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La poesia, la piazza, le parole

Incontrarsi senza darsi appuntamento

di Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo

Luigi Pellegrini editore

 

La Calabria e la geografia delle piazze calabresi in Corrado Alvaro, Francesco Grisi e Corrado Calabrò nel nuovo studio su "La poesia, la piazza, le parole. Incontrarsi senza darsi appuntamento" di Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo.

Uno studio originale sul Novecento poetico italiano tra la piazza e il viaggio dal Mediterraneo ai Futuristi in piazza con la religiosa pazienza di vivere l’incontro tra i luoghi e i ricordi

Una nuova ed elegante edizione, più approfondita e particolareggiata, del saggio dal titolo: "La poesia, la piazza e la parole" di Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo è in distribuzione in questi giorni. Ha un sottotitolo affascinante: "Incontrarsi senza darsi appuntamento".

La Calabria si fa piazza e la piazza si racconta tra gli scrittori e i poeti calabresi Corrado Alvaro, Francesco Grisi e Corrado Calabrò. Lo studio pubblicato, in una straordinaria edizione, con in copertina “Le piazze d’Italia” di Giorgio de Chirico, dalla Casa Editrice Pellegrini, rientra nelle attività culturali del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”.

Ha visto, proprio in questi giorni, una nuova edizione che rimarca il successo e il consenso che lo studio sta riscuotendo sia in Italia che in molti Paesi Esteri. Si presenta con una Prefazione di Neria De Giovanni, Presidente dell'Associazione Internazionale dei critici letterari, e una Postfazione di Gerardo Picardo, giornalista e scrittore e autori di numerosi testi filosofici.

Nella Prefazione così scrive la Presidente dell’Associazione Internazionale dei Critici Letterari Neria De Giovanni: “Nella intuizione critica di Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo la piazza non ritorna ad essere luogo di poesia ma diventa luogo nella poesia; da ospitante la parola poetica si trasforma in ospitato nella parola poetica. Scopriamo così che la poesia italiana del secondo Novecento fino ai primi anni del nuovo millennio, conosce la piazza come forte simbolo collegato con l’identità e la memoria”.

Il dialogo ruota intorno alla identità (e valorizzazione) della lingua italiana (in modo particola il linguaggio lirico) in un rapporto tra culture “altre” e processi poetici.

Si tratta di uno studio articolato che riguarda la poesia italiana del Novecento attraverso un profilo tematico che ha come riferimento la piazza. La piazza nella geografia della cultura mediterranea e oltre. Ovvero il concetto di piazza nella poesia del Novecento avendo come riferimento Omero e Virgilio.

Una motivazione come lettura e interpretazione di un luogo ma anche come elemento metaforico all’interno di un antico approccio che rimanda al mediterraneo concetto di agorà. Dalla tematica etno - antropologica della piazza alla letteratura della piazza con riferimenti alla festa, alla geografia dell'agorà, al Mediterraneo vissuto, all'ironia dei Futuristi, alla recita e al sogno sino a un percorso tracciato dai poeti del Novecento.

Il saggista e giornalista Gerardo Picardo che firma con intelligenza la Postfazione, a tal proposito, osserva: “Mi illudo anch’io, come Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo, che possa esistere ancora una piazza che duri fin tanto che resisterà il dono della poesia-vita. Una terra di umanità da indicare alla propria carne, senza timore di guardare il domani con occhi rossi di pianto”.

I poeti non solo si sono confrontati con la piazza ma hanno recitato la piazza grazie a modelli simbolici, onirici e “geografici”. La poesia, nata dai poeti che hanno vissuto il paese o la città come geografia e come metafora, è riuscita a portare sullo scenario lirico l’interpretazione di un luogo “giocato” tra realtà e allegoria. Vengono analizzati i testi di poeti che al tema della piazza hanno dedicato un percorso del loro esistere tra spiritualità, memoria e metafora. Significativi i capitoli tematici dedicati alla piazza nel contesto greco - romano e alla tema della piazza tra i linguaggi contemporanei oltre le geografie. Suggestivo il capitolo su "Futuristi in piazza".

“C’è un legame significativo, sostengono Pierfranco Bruni e Marilena Cavallo, tra la poesia e i luoghi, tra la lingua e le eredità di una cultura popolare, tra processi storici e linguaggi all’interno di una geografia sia letteraria che esistenziale. Sulla base di tale sottolineatura il discorso tra la poesia e il luogo” piazza diventa fondamentale in una chiave di interpretazione in cui la lingua diventa linguaggio e il linguaggio si serve di contaminazioni che definiscono elementi di partecipazione. È proprio il concetto di piazza, sottolineano Bruni e Cavallo, a trovare nella poesia italiana un riferimento importante non solo come “metafora” di una rappresentazione di un luogo definito, ma soprattutto come incontro tra culture. La piazza resta, in poesia, quell’agorà in cui spazio e tempo si definiscono nella misura in cui il luogo diventa una metafora di dialogo. La poesia, che è espressioni di sentimenti, di sensazioni e di esperienze linguistiche, si racconta anche grazie all’essere del luogo. Ci sono poeti nella letteratura italiana del Novecento che hanno “recitato” la piazza e hanno fatto della piazza un tempo della loro esistenza”.

Tra i poeti presi in considerazione ci sono Vincenzo Cardarelli, Salvatore Quasimodo, Vittorio Bodini, Cesare Pavese Rocco Scotellaro, Corrado Alvaro, Francesco Grisi, Alfonso Gatto, Sandro Penna, Raffaele Carrieri, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Ada Negri, Leonardo Sinisgalli. Il punto di partenza resta la poesia di Gabriele D’Annunzio. Poeti contemporanei all’interno di un contesto generale che annovera anche poeti moderni come Michele Parrella e Corrado Calabrò.

Lo studio, che si mostra con una precisa metodologia didattica, è pubblicato da Pellegrini Editore con Progetto culturale del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”.

Info: info@pellegrinieditore.it, csrbruni@alice.it, tel. 0984.795065, fax 0984.792672, www.pellegrinieditore.it

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