|
Gli
antichi avevano ben presente la forza vitale dell’acqua e del sole,
che, rappresentando il principio di ogni forma di vita, sono stati
oggetto di culto presso tutte le civiltà.
I
relativi culti sorsero in un periodo di grandi mutamenti climatici
(Pleistocene), durante il quale, in tutti i continenti ci furono
punte di pioggia e siccità, molto più elevate di quelle che stiamo
vivendo noi oggi.
L’acqua e il sole erano considerati divinità misteriose, alle quali
rivolgersi per sopravvivere, con potere di vita e di morte sugli
esseri viventi.
Ed è
proprio nelle pietre che è racchiuso il loro mistero. |
Andria, La Grotta di Ruggiero e la
Pietra dell’Angelo
…ed è l’amore, la passione di raccogliere povere pietre lungo corsi
d’acqua che mi portano in un assolato pomeriggio di settembre in
agro di Andria (Puglia) e precisamente nella Lama Fornelli, detta
anche Lama Caminata.
Da anni conduco ricerche sul Culto delle Acque e, avventurandomi
lungo le strade dell’acqua (Le Lame) e le pietre perdute della
Puglia murgiana, incontro pietre grandi…apparentemente rozze, ma che
nascondono significati arcani, indecifrabili, e sento che la Storia
è proprio scritta lì, attraverso i culti dei nostri antenati.
La Grande Pietra murgiana, che mi è apparsa all’improvviso nel suo
divino splendore nella strana Luce del tramonto settembrino, è
affiancata da tante sorelle identiche. Sembrano tanti ovuli nel
ventre della Magna Dea-Mater (la grotta), lì in attesa di culti
legati ai riti della fertilità. In effetti, si trovano lungo una
lama, una strada dell’acqua.
|
Andria, La Pietra dell'Angelo nella Grotta di Ruggiero |
Nella loro disposizione niente è stato lasciato al caso; i megaliti
sono posti sul percorso delle cosiddette correnti telluriche, ossia
le maglie di una rete magnetica che circonda tutta la crosta
terrestre.
Grazie alla duplice corrispondenza tellurica e cosmica, questi
complessi megalitici corrispondono a luoghi privilegiati di contatto
fra cielo e terra.
Simili ritrovamenti non possono avvenire ovunque ma solo in luoghi
particolari e ricchi di magnetismo, di energie, di acque nascoste.
Secondo la teoria dei ley o antichi sentieri in linea retta, nel
1920 in Inghilterra Alfred Watkins scoprì che molti siti megalitici
erano allineati secondo delle direttrici preferenziali.
Nel 1960 è stato dimostrato che una vasta rete collega siti in
tutta Europa creando una fitta maglia di energie sottili che
scorrono all’interno della terra, spesso seguendo corsi d’acqua
sotterranei e che si addensano in punti particolari, per es.
negli Omphalòs (Santuario Madonna di Sovereto - Terlizzi, Puglia).
LA
La Grotta di Ruggiero e
la Pietra dell’Angelo,
da me così denominate, in quanto, per la prima, il comandante della
Polizia Municipale di Andria, dott. Raffaele Ruggiero, fornì un
ausilio determinante alle mie ricerche, mentre, la seconda, dal
nome di mio figlio Angelo.
Le le ho rinvenute
entrambe
il 27 settembre 2005 alle ore 17:00 durante
una perlustrazione nell’agro andriese, accompagnata dai marescialli
Riccardo Roberto e Michele Falco.
Trattasi di un’ampia grotta parzialmente crollata a causa di
movimenti tellurici, che presenta anfratti, frequentati anche dai
monaci eremiti nell’VIII sec. così come attestato dalla biodiversità
di piante medicinali rinvenute nei pressi della grotta.
In una grande roccia, la “Pietra dell’Angelo” alta m 2,40 e larga m
2,70, un foro consente di accedere all’interno di un abitacolo largo
m 2,10, alto m 1,60 e profondo 1 metro.
La Lama Fornelli, costituisce uno dei più pregevoli esempi di ambiente
naturale con significative forme carsiche correlate. Il
rimodellamento da parte delle forze esogene ha prodotto
morfostrutture varie, che costituiscono veri paesaggi geologici e
geomorfologici.
Alle dolci ondulazioni dell’altopiano murgiano si contrappongono
incisioni torrentizie che sottendono una presenza diffusa
dell’elemento vitale per eccellenza: l’acqua. Questo elemento,
fattore di modellazione geomorfologica, trova nelle valli carsiche
le sue vie di deflusso nascoste.
