Le mille città del Sud


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Terra di Lavoro


 

Porcellana napoletana

 


 

la Cappella Palatina

 


 

la sala Marte

 


 

la sala delle Guardie

 


 

la volta del Teatro

 


 

il Vestibolo Superiore

 

La Reggia di Caserta

 

Il 10 maggio del 1734 re Carlo di Borbone entra in Napoli. Conosciuto ai più come Carlo III, numerale che prese in seguito, quando diventerà re di Spagna, per il Regno di Napoli è Carlo VII. Il sovrano da subito il via ad un programma di realizzazione di grandi opere e di istallazione di opifici. Tra il 1742 e il 1750, Carlo matura l'idea di una struttura regia all’altezza del suo Regno, che con lui aveva ritrovato la perduta indipendenza, e che ora è proiettato a rinverdire gli antichi fasti.

Da incarico all’architetto Luigi Vanvitelli di progettare l’opera, ed i disegni del palazzo vengono presentati ai Sovrani Carlo e Malia Amalia il 7 dicembre 1751. Poco più di un mese dopo, il 20 gennaio 1752, avviene la posa della prima pietra della Fabbrica.

 Gennaro Maldarelli, Posa della prima pietra, dipinto murale a tempera, reggia di Caserta, 1845

Nel marzo del 1753 hanno inizio dei lavori dell'acquedotto Carolino. “Il portico con le colonne e le pietre” viene installato nel febbraio del 1754, mentre già nell’agosto del 1756 vengono coperte a volta 53 camere. Nel febbraio del 1759 vengono messe in opera le colonne del teatro. Nello stesso anno, a marzo avviene la posa della statua dell'Ercole, il 2 aprile sono completati i trafori dell'acquedotto Carolino.

Sopraggiunta la notizia della morte del fratello Ferdinando, Re di Spagna, il 7 ottobre 1759 Carlo parte per la Spagna per esservi incoronato Re. Napoli e Sicilia passano al giovanissimo figlio di Carlo, Ferdinando (IV di Napoli e III di Sicilia). A Caserta I lavori proseguono e nel 1760, nel periodo del carnevale, viene inaugurato il teatro di Corte, completata la facciata anteriore e 2 cortili. L’anno dopo sono completate 72 camere. Il  7 maggio del 1762 avviene la fastosa cerimonia di inaugurazione dell'acquedotto Carolino.

Il 3 ottobre del 1766, con la copertura della scala Reale, il Palazzo è quasi finito: manca da portare a termine la cappella, alcune decorazioni. Luigi Vanvitelli non potrà ammirare l’opera finita: muore il 1° marzo del 1773.

La sala del trono

Nel giorno di Natale del 1784 viene inaugurata la cappella Palatina. Tra il 1779 e il 1790 prosegue la realizzazione delle decorazioni nell'appartamento “vecchio”. La realizzazione del giardino Inglese si protrarrà fino al 1830, e le decorazioni dell'appartamento nuovo fino al 1845.

Nel 1861 il Regno cade sotto la dominazione sabauda. Prima i garibaldini, poi l’esercito piemontese occupano il palazzo, che è fatto oggetto di spoliazioni e trasformato in alloggio per i notabili del nuovo regime. Bisognerà attendere il 1919 per il Decreto di ritorno della Reggia da proprietà dei Savoia al patrimonio demaniale dello Stato Italiano.

Celebrano Francesco, Ripiano da tavolo con il gioco dell'oca (Sorrento, Museo Correale)

Il periodo fascista vede il completo abbandono del Meridione. Mussolini è occupato ad inseguire sogni imperiali e il 10 giugno 1940 dichiara guerra a Francia e Regno Unito, cui seguiranno le dichiarazioni di guerra a Stati Uniti e Russia. La folle politica fascista rappresenta per il Meridione d’Italia, già prostrato da decenni di dominazione coloniale sabauda, un colpo mortale: bombardamenti, distruzione, miseria, morte. Il 24 settembre 1943, gli "Alleati" bombardano la reggia, ritenendola erroneamente occupata dai tedeschi, ed una bomba centra la cappella Palatina. Il 14 dicembre le Forze alleate della IV armata occupazione il palazzo, trasformandolo ancora una volta in un bivacco militare.

Antonio Joli, Festa per l'inaugurazione dell'acquedotto Carolino (Reggia di Caserta)

Il 27 aprile del 1945 avviene nel palazzo Reale la firma del Trattato di resa delle Forze Armate germaniche.

Nei primi anni del dopoguerra, il Palazzo resta semi-abbandonato e in un’ala viene allestita una caserma dell’Aeronautica, quasi a significare che il disprezzo per le cose belle del Sud dovesse continuare anche dopo il sospirato avvento della repubblica. Le cose oggi sembrano ambiate, specialmente dopo grazie all’azione delle forze progressiste che hanno avuto l’opportunità di governare nell’ultimo decennio del Novecento.

Il parco

Il Parco della Reggia di Caserta

Insieme all'architettura del palazzo, Luigi Vanvitelli ideò quella del parco, che si estende a nord nelle forme tipiche del giardino all'italiana, come ben documentata dai disegni del "Corpus Vanvitelliano" particolarmente nella Veduta dei Giardini della Reggia a volo d'uccello. Elemento essenziale nel parco sono i giochi d'acqua che scaturiscono dai gruppi scultorei delle fontane realizzate sotto la direzione del figlio, Carlo Vanvitelli. Lo stesso impianto progettuale sarà in seguito ripetuto a Madrid, nel parco del Retiro, e nella concezione delle nuove grandi strade ornate di fontane che ancor oggi si possono ammirare nella capitale spagnola.

Si può ben dire che re Carlo, dopo aver rifatto Napoli, rifece Madrid che, avendo conservato a differenza di Napoli il suo ruolo di apprezzata capitale, non ha dovuto abdicare al suo passato, né rinnegare ciò che di buono i Borbone vi hanno compiuto.

La lunga via del parco di Caserta ha inizio con la fontana del "Canalone", con tre delfini scolpiti da Gaetano Salomone. Seguono la fontana di Eolo, completata nel 1785, e quella di di Cerere del 1783, di Gaetano Salomone, detta anche "Zampilliera" per i getti d'acqua che scaturiscono dall'ultima vasca.

In origine Cerere aveva il capo coronato di spighe bronzee di grano, così come le mani delle Ninfe. Durante l'occupazione francese del 1799 le statue furono private di questi ornamenti. La fontana verrà interamente realizzata fra il  e il 1785. L'ultima fontana è la grande vasca di Diana e Atteone alimentata dall'acqua della cascata inaugurata il 17 maggio del 1762. Rappresenta il mito della dea Diana, sorpresa nuda al bagno con le sue ninfe offesa dal cacciatore Atteone, perciò trasformato dalla dea in cervo e sbranato dai suoi stessi cani. Per questa fontana, come per le altre, c'è la collaborazione di più artisti con una divisione programmatica del lavoro.

Anche in questo la reggia di Caserta anticipò i tempi.

 Medaglia 1850 in argento Ø 32 mm. per la celebrazione della Pasqua a Caserta del Papa Pio IX. Collezione di Rauso. Clicca sull'immagine per ingrandire.

Medaglia 1846 in bronzo argentato Ø 73,5 mm. per l’inaugurazione della ferrovia da Napoli a Caserta. Collezione di Rauso. Clicca sull'immagine per ingrandire.


Bibliografia

  • Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici per le province di Caserta e Benevento: Il Palazzo Reale di Caserta, a cura di Gian Marco Jacobitti e Anna Maria Romano, fotografie di Luciano Pedicini, Electa Napoli, 1994


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