Calabria, una natura di gran classe
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Baie luminose orlate da spiagge di sabbia bianca e finissima, fantastiche
scogliere a strapiombo sul mare che s'immergono in acque cristalline con i
colori cangianti, dal violaceo al verde smeraldo. Il viaggiatore, che si
trova a guardare la Calabria dal mare, si trova di fronte a uno spettacolo
di irreale bellezza.
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Baia di Riaci, Santa Domenica di Rica di Vibo Valentia |
Sullo Ionio e sul Tirreno, lungo ottocento chilometri di costa, si
susseguono scenari mozzafiato e una vastità di paesaggi che difficilmente si
possono riscontrare in altre regioni della penisola. Il mare, quasi con
pudore, lascia spazio a montagne e colline sulle quali s'innesta una natura
forte e rigogliosa, a tratti ancora selvaggia e incontaminata: dalle
maestose vette del
Pollino al confine con la Basilicata, all'altopiano della Sila, al
massiccio del Poro, a quell'Aspromonte dei miti, "colossale piramide"
che s'innalza fino a duemila metri quasi, come un baluardo a protezione
della vecchia Europa. Un vero e proprio paradiso naturale in grado di
ammaliare e stregare il più scettico dei visitatori.
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Il Castello di Vibo
Valentia, costruito sul finire del XI sec. dai Normanni ed ampliato
successivamente da Federico II, dagli Angioini e dagli Aragonesi.
(Immagine inviata da Antonio De Siena, che ringraziamo) |
Raccontata e amata dai viaggiatori del Grand Tour, dimenticata e ora
riscoperta, questa regione dai mille affanni economici e sociali, nella
carta turismo ripone gran parte delle proprie speranze.
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Roccella Jonica (Rc) |
La Calabria,
infatti, non è solo natura. Ovunque si respirano storia, antiche tradizioni
e costumi, ingredienti di un patrimonio artistico-culturale in grado di
trasformare il viaggio di un semplice turista nell'avventura di un
esploratore alla ricerca della storia dell'uomo.
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Pietragrande |
Abitata fin dalla preistoria, la terra calabra, posta
al centro del Mediterraneo, è stata per molti secoli un ponte tra Oriente e
Occidente. Numerose epoche (greca, romana, bizantina, normanna e altre
ancora) si sono avvicendate nel suo territorio facendo di questa regione uno
scrigno di tesori.
Indelebili sono le tracce di testimonianze magno-greche,
musei a cielo aperto che, da
Sibari a Crotone,
alla Roccelletta di Borgia,
a Caulonia, a
Locri, a
Reggio Calabria, il cui Museo Nazionale conserva memorie di
straordinaria bellezza, come i Bronzi di Riace o la testa bronzea del
Filosofo, a Medma-Rosarno
e ancora a Vibo-Hipponion,
conservano quasi tutta la loro originaria fisionomia.
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Gli
scavi archeologici di Locri Epizefiri (RC) |
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Statere Crotone VI sec. a.C. |
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E in tanti luoghi è
possibile trovare, a pochi metri di distanza l'una dall'altra, opere in cui
elementi di epoca diversa si sono sovrapposti e integrati nel corso dei
secoli. Uno splendido esempio del tentativo di fusione tra le grandiose
forme normanne e i tratti decorativi bizantini è rappresentato dalla Chiesa di Santa Maria della Roccella
nel sito dell'antica Scolacium.
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Opere di Antony Gormley nel parco archeologico di Roccelletta (CZ) |
Altri monumenti architettonici che ricordano un passato lontano, ma non del
tutto scomparso, sono il Duomo di Cropani,
edificio romanico, il Battistero e la Chiesetta di Santa Filomena a
Santa Severina e la
Cattolica di Stilo, simboli dell'arte dell'impero Bizantino che ebbe un
ruolo fondamentale nello sviluppo storico e culturale della Calabria.
