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Le medaglie napoletane di Gioacchino Murat tra originali e postume a cura di Francesco Di Rauso
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Parte Seconda Medaglia 1808 in bronzo. Ø 23 mm. In onore di Carolina Murat (opus: Nicolas Gui Antoine Brenet). Al dr,/ ΒΑΣΙΛΙΣΣΑ ΚΑΡΟΛΙΝΗ Testa della Regina a destra, con le fattezze della ninfa Partenope; all'esergo, BP (Brenet). Al rov./ Toro androcefalo coronato da vittoria alata. In alto, APE (1808 in numeri greci A=1, P=80, E=8) In basso, DEN. (Denon) e all'esergo, ΝΕΟΠΟΛΙΤΟΝ (dei napoletani). (Ricciardi 80. Siciliano 11. Julius 1980. Bramsen 772. Essling 2543. D’Auria 81) Medaglia in bronzo del 1808. Come sopra. Coniata a Parigi – Riproduzione moderna (fine XX secolo)
Questo tipo di riconio non è menzionato né da Brasseux (1840), né da Siciliano (1939), è evidente quindi che l’esemplare illustrato nell’immagine 14 è una riproduzione francese dei nostri giorni.
Medaglia in bronzo 1809. Ø 38 mm. Coniata a Napoli. Per la nuova piazza Murat di fronte al Palazzo Reale (opus:?). Al dr./ GIOACCHINO NAPOL.RE DELLE DUE SICILIE (leggenda continua). Testa del Re a sinistra. Al rov./ VOTI PUBBLICI / PER LA NUOVA PIAZZA / MURAT / NEL GIORNO NATALIZIO / DEI NOSTRI AUGUSTI / LI 25. MARZO 1809. / ANNO I. DEL REGNO. Questa rara variante (immagine 15) si differenzia dalla tipologia successiva per il dritto dove vi è la leggenda continua anziché staccata ed è lo stesso conio del dritto della moneta napoletana da 12 Carlini del 1809 (cfr. immagine 15bis), come scritto in un documento ufficiale datato 16 Settembre 1809 che conferma anche l’utilizzo di questo conio (cfr. D’Auria, pagina 149), inoltre, l’asse del rovescio è ruotato di 180° rispetto al dritto, si si tratta di un caso anomalo per questo tipo di medaglia, si tratta infatti di una caratteristica valida per le monete. Senza ombra di dubbio, questo conio fu utilizzato per primo, infatti, la rottura di conio ben evidente ad ore 7 (immagine 15D) è presente in tutti gli esemplari da me osservati [1] ed obbligò gli incisori a produrre un secondo conio (cfr. immagine 16), utilizzato tra l’altro anche per il dritto della medaglia del 1809 per la distribuzione delle bandiere alle legioni provinciali. Qui di seguito un esemplare di Piastra da 12 Carlini del 1809. Moneta in argento da 12 Carlini 1809, coniata a Napoli (rif. Gigante n° 1) Medaglia in argento 1809. Ø 39 mm. Coniata a Napoli. Per la nuova piazza Murat di fronte al Palazzo Reale (opus:?). Al dr./ GIOACCHINO NAPOL.RE DELLE DUE SICIL. Testa del Re a sinistra. Al rov./ VOTI PUBBLICI / PER LA NUOVA PIAZZA / MURAT / NEL GIORNO NATALIZIO / DEI NOSTRI AUGUSTI / LI 25.MARZO 1809. / ANNO I. DEL REGNO. (Ricciardi 81. Siciliano 22. Julius 2067/9. Bramsen 841. Essling 2552. D’Auria 86) Medaglia in argento del 1809. Come sopra. Coniata a Parigi intorno al 1840 – CONIO POSTUMO
Particolari della parte inferiore del rovescio della medaglie datate 1809 coniate a Napoli (immagini 15A e 16A), si nota una certa decentratura del conio (che in alcuni esemplari può essere più o meno accentuata) ed alcune debolezze di conio nella scritta.
