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Le monete delle due Sicilie
coniate nella zecca di Napoli
a cura di
Francesco di Rauso |
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Periodo Aragonese e
Francese (1442-1504) |
Alfonso I
(1442-1458)
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Sesquiducato in oro da un ducato e mezzo (1442-1458). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Sesquiducato in oro da un ducato e mezzo,
variante (1442-1458). Clicca
sull'immagine per ingrandire |
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Gli esemplari in oro illustrati nella pagina sono le prime
monete in oro battute a Napoli regnante
Alfonso I d'Aragona (1442-1458). Tra i Sesquiducati d'oro
presenti sul mercato numismatico questo, con i fondi lucenti, sono tra
i migliori, se non i migliori conosciuti a livello qualitativo. |
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Reale d'argento
(1442-1458). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Carlino d'argento da 10 grani (1442-1458) |
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Alfonso nacque nel 1394 e alla morte del padre Ferdinando
nel 1416 ereditò l’Aragona, la Sardegna e la Sicilia. Quando nel
1442 conquistò Napoli, divenne uno dei sovrani più potenti
dell’epoca grazie anche alle sue qualità guerriere. Fece il suo
ingresso trionfale nel Febbraio del 1443 insieme ad un fastoso
corteo ed elesse Napoli sua residenza ufficiale. Fu incoronato
sovrano dal papa Eugenio IV e donò allo Stato Pontificio i
domini di Benevento e Terracina. In cambio, ottenne la
legittimazione dal pontefice peril figlio naturale
Ferrante e
fece giurare fedeltà a quest’ultimo dai baroni, che in realtà
mal sopportavano l’energico sovrano che aveva attribuito le più
importanti cariche dello stato agli Aragonesi. Con l’arrivo di
Alfonso e il periodo pacifico che caratterizzò il suo regno, ci
fu una notevole ripresa economica. Questo periodo fu
caratterizzato da una forte ripresa anche nei campi artistici e
letterari: il sovrano, amante dell’arte e della letteratura
ospitò a Napoli numerosi artisti guadagnandosi l’appellativo di
“magnanimo”. Alfonso I morì nel Giugno del 1458 lasciando il
regno di Napoli a suo figlio Ferrante.
link alla lettura su Alfonso I d'Aragona |
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Ferdinando I
(1458-1494) detto Ferrante
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Busto
di Ferdinando I d'Aragona (Ferrante), marmo dipinto, opera probabile di
Pietro di Milano. Parigi, Museo del Louvre (immagine tratta da Storia
d'Italia - Fratelli Fabbri Editori, 1965) |
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Ducato d'oro (1458-94). Sigla
T- inedito con foglie di quercia grandi sulla corona del sovrano.
Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Ducato d'oro (1458-94). Sigla
T. Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Ducato d'oro (1458-94). Sigla
C. Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Tarì d'argento (40 Tornesi) (1458-94). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Ferrante ereditò il regno di Napoli mentre l’Aragona, la
Sardegna e la Sicilia andarono a Giovanni, fratello del padre.
Il giovane monarca chiese al papa Callisto III di incoronarlo,
ma quest’ultimo respinse la richiesta in quanto Ferrante era
figlio illegittimo di Alfonso e rivendicò il Regno come feudo
della Chiesa. Fortunatamente per Ferrante il pontefice morì dopo
pochi mesi e il successore, Pio II lo fece incoronare sovrano
nel Febbraio del 1459. Durante il suo regno dovette lottare e
difendersi con tenacia dalle continue insidie dei baroni e dei
successori di
Renato d’Angiò. Questa situazione di continue tensioni
influì notevolmente sul carattere del sovrano, che ben presto sì
mostrò crudele e vendicativo tanto che fu considerato tra i
sovrani più temuti dell’epoca. Fu un uomo di notevole ingegno e
seppe portare onore e prestigio nel suo reame, e sostenne lo
sviluppo delle arti e della letteratura rendendo Napoli un
importante crocevia di artisti e letterati. Nel 1486 dovette
fronteggiare la sanguinosa
congiura dei
baroni, appoggiati dal pontefice Innocenzo VIII. Ferrante
morì nel Gennaio del 1494. |
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Alfonso II
(1494-1495)
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Alfonso II (immagine tratta Bastian
Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737) |
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Ducato d'oro del 1495 (al dritto il busto del padre
Ferrante I d'Aragona). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Coronato d'argento del 1495. Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Alfonso II fu un valoroso guerriero ma, per sua sfortuna,