La forma di questi megaliti costituisce un elemento d’interesse che
richiama situazioni emotive che certamente hanno svolto un incisivo
ruolo nelle forme animistiche tipiche delle popolazioni primitive,
che hanno colonizzato il territorio murgiano e di cui si rilevano
tracce di frequentazione già in tempi preistorici: abissi, pozzi,
pilastri, torrioni, fosse, fessure e fori di dissoluzione carsica.
Quali popoli antichi hanno eretto questi sacrari di terra e a quale
scopo? Speravano forse di trascendere con le loro fatiche la breve
vita dell’uomo preistorico, o speravano di capire le leggi che
governavano il mondo circostante? Stranamente Grandi Pietre
identiche alla “Pietra dell’Angelo” di Andria, si trovano in Francia
a Carnac.
Quindi, se sotto il profilo naturale costituiscono testimonianza
dell’evoluzione di un sistema geologico ed idrologico, le stesse non
possono anche non associarsi con la storia evolutiva delle società
umane e con quella attività spirituale che da sempre
contraddistingue l’essere umano.
La Puglia, la regione italiana più antica dopo la Sardegna (Templi a pozzo ad Anglona), nasce nell’ultima fase
dell’era Cenozoica o terziaria all’inizio del Pliocene,
circa 5,2 milioni di anni fa. Staccatasi dal continente, prese
l’aspetto di due isole,
la Garganica e la Murgiana, che successivamente si uniranno al resto della
nostra penisola per il movimento delle zolle tettoniche.
In epoca relativamente più recente, 12.000 anni fa (ci troviamo
nell’era quaternaria caratterizzata dalla nascita del genere
umano), l’ultimo ritiro dei ghiacciai fece abbassare il livello
delle acque che in qualche caso scomparvero del tutto, come accadde
nel bacino adriatico, che diventò un continente: l’Adriatide. Il
bacino adriatico privo d’acqua, nell’Italia olocenica,
si presenta come una grande vallata, favorendo lo spostamento dei
primi ominidi dal centro Europa nella nostra regione. Il fiume
Po, tagliando a metà il vallo adriatico, sfociava all’altezza di
Bari, in quanto il corrugamento orogenetico alpino si era già
formato. In seguito all’ultima glaciazione, 10.000 anni fa, il
vallo adriatico fu nuovamente inondato dando origine al mare Adriatico e,
di conseguenza,
gli spostamenti migratori cessarono. L’uomo è diventato Erectus.
Inizia la Storia, e con lei anche qualcosa che ha a che fare con il
magico, con il divino, con la conoscenza. Quanto poco sappiamo
del periodo di tempo che va dal
10.000 a.C.
alla storia attuale.
|
Le Coppelle nel territorio di
Bisceglie
La fascia pianeggiante, su cui l’agro biscegliese si estende, ha
origini geologiche arcaiche. L’altimetria del suolo varia fino a
toccare i 100 m s.l.m., per cui la zona si presenta ricca di Lame
(le strade dell’acqua); una vegetazione mediterranea, rigogliosa, è
attestata lungo la Lama Santa Croce che caratterizza il territorio
biscegliese, oltre al Dolmen della Chianca che per dimensioni e
bellezza di linee, è tra i maggiori monumenti megalitici della
Puglia e tra i più importanti d’Europa. In questa lama, in Strada
Abazia, che rappresenta un’area sacra di notevole importanza
archeologica per la conoscenza della concettualità in ambito
neolitico, troviamo, fra le testimonianze delle epoche passate,
altri notevoli megaliti a carattere cultuale che evidenziano una
lunga frequentazione antropica dal VII al III millennio a.C. sono
massi straordinari di roccia denominati “Coppelle”.
Il prof. Prelorenzo, che diede un notevole contributo alla
conoscenza del neolitico pugliese, contribuì a fare piena luce su
alcuni aspetti delle Coppelle che caratterizzano non solo il
territorio biscegliese ma anche quello murgiano. Questi megaliti,
generalmente ovali, quasi sempre rappresentano la forma di un
triangolo pubico, che rimanda alla dea madre dispensatrice di acqua
lacustre.
Le Coppelle rientrano in quel grande fenomeno megalitico che, nel
territorio di Bisceglie, va dal V al III millennio a.C. Sono
scolpite su roccia, con una serie di rivoletti che portano alla base
l’acqua piovana che veniva raccolta in un vasetto cultuale, oppure
confluiva in una coppella più grande. I rivoletti hanno la forma
serpeggiante o filiforme a forma di otto che terminano in una
coppella. Quasi tutte sono orientate ad est, come i menhir.
