Siamo nel
2001 e molti numismatici pensano di sapere tutto sulla monetazione
napoletana dell’800: dovranno ricredersi invece nel leggere questo
articolo, parlerò di una monetina davvero interessante.
Secondo
le più celebri opere dedicate alle monetazione partenopea, non
risulta l’esistenza di alcun Mezzo Tornese coniato nel 1841, ma
proprio alcuni mesi fa sono venuto in possesso di una monetina del
genere.
Nel 1832
Ferdinando II di Borbone ordinò di riprendere la coniazione del
mezzo Tornese allo scopo di semplificare le piccole contrattazioni,
suddetta moneta di rame fu svegliata da un letargo di ben 28 anni,
infatti l’ultima emissione prima del 1832 risale al 1804, quando
nella zecca partenopea c’era il maestro di zecca Luigi Diodati.
La
coniazione di questa simpatica monetina di rame sotto durante il
regno di Ferdinando II fu abbondante, nonostante ciò, non furono
incisi più di tre tipi di conii diversi: dal 1832 al 1847 si coniò
il Mezzo Tornese con il volto giovanile (o imberbe), mentre dal
“1841” al 1854 si coniò quello con il volto adulto (o barbuto), nel
biennio 1853-1854 fu coniato anche un Mezzo Tornese con la testa
grande, quest’ultima simile a quella presente sui Carlini d’argento
del tipo coniato dal 1848 al 1859.
L’esemplare qui illustrato, che mostra evidenti segni di usura, ha
la data ben leggibile, 1841, esso non è un difetto di coniazione, né
un errore fatto di proposito dall’incisione, con molta probabilità
si tratta di una moneta campione e l’incisore che dopo aver inciso
un effige barbuta già nel 1841 sul mezzo Tornese, sospese subito la
coniazione di quest’ultimo per poi riprenderla 6 anni dopo (1847),
credo che siano stati coniati altri esemplari nel 1841,(infatti non
avrebbe senso incidere un conio per poi coniare una sola moneta), ma
considerando che finora non sono mai apparsi sul mercato altri
esemplari datati 1841, presuppongo che quasi tutti i mezzi Tornesi
furono rifusi subito dopo la coniazione. La decisione da parte del
maestro di zecca, di coniare ed eliminare nel 1841 i mezzi Tornesi
non è documentata e oltretutto non esiste nessun decreto legge del
1841 che parla di mezzi Tornesi. L’esemplare in questione dopo esser
sfuggito alla rifusione 160 anni fa, viene in mio possesso per puro
caso una Domenica mattina in via Foria a Napoli, lo acquistai da un
simpatico signore che mi mise a conoscenza della rarità che stavo
per acquistare, ma fui scettico fino al momento in cui, osservando
bene le ultime due cifre della data mi resi conto della sua
importanza numismatica. Non capita tutti i giorni un’occasione del
genere ma con un po’ di fortuna si possono mettere in collezione,
dei pezzi davvero unici.
La
presenza di questo mezzo tornese, che fino a prova contraria è
unico, è stata da me comunicata in esclusiva al signor Fabio
Gigante, autore dell’omonimo catalogo, che ha provveduto subito ad
inserirlo sul catalogo Gigante 2002, catalogandola ovviamente come
R5 e senza quotazione.
Articolo pubblicato nell’Ottobre 2001
Pubblicazione on-line del Maggio 2008 |