà del XVIII secolo: il “magnifico” don STEFANO appare come padrino di cresimati nei registri parrocchiali della Parrocchia di Santa Maria de’ Latinis il 22 aprile 1719 ed il 15 settembre 1731 è padrino al battesimo di Caterina Cesarelli, figlia di Domenico e di Angela Speciali; NICOLA è padrino di cresima di don Pasquale Cesarelli, l’8 giugno 1721, e di Gaetano Mandica, il 24 gennaio 1724. (La famiglia Marino risulta oggi estinta in tutti i suoi rami, essendo i Cucco Marini gli ultimi discendenti a portarne il cognome).

I figli del predetto BRUNO Cucco annessero al proprio il cognome materno, dando origine così alla famiglia Cucco Marino furono i seguenti:

ZACCARIA I, nato l'11 febbraio 1681 e morto infante il 30 marzo 1684; reverendo don BRUNO nato il 23 marzo 1683 a Melicuccà, parroco della Chiesa di San Pantaleone martire, ufficio che terrà dal 1707 al 1731, e morto a Serrata il 6 gennaio 1736, notaio apostolico “per totum orbem”, come riportato nella bolla di istituzione del Giuspatronato sotto il titolo del SS.mo Rosario: beneficio, dal titolo esatto "del SS. Rosario e dell’Anime del Purgatorio", che era stato istituito all’altare omonimo nella Chiesa Parrocchiale di Serrata da don Bruno Cucco Marino già l’1 settembre 1704 mediante atto notarile rogato da notaio apostolico, “col peso di una messa la settimana”, la riserva del padronato, e l’assegnazione di una dote consistente in un fondo detto "la Chiusa" ubicato nel territorio di Serrata che dava una rendita annua di venti ducati, più altri annui sei ducati circa in tanti censi, egli si ammalò “di febbre maligna” il 25 dicembre 1735 e morì il 6 gennaio 1736, venne sepolto il giorno seguente “cum pompa solemni more maioris in suo sepulcro … lapide posita” ( “… con pompa solenne, secondo l’uso dei suoi avi, nel suo sepolcro … dove venne posta una lapide).Oggi secolo XXI sia la tomba che la chiesa non esistono più. Il chierico don DOMENICO FRANCESCO ANTONIO (1694 – 3 marzo 1776). Il dottor fisico ZACCARIA II nato a Melicuccà l'11 giugno 1687 e deceduto a Serrata il 20 ottobre 1753, sposato con la baronessa Eleonora, figlia o forse nipote del barone don Prospero Protopapa di Infrataré. Di tale matrimonio se ne ha attestazione nella bolla di istituzione del Giuspatronato prima ricordato; abitavano nel palazzo Cuccomarino di Serrata, di epoca rinascimentale, egli fu inoltre “Sindaco dei Nobili” del Contado di Borello nel 1747, affiancato da don Domenico Santacroce di Barletta, don Antonio Argirò e don Domenico Gallucci per la formazione del catasto, ed infine ELENA sposata con il fratello di donna Eleonora, il barone don Carlo Protopapa, con il quale viveva in Melicuccà.

Zaccaria II Cucco Marino e donna Eleonora Protopapa ebbero numerosi figli.

il primogenito, CARLANTONIO (Mariano Domenico Gaspare Melchiorre Baldassarre Marino), venne battezzato a Serrata il 9 settembre 1727 . L’elenco dei beni a lui intestati nel 1767 è riportato nel Libro dei Censi del Marchese di Arena e Duca di Soreto. Si tratta di un documento importante, perchè evidenzia, attraverso lasciti ereditari, la consistenza dell'alleanza delle famiglie Cucco e Marino, culminata, come già detto, con la nascita della famiglia Cucco Marino. Egli fu sacerdote secolare in Melicuccà di Soreto nel 1775; ebbe dei problemi giuridici per una querela avverso di lui il 27 giugno 1776 da parte di un tal Margiotta Francesco; per avere preso parte illegittimamente nell’elezione del sindaco, essendo il paese, Melicuccà, diviso in due fazioni: una facente capo alla famiglia dei baroni Carnì (Charny) e l'altra alle famiglie baronali dei cugini Cuccomarino–Protopapa. Nel processo che ne seguì don Carlantonio venne assolto. Tuttavia, nel febbraio 1788, a seguito di un provvedimento emesso dalla Giunta di Napoli, il Vescovo di Mileto invitava don Carlantonio a ritirarsi in Serrata, sua città natale. Carlantonio, già avanti con gli anni, si ritirò a Serrata, abbandonando l'abito talare, e sposò la ricchissima Rosalia Baghalà, figlia di don Antonio Baghalà, banchiere, armatore ed industriale della seta di Palmi, dalla quale ebbe un figlio, DOMENICO Pietro Francesco Antonio, battezzato in Serrata il 24 ottobre 1789 e ivi deceduto infante, il 4 gennaio 1791. La madre donna Rosalia, morì di parto lo stesso giorno, non si conosce la data di morte di Carlantonio.

