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Le monete delle due Sicilie
coniate nella zecca di Napoli
a cura di
Francesco di Rauso |
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Periodo Angioino
(1266-1442) |
Carlo I
(1266-1285)
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Carlo I (immagine tratta da Bastian Biancardi,
Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737) |
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Saluto in oro (1266-1285). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Saluto in argento (1266-1285). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Carlo, conte d’Angiò, del
Maine e di Provenza, era figlio di Luigi VIII re di Francia e
fratello di Luigi IX il santo. Fu un sovrano di indole spietata
e crudele, conquistò il Mezzogiorno d’Italia grazie all’aiuto e
all’appoggio del papa che lo incoronò a Roma re di Sicilia nel
Giugno del 1266. Il suo esercito riuscì a sconfiggere quello di
Manfredi di Svevia a Benevento dove quest’ultimo morì da
valoroso soldato sul campo di battaglia e successivamente quello
del legittimo erede del defunto monarca svevo
Corrado IV (Corradino). Con l’ascesa al trono di Carlo la
capitale del regno fu trasferita da Palermo a Napoli e nel 1282
dopo una sanguinosissima rivolta dei Siciliani
(la rivoluzione del Vespro), esasperati dalle angherie dei
Francesi perse definitivamente la Sicilia a causa delle angherie
dei francesi (Vespri Siciliani). La perdita di quest’ultima che
finì nelle mani degli aragonesi fu un colpo durissimo per la
dinastia angioina e fu causa di
numerose contese e guerre.
Carlo I
d’Angiò morì a Foggia nel Gennaio del 1285 lasciando il regno al
figlio Carlo. |
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Carlo II
(1285-1309)
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Carlo II lo Zoppo
(immagine tratta da Bastian
Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737) |
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Saluto in oro (1285-1309). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Saluto in argento (1285-1309) |
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Fu tenuto prigioniero
degli aragonesi in Spagna e liberato nel 1289. A
differenza del padre, mostrò clemenza e saggezza ai
sudditi e portò la pace nel regno. Durante il regno di
Carlo II (detto lo Zoppo) ci fu una ripresa economica
del Regno dopo la guerra ventennale del Vespro. Carlo II
morì a Napoli nel Maggio del 1309 e le sue spoglie
vennero portate ad Aix in Provenza secondo la sua
volontà lasciando il regno al figlio
Roberto. |
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Roberto
(1309-1343)
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Roberto
(immagine tratta da
Bastian
Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737) |
Terzogenito di Carlo II,
Roberto salì
al trono di Napoli in quanto il primogenito Carlo Martello
ascese al trono d’Ungheria e il secondogenito Luigi (S. Luigi di
Tolosa) abbracciò la vita ecclesiastica. Durante il regno di re
Roberto ci fu una ripresa economica grazie alla buona
amministrazione del re. Riuscì a gestire con abile diplomazia le
numerose contese italiane dell’epoca ed a rendere il Regno di
Napoli la potenza predominante in Italia. Alla corte del re
furono promosse varie iniziative culturali, tanto che fu Roberto
ad incoronare poeta il Petrarca nel 1341. La morte prematura del
figlio Carlo, duca di Calabria, nel 1328 fomentò le ambiziose
mire degli altri rami angioni (i duchi di Taranto ed il ramo
ungherese), ma alla morte del re fu designata regina la nipote
Giovanna, figlia del defunto Carlo, come erede al trono.
Quest’ultima sposò Andrea secondogenito del nipote di Roberto,
re d’Ungheria, Caroberto.
link alla lettura su Roberto d'Angiò |
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Giovanna I
(1343-1382)
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Giovanna I
(immagine tratta da Bastian
Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737) |
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Fiorino in oro (1343-1382). Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Alla morte di suo
nonno Roberto,
Giovanna ereditò il Regno all’età di diciassette
anni. Le ostilità che nacquero tra la famiglia del
consorte Andrea d’Ungheria e la corte napoletana
portarono il pontefice Clemente VI ad incoronare come
sovrani entrambi i coniugi. La decisione non fu accolta
con favore tanto che Andrea cadde in una congiura ed
assassinato ad Aversa nel 1345. Da quel giorno iniziò un
periodo travagliato per la regina ed il suo Regno: il re
Luigi d’Ungheria scese nel Regno con il suo esercito per
vendicare l’assassinio del fratello, ma dovette
ritirarsi a causa di una terribile pestilenza scoppiate
nel Regno. Contemporaneamente il pontefice sottopose
Giovanna ad un processo inquisitorio, obbligando così
Giovanna alla fuga dal regno. Per riconciliarsi con il
papa, la regina donò a quest’ultimo la città di
Avignone. Dopo aver sposato lo zio Luigi di Taranto,
morto però nel 1362 e Giacomo III di Maiorca, morto a
sua volta in Spagna sul campo di battaglia nel 1369,
prese come quarto marito l’anziano Ottone di Brunswick.
