Numismatica

Le medaglie napoletane di Gioacchino Murat tra originali e postume

a cura di Francesco Di Rauso

A   B

 

L'autore ringrazia per la gentile collaborazione il dr. Salvatore D’Auria ed Alessandro Brambilla

Parte Terza

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Medaglia 1811. Bronzo. Ø 43,5 mm. Coniata a Napoli. Per premio alle esposizioni di Belle Arti e delle Manifatture (Opus: ?).

Al dr./ IOACHINVS NAPOLEO NEAP.ET SICILIAE REX Testa del Re a sinistra.

Al rov./ SIC ARTIBVS VENIT HONOS Minerva galeata, seduta a sinistra, posa con la destra una corona di alloro su di un tripode e poggia l’avambraccio sinistro su di uno scudo; all'esergo, MDCCCXI.

(Ricciardi 86. Siciliano 28. Julius 2476/7. Bramsen 1136. Essling 2563. D’Auria 93.)

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Medaglia 1811. Bronzo. Ø 42 mm. Come sopra. Coniata a Parigi intorno al 1840 – CONIO POSTUMO

25A 26A

  1. Particolare della parte centrale del rovescio della medaglia coniata a Napoli (immagine 25 A), la rottura del conio ha prodotto una sottile escrescenza di metallo nella parte nella parte sottostante Minerva (escrescenza presente nella quasi totalità degli esemplari e che in alcuni potrebbe essere più o meno marcata).

  2. Particolare della parte centrale del rovescio della medaglia postuma coniata a Parigi (immagine 26A), è evidente la mancanza della sopra-citata escrescenza di metallo sotto Minerva)

25B 26B

  1. Particolare del tripode [1] presente nel rovescio della medaglia coniata a Napoli (immagine 25 B), si notano sostanziali differenze nello stile e nelle dimensioni dei piedi dello stesso, rispetto a quello dell’esemplare parigino (immagine 26 B).

  2. Particolare del tripode presente nel rovescio della medaglia coniata a Parigi (immagine 26 B): all’interno di quest’ultimo, la decorazione nella parte centrale si avvolge in senso opposto rispetto a quella dell’esemplare napoletano (immagine 25 B).


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Medaglia 1811. Bronzo. Ø 45,2 mm. Coniata a Napoli. Premio dell’Accademia delle Scienze di Napoli (Opus: ?).

Al dr./ IOACHIM NAPOL. SICIL. REX VNIVERSITATIS STVDIORVM RESTAVATOR * (stelletta a sei punte). Testa del Re a destra.

Al rov./ FULGET ET FOVET (Risplende e riscalda) Minerva stante a sinistra, poggiata sulla lancia, indica il sole che sorge dietro al Vesuvio in eruzione; a sinistra, Il Sebeto sdraiato e nel mare sirene che suonano e cantano. All' esergo, SCIENTIARUM DECORI / MDCCCXI.

(Ricciardi 87. Siciliano 30. Julius 2478/9. Bramsen 1137. Essling 2562. D’Auria 94).

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Medaglia 1811. Bronzo. Come sopra. Coniata a Parigi intorno al 1840 – CONIO POSTUMO [2]

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Medaglia 1812 (sic!). Piombo. Come sopra. Coniata a Parigi intorno al 1840?

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Particolare dell’esergo del rovescio dell’esemplare coniato a Napoli dove si legge la data (ufficiale) MDCCCXI (1811) (immagine 27 A).

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Esemplare apocrifo con data MDCCCXXII (1812) (immagine 29 A)

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29b
  1. Particolare del dritto: l’esemplare postumo (immagine 28 B) si differenzia da quello originale coniato a Napoli (immagine 27 B) per la leggenda: le lettere “V” ed “A” hanno le due asticelle oblique \ / e / \ più divaricate facendo assumere a queste due lettere una larghezza superiore. Nell’esemplare originale sono più unite ed hanno una forma più sottile e slanciata.

