Le Pagine di Storia

Storie di Sicilia di Fara Misuraca

Corrado II, detto Corradino

(1252 - 1268)

Corradino di Svevia nacque a Wolfstein, in Germania, nel 1252. Figlio di Corrado I e di Elisabetta di Baviera. Noto anche come Corrado V di Hohenstaufen, duca di Svevia, fu re di Sicilia dal 1254 al 1258 con il nome di Corrado II, e re di Gerusalemme dal 1254 al 1268 con il nome di Corrado III.

Fu l'ultimo sovrano della dinastia sveva. Alla morte dello zio Manfredi ucciso nella battaglia di Benevento (1266), il regno di Sicilia passa nelle mani del vincitore Carlo d'Angiò che in breve riesce a farsi odiare anche da chi lo aveva invocato come liberatore.

Corradino, pressato dalle richieste, scende in Italia nel 1267, passa per Verona, Pavia e raggiunge Vado Ligure dove s'imbarca per Pisa. Dalla Toscana raggiunge Roma. Qui si ferma, saccheggia il tesoro di S. Pietro ed altre chiese, per rimpinguare le sue casse, lascia Roma e attraverso l'Abruzzo tenta di raggiungere le sue terre pugliesi.

A Tagliacozzo, sulle rive del fiume Salto, il 23 agosto si scontra con l'esercito di Carlo d'Angiò che lo aspetta al varco. In un primo tempo le sorti della battaglia sembrano favorevoli a Corradino, ma l'Angioino, per quanto disponga di un esercito numericamente inferiore, ha al suo comando vecchi e valorosi combattenti e non giovani fratelli d'arme diciottenni senza esperienza come lo svevo. Quando l'esercito di Corradino pregusta la vittoria e si disperde inseguendo chi sembra scappare, dandosi contemporaneamente al saccheggio, un veterano delle crociate, Erard de Valéry, dà il segnale di attacco e le truppe al comando di Carlo d'Angiò entrano in azione.

La carneficina fu enorme finché gli Angioini più freschi, e meglio organizzati, ebbero la meglio. Per Corradino è la fine. Fugge, si rifugia presso i Frangipane ad Astura, ma Giovanni Frangipane lo tradisce, facendolo catturare.

Portato in catene a Napoli, fu sottoposto ad un processo farsa, assieme ad alcuni suoi fedelissimi. Condannato a morte, fu decapitato a soli sedici anni il 29 ottobre 1268 sul patibolo eretto in Campo Miricino, l'odierna Piazza del Mercato, a Napoli. Così finivano gli Hohenstaufen.

Si dice però che alla esecuzione fosse presente anche Giovanni da Procida, fedele amico di Federico II, che raccolse il guanto di sfida gettato da Corradino con l'intenzione consumare presto una giusta vendetta.

Il corpo di Corradino è sepolto nella chiesa del Carmine a Napoli.

Fara Misuraca

 

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