Le mille città del Sud

Reggio

i Bronzi di Riace

 

La leggenda narra che la fata Morgana, innamoratasi di Ruggiero il Normano, futuro gran conte di Sicilia, fosse ricorsa ad una magia per sospingere il guerriero a conquistare la Sicilia. Fece come d’incanto apparire le coste messinesi viste dalla Calabria, più grandi e più vicine. Ruggiero si convinse, e la magia di Morgana fu tanto portentosa, che ancora oggi, di tanto in tanto, si ripete, almeno finché la realizzazione del ponte sullo Stretto chiuderà per sempre la porta ai sogni.

Ben prima di Ruggiero e di Morgana, l’antica Rhegion era già una fiorente colonia calcidese. Fondata nell'VIII secolo a.C. ebbe un ruolo di rilievo nelle mitiche vicende delle città della Magna Grecia. Divenuta municipio romano dopo le guerre puniche, sopravvisse al crollo dell'impero grazie alla sua posizione sulle vie commerciali più importanti. Parte dell’Impero Bizantino, contesa poi tra Normanni e Saraceni, seguì quindi fino al 1861 le sorti del Regno di di Napoli. Fu devastata dal terremoto del 1783 e rasa al suolo da quello del 28 dicembre del 1908. La città conserva, pertanto, poche tracce del suo passato, ma le sale del Museo Nazionale della Calabria, il panorama sullo Stretto e l'animazione del centro ne fanno una splendida meta turistica.

Il Castello

Dal lungomare, ornato da palme e magnolie, si gode infatti di uno splendido panorama sulla costa siciliana, con l'Etna sullo sfondo. Nel lungomare si trova un tratto delle antiche mura greche, una doppia cortina fortificata, che furono costruite dopo l'assedio di Dioniso di Siracusa nel 387 a.C. Nella stessa zona si possono ammirare i resti delle terme romane, con mosaici a tessere bianche e nere. Nell'omonima piazza, sorge il castello, di origine medievale e rifatto dagli Aragonesi nel XV secolo, di cui restano due torri cilindriche e alti muraglioni. Il Corso parallelo al lungomare è il cuore della città.

I resti delle Terme Romane sul lungomare

Il Duomo, nella piazza omonima, è stato integralmente rifatto dopo il terremoto in forme romaniche, ma al suo interno si trovano  alcune opere d'arte del '600 e 700 recuperate dalle chiese distrutte, quali un settecentesco Crocifisso in legno e il Sacrificio di Melchisedec, notevole tela Marolì (XVII secolo).

Decorazione araba

La chiesa di San Paolo ospita il Piccolo Museo San Paolo, dove è esposta la collezione di 180 icone raccolte da monsignor Francesco Gangemi. Alcune, rarissime, sono la testimonianza dei secoli di presenza ortodossa nel Sud.

In piazza De Nava, al termine del lungomare, si trova il famoso Museo Archeologico Nazionale. Sulla strada in leggera discesa si trovano i negozi più belli di Reggio, il Teatro Comunale Francesco Cilea e poi, in piazza Italia, il Municipio progettato da Ernesto Basile.

Il Municipio

Il Museo Archeologico Nazionale

Dopo la completa distruzione del vecchio Museo Civico ad opera del terremoto del 1908, fu messo mano all’ambizioso progetto di un nuovo grande museo, in grado di raccogliere i reperti rinvenuti in grande quantità nelle antiche e fiorenti città calabresi della Magna Grecia. La costruzione iniziò negli anni '30 e da allora l'edificio ha subito vari ampliamenti. Per qualità e quantità di reperti il museo è tra i più importanti dell'Italia. I pezzi più celebri del patrimonio del museo sono i Bronzi di Riace,  ma è l’intero complesso a costituire una testimonianza unica dell'arte e la cultura della Magna Grecia.

La prima sezione che si incontra è quella dedicata alla preistoria, con reperti del Paleolitico e del Neolitico che comprendono vasi decorati e il calco del graffito del Bos primigenius rinvenuto nella Grotta del Romito di Papasidero.

Il giovane di Casa Marafioti

Alle sale dedicate alle età dei metalli segue quella dedicata all'epoca d'oro di Locri: la statua di terracotta del giovane di Casa Marafioti, che ornava il tempio di Athena Loci, il gruppo marmoreo dei Dioscuri (IV secolo a.C.) dall'area sacra di Marasà, resti del santuario di Persefone alla Mammella, i corredi funebri e il piccolo carro giocattolo di bronzo del IV secolo a.C., fino all’eccezionale collezione di tavolette votive dedicate a Persefone, le pinakes, provenienti dal sito in località Mannella.

Pinakes

Dalle sale dedicate all'archeologia subacquea, dove è esposta una notevole raccolta di anfore e ancore, si passa finalmente alla sala dove sono esposti i Bronzi di Riace e la testa barbuta detta del Filosofo, emerso dallo scavo di un relitto sommerso a Ponticello, sulle rive dello stretto di Messina.

