Salvatore D’Auria, Il medagliere. Avvenimenti al Regno delle Due
Sicilie già Regno di Napoli e Regno di Sicilia, 1735-1861, Quarto
2006. Editore Salvatore D’Auria (www.ilmedagliere.it),
in 4°, pp. 366, rilegatura cartonata con sovraccoperta a colori,
tiratura 600 copie, prezzo 300 euro.
Recensione di
Francesco Di Rauso
Ho il piacere di
presentare l'opera di un grande esperto di medaglie del Regno delle Due
Sicilie. Si tratta di un volume che è già considerato indispensabile per
chiunque voglia intraprendere un meraviglioso viaggio attraverso gli
avvenimenti che fecero dell’Italia meridionale il più importante reame
italiano.
Salvatore D'Auria,
dopo decenni d'intense ricerche effettuate tra musei, collezioni e
archivi di mezza Europa, ha finalmente pubblicato un'opera riguardante
le medaglie che commemorano gli avvenimenti del Regno delle Due Sicilie
nel periodo compreso tra il 1735 e il 1861, da Carlo di Borbone quindi,
a Francesco II di Borbone, compreso II decennio francese (1806-1815).
Finora si è
sempre considerato fondamentale per tali studi l'opera del Ricciardi
(1930) che è sicuramente ragguardevole se si considerano i mezzi di
ricerca e di comunicazione disponibili in quell'epoca. Da allora però
sono apparsi sul mercato numerosi esemplari sconosciuti al Ricciardi ed
altri sono stati eliminati perché le scoperte fatte negli archivi storici
ed altrove hanno attribuito in modo corretto molte medaglie. Ecco quindi
che Salvatore D'Auria, dopo un meticoloso lavoro di ricerca, propone
un'opera di grande qualità che risalta anche sia per le foto a colori
che per i testi, tanto da essere apprezzata da S.A.R. il principe Carlo
di Borbone duca di Calabria, che lo ha fatto pubblicare sul sito della
Real Casa di Borbone.
Il volume,
stampato in 600 copie numerate con copertina rilegata in tela e
sovraccoperta illustrata e con titoli e fregi in oro al piatto anteriore
e al dorso, è corredato da immagini a colori e bianco e nero di grande
qualità e numerose note ed informazioni riguardanti il contesto storico
delle varie medaglie. Ottimo inoltre, il metodo di catalogazione e di
presentazione delle medaglie.
Aggiungo inoltre
che si tratta di un volume molto piacevole da leggere e da sfogliare in
quanto è arricchito da decine d'immagini di oggetti d'antiquariato come
dipinti, porcellane, cammei, averi, gioielli ed altro del periodo degli
avvenimenti narrati.
Sappiamo che ogni
giorno, tramite corrispondenza o sul sito dell'autore, gli giungono da
tutto il mondo numismatico i più sinceri complimenti per un'opera che
costituirà il riferimento essenziale per questo settore della
numismatica per tutti gli anni a venire costituendo un elemento
fondamentale per ogni biblioteca specializzata.
Francesco Di Rauso
http://www.ilmedagliere.it/ -
info@ilmedagliere.it
Recensione riportata in Panorama Numismatico, n. 227, marzo 2008 p. 51,
gentilmente messaci a disposizione dal sig. Francesco Di Rauso.
Recensione di Danilo Maucieri
Da anni ormai si avvertiva la necessità di una
revisione della pionieristica opera di Eduardo Ricciardi Medaglie del
Regno delle Due Sicilie 1735-1861, uscita nella sua seconda edizione
- quella più usata - a Napoli nel 1930, opera che per prima in assoluto
illustrò nell’insieme questa branca della medaglistica così bella, ricca
e varia che, in relazione al periodo storico di appartenenza, non teme
rivali nel mondo.
L’esigenza di un nuovo repertorio aggiornato fu resa
lampante, oltre che dai vari esemplari inediti apparsi sporadicamente in
vendita in questi ultimi anni, dalla memorabile asta Christie’s del 30
aprile 1992 Medaglie del Regno delle Due Sicilie il cui catalogo,
assieme a quelli delle recenti vendite pubbliche Varesi n.49 (Utriusque
Siciliae - parte seconda: le medaglie, 18 giugno 2007) e Nac
n.47 (3/4 giugno 2008), rappresenta tuttora, accanto al vecchio
Ricciardi, un riferimento immancabile nelle biblioteche di collezionisti
e cultori di medaglie del Regno delle Due Sicilie.