Particolare della parte inferiore del rovescio della medaglia datata 1809 in argento coniata a Parigi intorno al 1840 (immagine 17A).
Apro una breve parentesi sulla tecnica di coniazione delle sopra-citate medaglie… Come spiegare la precisione e lo spessore maggiore dei caratteri e la perfezione del contorno e del taglio dei riconii francesi rispetto agli esemplari napoletani? La risposta è molto semplice… per gli esemplari coniati nella zecca di Napoli è evidente che il tondello di metallo venne posizionato tra i due conii senza l’utilizzo della Virola [2] e per questo motivo, il tondello, non essendo racchiuso in essa, slittava sotto il peso ed il battito dei pesanti conii, in questo modo fu inevitabile durante detta battitura un’esplosione laterale del metallo superfluo e non mancarono difetti presenti in quasi tutti gli esemplari come ad esempio debolezze e slittamenti di conio tra le lettere. Infatti, a causa della mancanza della Virola (strumento utilizzato per tenere il metallo del tondello compatto sotto la pressione dei conii) è chiaro che le lettere delle leggende non riuscivano ben marcate e l’esemplare in argento nell’immagine 16 ne è un chiaro esempio. Nel caso quindi dell’esemplare d’argento appena sopra-citato notiamo come questo difetto sia più accentuato rispetto all’esemplare in bronzo (immagine 16bis), quest’ultimo infatti, essendo in metallo più duro rispetto all’argento resisteva meglio alla pressione dei conii. A conferma di quanto appena spiegato basti osservare come nell’esemplare postumo francese, coniato con l’uso della virola, le lettere, il bordo ed il taglio siano ben delineati. Va aggiunto inoltre che le medaglie coniate a Napoli avendo il taglio irregolare non hanno tutte lo stesso diametro. Questi ultimi oscillano da un minimo di 37,2 mm ad un massimo di 39 mm. Gli esemplari napoletani, nonostante abbiano questi difetti, sono da considerarsi di finezza ed originalità superiore. Medaglia 1809 in argento. Ø 37,2 mm. Coniata a Napoli. Per la distribuzione delle bandiere alle Legioni Provinciali (Opus: ?). Al dr./ GIOACCHINO NAPOL.RE DELLE DUE SICIL. Testa del Re a sinistra. Al rov./ ALLE LEGIONI PROVINCIALI LI 26 MARZO 1809. Corona reale su fascio di bandiere. Sulla prima di sinistra, SICUREZZA e, sull'ultima a destra, INTERNA. (Ricciardi 82. Siciliano 23. Julius 2071/2. Bramsen 842. Essling 2550. D’Auria 87.) Medaglia in bronzo del 1808. Come sopra. Coniata a Parigi – CONIO POSTUMO
Medaglia in bronzo del 1808. Come sopra (immagine 16 A). Coniata a Parigi – Conio postumo – Nel taglio ad ore 6 sigla BR (bronze), preceduta da simbolo.
