Il mito del Sole
Non
è un caso che proprio in una grotta,
la Grotta di
Sant’Oronzo a Turi, utilizzata nell’antichità per il Culto delle
Acque si trovi, ai piedi dell’altare settecentesco dedicato al santo
Oronzo, Il mito del Sole, rappresentato attraverso i simboli
nella Storia delle Religioni:
un corpus di 238 formelle in maiolica, quadrate (lato cm 18)
databili inizio 1700, provenienti da Laterza. E' l'unico pavimento
in Puglia conservatosi intatto.
Formelle XVIII sec.
produzione Laterza (TA), uno dei centri più fiorenti di
produzione di ceramica, non soltanto del Regno di Napoli
ma anche di altri Paesi del Mediterraneo, ad esempio la
Grecia. |
Istanbul, Tulipani,
simbolo del Sultano, emblema del divino amore poiché
muore se lontano dal sole. |
Le tre melagrane
stanno a significare l'Unità della Chiesa e delle tre
Religioni monoteiste del Mediterraneo, Cristianesimo,
Ebraismo, Islamismo. |
Il gruppo delle 5
formelle (18x18 cm) rappresentano i Luoghi di Culto, il
Dialogo interreligioso nel bacino del Mediterraneo,
Chiese, Minareti, Sinagoghe, Moschee. |
I saperi raffigurati nelle maioliche sono frutto di conoscenze molto
profonde. Quando incominciai ad osservarle ad una ad una vi ho letto
immediatamente la Storia delle Religioni. Il pavimento risulta
inedito agli studi di ceramica e di maiolica in Puglia.
Ho cercato di ricostruirne le serie, in quanto a causa
di lavori, le formelle furono smantellate e in seguito ritrovate in
una cassetta nella grotta. In segno di devozione, la mano di un
muratore le dispose davanti all’altare, non seguendo alcuno schema
particolare.
Gli antichi fondarono sul potere creativo/generatore del sole
le loro culture. Essi infatti associarono istintivamente il sole
alla natura, invocandolo nelle feste agricole con riti legati alla
fertilità. Nel corso dei secoli il mistero del sole trovò
espressione nei petroglifi e nei disegni pagani ispirando le prime
forme di scrittura geroglifica, i motivi a spirale, la
rivoluzionaria invenzione della ruota che divenne il simbolo sacro
della luminosità spirituale. Il sole era il guaritore delle malattie
fisiche e spirituali, soprattutto la sorgente prima della fecondità,
dell’abbondanza. Questi concetti li troviamo tutti mirabilmente
raffigurati nelle formelle maiolicate nella grotta sotto il
Santuario di Sant’Oronzo.
Il pavimento, lungo m 3,14 e largo m 2,60, è costituito da una
grande varietà di motivi solari rappresentati da volatili, miti,
alberi, fiori, animali, templi, viaggi verso la Terra Santa e busti
di pellegrini. Su due maioliche è, inoltre, presente il motivo di
due ellissi incrociate.
L’identificazione dell’uccello con il sole è una tradizione ancora
attuale in molte religioni del mondo.
Tra le formelle troviamo le seguenti rappresentazioni:
* il corvo: sulla formella sono rappresentati due
bellissimi corvi e tra di loro l’universo.
Lo stesso particolare è stato rinvenuto, tra il 1972 e il 1974, da
archeologi cinesi, in una tomba appartenente al periodo della
dinastia Han occidentale, (206 a. C. – 24 d.C.) in un dipinto sulle
vesti di un notabile, nella città di Ma-Wang-dui. In Cina l’uccello
è lo spirito del sole e rappresenta il Cielo che è il regno del dio
sole.
* la fenice, rappresentata anche su molti monumenti islamici
(Bukara) in volo verso il sole o, come simbolo dell’immortalità su
monete del tardo impero romano.
* il gallo, sacro ad alcune divinità solari, quali Apollo, è un
simbolo solare anche presso gli antichi bizantini dell’Asia
centrale.
Nella formella è rivolto verso un garofano…
Motivi, simili alle decorazioni delle maioliche della grotta di
Sant’Oronzo, sono stati rinvenuti sulla Tavola del re Narmer a
Ierakonpoli (3.000 a.C.), su cui è raffigurata un’aquila/falco
simbolo del dio Horus. La Tavola è una tra le prime opere d’arte
che, insieme a quella del leone, influenzò l’iconografia del sole
presso le culture classiche dell’Egitto e della Mesopotamia.
Alcune splendide formelle rappresentano la Caverna di
Ra e le uova dello scarabeo ... e ancora, leproidi, canidi, equini,
felini.
Nella mitologia greca, l’onnipotente Elios fu il testimone del
rapimento di Persefone da parte di Ade, ed una mirabile formella
rappresenta la dea Persefone con il modeo in testa a forma di
melagrana, mentre dalla sua bocca fuoriesce grano...(Persefone è
il simbolo dell’alternarsi delle stagioni, il morire e risorgere
della natura).
In Persia il sole è una ragazza dalle guance rotonde (khorshid). Le
divinità solari dell’Iran preislamico erano maschili, la
rappresentazione del sole con un volto femminile, fu introdotta
dall’Islam (Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo).
Una grande varietà di motivi solari identici alle formelle turesi, è
presente nei sigilli di Harappa, nella valle dell’Indo (I millennio
a.C.) e sulle orme dei piedi di Buddha, prima del I secolo, quando
venne creata la sua immagine antropomorfica (Prince of Wales Museum
of Western India, Bombay).
La fertilità è simbolizzata, inoltre, dal disco solare fra le cosce
di una figura azteca in terracotta. 1500 ca. (Museo Nacional de
Antropologia, Città del Messico).
La rappresentazione di alberi è un tema che si rinviene anche in
numerosi avori cesellati dell’antica Mesopotamia. L’alloro, pianta
sacra ad Apollo, è un simbolo solare e lo sono anche i cipressi,
l’ulivo, il loto, i garofani...
Altro motivo architettonico molto diffuso era la spirale, concepita
probabilmente a imitazione delle corna dei quadrupedi, che compare
nel paleolitico e, per millenni simbolicamente trasmette il
messaggio dell’energia, la forza vitale, collegata al divenire della
vita, al tempo ciclico della nascita e della morte…
La formella che rappresenta la spirale, fu quella che
catturò per prima la mia attenzione, quando dall’alto dell’irta
scalinata di gradoni in pietra, incominciai a scendere dal santuario
nella grotta.
Rimasi affascinata da quel vortice, che sembrava
l’epicentro del tutto.
Da lì iniziò il mio viaggio nel loro mistero.
Pina
Catino
Note
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Sant'Oronzo, protettore della città di Turi, è dedicato a lui il
santuario costruito sulla grotta, in quanto il santo è ritenuto
uno dei sette taumaturghi che liberarono dalla epidemia della
peste nel 1636, Turi, Lecce, Ostuni, il Salento.
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Laterza, uno dei centri più fiorenti di produzione di ceramica,
non soltanto del Regno di Napoli ma anche di altri paesi del
Mediterraneo, ad es. la Grecia. (A. e C. Dell’Aquila -
ceramologi, D. L’Abate – archeologo).
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