In questo nuovo volume di Salvatore D’Auria,
impreziosito da una veste editoriale stupenda (le illustrazioni sono
quasi totalmente a colori, con bellissimi ingrandimenti), sono le
medaglie stesse a raccontare in modo diretto, attraverso la loro
ordinata e sistematica esposizione, le vicende che caratterizzarono i
Reami di Napoli e Sicilia a partire dall’insediamento di Carlo di
Borbone nel 1735, il quale ebbe il grande merito di rendere di fatto
indipendenti le due corone dalla Spagna: quando infatti nel 1759 Carlo
fu chiamato a succedere al fratello Ferdinando VI sul trono spagnolo,
lasciò i Regni di Napoli e Sicilia al terzogenito Ferdinando, portando
con se il secondogenito Carlo Antonio quale principe ereditario (il
primogenito Filippo era stato escluso in quanto demente); la relativa
prammatica, datata 6 ottobre 1759, è interamente trascritta nel volume
alle pp. 52/53. La dinastia dei Borbone resse le sorti dell’Italia
Meridionale fino alla conquista di Garibaldi e alla proclamazione del
Regno d’Italia (1861); nel 1816, per scansare le mire espansionistiche
dell’Inghilterra (che auspicava ad assumere la completa gestione della
Sicilia in nome della salvaguardia dell’ordine in Europa), i Borbone
avevano furbamente unificato le due corone di Napoli e Sicilia
proclamando ufficialmente la nascita del Regno delle Due Sicilie: Re
Ferdinando, che fino ad allora era stato III in Sicilia e IV a Napoli,
assunse da quel momento il numerale I.
Molte le medaglie riportate da D’Auria e sconosciute
al Ricciardi, e diverse le attribuzione emendate, grazie anche a
documenti d’archivio scoperti dall’autore. La scelta di fondo operata da
D’Auria è stata quella di escludere a priori tutte le medaglie non
strettamente pertinenti alla dominazione borbonica nell’Italia
Meridionale, mentre sono state incluse le medaglie coniate in stati
stranieri ma che conservano la giusta attinenza con il contesto della
dominazione borbonica. Sono state escluse anche tutte le placchette,
alcune medaglie in piombo ed altre di produzione privata.
La ricerca delle medaglie e la fruizione dell’opera
sono facilitati dall’ampio apparato di indici adottato dall’autore,
ordinato per anni ed avvenimenti, personaggi raffigurati e legende
riportate.
Nei capitoli introduttivi ogni incisore e medaglista
viene opportunamente indagato, e di ciascuno di essi vengono dati brevi
cenni biografici. Segue la genealogia dei Borbone di Napoli, dal
capostipite Filippo V – sotto il cui regno il Meridione d’Italia era
ancora saldamente ancorato alla Spagna – fino all’ultimo sovrano
Francesco II (1700-1860), completa di concisi cenni biografici e di
tavole genealogiche.
Inizia quindi il catalogo vero e proprio, organizzato
cronologicamente e suddiviso per sovrani; a ciascun regnante viene
riservato un ampio paragrafo biografico, opportunamente corredato da
ritratti a colori a tutta pagina.
Le medaglie sono sistematicamente illustrate e
descritte in apposite schede, che il più delle volte occupano l’intera
pagina (a volte vanno anche oltre): ciascuna scheda riporta l’anno di
battitura (la datazione delle medaglie è stata desunta dai tondelli
stessi, quando riportata, oppure da fonti bibliografico-documentali; va
tenuto presente che la data riportata sulle medaglie riguarda l’evento
che l’oggetto commemora, e che non sempre essa rispecchia la data reale
di fabbricazione), il nome dell’incisore, l’evento che commemora, la
descrizione completa del dritto e del rovescio, l’indicazione dei
metalli in cui l’esemplare è conosciuto (con annessi i rispettivi gradi
di rarità), il diametro, i riferimenti bibliografici e un ampio
paragrafo di carattere storico (le cui vicende narrate sono in larga
parte tratte, per quanto possibile, da fonti e cronisti dell’epoca).
Le legende latine (ma anche in altre lingue) riportate
sulle medaglie sono tradotte ed indagate nella loro origine; il peso
degli esemplari viene invece omesso in quanto, non essendo in origine
vincolato da precise disposizioni, spesso varia di molto in esemplari
dello stesso tipo.