Le Coppelle, create per la raccolta di acque, sono di piccole e
grandi dimensioni e si segnalano nell’arco alpino, nella Valtellina,
in Valcamonica, nel bergamasco, scolpite dai cacciatori paleolitici
e neolitici, nell’area balcanica, in Anatolia, e nella Bassa Murgia
Barese.
Sempre in Strada Abazia, tra ulivi secolari si ergeva un altro
monumento megalitico: un’Ara Cultuale a forma di navicella,
che presentava due vaschette rettangolari collegate da due rivoletti
verticali, incisi sulla roccia, orientata a est-ovest, lunga m 2,62,
e che era considerata un unicum in Italia. Era il più significativo
altare monolitico, databile nel III millennio a.C.
Le Are Cultuali attestano lunghe frequentazioni nell’Età
del Bronzo, legate al Culto delle Acque. Nello stesso habitat sacro,
vi è una statua-menhir muliebre, “Dea Madre” con accenni ad organi
sessuali femminili. Il monolite misura h 70 cm,
l.
56 cm. La statua-menhir, è la più rara testimonianza megalitica a
carattere cultuale nel territorio di Bisceglie e in Puglia.
Pina
Catino
Testo e fotografie pubblicati nel volume: La pietra centro del
mondo, UNESCO, 2005
Note
-
A Francesco Saverio Majellaro (Bisceglie, 1893 – 1957) si
devono le più importanti scoperte sul Paleolitico e Neolitico in
territorio di Bisceglie e tra le più significative in Italia.
Nelle Grotte di Santa Croce, nella Lama omonima, fu rinvenuto il
primo esemplare osteologico di Neanderthal. Il Museo Civico
Archeologico di Bisceglie porta il suo nome.
-
Il 3 agosto1909, dal sacerdote molfettese Francesco
Samarelli, (Molfetta,1874-1952) fu scoperto il Dolmen
della Chianca, riportato in tutti i libri di Storia di Arte e su
francobollo.
-
Prof. Francesco Prelorenzo, docente di Disegno e Storia
dell’arte, nato a Rodi Egeo nel 1935 da padre italiano e madre
greca, visse a Bisceglie fin dall’età di 12 anni, muore nel
1996. A lui si deve la scoperta di oltre 200 siti preistorici
individuati e segnalati alla Soprintendenza Archeologica di
Bari. Il Museo Etnografico, fortemente voluto dal prof. Luigi
Palmiotti, presidente Archeoclub d’Italia sede di Bisceglie, è a
lui intitolato.
L’Ara Cultuale, causa “spietramento del suolo” il 18 agosto
2006, venne distrutta, come è accaduto in molti altri siti
preistorici, per ignoranza e indifferenza per la tutela e
salvaguardia di straordinarie testimonianze del passato.
|
Il Neolitico nel Territorio
di Ruvo di Puglia
individuato da Pina Catino
Pietra della
fertilità, individuata da Pina Catino, insediamento
rupestre di Gigliano, Ruvo di Puglia.
Nei riti, nella
religione di numerosi popoli, sia primitivi che
civilizzati, la rappresentanza del membro maschile
dimostra la sua potenza creatrice. Il megalite affianca
la dea madre dalle esuberanti forme muliebri, a cui fu
conferito il potere divino da parte degli uomini del
Paleolitico Superiore che continuò ad apparire nel
Neolitico e anche più tardi. |
Dea madre,
individuata da Pina Catino nell'insediamento rupestre di
Gigliano, Ruvo di Puglia. |
Il Neolitico a
Martano (Lecce): menhir |
Sacro e profano
Martano, località Apigliano: pietra della fertilità |
Calimera, (Lecce),
Chiesa di San Vito: pietra della fertilità.
A Calimera, nel
Salento, nella chiesetta di San Vito, (1648), nel fondo
Malaxcrito vi è un a grossa pietra forata a livello del
pavimento attraverso la quale, il Lunedì dell'Angelo
ancora oggi gli sposi novelli passano per assicurarsi
amore, fortuna, prosperità. Questo masso, che sporge al
centro del pavimento della chiesetta, conserva tracce di
affreschi medioevali. Evidentemente ad antichi riti
magico pagani, di epoca immemorabile, si sono aggiunte
stratificazioni cultuali cristiane che, tuttavia, non
hanno cancellato la credenza secondo la quale le donne,
attraversando il foro, si propiziavano la maternità. |
|
Turi, la Grotta di Sant’Oronzo
Il Culto delle Acque
…ma il viaggio nei misteri dell’antichità ebbe inizio una mattina di
settembre due anni prima, nel 2003, in compagnia dello scenografo e
caro amico Giacomo Miale, in una grotta sotto il cimitero di Turi,
nel Santuario di Sant’Oronzo, patrono della città …e qui la
fantastica scoperta di tutti quegli elementi sacri fondamentali
primordiali che parlano del culto delle acque nelle grotte.