  2. Nell’esemplare coniato a Napoli la stelletta ( * ) al di sotto del taglio del busto del sovrano è a sei punte mentre nell’esemplare parigino ha cinque punte.

  3. L’esemplare apocrifo (di fantasia) datato 1812 (immagine 29 B) si differenzia invece dall’originale e dal riconio parigino, oltre che per la data differente, anche per il dritto, dove c’è la scritta RESTAVRATOR al posto di RESTAVATOR. Manca inoltre la stelletta sotto il taglio del busto del sovrano.

Quest’ultimo, datato 1812, non è mai apparso sul mercato, merita quindi ulteriori indagini ed approfondimenti data la scarsa pregevolezza del conio e la mancanza di riferimenti ad esso nei documenti della zecca.

Tommaso Siciliano afferma che nel decreto del 1° Gennaio 1812 (cfr. Siciliano pagg. 56/57) è menzionata una medaglia con nastro che doveva servire a decorare l’abito dei professori universitari e distribuita nella solenne cerimonia d’inaugurazione il 18 Gennaio 1812. Questa decorazione fu ideata e coniata i 18 giorni e per questo, dati i tempi di produzione molto brevi, fu sicuramente una decorazione priva di importanza artistica. Di questa non si ha alcuna notizia e da allora la sua esistenza merita conferma. Inoltre, non si ha alcuna notizia nel Museo Nazionale di Napoli dell’esistenza di conii di medaglie o decorazioni datate 1812 riferite a questo avvenimento. La medaglia in piombo qui illustrata è probabilmente una fantasiosa invenzione moderna.


G

 

L’osservatorio astronomico di Napoli in un’incisione a colori della prima metà del XIX secolo [3]

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Immagine 30. Ex – asta Varesi n° 49, Utriusque Sicilie, parte seconda, Aprile 2007.

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Medaglia 1812. Bronzo. Ø 61 mm. Coniata a Napoli. Per la posa della prima pietra dell’Osservatorio Astronomico di Napoli (opus: Louis Jaley).

Al dr./ GIOACCHINO NAPOLEONE RE DELLE DUE SICILIE. Busto del Re a sinistra in divisa militare, sul petto la decorazione della Legion d’onore con la scritta: HONNEUR ET PATRIE e altra dell’Ordine delle Due Sicilie con la Trinacria. Nel taglio del braccio, JALEY.FECIT. / ANNO MDCCCXI.

Al rov./ REAL OSSERVATORIO GIOVACHINO Prospetto del nuovo edificio; all'esergo, NAPOLI.MDCCCXII.

(Ricciardi 91. Siciliano 33. Julius 2560/1. Bramsen 1180. Essling 2576. D’Auria 95).

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Medaglia 1812. Bronzo. Come sopra. Coniata a Parigi intorno al 1840 – CONIO POSTUMO (In questa medaglia potrebbero esserci o meno scritte nel taglio).

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  1. Particolare della parte inferiore sinistra del rovescio della medaglia coniata a Napoli (immagine 30A). è evidente la rottura di conio (non riparata) con conseguente escrescenza di metallo sulle lettere ..RE.. della parola REAL.

  2. Particolare della parte inferiore sinistra del rovescio della medaglia coniata a Napoli (immagine 31 A). Sono evidenti sulla superficie tracce di riparazione del conio sulle restaurate lettere ..RE.. della parola REAL (cfr. seguente nota del Siciliano – 1939 proveniente dai documenti della Zecca Nuova , fascio 11).

  3. Particolare della parte inferiore sinistra del rovescio della medaglia coniata a Parigi intorno al 1840 (immagine 32 A). E’ evidente la totale mancanza (fatta di proposito) delle lettere ..RE.. della parola REAL. Non vi è sulla superficie alcuna traccia di riparazione.

…. La tempra del conio di rovescio di questa medaglia riuscita difettosa, obbligò l’intervento a bulino per la scritta REAL. Nel 1814 di questa medaglia, ne furono battute 8 d’argento, ed i conii che si erano rotti, vennero riparati dallo stesso Catenacci (fonte: Zecca Nuova, fascio 11).