Il Filosofo

 

Monete in argento e oro da Metaponto e Eraclea

Achille e Memnone

I due bronzi risalgono alla seconda metà del V secolo a.C. Furono ritrovate casualmente da un subacqueo dilettante, il l6 agosto del 1972.

Il grande museo ospita anche altri pezzi di gran pregio, come la splendida lastra policroma a rilievo detta ''delle fanciulle danzanti" (VI sec, a.C,), la coppa di Tresilico in vetro, la sepoltura di un guerriero lucano con la moglie (320 a.C. ca.), il cui corredo comprende l'elmo apulo, la corazza e la lamina in piombo con iscrizioni in osco. La sezione archeologica si completa con reperti romani dall'età repubblicana al tardo impero, come la collezione di lucerne o quella dei vasi in argento di Taureana.

La lastra delle Fanciulle danzanti

Statuina votiva da Medma

Uno dei due Dioscuri dal tempio di Marasà

Statuina votiva di Persefone

Testa di donna in terracotta da Medma

Tra i dipinti esposti nel museo vi sono due tavole di Antonello da Messina, San Girolamo penitente e la Visita dei tre angeli ad Abramo, il Ritorno del figliol prodigo di Mattia Preti (1560 ca.) e l'Adultera di Luca Giordano. Molto bella è anche la collezione di maioliche settecentesche provenienti dai monasteri di San Domenico di Soriano Calabro e dalla Certosa di San Bruno.

Antonello da Messina, San Girolamo penitente


Antonello da Messina, Visita dei tre angeli ad Abramo


Dintorni

Pentedattilo

Nel parco nazionale dell’Aspromonte, immersa nei boschi sorge Gambarie, una delle località turistiche più amene della Calabria, meta di soggiorni estivi, nonché attrezzata stazione di sport invernali. Compresa nel comune di Santo Stefano in Aspromonte, offre al visitatore la vista di uno dei panorami più belli del mondo, poiché si affaccia sullo Stretto e sulle montagne siciliane, dalle Madonie all'Etna. Escursioni naturalistiche possono essere compiute al Puntone dello Scirocco (1660 m), raggiungibile in funivia, e al monte Cocuzza (1956 m), il più elevato dell'Aspromonte. A pochi chilometri incontriamo ai piedi di una rupe culminante in cinque punte il caratteristico borgo di Pentedattilo di origine bizantina.

Le coste del Reggino

Il tratto di costa del Reggino, che inizia da Gioia Tauro e prosegue fino a Melito, sulla punta estrema della penisola, conserva ancora intatto l’antico fascino, tanto che guardando il mare al tramonto non è difficile immaginare di scorgere le sagome delle sottili navi greche, che lì sbarcarono i guerrieri ed i filosofi. Oppure assistere all’arcano della fata Morgana, che per qualche attimo vi fa toccare con mano la Sicilia. Effetti e sensazioni, un po’ magiche, di questo pezzo di Magna Grecia, ancora in parte ricoperta da uliveti che sfociano nel litorale profumato di bergamotto e gelsomino, dal mutevole paesaggio.

Villa San Giovanni

Posta sullo Stretto, dista circa 15 km da Reggio. È conosciuta come importante stazione ferroviaria e marittima per i collegamenti con la Sicilia, ma è anche un notevolissimo centro peschereccio, industriale e agricolo. Il mare è così bello, che vale la pena effettuarvi un soggiorno balneare.

Bagnara Calabra

La città, sviluppatasi nel periodo medievale intorno al monastero normanno di Santa Maria degli Apostoli, è adagiata sulla costa tirrenica poco a nord dello Stretto. Ha ampie spiagge dotate di buone attrezzature turistiche.

Scilla

Centro turistico e della pesca del pesce spada, rinomato per la produzione di agrumi, è posto all'imboccatura dello stretto di Messina, con l'abitato digradante verso le insenature di Marina Grande e Chianalea, separate da un promontorio roccioso su cui sorgono il castello e il Faro. Era lo Scyllaeum degli antichi, cui si riferiva il mito omerico dei due mostri marini Scilla e Cariddi, che minacciavano le navi nelle acque dello Stretto. A punta di torre Cavallaro sorge l'alto traliccio dell'elettrodotto, collegato con una sola campata di 3646 metri all'altro che di punta del Faro sulla costa siciliana.

Melito di Porto Salvo

Situato all'estrema punta meridionale della Calabria, in un territorio ricco di agrumeti, Melito è famoso per la produzione dell'essenza di bergamotto, introdotta da Ferrante d’Aragona nel XV secolo. Precedentemente, in epoca bizantina, era il porto di Pentedattilo. La sua importanza si accrebbe nel Cinquecento per la notorietà del santuario di Santa Maria di Porto Salvo. A Melito sbarcò Garibaldi nel 1862 nel tentativo di marciare su Roma, ma venne contrastato e ferito dai Piemontesi, che circa un anno prima avevano soggiogato il Regno di Napoli.


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