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Gli scavi archeologici di Cirella (CS) |
Gran
parte della produzione culturale, arricchitasi in seguito di motivi
arabeschi e orientali, è stata fortemente influenzata dai canoni
architettonici e artistici greco-bizantini. Dal IX all'XI secolo i monaci e
gli eremiti provenienti da oriente, in disaccordo con la chiesa bizantina,
trovarono rifugio sulle montagne calabresi edificando monasteri e chiese,
come nella Vallata dello Stilaro
dove il monachesimo ortodosso, dopo un millennio, poco tempo fa, ha ridato
vita ai silenzi di San Giovanni di Terestì,
a due passi da Bivongi.
Il XII secolo segna per le terre calabre l'avvento di un'altra dinastia,
destinata a lasciare il segno, quella dei
Normanni.
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La
Cattolica di Stilo (RC) |
La testimonianza monumentale meglio conservata è la
Cattedrale di Santa Maria Assunta di
Gerace. Fondata dai profughi locresi in seguito all'abbandono di Locri Epizephiri
alla fine del X secolo, la cattedrale fu edificata nelle monumentali forme
attuali sotto
Ruggero II il Normanno. In essa appaiono evidenti i continui rimandi al
sostrato culturale e formale ancora bizantino e le novità di stampo
occidentale, romano-francese, arrivate al seguito dei conquistatori
normanni.
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Santa Maria della Roccella |
Tra gli edifici fondati da religiosi spicca la Certosa di Serra San Bruno,
realizzata tra il 1090 e il 1101 da Brunone di Colonia, maestro della Casa
di Grenoble.
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Il Castello di Roseto
(CS) |
Lasciando le montagne e scendendo lungo le coste le
testimonianze storiche non scompaiono, anzi si fregiano di paesaggi ancora
più sublimali. È il caso del Castello di Roseto
Capo Spulico, situato in una strategica
posizione di fronte al Golfo di Taranto, costruito dai
Normanni e restaurato
e trasformato in una fortezza militare da
Federico II, ma anche delle
Castella di Isola Capo Rizzuto, fortezza sul mare costruita dagli
Aragonesi su una preesistente fortificazione angioina, della Rocca di
Scilla a guardia dello Stretto di Messina, dei Bastioni di Nicotera e di
Fuscaldo, sentinelle di quel Tirreno su cui si specchiano paesi simbolo del
turismo calabrese, come Praia a Mare
con la rude bellezza dell'Isola di Dino,
Diamante,
Amantea, Pizzo
e
Tropea, capitale turistica del Capo
Vaticano e della Calabria intera, posta su una
rupe a picco sul mare che domina il Capo Vaticano e lo scoglio dell'Isola.
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Il centro storico di
Pizzo con il Castello Aragonese (immagine inviata da Antonio De Siena, che ringraziamo) |
Viaggiare tra i mari e i monti della Calabria, significa aprire le porte di
una storia millenaria, che inizia dalla preistoria, continua con
l'insediamento dei Bruzi, il popolo autoctono, e culmina nella grande epopea
della Magna Grecia.
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Capo Vaticano |
Viaggiare in Calabria dà la possibilità di tornare indietro nel tempo ed
entrare in contatto con le civiltà più diverse: Romani, Goti, Longobardi,
Bizantini,
Normanni,
Svevi,
Angioini,
Aragonesi,
Borboni, un'avventura che anche il viaggiatore più distratto non
potrà più dimenticare.
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Cristo fulminante, Mattia Preti a Taverna (CZ) |
I centri storici e i siti archeologici, prezioso ed impareggiabile
patrimonio storico-artistico, costituiscono una delle maggiori ricchezze
delle città calabresi capaci di attrarre turismo nazionale ed
internazionale.
La Calabria è una delle realtà estremamente ricca per quanto
riguarda l'offerta culturale, sia sul piano strutturale che in relazione
alle iniziative e attività promosse da soggetti ed organismi pubblici e
privati.
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Il castello di Oriolo (CS) |
[1] Articolo tratto da: Franco Faggiani,
"Una natura di gran classe",
Ulisse la rivista
di bordo dell’Alitalia, febbraio 2006
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