Le pagine di Napoli

La Cappella del Pontano

il dolce stile classico

di Ciro La Rosa

Scorcio su piazzetta della Pietrasanta

 

Un tempietto posto in via Tribunali, un turista ne nota il contrasto col barocco imperante in città… è la Cappella del Pontano tutta edificata in piperno. Le epigrafi che sormontano le due porte del tempio ne chiariscono l'origine

“DIVAE MARIAE DEI MATRI.

 AC DIVO JOANNI EVANGELISTAE SACRUM,

 JOANNES PONTANUS DEDICAVIT.

 MCCCCLXXXXII.”

Affresco dell’altare

Due righe per descrivere colui che volle il tempietto: Giovanni Pontano, egli fu uno dei più grandi umanisti del XV secolo, di eccelsa cultura, divenne ben presto il favorito di corte di Ferrante I d'Aragona, fu il suo “segretario minore”, maestro e precettore del di lui figlio Alfonso, ma a causa del suo carattere volubile ed adulatore si rovinò con le sue stesse mani: infatti, quando alla fine del XV secolo scese in Italia Carlo VIII di Francia, si dichiarò suo amico e ne ricevette come attestato di stima la magnifica pala conservata nell'attigua Cappella del SS. Salvatore. Così, al ritorno degli Aragonesi cadde in disgrazia e ne perse la protezione, vivendo in disparte fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1502 nel palazzo sito nei pressi del tempio fronteggiante il campanile romanico della chiesa della Pietrasanta, palazzo poi demolito nel 1926 per far posto all'edificio scolastico dell'Istituto Tecnico Commerciale “Armando Diaz”.

La cappella Pontano nel contesto della chiesa della Pietrasanta

Cappella Pontano, anni 30 del XX secolo

Cappella Pontano, anni 10 del XXI secolo

Cappella Pontano, scorcio

Il Pontano fece erigere la Cappella tra il 1490/2 in memoria della sua prima moglie Adriana Sassone, scomparsa nel 1490, nel cui interno vennero inumati anche tre dei suoi figli, ne sono testimonianza le varie epigrafi. La Cappella, creduta dai Napoletani di poco rispetto, venne adibita di volta in volta in sacrestia, abitazione, negozio di fruttivendolo, ma solo nel XVIII secolo con re Carlo di Borbone venne attuato un restauro che non alterò le forme del monumento e lo ripristinò ad uso sacro.

Esterno, lapide con le armi dei Pontano e dei Sassone

L'edificio è a pianta rettangolare, con tre lati che danno sulla strada e l'altro addossato alla Cappella del SS. Salvatore. Lo schema è classico, le “stilobate” sorreggono l'ordine delle colonne le cui lasene scanalate a loro volta sorreggono il cornicione, tutto sormontato dall'attico che a causa di vari restauri guasta l'armonia della costruzione.

Prima finestra lato Piazzetta

Seconda finestra lato piazzetta

Finestre a sinistra lato via Tribunali

Finestre a destra lato via Tribunali

Sul lato di via Tribunali e quello a fianco della chiesa della Pietrasanta o di Santa Maria Maggiore, si aprono le porte d'accesso, mentre il lato che da su via del Sole è cieco ossia di solo piperno. Sul lato della piazzetta, la porta è sormontata dall'epigrafe prima accennata e dalle armi del Pontano e della moglie Sassone. La porta su via Tribunali è più grande affiancata da “candelabre” (bassorilievi floreali) di marmo. Negli interspazi dei colonnati ai lati delle porte vi sono delle eleganti finestre in marmo molto semplici tra targhe in marmo recanti motti latini composti dallo stesso Pontano. Il netto classicismo della costruzione si accorda con la cultura e l'anima umanistica del Pontano, il quale scriveva esclusivamente in latino.

Ingresso visto dall'interno

Particolare lato destro

L'interno appare come un “antiquarium” epigrafico di iscrizioni funerarie latine e greche che fanno da sfondo all'altare che contiene la reliquia pagana del braccio di Tito Livio. Fa da contrasto con l'ambiente semplice delle pareti il bellissimo pavimento maiolicato composto da “riggiole”, formato da ottagoni di mattonelle esagonali, con evidenti influssi orientali e valenziani, con decorazioni floreali al cui interno si leggono cartigli riportanti le scritte “Ave Maria, Pontanus fecit, Adriana Saxona, Laura Bella”. In una nicchia dietro l'altare è dipinto un affresco restaurato di recente, raffigurante “La Madonna col Bambino ed i Santi Giovan Battista e Giovanni Evangelista” attribuiti a Francesco Cicino.

Interno Cappella Pontano, anni 10 del XXI secolo

Interno Cappella Pontano, anni 30 del XX secolo

Lapidi murarie

Particolare dell'altare con l'affresco

Non si ha la certezza sull'autore della Cappella, alcuni lo attribuiscono ad Andrea Ciccone, taluni a fra’ Giocondo da Verona od a Francesco di Giorgio Martini.

Portale ingresso lato via Tribunali

In ultimo, dopo i tragici avvenimenti della 2ª Guerra Mondiale, il tempio venne utilizzato come deposito di bare dall'agenzia funebre posta di fronte alla Cappella. Solo dal 1992 è stato restituito nel suo splendore come opera musiva fruibile a tutti, in custodia al Dipartimento Cultura del Comune di Napoli.

Ciro La Rosa (ego sum)

Ottobre 2011

Quattro ottagoni concatenati

Primo ottagono, particolare

Secondo ottagono, particolare

Riggiole pavimentazione Cappella

Riggiole lato altare

Tracce del soffitto affrescato

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