Numismatica

I coronati di Ferrante I d'Aragona

Un drago dal volto umano

a cura di Francesco Di Rauso

Coronato d'argento del 1488, regnante Ferrante I d'Aragona (collezione privata). Tipo raro. Clicca sull'immagine per ingrandire

Un drago dal volto umano

È quello che compare sul coronato fatto battere nel 1488 da Ferrante I per celebrare la sua vittoria sui baroni del Regno [vedi La Congiura dei Baroni, N.d.R.]. Ma di coronati ce ne sono di vari tipi...

[…] Per celebrare la sua vittoria e ricordare così “l’estinzione della malefica presenza di alcuni baroni", Ferrante nel 1488 diede incarico al maestro di Zecca Gian Carlo Tramontano di coniare una moneta d'argento del peso, diametro e titolo dei coronati (918/920 millesimi - 3,98 grammi – 27 millimetri) e quindi del valore di 11 grani, ossia 22 tornesi. Fu così che nacque il famoso coronato con il drago dal volto umano.

Coronato d'argento da 22 Tornesi del tipo comune; si noti la differenza del drago trafitto che qui ha la testa di un rettile, mentre nel tipo illustrato nella immagine precedente ha il volto di un essere umano schiacciato. Clicca sull'immagine per ingrandire

La parola “coronato” prende il nome dalle monete coniate per celebrare l'incoronazione del sovrano avvenuta a Barletta [a Bari, secondo il Gleijeses, N.d.R.] il 4 febbraio 1459 per mano del cardinale Sabino Orsini. Le monete presentano al dritto la scena dell'incoronazione: il re è seduto in trono, lo scettro ed il globo crucifero in mano tra un vescovo ed un cardinale che gli impone sul capo la corona. Al dritto CORONATVS QVIA LEGITIME CERTAVIT (incoronato perché lottò giustamente). Al rovescio c’è una croce patente circondata dalla leggenda FERDINANDVS D.G.R. SICILIE IERV VNG. Una seconda emissione di coronati presenta al dritto il busto coronato e volto a destra del re con intorno la stessa leggenda CORONATVS QVIA LEGITIME CERTAVI mentre al rovescio la croce è circondala dal nome e dai titoli di Ferrante. La terza emissione di coronati è quella che ricorda la fine della congiura dei baroni. Reca al dritto il busto coronato del re e al rovescio l'Arcangelo Michele che trafigge il drago dalla testa di rettile, posto sotto i suoi piedi. Intorno la leggenda IVSTA TVENDA (bisogna tutelare le cose giuste). Di questi coronali vanno distinti due tipi fondamentali variali. Un primo tipo più comune presenta il busto del sovrano più grosso e basso, di fattura diversa, rinchiuso in un cerchio perlinato con la leggenda FERDINANDVS D.G. REX SICILIE HIF. (Pannuti-Riccio n. 18 CNI 471, 524, 541, 559, 543) o FERRANDVS ARAGO REX SICILIE (Pannuti-Riccio n. 18 CNI 612, 472, 514, Catalogo Fiorelli 2905). Al rovescio l'Arcangelo Michele è rappresentalo di prospetto, la testa nuda o elmata o aureolata. Esistono molte varianti per la leggenda più o meno abbreviata, per la punteggiatura, per l'acconciatura del re e la corona, per la posizione dell'Arcangelo leggermente volto a destra, con o senza corazza, elmo e nimbo, per la lancia terminante in croce o con 3 o 4 anellini o in un tondino o in una banderuola, per Io scudo di forma diversa e caricato o meno da una croce, per la presenza di una rosetta sulla spalla del re, per la lesta del drago volto in alto o in basso, per il posto dove il drago viene trafitto nelle fauci, sul collo, sulla testa, per la presenza o assenza dietro il busto delle lettere degli zecchieri: I. C. V. T. (iniziale quest'ultima del maestro di Zecca Tramontano). L'altro tipo della terza emissione di coronati si distingue nettamente dal primo per la figura dell'Arcangelo Michele al rovescio, rappresentato non più di prospetto ma di profilo, tutto volto a destra, le gambe aperte, nell'atto di schiacciare oltre che di trafiggere il drago nelle fauci. A loro volta questi coronati si possono distinguere in due tipi variati: uno presenta al dritto lo stesso busto dei coronati con l'Arcangelo visto di prospetto (FERRANDVS ARAGO REX SICILIE). Dietro c'è la lettera I (Pannuti-Riccio n.19. CNI 524). Il drago ha come i precedenti coronati la testa di rettile. Lo scudo è crociato. L'altro tipo (Pannuti-Riccio n.20. CNI 640) presenta invece il busto del re più piccolo, alto e slanciato, intorno la leggenda FERRANDVS ARAGO REX SICILIE). Manca la lettera dello zecchiere. Il drago, particolare questo molto importante perché sottolinea il carattere celebrativo della moneta, ha il volto umano in cui s'identifica la “mala pianta” dei baroni ribelli sradicata da Ferrante. Inoltre il drago appare capovolto mentre nei precedenti coronati toccava il suolo con le zampe. L'Arcangelo presenta in più un cimiero sormontato da due piume. Nell'esemplare illustralo a colori in questo servizio la leggenda appare leggermente variata: FERRANDVS ARAGO REX SI HIER. Il Cagiati riporta un esemplare con un'altra leggenda variata FERRADVS ARAGO REX SI HIER (n. 142). Segno che vennero usati più conii per battere queste monete. È senza dubbio quest'ultima la moneta più rara tra tutti i coronati battuti da Ferrante. […]

Questa moneta ha un grande valore storico: fu la prima vera moneta commemorativa napoletana insieme al coronato celebrativo dell’incoronazione.

Pubblicazione on-line del Maggio 2008


Articolo apparso su “Cronaca Numismatica” n. 90, Ottobre 1997

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