Un balcone sull'Adriatico
Vasto è già il Sud, con le sue colline coltivate a olivi e aranceti, e il mare così vicino, da poterne sentire il respiro. Solo mezzo chilometro in linea d'aria separa infatti la città dal suo golfo, che segna il confine meridionale della Costa dei Trabocchi. Questo è l'Adriatico degli stabilimenti balneari ma anche dei pescherecci, della macchia mediterranea, dei luoghi dal nome evocativo, come Capo Turchino e il Promontorio delle Ginestre, resi celebri dalle pagine di D'Annunzio.
Al di là della zona industriale, nella Riserva Naturale di Punta Aderci, le volpi e le donnole convivono con i cormorani sulle dune costiere. Nei giorni di bei tempo la vista spazia fino alle isole Tremiti.
Un caposaldo dell'identità vastese è la solida tradizione culturale, che le meritò l'appellativo di Atene degli Abruzzi, e ha espresso personalità come i fratelli Palizzi - pittori ottocenteschi che confluirono nella scuola napoletana di Posillipo - o il poeta patriota Gabriele Rossetti. A Rossetti è dedicata la piazza su cui prospettano la quattrocentesca Torre di Bassano e il Castello di fondazione duecentesca, appartenuto ai feudatari Caldera e poi ai D'Avalos, che ressero le sorti della città per tre secoli.
Il complesso, a pianta quadrata con due torri cilindriche angolari e bastioni a mandorla, è il risultato di numerose ristrutturazioni e unisce i caratteri di fortezza arcaica a quelli tipici delle residenze nobiliari rinascimentali. Un'altra piazza storica porta invece il nome di Lucio Valerio Pudente. Qui la presenza dominante è il Palazzo D'Avalos, con il suo splendido "giardino di delizie" di gusto napoletano, folto di piante ornamentali e affacciato sul mare.
Oggi il complesso ospita la Pinacoteca Comunale, il Museo del Costume Antico e il Museo Archeologico, che espone reperti datati dall'Età del Ferro all'Alto Medioevo; recentemente si è aggiunta una sezione dedicata all'arte moderna che ha il suo nucleo forte in
Mediterrania, mostra permanente di ottanta opere realizzate da artisti contemporanei italiani e spagnoli. In un'unica sede sono stati in tal modo riuniti i dipinti di
Francesco Paolo Michetti e dei
Palizzi, le terrecotte, le sculture romane, gli abiti della civiltà contadina. Il percorso di visita comprende anche le vicine terme d'età imperiale, dove sono oggi visibili due bellissimi mosaici riportati alla luce negli anni Novanta.
Le chiese di Vasto, quasi tutte di origine medievale, furono incendiate durante il saccheggio della città compiuto nel 1566 dalle orde turche, e quindi danneggiate dalla frana del 1816; andò perso così gran parte del loro patrimonio artistico, che nonostante ciò rimane di grande rilievo. Santa Maria Maggiore, fondata intorno al Mille, è stata ristrutturata nel Settecento ma conserva integro il campanile gotico; l'interno è una sorta di piccola pinacoteca, in cui dipinti attribuiti a Paolo Veronese si alternano alla scuola di Tiziano; qui è custodita anche la Sacra Spina, secondo tradizione estratta dalla corona di Cristo. La Cattedrale di San Giuseppe, ricostruita in forme neogotiche intorno al 1890, conserva la facciata duecentesca, e un bel trittico (Madonna col Bambino e Santi) di Michele Greco da Valona. Nella piccola Sant'Antonio si ammirano alcuni dipinti di Filippo e
Francesco Paolo Palizzi, accanto a una Madonna del Rosario del XVI secolo; l'interno a croce greca della chiesa del Carmine porta la firma di
Luigi Vanvitelli, uno dei più geniali architetti del Settecento europeo.
Come si conviene alle città storiche, Vasto è un tessuto di dettagli e rimandi; non solo i maggiori monumenti, ma anche i vicoli medievali che si diramano con scorci suggestivi da Porta Santa Maria o le ville Liberty del lungomare vanno assaporati senza fretta.
Articolo tratto da Ulisse, rivista di bordo dell’Alitalia
|