La medaglia nell’immagine 19 bis è un riconio francese postumo, infatti, oltre a presentare delle piccole differenze nelle ciocche di capelli del ritratto al dritto presenta al rovescio delle nette differenze nelle piegature delle bandiere. Inoltre, al di sopra di queste ultime al posto degli aquilotti, vi sono delle semplici punte (immagine 19 bis part.). Medaglia 1809. Ø 41,5 mm. Coniata a Parigi. Per la visita del Re all’Accademia di Belle Arti di Francia in Roma (opus: G.G. Lethiere e N.P. Tioler). Al dr./ JOACHIM / NAPOLEON / VISITE L'ACADEMIE / DES BEAUX ARTS / A ROME / LE 16 9. BRE / 1809. Ghirlanda d' alloro che racchiude la leggenda. Al rov./ Prospetto di Villa Medici. Nel giro, ACAD.IMP.DES Bx. ARTS DE FR. A ROME. e, all'esergo, la lupa con Remo e Romolo; da un lato, GG LETHIERE / DIRECTEUR. e, dall'altro, N.P.THIOLIER. / F.1808. (Ricciardi 84. Siciliano 26. Julius 2157. Bramsen 881. Essling 2551. D’Auria 91) Questa rara medaglia non venne coniata a Napoli durante il Regno di Murat ma a Parigi tra il 1816 ed il 1842 in quanto Nicolas Pierre Tiolier (figlio di Pierre-Joseph Tiolier), fu in carica alla zecca parigina dal 1816 al 1842 (medaglia riportata anche nel volume Tresor De Numismatique, Parigi 1840, tav.XXXIV, n°4. Nel taglio degli esemplari in argento (estremamente rara in questo metallo) potrebbe esserci o meno la scritta “ARGENT”, (secondo le leggi francesi in materia di coniazione obbligatoria, posta a garanzia della bontà del metallo utilizzato). La presenza o meno di tale scritta quindi essendo posta su medaglie di suddetto periodo, non deprezza in alcun modo l’importanza storico-numismatica o il valore commerciale della stessa. Medaglia in bronzo (1809). Ø 34 mm. Coniata a Napoli. (I° conio) Premio per meriti militari a Napoli (opus:?). Al dr./ GIOACCHINO NAPOLEONE Testa del Re a sinistra. Al rov./ Rami di alloro annodati; nel campo, ONORE / AL / MERITO. (Ricciardi 96. Siciliano. 55. Julius 2176. Essling 2549. Bramsen 896. D’Auria 92) Medaglia in argento (1809). Ø 34 mm. Coniata a Napoli. Come sopra (2° conio) Premio per meriti militari a Napoli (opus:?). Medaglia in argento (1809)– con appiccagnolo e nastro. Come sopra. Coniata a Parigi – CONIO POSTUMO Medaglia in bronzo (1809). Come sopra. Coniata a Parigi – CONIO POSTUMO
1) Al dritto della medaglia napoletana del primo tipo (immagine 21A) ed in particolare nella parte sinistra, a ridosso della parola GIOACCHINO si nota una escrescenza di metallo conseguente alla rottura del conio, in alcuni esemplari le dimensioni di questa escrescenza di metallo potrebbe essere minore o maggiore rispetto all’esemplare qui illustrato. Il primo conio (immagine 21A) arrivò ad un punto in cui, a causa dell’eccessiva rottura, divenne inutilizzabile e per questo si rese necessaria la produzione di un secondo (immagine 22A). A conferma di ciò basta osservare anche lo stile del “punto di connessione” [3] di alcune lettere della leggenda illustrate nelle immagini 21A e 22A per rendersi conto che oltretutto è lo stesso incisore dei caratteri. 2) Nell’esemplare illustrato nel particolare 23A oltre a mancare l’escrescenza di metallo si nota che lo stile e le dimensioni dei caratteri della leggenda si differenziano in maniera notevole dal conio napoletano.
Un’immagine della medaglia presa dal Brasseux (Parigi, 1840) Bibliografia
Note [1] cfr. catalogo collezione del Gabinetto Numismatico Castello Sforzesco di Milano n°662, Asta Christie’s Aprile 1992 lotto 82 e Artemide asta IV del Dicembre 1996 lotto 337 [2] La virola è una delle parti cilindriche di cui è costituito il mantello di un recipiente a pressione (polmone, scambiatore di calore, serbatoio, ecc.). Nel nostro caso, veniva posizionata all’interno d’essa il tondello di metallo in modo da tenerlo compatto alla battitura dei conii.
[3] Il punto 3 di questa immagine è noto come “punto di connessione” della lettera, che nel caso di alcune lettere della leggenda, sia al dritto che al rovescio, della medaglia in questione hanno lo stesso stile, mentre in quella postuma lo stile è diverso. (grafico tratto da Wikipedia).
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