Numismatica

Le monete delle due Sicilie

coniate nella zecca di Napoli

a cura di Francesco di Rauso

Periodo Vicereale Austriaco (1707-1734)

Carlo II (VI d’Asburgo) Imperatore d’Austria (1707-1734)

immagine di Carlo VI tratta da Bastian Biancardi, Le vite dei re di Napoli, Venezia 1737

Piastra in argento del 1731, esemplare in conservazione eccezionale. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Ducato in argento del 1715. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Mezza Piastra in argento del 1730. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Mezza Piastra in argento del 1731, 1° tipo. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Mezza Piastra in argento del 1732. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

Mezzo Ducato in argento del 1715. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Mezzo Ducato in argento del 1731. Clicca sull’immagine per ingrandire.

 

24 Grana in argento del 1730.

Tarì in argento del 1715.

 

Tarì in argento del 1716, propago imperii.

Carlino in argento del 1707.

 

Carlino in argento del 1733. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Carlino in argento del 1716, propago imperii. Clicca sull’immagine per ingrandire.

Secondogenito dell’imperatore Leopolpo I, fu impegnato direttamente nella guerra di successione spagnola scoppiata subito dopo la morte di Carlo II di Spagna nel 1700, occupò dopo pochi anni alcuni importanti territori iberici proclamandosi re di Spagna con il nome di Carlo III. Nel 1707 l’esercito austriaco comandato dal generale Von Martinitz occupò Napoli, diventando il primo vicerè “napoletano” dell’Impero Austriaco. Nel 1711, con la morte del fratello Giuseppe I, Carlo divenne imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 1714 riconobbe Filippo V come sovrano di Spagna, mentre gli fu confermata la sovranità su Napoli e, dal 1720, sulla Sicilia. Carlo VI fu un sovrano amato e rispettato dai sudditi in quanto fu uomo intelligente e colto, seppe governare i suoi popoli con senso di giustizia e clemenza. Il periodo austriaco delle Due Sicilie fu un po’ migliore del precedente spagnolo, il cui bilancio finale è da ritenersi del tutto fallimentare per il Sud. Ma il popolo non amava il nuovo padrone di indole tanto diversa da quella latina e nel maggio del 1734 i Napoletani aprirono le porte a Carlo di Borbone.

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