Apocalissi,
mal di pietra, trionfi di zucchero, occhi di giaietto, orologi a polvere
e a ruote, nature morte, pulcinelli arrosto, orchi, Narcisi e altre
macchine dello sguardo: 10 lezioni su immagini, teatro e poesia da
Napoli a Roma, Firenze e oltre.
«La brillante analisi di una cultura in cui essere è apparire»
Nell’anno
delle trionfali mostre sul Barocco (Napoli, Torino, Mantova, Venezia) e
dell’emergente moda della musica barocca, il libro ricostruisce le
parole d’ordine di questa temperie. Il Barocco scopre gli strumenti per
vedere (il cannocchiale, il microscopio, la camera oscura) e le nuove
regole per farsi vedere: gli abiti, i gioielli, le parate, le mostre, le
Camere delle meraviglie, le tavole imbandite.
Il Barocco
inaugura anche la Modernità con i libri illustrati, le forme del corpo e
dei mostri, il teatro musicale, l’invenzione del paesaggio, il senso
della vanità delle cose e della ruota della Fortuna che si nasconde
dietro i monumenti delle feste che si dissolvono nei fuochi artificiali.
[…Estratto da Santa Di Salvo, «Il Mattino» del 9.03.2012]
Mito e bellezza nello sguardo barocco
Michele Rak ritorna sulla centralità di Napoli nel Seicento tra arte,
teatro e poesia
Lo sguardo
barocco è sontuoso e sensuale fino ad arrendersi alla decadenza. È
voluttuoso e violento, magico e insieme scientifico, è fortemente
visivo e morbosamente incatenato al Tempo e alla sua circolarità. È,
insomma, un momento di terribilità creativa che inaugura la cosiddetta
«modernità» modellandosi con forza su una città: Napoli. Da anni Michele
Rak studia il barocco come movimento culturale che nella capitale del
Sud trovò il suo crocevia captando, configurando, mettendo in circolo
tutte le icone essenziali: il clima e le acque, la festa parossistica, i
tornei e le cuccagne, i fuochi artificiali, il teatro vivente e
meccanico, la pittura di paesaggio e le nature morte, le biblioteche e
le accademie, la magia naturale e la scienza fisiognomica, i miti
riscoperti dagli umanisti e dissepolti dai primi archeologi.
Questo
ribollente calderone che esprime la gran fame del reale di un intero
secolo è al centro di un corposo saggio che raccoglie dieci lezioni su
immagini, teatro e poesia, L’occhio barocco (:duepunti edizioni, pagg.
390, 25 euro). Un ricco repertorio di immagini e due appendici
completano l’opera: una sul teatro meccanico; la seconda, di grande
interesse documentario, è l’avvio di un repertorio delle opere teatrali
scritte o pubblicate a Napoli nel XVII secolo.
Rak, storico
della cultura e specialista dei linguaggi iconici, lavora oggi a Siena
presso l’Osservatorio europeo sulla lettura, ma a Napoli ha vissuto a
lungo e insegnato, e alla sua città ha dedicato gran parte del lavoro
critico. La sua ricerca avventurosa sui modi della comunicazione,
diventa stavolta uno strumento in forma di lezioni per meglio capire
tutto quell’universo di mostre, eventi e musei legati alla riscoperta
del Modo Barocco e di uno dei suoi nodi dominanti, la corporeità. E
specialmente di «occhio» si tratta perché il secolo, come dice l’autore,
«ha lavorato su alcuni strumenti della visione come il cannocchiale per
l’infinitamente lontano, il microscopio per l’infinitamente piccolo, la
camera oscura per riprodurre il visibile, lo specchio e i suoi enigmi».
[…Estratto da «Il Mattino» del 4.03.2012, p. 54]
Michele
Rak (Napoli1940), analista e storico del
la cultura,
teorico della comunicazione dal Barocco all’Età contemporanea, critico
della letteratura e specialista dei linguaggi iconici, coordina presso
l’Università̀ di Siena l’Osservatorio europeo sulla lettura e la ricerca
nazionale “Il lettore di libri in Italia”. Tra le ultime pubblicazioni
della sua vasta produzione: Napoli gentile (il Mulino 1994), Immagini e
scrittura (Liguori 2003), Logica della fiaba (Bruno Mondadori 2005) e
Da Cenerentola a Cappuccetto rosso (Bruno Mondadori 2007). |