Numismatica

Le monete delle due Sicilie

coniate nella zecca di Napoli

a cura di Francesco di Rauso

Periodo Borbonico (1734-1861) parte terza

Repubblica Napoletana: 23 gennaio - 19 giugno 1799

 

Piastra in argento del 1799, Repubblica Napoletana. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Piastra in argento del 1799, Repubblica Napoletana, con errore di conio (Napolitan in luogo di Napolitana). Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Mezza Piastra in argento del 1799, Repubblica Napoletana. Clicca sull’immagine per ingrandire.

6 Tornesi in rame del 1799, Repubblica Napoletana. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

6 Tornesi in rame del 1799, Repubblica Napoletana, sigle ZN al rov. Clicca sull’immagine per ingrandire.

La tanto attesa Repubblica Napoletana fondata sulla sovranità popolare iniziò il 22 Gennaio del 1799 con l’entrata a Napoli dell’esercito francese comandato dal generale Championnet. In realtà, a gestire la situazione fu un gruppo di nobili e intellettuali, fra cui ricordiamo Mario Pagano, Domenico Cirillo ed Eleonora Pimentel. Erano degli idealisti e teorici riformatori ma in politica si rivelarono poco incisivi. Dopo i primi giorni di generale entusiasmo, i sostenitori dell’effimera Repubblica si trovarono ad affrontare una situazione caotica, di certo non gestibile attraverso leggi improntate ad un'ideologia ancora incomprensibile alla maggior parte della popolazione. La situazione precipitò dopo il 27 Febbraio 1800, allorché fu richiamato in Francia il pragmatico gen. Championnet. Il suo successore, gen. Macdonald, dichiarò Napoli terra di conquista, opprimendo con le sue richieste le già esauste finanze partenopee. Il malcontento generale e il panico presero man mano il sopravvento. Il 7 maggio 1799 l’evento decisivo: a seguito della sconfitta del gen. Chérer in Lombardia, l'esercito francese fu richiamato nel nord, consentendo alla grande armata comandata dal cardinale Ruffo, nominato vicario del Regno da Ferdinando, una quasi incontrastata avanzata verso la capitale. Il 19 Giugno del medesimo anno il cardinale occupò Napoli a nome di re Ferdinando.

Anonimo, 1799, la presa di Ischia

Ferdinando di Borbone (IV di Napoli, III di Sicilia) 2° periodo: 1799 -1806

Piastra in argento del 1799. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Piastra in argento del 1800. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Piastra in argento del 1802. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Piastra in argento del 1805. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Piastra in argento del 1805. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Piastra in argento del 1805. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Mezza Piastra in argento del 1805. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

6 Tornesi in rame del 1801. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Dopo aver preso possesso della capitale, il Ruffo firmò i patti per la resa dei giacobini napoletani, annullati però dall’ammiraglio Nelson appena giunto a Napoli con la sua flotta. Fu allora che si scatenò la reazione, soprattutto per volontà della vendicativa regina Maria Carolina, ed oltre cento persone finirono al patibolo, tra cui Eleonora Pimentel e Luisa Sanfelice. L’ammiraglio Caracciolo, comandante della Marina Repubblicana, fu fatto impiccare dal Nelson senza processo. Si elargirono numerose ricompense ai fedeli della corona e Nelson fu investito del titolo di duca di Bronte. Ferdinando rimase in Sicilia fino al 1804 e quando ritornò a Napoli, accolto con grande entusiasmo dal popolo, firmò amnistie per i ribelli. A seguito delle minacce di Napoleone, Ferdinando fu poi costretto a firmare il trattato di Firenze, che in sostanza decretava una situazione di vassallaggio verso la Francia. Nelson e la regina Maria Carolina continuarono a congiurare contro il trattato, e Napoleone dopo Austerlitz dichiarò decaduto Ferdinando IV costringendolo a fuggire nuovamente a Palermo. L'esercito francese comandato dal generale Massena occupò Napoli il 14 Gennaio 1806.

Saverio Della Gatta, Il ritorno di Maria Carolina dalla Sicilia a Napoli 1799

Giuseppe Napoleone: 1806-1808

Piastra in argento del 1808. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Giuseppe Bonaparte, fratello del grande imperatore, arrivò a Napoli insieme alle truppe del generale Massena, mettendo in fuga le truppe borboniche nel Marzo del 1806. Il 31 dello stesso mese fu proclamato re di Napoli. Il sovrano emanò una serie di buoni provvedimenti in grado di risanare le ferite del Regno, introducendo il codice napoleonico e abolendo la feudalità. Scelse per il suo buon governo uomini illustri della precedente Repubblica Napoletana e del regime borbonico. Intanto i Francesi conquistarono anche la Spagna e il fratello designò re Giuseppe sovrano di Spagna in cambio del trono napoletano, che passò al cognato Gioacchino Murat nel 1808.