ereditò il Regno nell'imminenza della discesa in Italia del re
di Francia Carlo VIII, che rivendicava la corona di Napoli per
la sua discendenza angioina. Alfonso era stato capitano generale
dell'esercito del padre Ferrante in occasione della
congiura dei
baroni e si era dimostrato risoluto e crudele. Divenuto
sovrano, gli mancò ben presto la volontà di proseguire nelle
lotte intestine tra i baroni. Abdicò dopo appena un anno di
regno in favore del figlio
Ferdinando (Ferrantino o Ferrandino) pensando così di
evitare tradimenti in vista della discesa a Napoli del re
francese. Alfonso II si ritirò quindi in Sicilia per vestire
l’abito monacale e morì nel Dicembre del 1495 a Messina. |
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Carlo VIII Re di Francia
(1495)
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Testone d'argento di Carlo VIII, immagine
proveniente dall'Asta Varesi - UTRIUSQUE SICILIE - del 30 Maggio
2000, Clicca sull'immagine per ingrandire |
Carlo VIII all’età di venticinque anni fu già un valoroso
condottiero e varcò l’Italia per giungere a Napoli nel Febbraio
del 1495. Appena giunto a Napoli deluse però i numerosi
partigiani napoletani che lo consideravano come un liberatore:
in realtà il sovrano francese si dimostrò uno spietato
conquistatore e saccheggiò la città di numerose opere d’arte
inviandole in Francia. La Santa Lega capeggiata dal pontefice
tentò di intrappolare i francesi in Italia ma Carlo riuscì a
rientrare in patria, risalendo la penisola facendosi strada con
tenacia. Morì nel 1498 all’età di soli ventotto anni. |
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Ferdinando II
(1495-1496) detto
Ferrandino
(o Ferrantino)
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All’incalzare della discesa a
Napoli di Carlo VIII,
Ferrantino (appellativo che il popolo gli diede
affettuosamente) si rifugiò lontano dalla capitale. Quando dopo
pochi mesi l’invasore francese andò via, Ferrantino rientrò a
Napoli accolto con grandissimo entusiasmo dal popolo che d’altra
parte era insorto contro lo straniero. Nel corso dell’anno
l’esercito aragonese sconfisse definitivamente le poche truppe
francesi rimaste nel Regno. Ferrantino, sovrano amatissimo dal
popolo per la sua bontà d’animo, morì stroncato dalla malaria
nell’Ottobre del 1496 commovendo l’intero popolo che aveva
oramai ripreso la fiducia nei confronti della dinastia
aragonese. |
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Federico (1496-1501)
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Federico (immagine tratta da
Bastian Biancardi, Le
vite dei re di Napoli, Venezia 1737) |
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Ducato d'oro (1496-1501). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Carlino d'argento (1496-1501). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Carlino d'argento (1496-1501). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Sesino in rame |
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Federico principe di Altamura fu il nuovo sovrano di Napoli
dopo la scomparsa prematura di Ferrantino, morto senza prole.
Salì al trono in età matura e fu uomo molto saggio, migliorò le
condizioni del suo regno grazie al suo buon governo. Purtroppo,
in quel periodo il re di Francia Luigi XII si accingeva a
continuare i disegni di conquista dell’Italia del predecessore
Carlo VIII e quando Federico seppe che era intenzionato a
conquistare anche il regno di Napoli chiamò in suo aiuto il suo
parente dalla Spagna Ferdinando il cattolico. Quest’ultimo si
era però accordato con il sovrano francese per la spartizione
del Regno, occupando in un primo momento la Calabria. Federico
sdegnato e deluso dall’atteggiamento del sovrano aragonese
preferì allora affidarsi alla clemenza di Luigi XII che provvide
a farlo trasferire in Francia assegnandogli il ducato d’Angiò
con il titolo dei conte del Maine. Federico si spense in Francia
nel 1504. |
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Luigi XII Re di Francia
(1501-1504)
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Ducato d'oro, immagine proveniente
dall'Asta Varesi - UTRIUSQUE SICILIE - del 30 Maggio 2000, Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Carlino in argento. Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Figlio di Carlo d’Orleans e
di Anna di Clèves,
Luigi XII nacque nel 1462 e successe a Carlo VIII che morì
senza prole. Gli eserciti spagnoli e francesi, inizialmente
alleati, disputarono per il
possesso del Regno, dando inizio alle ostilità che terminarono
con il successo delle truppe spagnole nel Gennaio del 1504. |
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