La Grotta rappresenta il ventre della Magna Dea - Mater, dalla quale
e nella quale tutto nasce, cresce e muore: la Grande generatrice, la
Mater il cui ventre nell’immaginario collettivo preistorico era
appunto la grotta e i cui liquidi erano le sacre fonti che sgorgano
dalle viscere del terreno
Nella grotta dominavano:
1)
Il culto del Prìapos,
la sacra stalagmite dal greco stàlagma – goccia che simboleggia
l’elemento ingravidatore e che potremmo definire l’immagine
acherotipa del Dio generato dalla Dea, che nasce cioè dal suo vitreo
umore.
2) La
colonna della Vita,
ovvero la stalattite e stalagmite che rappresentano il pilastro da
sempre associato ai simboli acquatici, mirabile esempio di opera
d’arte naturale. Da notare il capitello che attraverso i millenni,
lo stillicidio lo sta trasformando da ionico (cioè la sintesi
perfetta del ciclo creativo), a dorico, si parte dall’assoluto nel centro
e si ritorna
al centro nell’assoluto.
3) La
coppella per la raccolta delle acque, a forma di cerchio, in quanto simbolo
del moto dell'acqua, espressione della forza che ivi si nasconde.
4) Stalattiti
spezzate,
che dimostrano il forte potere taumaturgico che a loro veniva
attribuito.
Questi simboli acquatici nelle grotte, i menhir, i megaliti, in
pratica il culto della Pietra, stanno ad indicare luoghi sacri e la
forte fede in una potenza religiosa da parte di uomini primitivi,
particolarmente legati al culto della Dea e quindi al culto delle
acque che ritenevano che proprio in questi luoghi si sprigionassero
potenti energie.
Il Cristianesimo disapprovò i popoli che adoravano le
pietre.
Ma la venerazione, che rasentava l’idolatria, non fu soppiantata né
dalla forza dei “Capitolari”, né dagli ordini severi di re, come
Childeberto, Chilperico e Carlo Magno.
La Chiesa, vista l’impossibilità di distruggere questi magici riti
(molti scritti ecclesiastici, a partire dal concilio di Tours nel
567, e sino al sec. X, ne fanno riferimento) trovò due rimedi al
problema:
a) esorcizzò le grotte
trasformandole in Santuari dedicati o alla Madonna (e se venivano
rinvenuti gli Onphalòi, il Santuario era dedicato alla Madonna del
Parto), oppure a San Michele (Culto Micaelitico) perché è lui che
uccide il diavolo e quindi sconfigge il paganesimo.
b) l’incisione della Croce latina
sui Menhir, oggi ancora visibile, specie in quelli francesi oppure
l’uso d’inglobarli nelle chiese.
Il mito del Sole
|
Conclusioni
Copertino, Chiesa
Matrice, Madonna della Neve con melagrana in mano. |
Andria, chiesa di
sant'Agostino, Galattotrofusa.
La Madonna, Fonte
della Vita nell'atto di allattare, evoca la dimensione
sacra del liquido e simboleggia la fusione del culto
dell'Acqua e mito del Sole. |
Capurso (Ba) chiesa
della Madonna del Pozzo.
Il pozzo come la
torre e la cupola è un simbolo mariano, emblema
dell'utero e della fertilità. La relazione tra il culto
pagano e la devozione mariana, testimonia una stringente
coincidenza con l'ambito legato al culto delle acque. |
Meteore, Grecia,
Monastero di Varlaam, affresco: Madonna incinta assisa
fra garofani e cipressi, a simboleggiare l'alba
nell'eternità. |
Turi (Ba), Chiesa
Matrice.
Madonna di Terrarossa
(Madonna nera) di Stefano da Putignano. |
Turi (Ba), Chiesa
Matrice.
Stefano da Putignano,
Madonna con mantello (cielo stellato), riferimento alla
dea bianca pagana, ossia la luna, il mistero. |
|
Bibliografia di riferimento per ciascun saggio
Andria, grotta di Ruggiero e
la Pietra dell’Angelo
-
Pina Catino – A. Greco,
La Pietra centro del Mondo, pagg 41-42 , UNESCO, Ed. Rotas, Barletta,
2005
-
Istituto Geografico De Agostini, Grande Atlante Storico
Mondiale della terra.