Il secondo figlio fu DOMENICO Carlo Maria, che aveva sposato prima del 1755 un’altra figlia del banchiere - armatore Baghalà, donna Paola, ed ottenendo nel 1755 dal marchese Caracciolo d’Arena l’appalto della cedola fiscalaria per Soreto e San Nicola, ufficio che tenne fino al 1777, egli contribuì in modo sostanziale a consolidare il patrimonio della famiglia, ed ebbe sette figli:

MARIA Antonia Eleonora Petronilla, battezzata il 23 marzo 1755; FRANCESCO Antonio, battezzato il 3 luglio 1757; CARLOANTONIO Antonino Bruno, battezzato il 13 agosto 1759 ; CATERINA battezzata il 24 luglio 1762 ; ANTONIO battezzato il 29 marzo 1765; GIUSEPPE MARIA battezzato il 26 settembre 1767; FRANCESCO battezzato il 7 giugno 1770. L’unico della famiglia ad avere discendenza fu CARLANTONIO Antonino Bruno, che sposava il 24 Dicembre 1794 a Laureana la baronessa donna Francesca Protospataro di Laureana di Borrello, figlia del barone don Domenico Gregorio Carlo e di donna Maria Antonia Melchi ; essendo stato il matrimonio del fratello di donna Francesca, don Nicola, con la nobile donna Giulia Sanchez di Seminara, senza eredi, alla morte di donna Francesca l’antica e nobile famiglia Protospataro di Laureana si estinse nella famiglia Cucco Marino. Qualche mese prima di sposarsi, l’1 luglio 1794, don Carlantonio aveva costituito una società per l'arrendamento delle sete dello stato di Soreto, del contado di Borrello e della baronia di Carità, grazie a tale commercio, accrebbe il già cospicuo capitale familiare, ed ulteriormente arricchì la propria Casa acquistando terre dalla Cassa Sacra; don Carlantonio e donna Francesca ebbero 6 figli.

Primogenito fu DOMENICO, nato a Serrata il 13 aprile 1797, sindaco di Serrata nel 1828 e nel 1838; nel 1832 sposò donna Michelina d'Antona di Acquaro, figlia del nobile don Domenico e donna Anna Bardari; NICOLA, nato a Serrata il 29 gennaio 1804 e sindaco dello stesso paese nel 1857, don CARMELO, nato a Serrata il 7 aprile 1807 ed ivi deceduto il 25 settembre 1837, sposeranno rispettivamente le due sorelle donna FRANCESCA e donna GAETANA Filaci, figlie di don Carlo e donna Carmela Migliori;COSTANZA, che morì a Serrata il 27 luglio 1824, all’età di 4 anni. Dal matrimonio tra Domenico e donna Michelina nacquero cinque figli:

CARLANTONIO, nato a Serrata il 7 aprile 1834, ed ivi morto l’1 maggio; FRANCESCO, nato a Serrata il 21 agosto 1835 ed ivi morto il 29 marzo 1853; MARIA FRANCESCA battezzata a Serrata il 25 gennaio 1837, che il 20 gennaio 1867 sposerà il cugino don Carmelo Cuccomarino, figlio dello zio Carmelo e di donna Gaetana Filaci; DOMENICO, battezzato a Serrata il 12 ottobre 1838, che sposerà donna Giuseppa de Fazio, dalla quale avrà come unico figlio, nel 1862, don PASQUALE, morto senza discendenza.

In mancanza di discendenza dei figli maschi di don DOMENICO trasferì la primogenitura ai discendenti del secondogenito di don Carlantonio e donna Francesca: FRANCESCO, nato a Serrata il 6 gennaio 1800, sindaco di Serrata nel 1824 e di Dinami nel 1833/34. Sposò il 10 marzo 1832 la baronessa donna Ippolita Galluccio, patrizia del seggio di Nido in Napoli, figlia di don Francesco Galluccio, 10° barone d’Abruzzo, e di donna Maria Giovanna Magisano. Francesco e Ippolita, dopo il matrimonio, si stabilirono a Melicuccà, andando ad abitare nel palazzo Cuccomarino, sito nella piazza principale del paese, ed oggi non più esistente, essendo stato sconsideratamente abbattuto in epoca recente per edificare case, morì a Dinami qualche giorno prima di compiere i 35 anni, nella notte del 4 febbraio 1835. Ebbero tre figli: MARIA FRANCESCA e GIUSEPPE entrambi morti infanti; CARLO ANTONIO Maria, che sposerà sua cugina, la baronessa Raimonda Protopapa.