Il lungo e pessimo periodo di regno di Giovanna ebbe
termine nel 1382 quando, fatta prigioniera da Carlo III
di Durazzo (quest’ultimo incoronato re di Napoli dal
pontefice Urbano VI), fu strangolata nel castello di
Muro Lucano. |
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Carlo III D’Angiò-Durazzo
(1382-1386)
Carlo prese possesso del Regno con un poderoso
esercito nel 1382. Essendo un uomo molto ambizioso,
volle anche approfittare della caotica situazione
creatasi in Ungheria alla morte del re Luigi il grande:
entrò senza trovare ostacoli nella città di Buda e si
fece incoronare re di Ungheria. La reazione dei magiari
fu immediata, Carlo rimase vittima di un complotto e
morì nel castello di Visegrad nel Febbraio del 1386. |
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Ladislao D’Angiò-Durazzo
(1386-1414)
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Ladislao,
bassorilievo in marmo, Napoli Museo di S. Martino
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Alla morte del padre
Carlo,
Ladislao aveva solo dieci anni e la reggenza fu
quindi affidata alle madre
Margherita che subito lo fece incoronare re. La
reazione dei baroni fedeli al ramo francese,
rappresentato da
Ludovico II, fu immediata: insorsero costringendo
Ladislao a rifugiarsi nella imprendibile rocca di Gaeta.
Nel 1399 Ladislao, ormai adulto, entrò in Napoli
scacciando Ludovico II e sterminando i baroni infedeli
Padrone della situazione, riprese i disegni di conquista
dell’Ungheria, entrò inoltre nello Stato Pontificio nel
1408 occupando Roma e costrinse Gregorio XII a
riconoscergli il dominio sui territori papali. Dopo
questi notevoli successi iniziali, rivolse le sue mire
all’Italia intera, ma il destino volle diversamente:
morì nel 1414 dopo il rientro a Napoli causato da un
attacco di un morbo fatale. |
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Ludovico II d’Angiò Valois
(1389-1399)
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Luigi (Ludovico) II
d'Angiò
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Fiorino in oro (1386-1399). Clicca sull'immagine per ingrandire |
Figlio di Ludovico I,
l'erede designato dalla regina Giovanna nel 1380, regnò
effettivamente nella città di Napoli fino al 1399, anno
in cui Ladislao entrò nella capitale del Regno
scacciandolo per sempre. |
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Giovanna II D’Angiò-Durazzo
(1414-1435)
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Giovanna II d’Angiò-Durazzo
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Morto improvvisamente
Ladislao, fu designata sua erede la sorella
Giovanna di quarantacinque anni, che nel 1419 fu
incoronata regina dal pontefice Martino V. Nel 1421
adottò come figlio ed erede un potente principe
aragonese,
Alfonso V. Quando però nel 1423 quest’ultimo
entrò nel Regno cercando di esercitare anzitempo il
potere regale, la regina Giovanna gli revocò l’adozione,
costringendolo al rientro in Spagna. Fu allora che
Giovanna adottò Ludovico III d’Angiò come erede,
mandandolo con il titolo di capitano generale in
Calabria, dove però fu assassinato nel 1431. La regina
condivise il Regno con l’amante ser Gianni Caracciolo e
morì nel 1435 lasciando come suo erede Renato d’Angiò
figlio di Lodovico III. |
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Renato D’Angiò Valois
(1435-1442)
Renato entrò in Napoli nel 1438, dopo esser stato
prigioniero del duca di Borgogna. Dovette difendere il
Regno dalla furia di
Alfonso d’Aragona che con la sua potente flotta
minacciava la capitale del regno sferrando violenti
attacchi. Nel 1442 dopo anni di assedi ed attacchi da
parte del potente aragonese, Renato fu costretto a
fuggire in Provenza con la famiglia. Con la sconfitta di
Renato finì il lungo periodo dei re di stirpe angioina
che avevano regnato su Napoli per quasi due secoli e che
negli ultimi cento anni (1343-1442) avevano contribuito
decisamente a ridurre il meridione d’Italia in terra di
odio e di conquista. |
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Clemente IV incorona Carlo I d'Angiò,
Ginevra, Galleria Pubblica e Universitaria |
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