Gioacchino Murat: 1808-1815

Gioacchino Murat (La Bastide 1767-Pizzo di Calabria 1815)

Prima parte: viene mantenuto il sistema monetario antecedente

Piastra in argento del 1809. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Piastra in argento del 1810. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Piastra in argento del 1810, leggenda la dritto abbreviata. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

3 Grana in rame del 1810. Clicca sull’immagine per ingrandire.

2 Grana in rame del 1810. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

2 Grana in rame del 1810, leggenda abbreviata al dritto. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Seconda parte: vengono introdotti la Lira e il sistema decimale

40 Lire in oro del 1813. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

40 Lire in oro del 1813.

20 Lire in oro del 1813. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

20 Lire in oro del 1813.

5 Lire in argento del 1813. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

2 Lire in argento del 1813. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Lira in argento del 1813. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Mezza Lira in argento del 1813.

5 centesimi in rame del 1813.

Gioacchino Murat fu designato re Delle Due Sicilie da Napoleone quale riconoscimento delle sue doti di grande condottiero che aveva dimostrato in battaglia. Sposò la sorella dell’imperatore Carolina Annunziata. Durante il suo regno si comportò da grande sovrano, regnando con senso di giustizia, e perciò fu molto amato dal popolo napoletano. Emanò una serie di leggi che favorirono lo sviluppo industriale del Regno e combatté con grande efficacia il brigantaggio. Gioacchino Murat coltivò l'aspirazione di emancipare il Regno dalla sudditanza della Francia, dapprima in segreto, quindi con azioni palesi, alla fine con la forza della disperazione. In realtà gli avvenimenti dell’impero francese condizionarono comunque le vicende del Regno di Napoli. Gioacchino partecipò da grande valoroso al fianco di Napoleone nelle battaglie in Russia (1812) e in Germania (1813). Gli eventi precipitarono quando, dopo Waterloo, il Congresso di Vienna (1815) restaurò i Borbone sul trono di Napoli. Gioacchino fu sconfitto dalle forze alleate a Tolentino (maggio 1815) e costretto a fuggire. Il 20 maggio 1815, tra Austriaci e Inglesi da una parte, ed i rappresentanti del governo murattiano dall'altra, fu stipulato il trattato di Casalanza che pose fine al decennio napoleonico nel Regno. Con pochi uomini e armato di tenacia, il Murat partì dalla Corsica per tentare lo sbarco nelle vicinanze della capitale, ma una tempesta fece lo fece naufragare sulle coste calabresi. Tentò di sollevare il popolo, ma fu catturato e dopo un processo sommario, fu giustiziato il 13 Ottobre del 1815 a Pizzo Calabro(il verdetto fu emesso sulla base di una legge che lui stesso aveva promulgato per contrastare i sovversivi!).

Ferdinando di Borbone (IV di Napoli, III di Sicilia) 3° periodo: 1815 -1816

Il rientro a Napoli di Ferdinando

Piastra in argento del 1815. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Piastra in argento del 1815, capigliatura molto riccia. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Piastra in argento del 1816. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Piastra in argento del 1816, brattee dello stemma più numerose. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Piastra in argento del 1816, reimpressa. Clicca sull’immagine per ingrandire. link all'articolo sulle reimpresse napoletane

 

Mezza Piastra in argento del 1816. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Mezza Piastra in argento del 1816, brattee dello stemma più numerose. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Carlino in argento del 1815.

8 Tornesi in rame del 1816. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Ferdinando IV ritornò a Napoli nel Giugno del 1815. Maria Carolina ed il ministro Acton erano entrambi morti, il Re non doveva più nascondere la sua relazione con la siciliana contessa di Floridia, e fu bene accolto dal popolo. Sebbene fosse di indole reazionaria e vendicativa, Ferdinando non cancellò ciò che di buono era stato fatto durante il decennio napoleonico e mise il buon ministro Medici a capo del governo. Il Regno restava nella sfera di influenza austriaca e, come deciso al Congresso di Vienna, al comando dell’esercito napoletano c'era un generale austriaco.

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