-
Officine Grafiche De Agostini – Novara 1997
-
Paolo Malagrinò , Dolmen e Menhir di Puglia, Schena Ed.
1978
Le coppelle nel territorio di Bisceglie
-
J. S.
O. Bradford, La spedizione archeologica inglese nelle Puglie,
Atti del I Congresso Internaz. Prot. Medit. Firenze 1950.
-
F. S.
Majellaro, Studio sulla grotta preistorica di S. Croce,
1943.
-
L.
Cardini, Culture paleolitiche della grotta S. Croce a
Bisceglie (Bari), Atti XXVIII R.S.I.I.P.P., Pisa1939
-
I.
Caramuta, Lame e insediamenti neolitici nelle ricerche di
Francesco Prelorenzo.
Turi,
la Grotta
di Sant’Oronzo e il Mito del Sole
-
Pina Catino, …e l’acqua creò
la Terra e
la Vita,
Libro e CD Mostra Fotografica, tip. Rizzi, Bari 2004.
-
Gennaro Perrotta,
Disegno storico della Letteratura Greca, Principato ed., Milano 1972.
-
Guido Carotenuto,
Storia e antologia della letteratura greca “L’Ellenismo e
il periodo Greco-Romano”, Canova Ed. – Treviso 1972.
-
Giuseppe Ronchetti,
Dizionario Illustrato dei simboli, Ulrico Hoepli ed.
,Milano 1957.
-
Maria Mavromataki,
Mitologia Greca e Culto,
Haitali Ed., Atene 1997.
-
Madanjeet Singh,
Il mito del Sole,
UNESCO 1993, Silvana editoriale.
|
Totem della Fertilità e
Culto dell'Acqua
Nella Dimora Storica (sec.XVIII) della nobile
Famiglia Catino di Ferrara, ramo di Bisceglie, già
della nobile Casata
Fenicia di Ravello,
sono presenti elementi architettonici che esaltano il
culto dell’acqua e della fertilità.
Su di una rara scultura in pietra caricata di
particolari significati allegorici che richiamano alla
mente il divino e il soprannaturale, (inserita nel
balcone a primo piano, vano scale, sul pozzo luce), vi
sono rappresentati il Sole dalle sembianze umane, con
naso camuso (come gli idoli dell’isola di Pasqua), due
spirali che stanno a simboleggiare la sintesi perfetta
del ciclo creativo, “si parte dall’assoluto nel centro e
si ritorna al centro nell’assoluto”, la Fenice,
mitico uccello dell’immortalità e della resurrezione.
Il Totem della Fertilità misura in altezza m 0,75,
in larghezza m 0,30.
La Dimora è stata censita fra le rare ville patrizie in
Puglia, per la presenza di una particolarissima
architettura irrigua dedita al Culto dell’Acqua, che si
evince nello spazio aperto antistante l’ingresso
principale. Formelle in pietra di forma quadrata mm
180x180 e, rettangolari mm 200x300, sono disposte a
formare un quadrato, il cui perimetro misura m 36,80
(lato m 9,20). All’interno del quadrato sono presenti
tre cerchi concentrici, equidistanti (m 1,15) sempre
dello stesso materiale lapideo. Oltre alla bellezza e
funzionalità dell’acciottolato per la raccolta e
canalizzazione della acqua, l’architetto settecentesco
sviluppò il suo progetto secondo il significato
simbolico che troviamo nella Storia delle Religioni.
Significato di tre cerchi racchiusi in un quadrato.
Il quadrato rappresenta il Creato, l’energia propulsiva
della Vita è rappresentata dalla vegetazione che lo
circonda e dagli esseri umani che abitano e abiteranno
nella dimora; il mondo esteriore, il mondo delle
rappresentazioni interiori e il mondo dell’esperienza
religiosa, formando tre cerchi concentrici, tendono
tutti verso un unico centro, ossia verso il sacro, in
questo caso specifico, il sacro è l’Acqua divina che
cade dal cielo, Fonte di Vita.
Misure dei cerchi:
-
1° cerchio,
circonferenza m 27,72, diametro m 8,83;
-
2° cerchio,
circonferenza m 19,46, diametro m 6,20;
-
3° cerchio,
circonferenza m 11,05, diametro m 3,52;
-
Centro circonferenza m 2,51, diametro
cm 0,80.
|
La pagina sul libro |
Testi ed immagini di
Pina
Catino
Pubblicazione
Internet a cura de Il Portale del Sud, gennaio
2009, su gentile concessione dell'autrice. Vietata la
riproduzione. |
Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2009: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino. Sito derattizzato e debossizzato |