Dal risvolto di copertina
Forse la
bellezza salverà il mondo, ma spesso fa impazzire gli uomini. Lo sa bene
Kanopus, l’esperto d’arte chiamato a occuparsi della scomparsa di una
lussuosa Venere di Antonio Canova.
Kanopus e
Axa, l’assistente giovane e inquieta, seguono le tracce di Venere
attraverso musei, gallerie e collezioni, inseguiti da minacce e
frammenti fotografici, forse per perdere anche loro nell’ossessione
della bellezza e del desiderio, che produce Veneri di ogni materia,
dalla carne ad altre più ignobili materie …
Uniti da un
passato da dimenticare, Quei Due viaggiano da Roma a Villa Adriana, da
Firenze a Parigi, trascinando il lettore nell’universo vivo delle opere
d’arte e dei suoi sordidi mercati dove tutto è lecito.
Tra originali
senza valore e copie preziose, artisti sublimi e macchine del desiderio,
nasce un ‘mistero d’arte’ ricco e seducente, raccontato con una maestria
a cui è impossibile resistere.
La Venere perduta di Michele Rak: fino a dove può portare la passione
per l’arte.
Non è tanto
la storia in sé. Non è neppure l’ambientazione, né tantomeno il ritmo
serrato dei dialoghi. Ciò che fa della Venere perduta di Michele Rak un
sorprendente debutto è piuttosto un altro ingrediente narrativo,
difficilmente riscontrabile in altre opere d’esordio.
Ma partiamo
dall’inizio. La storia ruota attorno a un clamoroso furto (una lussuosa
Venere di Canova), di cui resta ormai solo una fotografia, e a una
misteriosa morte di un collezionista.
Il compito
del dottor Kanopus, l’esperto d’arte a cui tocca occuparsi della
faccenda insieme alla sua giovane assistenza, non è semplice. Per
provare a mettere ordine nell’ingarbugliato filo del delitto e della
scomparsa, decide così di percorrere la strada a ritroso che ha fatto
quel capolavoro.
Ecco allora,
che il giallo di Michele Rak si trasforma in una storia succosa delle
pulsioni e degli interessi che si scatenano attorno alle opere d’arte.
Nel
frattempo, le tinte fosche del noir proseguono e il ladro semina indizi;
ciò che conta, però (e ciò che più diverte) è il tourbillon passionale
che scatena l’opera di Canova.
Rak, che di
mestiere fa il teorico e lo storico del mutamento e della funzione dei
linguaggi d’arte, non ci mette molto a far sintonizzare il lettore su
frequenze a lui finora ignote. Al tempo stesso, però – e sta qui la
rarità – non ostacola il noir, rivelandosi un autore già collaudato.
(Filippo Maria Battaglia, panorama.it/libri)
Osservatorio
Permanente Europeo della Lettura
www.michelerak.eu
michelerak@fastwebnet.it |