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32B

Come già accennato nella prima parte dell’articolo per la medaglia del 1808 per la Presa di Capri, quest’ultima con lo stesso dritto, anche qui la parola NAPOLEONE, contiene le due lettere centrali ..EO.. quasi unite per l’esemplare napoletano (immagine 31 B) e ben distanti nell’esemplare parigino postumo (immagine 32 B).

32BIS

 

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Segnalo inoltre un esemplare coniato nella zecca di Parigi intorno al 1840, apparso di recente sul mercato con la particolarità di essere uniface e di avere il dritto con il nome di fantasia NAPOLIONE anziché NAPOLEONE (immagine 32 bis).


H

 

Joseph Franque, Gioacchino Murat, olio su tela. Rueil – Malmaison, Musèe National de chateaux de Malmaison et des bois

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Medaglia 1813. Oro. Ø 42,7 mm. Coniata a Napoli. Per il ritorno a Napoli di Gioacchino Murat. (Opus: Antonio Canova? [4]). 1° tipo.

Al dr./ IOAKIMVS NAPOLEO VTR.SICIL.REX. Testa del Re a destra.

Al rov./ REDITVS AVGVSTI . Gioacchino Murat, galeato e corazzato, retrospiciente, a cavallo verso destra incita all'attacco; nella sinistra stringe lo scettro del comando. Nel campo in alto, la Vittoria lo incorona. All'esergo, O.P.Q. NEAPOLITANVS / OPTIMO PRINCIPI / A.MDCCCXIII.

(Ricciardi 93, questo esemplare. Siciliano 36, questo esemplare. Julius 2741, questo esemplare. Bramsen 1296, questo esemplare. Essling 2584, questo esemplare. D’Auria 97, questo esemplare).

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Medaglia 1813. Bronzo. Ø 42,7 mm. Coniata a Napoli. Per il ritorno a Napoli di Gioacchino Murat. (Opus: Antonio Canova?) 1° tipo. Come sopra.

Già durante la coniazione dei primi esemplari in oro (immagine 33), la tempra del conio iniziò a risultare difettosa ed iniziò a lesionarsi impercettibilmente al dritto. Dopo la coniazione dei due esemplari in oro (oggi conosciuto in un unico esemplare) e di quattro in argento, si procedette con la coniazione di alcune decine in bronzo. Con il procedere della coniazione degli esemplari in bronzo (quest’ultimo, metallo più duro rispetto ai primi due) iniziò un progressivo ed inarrestabile peggioramento della rottura del conio del dritto proprio sul ritratto del Re (rottura che in alcuni esemplari può essere più o meno marcata) decretando sulla maggior parte degli esemplari in questo metallo questo difetto. Ho notato che nell’asta Christie’s del Novembre 1992 venne proposto un esemplare in bronzo con il dritto quasi integro (allo stesso livello di rottura di quella in oro). Questo esemplare è la conferma che si tratta di uno dei primi esemplari in bronzo coniati in quanto il conio iniziò a lesionarsi proprio dai successivi.

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Medaglia 1813. Bronzo. Ø 43,7 mm, Come sopra (cfr. immagini 33 e 34). Coniata a Parigi intorno al 1840. CONIO POSTUMO.

35A

Particolare del taglio ad ore 6 della medaglia 1813. Bronzo. Ø 43,7 mm, Come sopra. Coniata a Parigi intorno al 1840. CONIO POSTUMO. Scritta COPIE.