CARLO ANTONIO Maria Cuccomarino (10 agosto 1834-17 ottobre 1874) fu l’unico figlio con discendenza, di Francesco e Ippolita Galluccio; sposò il 16 novembre 1854, ancora minorenne, la cugina baronessa Raimonda Protopapa, figlia di don Giuseppe Antonio, barone di Infratarè, Suprà e Corticosa, e della baronessa Maria Antonia de Felice di Poggio-Rangone, don Carlo Antonio e donna Raimonda avranno cinque figli:

MARIA ANTONIA, nata il 4 dicembre 1856 e morta il 25 novembre 1862; FRANCESCO Cuccomarino, nato nel 1858 e morto senza discendenza; MARIA TERESA IPPOLITA, nata il 16 maggio 1861, che l’11 luglio 1887 sposerà il nobile don Giuseppe Antonio Morabito di Laureana, il matrimonio sarà senza figli; GIUSEPPE ANTONIO, nato il 2 ottobre 1858,l’unico con discendenza, sposò la nobile donna Maria Gesuela Prostimo, di Caridà, ed ebbe tre figli:

CARLANTONIO nato il 7 aprile 1897 e morto nel 1898, a Dinami; CARLO DIEGO Maria, nato il 24 aprile 1898 a Dinami; FRANCESCO Saverio Maria, (7 aprile 1896 a Dinami - 15 giugno 1977) sposò donna Bianchina Teresa Ernesta Capodieci di Patti, patrizia di Modica, ebbero due figli: Il primo, l’avv. barone GIUSEPPE ANTONIO Maria, nacque a Dinami il 18 febbraio 1930 da cui discende l’attuale linea; Il secondo figlio CARLO sposò la cugina donna Maria Teresa Protopapa, figlia naturale del barone don Francesco Protopapa il quale morì il 27 marzo 1980 a Dinami e con la morte senza eredi maschi del barone don Francesco Protopapa, l'antica e nobilissima famiglia si estingueva nella famiglia Cuccomarino.

L’attuale linea primogenita della famiglia è pertanto costituita dal predetto barone avv. don GIUSEPPE ANTONIO Maria, che il 22 marzo 1958 sposò la nobildonna Giuseppina Eleonora Clara Matilde Lombardi, dei Lombardi d'Arena, dalla quale ha avuto il barone dottor SALVATORE Francesco Maria, nato il 23 aprile 1966, medico chirurgo specialista in Chirurgia Generale, sposato il 5 agosto 2004 con la d.ssa donna Mersedeh Valentina Djahandideh: e ingegnere BIANCA MARIA nata il 14 gennaio 1972, sposata con l’ingegner Paolo Di Giovanni, di Torino. Dal matrimonio tra SALVATORE e Mersedeh l’8 marzo 2008 è nata, ultima di Casa Cuccomarino, la piccola MAIA.

ARMA D'azzuro alla banda d'argento, caricata da una stella (6) d'azzurro accompagnata in punta da un cucco al naturale, in piedi sopra un colle di verde. (stemma nella realizzazione grafica dell'araldista Laurent Granier, 2010. I tenenti sono rappresentati dal delfino della famiglia Marino).

Sito www.cuccomarino.it

Blasone casata Marino, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Blasone Cucco Marino, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attuale blasone di Salvatore Cucco Marino, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Francesco Cucco Marino, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Palazzo Cucco Marino, clicca per ingrandire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Palazzo Cucco Marino portale, clicca per ingrandire

CUFFARI o COFFARO

Titoli: Nobile di Sicilia

Dimora:  Palermo, Agrigento

Nobile dal XV secolo in terra di Sicilia. PIETRO, dottore in legge, proconservatore in Naro nel 1636; FRANCESCO ottenne la  stessa carica nel 1656; GIUSEPPE stessa carica dal 1797/98; SALVATORE  capitano di giustizia 1812/13 in Naro; PIETRO vice portolano di Agrigento, con privilegio del 21 agosto 1761 nominato barone di San Germano; SALVATORE, barone di San Germano, senatore anni 1803/4 in Palermo.

Il casato venne  riconosciuto di “antica nobiltà” dalla Commissione Titoli di Nobiltà del Regno delle Due Sicilie con deliberazione del 27 marzo 1843. Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro alla colomba d’argento volante, tenente un ramoscello d’olivo accompagnato da un sole nascente dal mare al naturale.