Pur essendo estranee alla medaglistica borbonica, nel
volume sono riportate anche le medaglie relative alla parentesi
napoleonica nel Regno di Napoli (1806/1815) in quanto i due sovrani che
si susseguirono al trono, Giuseppe Napoleone e Gioacchino Murat, seppero
governare con equità ed intelligenza conferendo al Regno di Napoli il
volto di uno stato libero più che di una vera e propria provincia
dell’impero francese. Sono inoltre riportate le medaglie relative alle
due rivoluzioni siciliane del 1820/21 e del 1848/49; di quest’ultima,
recante il ritratto e il nome di Ruggero Settimo, Presidente del
Comitato generale di Sicilia, ho avuto modo di rinvenire presso
l’Archivio di Stato di Ragusa il relativo decreto di emissione,
illustrato poi in anteprima in un articolo dal titolo E Ruggero
Settimo battè…medaglia! pubblicato su Cronaca Numismatica
n.206, aprile 2008, pp. 62/64, documento che va ad aggiungersi ai dati
riportati da D’Auria.
Ampio spazio è riservato all’esposizione dello stemma
dei Borbone, definito da Ferdinando I con reale decreto del 21 dicembre
1816, con dettagliata descrizione di ciascuna partizione, della corona e
dei collari degli ordini cavallereschi che accollano lo stemma.
Emozionanti le pagine che narrano la difesa estrema
della fortezza di Gaeta e la resa finale (14 febbraio 1861), con la
trascrizione integrale dell’ultimo saluto di Francesco II alle truppe e
ai sudditi, le cui ultime parole furono: Non vi dico addio, ma a
rivederci. Conservatemi intatta la vostra lealtà, come vi conserverà
eternamente la sua gratitudine e la sua affezione il vostro Re
Francesco.
Stupendo il ritratto della bellissima ed intrepida
Maria Sofia di Baviera, sorella della celebre Sissi e ultima Regina
delle Due Sicilie, che compare su una medaglia del 1861 battuta durante
il soggiorno a Roma: lei che nella fortezza di Gaeta incoraggiava i suoi
soldati distribuendo loro – in luogo delle normali medaglie che non
potevano essere battute per la penuria dei mezzi – dei nastrini di
stoffa; lei che, anche dopo la definitiva capitolazione, difese sempre
strenuamente i suoi diritti dinastici, dichiarandosi apertamente nemica
dei Savoia e del Regno d’Italia (nel complotto che portò al regicidio di
Umberto I, nel 1900, emerse – tra gli altri – anche il suo nome); lei
che, durante
la
Grande Guerra, visitava in incognito i campi dei prigionieri
italiani, riservando sempre particolari cure ai soldati meridionali; lei
che, a pochi giorni dalla morte (avvenuta il 18 gennaio 1925), vedeva
ancora in sogno gli spalti di Gaeta con la bandiera gigliata dei Borbone
svettante sul palazzo reale.
A seguire un elenco illustra 52 primati attribuibili
al Regno delle Due Sicilie, dalla cui lettura emerge chiaramente la
figura di uno stato diverso da come lo ha poi descritto la storia
narrata dai vincitori; non uno stato arretrato, ma bensì all’avanguardia
a livello nazionale ed europeo (per alcuni aspetti anche a livello
mondiale) in molti settori: da quello navale a quello mercantile, da
quello medico a quello sociale, da quello culturale a quello artistico,
da quello ingegneristico a quello tecnologico…basti pensare ai primati
relativi all’introduzione della nave a vapore, della nave da crociera,
della ferrovia (per commemorare la quale fu battuta, nel 1840, una
originale medaglia dalla forma ottagonale) e della locomotiva a vapore,
dell’illuminazione a gas e di quella elettrica nelle città, del
telegrafo elettrico, nonché al patrimonio statale di 443 milioni di
lire-oro alla vigilia dell’unificazione (sui 668 milioni che
costituivano il patrimonio totale di tutti gli stati italiani). Insomma,
una storia tutta da riscrivere all’insegna di una visione più serena e
obiettiva di eventi e circostanze.
Un’ampia bibliografia chiude questo bellissimo volume,
che si distingue per l’ampiezza dei contenuti e l’eleganza della veste
editoriale; un’opera di fondamentale importanza, destinata a far testo
in materia.
Danilo Maucieri
Cfr. Cronaca Numismatica n. 212, Novembre 2008, pagg.
20/21. Per gentile concessione dell'Editoriale Olimpia - Firenze |