… Pour les médailles qui sont frappées avec des coins restitués, sans le secours des coins ou des poincons originaux, j’ai proposé à l’administration, qui a adopté cette mesure, l’apposition, sur la tranche de ces memes médailles, d’un poincon portant le mot COPIE, afin de laisser toute leur valeur de rareté à celles qui sont originales…

Fonte CATALOGUE DES MEDAILLES DE L’HISTORIE NUMISMATIQUE DE NAPOLEON – Parigi – 1840

36B 35B

L’esemplare coniato a Parigi (immagine 35 B) si differenzia notevolmente da quello originale del 1813 (immagine 36 B) per il rovescio che, oltre ad avere le ginocchia e la zoccolatura del cavallo più marcate, è piatto e non presenta l’avvallamento nel campo nella parte sottostante la zoccolatura del cavallo.

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Medaglia 1813. Bronzo. Ø 42,7 mm. Coniata a Napoli. Per il ritorno a Napoli di Gioacchino Murat. (Opus: ?) 2° tipo

Al dr./ IOACHIMVS NAPOLEO NEAP. ET SICILIAE REX. Testa del Re a sinistra.

Al rov./ REDITVS AVGVSTI . Gioacchino Murat, galeato e corazzato, retrospiciente, a cavallo verso destra incita all'attacco; nella sinistra stringe lo scettro del comando. Nel campo in alto, la Vittoria lo incorona. All'esergo, O.P.Q. NEAPOLITANVS / OPTIMO PRINCIPI / A.MDCCCXIII.

(Ricciardi 94. Siciliano 35. Julius 2742. Bramsen 1297. Essling 2584. D’Auria 98).

Successivamente, per questa medaglia, data l’eccessiva rottura del conio del dritto, venne utilizzato il dritto della medaglia del 1811 coniata per premio all’esposizione di belle arti e delle manifatture (immagine 25).

Al rovescio invece, già durante la coniazione dei primi esemplari in oro del primo tipo, troviamo un leggero avvallamento nel campo al di sotto della zoccolatura del cavallo. Fortunatamente, questa rottura non peggiorò con l’avanzare della coniazione delle medaglie nei tre metalli ed il rovescio venne quindi utilizzato anche per la coniazione degli esemplari con il dritto della medaglia del 1811 (II° tipo).

Lettera di S.A.R. Leopoldo di Borbone Principe di Salerno al fratello Francesco.

Carissimo Fratello

… voi già saprete la bella spedizione di Murat esso partito da Corsica con 6 barche e 200 uomini di truppa per fare la scimia a Buonaparte sbarcò con due di esse barche e 30 individui gli 8 corrente al Pizzo ove cercò ad ecitare un partito per lui, ma quella fedele popolazione se li buttò addosso e lo arrestò lui ed i suoi essendo nella mischia rimasto estinto uno dei suoi seguaci ed altri 8 feriti. In seguito esso è stato come capo brigante giudicato da una commissione militare presidiata dall’Aiutante Generale Fasulo e condannato a morte ed il giorno 13 a 22 ore è stato fucilato, e così ci siamo levato da torno questo birbante, per la qual cosa vi fo le mie congratulazioni…

Portici li 16 Ottobre 1815


Bibliografia

  1. Trésor Numismatique. Médailles de l’Empire francais. Paris 1840

  2. CATALOGUE DES MEDAILLES DE L’HISTORIE NUMISMATIQUE DE NAPOLEON, comme Général, Consul et Empereur, FRAPPEES A LA MONNAIE DE PARIS, depuis la bataille de Montenotte, en 1796, jusqu’a nos jours. – EN VENTE, CHEZ BRASSEUX AINE, GRAVEUR DU ROI, EDITEUR, PALAIS-ROYAL, N° 47, GALERIE MONTPENSIER. – 1840

  3. Tommaso Siciliano, Medaglie napoletane 1806-1815. Napoli, 1939

  4. Eduardo Ricciardi, Medaglie del Regno delle Due Sicilie 1735-1861. Napoli, 1930

  5. Essling, Catalogo della collezione del Principe di Essling, Parigi, 1927

  6. Bramsen, Medailler Napoleon le Grand, Vol.3. Parigi, 1904-1913

  7. Julius, Paolo, Catalogo della collezione. Monaco, 1932

  8. Rodolfo Martini, Catalogo delle medaglie delle Civiche Raccolte Numismatiche – Rivoluzione Francese / Epoca Napoleonica 1789-1815. Comune di Milano, settore cultura, 1997.