CULTRERA

Titoli: barone di Montesano, nobili dei baroni

Dimora: Chiaramonte, Siracusa

Originaria di Chiaramonte. GIUSEPPE barone di Fontanazza con privilegio del 12 luglio 1638; PAOLO, barone di Fontanazza, primo barone di Montesano con investitura del 21 agosto 1719; GIOVANNI ANTONIO con nomina del 2 giugno 1730 proconsole di Chiaramonte; PAOLO, barone di Montesano,  proconsole di Chiaramonte dal 1777 al 1810 con investitura del 1 febbraio 1776; PAOLO con D. M. del 10 ottobre 1899 ottenne il riconoscimento del titolo di barone di Montesano, GAETANO ottenne quello di nobili dei baroni.

Iscritta nell’Elenco ufficiale Nobiliare Italiano 1922

Arma:  d’azzurro alla torre di rosso finestrata di nero, cimata di un guerriero al naturale, alla campagna di verde.

CURATOLO

Titoli: barone, duca di Castellamonte

Dimora: Trapani

Nobili di Monte San Giuliano. VINCENZO capitano di giustizia 1774/5 in Monte San Giuliano; stessa carica CASIMIRO 1745/6; MELCHIORRE con privilegio del 13 marzo 1783 ottenne il titolo di barone; GIOVANNI con investitura del 12 settembre 1785 ottenne il titolo di marchese della Grantorre; MARIANO giurato di Monte San Giuliano 1787/8; ANTONINO stessa carica 1798/9 e capitano di giustizia 1801/2; con RR. LL. PP.  del 10 marzo 1918 MELCHIORRE ottenne il riconoscimento del titolo di duca di Castellamonte e con D. M. del 22 marzo dello stesso anno quello di barone.

Iscritto nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1922.

Arma: d’azzurro e d’argento al leone al naturale passante sulla ripartizione.

CURTI o CURTO

Titoli: barone di Pumancaro

Dimora: Trapani, Mazzara, Mineo, Palermo

ANDREA Curto nel 1507 ottenne il feudo della salina di Santo Daro e la tonnara di Grotta Malfitana; FRANCESCO senatore in Palermo 1647/49 con privilegio del 16 dicembre 1651 ottenne la concessione del titolo di “regio cavaliere” ; FRANCESCO capitano di giustizia in Mineo 1749/50; AGRIPPINO Curti il 26 ottobre 1790 ottenne il titolo di barone di Pumancaro; MARCO capitano di giustizia in Mazzara 1799/1800; MARIO proconservatore di Licata 1786/93; ANTONINO ottenne attestazione di nobiltà dal Senato di Palermo il 15 febbraio 1792.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano 1922.

Arma: interziato: il primo d’oro all’aquila di nero coronata, il secondo d’oro al leone con due teste al naturale, di rosso alla torre e l’aquila d’oro, il terzo di rosso ai tre pali d’oro.

CURTOPASSI

Titoli: marchese

Dimora: Napoli, Risceglie

Originaria di Andria, dichiarata di “antica nobiltà” nelle prove d’ammissione nella “Compagnia delle Regie Guardie del Corpo” di Sua Maestà il re del Regno delle Due Sicilie; decorata per Reale Concessione del titolo di marchese in data 7 aprile 1874; un ramo, oggi estinto, decorato del titolo di conte in persona di FRANCESCO (1839-1895) ministro plenipotenziario del Regno d’Italia presso la corte dello Zar di Russia in San Pietroburgo.

Iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana, iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922.

Arma: d’azzurro al giglio d’oro, con la pezzatura d’azzurro per il ramo secondogenito.

CUSANI

Titoli:  nobile

Dimora:  Napoli

Motto: “Ab initio usque ab finem pax tecum”

Nobili in Palermo e Napoli dal XV secolo.

MARCELLO arcivescovo di Palermo e capitano generale del Regno di Sicilia con privilegio del 26 luglio 1755; FILIPPO cavaliere di grazia dell’Ordine Costantiniano; ANTONIO e GIUSEPPE, cavalieri dell’Ordine Costantiniano, fondatori delle Commende San Luigi e San Gabriele, per le quali l’investitura venne rinnovata sino al 1855; FILIPPO il 15 ottobre 1855 ottenne la Croce  dell’Ordine Costantiniano “ex gratia”.

Iscritta nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano anno 1922, con D.C.G. del 16 novembre 1933 iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana.

Arma: partito il primo di rosso alla colomba d’argento e rosso coronata d’oro, secondo d’azzurro  e d’argento alla fascia di rosso, tre stelle d’oro, un leone controrampante al fusto di una palma al naturale.

 

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