  9. Salvatore D’Auria, Il Medagliere, avvenimenti al Regno delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Regno di Sicilia 1735-1861. Napoli, 2006

  10. Associazione Culturale Gioacchino Murat Onlus di Pizzo (Pizzo - Vibo Valentia) www.murat.it


Note

[1] Il tripode è un particolare tipo di altare che deve il suo nome alla caratteristica di poggiare su tre piedi ed il cui uso è noto nell’antichità e, in particolare, nell’antica Grecia. I tripodi erano in genere forniti di “orecchie”, sorta di anelli che servivano da maniglie e, a volte, di una piantana centrale di sostegno che si aggiungeva alle tre gambe. Fonte Wikipedia

[2] Immagine proveniente dal catalogo Kunst und Munzen A.G. (Lugano) n° 69 – Ottobre 1994, lotto 1442. Dichiarata come copia con scritta “COPIE” nel taglio.

[3] Nel cosiddetto secolo dei lumi, così come era stato fatto a Bologna, a Milano, a Padova e a Palermo, furono fatti alcuni tentativi di utilizzazione da parte di preesistenti edifici ritenuti idonei ad ospitare una specola astronomica. Verificata l'insufficienza delle soluzioni che si erano rese possibili, fu alla fine approvato il progetto della costruzione di un apposito edificio che rappresentò anche il primo caso italiano (al quale, mezzo secolo dopo, nel 1872, fece seguito quello dell'Osservatorio di Arcetri a Firenze) di edificio costruito con lo specifico obiettivo dell'osservazione astronomica. La prima pietra dell'Osservatorio Astronomico fu posta il 4 novembre 1812, durante il regno di Gioacchino Murat. L'edificio, il cui progetto fu opera dell'architetto Stefano Gasse, fu costruito sulla collina di Capodimonte, all'epoca un luogo sufficientemente lontano dalla città, a circa 150 metri sul livello del mare, il cui orizzonte libero e' di 360 gradi. L'astronomo Federico Zuccari, alla cui volontà e determinazione si deve anche l'esito positivo degli sforzi di un secolo tesi a dare a Napoli un Osservatorio Astronomico, fu incaricato di sovrintendere ai lavori. Questi lavori, per molti motivi, non si svolsero senza ostacoli tra i quali, certamente non ultimi, le vicende politiche di quel tormentato periodo. Ferdinando IV di Borbone, tornato nel 1815 sul trono di Napoli come Ferdinando I delle Due Sicilie, confermò l'interesse della Corona verso l'Osservatorio Astronomico e la disponibilità a finanziarne il completamento. Poiché lo Zuccari versava in cattive condizioni di salute (morì nel 1817), il completamento di tali lavori fu affidato alla competenza di padre Giuseppe Piazzi, già direttore della Specola di Palermo. I lavori finirono soltanto nel 1819. A dirigere l'Osservatorio di Capodimonte fu chiamato, su consiglio dello stesso Piazzi, Carlo Brioschi che mantenne l'incarico fino al 1833. Posto in un parco di sei ettari, l'Osservatorio comprende, oggi, l'edificio monumentale, sede dell'Osservatorio ottocentesco, nel quale si trovano gli uffici amministrativi, un'aula per seminari, il museo storico e la biblioteca, tre edifici in cui si trovano gli uffici dei ricercatori, i laboratori e le officine e una grande sala-conferenze ricavata recentemente nel terrapieno che sottostava al terrazzo meridionale. Fonte – www.dentronapoli.it

[4] Per l’attribuzione della paternità di questa medaglia al celebre scultore Antonio Canova, confrontare l’interessante nota di Salvatore D’Auria pubblicata sul catalogo Nac 47 del Giugno 2008 – lotto 441.

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