Quando
Carlo di Borbone passò in rivista per prima volta il suo
Esercito il 5 marzo 1734 in quel di Perugia, quasi tutti i suoi
Reggimenti erano composti da Spagnoli, Valloni, Svizzeri, Tedeschi,
Macedoni e Irlandesi. Il loro primo compito operativo fu la
partecipazione, quale parte in causa per la successione sul Vice
Reame di Napoli, alla
battaglia di Bitonto del 25 maggio dello stesso anno, dove
batterono la guarnigione austriaca, l’esistenza del nuovo Esercito
era cominciata sotto buoni auspici. Successivamente, come espresso
in un precedente articolo, Carlo si dedicò al riordino dell’apparato
militare della sua Armata conferendole caratteristiche “Napoletane”,
ed il primo vero collaudo della fusione degli elementi “stranieri” e
locali si ottenne con la vittoria di Velletri contro gli imperiali
il 10 agosto 1744. Da questo preambolo possiamo ora descrivere
quelli che furono le componenti straniere del suo esercito.
Cacciatori Albanesi
Reggimento “Reali Guardie Svizzere” comandato dal
colonnello svizzero Giuseppe Antonio Tschudy.
Reggimento “Fonseca” composto da corsi, ove militò come
ufficiale Pasquale Paoli (1725 – 1807), capo
dell’irredentismo e dell’indipendenza della Corsica dalla Repubblica
di Genova, il quale seguì il padre in esilio a Napoli nel 1739, dove
frequentò i corsi accademici dell’Università di Napoli ottenendo
ottimi risultati e orientandosi poi verso la carriera militare, che
terminò col grado di vice-luogotenente, ritornò in Corsica
nell’aprile del 1755 per seguire attivamente gli avvenimenti per
l’indipendenza dell’isola e diventandone capo della Repubblica.
1° e
2° Reggimento “Macedone” o “Illirico” composti da soldati
provenienti dalla Macedonia, dall’Albania, Grecia e Dalmazia.
Reggimenti Svizzeri “Jauch” e “Wirtz” che prendevano il
nome dai loro rispettivi comandanti.
Reggimenti “Hainaut”, “Anversa” e “Namur” formati
da soldati Valloni e Tedeschi che erano passati nel 1737 dal
servizio spagnolo a quello napoletano.
Reggimento “Re” formato da soldati proveniente dall’Irlanda.
Reggimenti di cavalleria “Rosiglione” e “Dragoni Tarragona”
formati da spagnoli che anch’essi erano passati nel 1737 al servizio
della corona Napoletana, i quali fino al 1787 reclutavano elementi
dalla Spagna mantenendo il loro legame col passato.
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Reggimento "Estero" |
Ufficiale Reggimento "Re" |
Ferdinando IV, succeduto al padre Carlo, riformò radicalmente
l’Esercito e la Marina a partire dal 1778 dando l’incarico ad uno
straniero, l’irlandese John Acton, il quale creò un apparato
militare veramente napoletano, le sue riforme, rivoluzionarie per
l’epoca, furono rivolte a formare l’Armata in uno strumento bellico
efficiente.
Una firma autografa di John Acton
L’Acton diventò, in seguito, ministro della Marina,
ministro della Guerra ed infine maresciallo d’Armata. Arruolò come
istruttori molti stranieri tra cui i francesi: Colonnello De Bressac
e de Pommerreul per l’artiglieria; i francesi tenente ( poi
generale) Giovan Battista Eblè e Du Portail per il genio; lo
svizzero Salis, coadiuvato dagli svizzeri De Gambs e De Burckardt e
dallo svedese Rosenhein per la fanteria; il prussiano generale
Moetch e il francese brigadiere Oreille per la cavalleria. Tali
“istruttori” vennero utilizzati, per volontà dello stesso Ferdinando
IV, principalmente per ricondurre alla disciplina ed insegnare agli
ufficiali napoletani ad obbedire e renderli idonei al comandare,
perchè sino ad allora si sentivano per diritto acquisito di nascita
nobiliare a far parte della classe dei comandati, l’apporto esterno
servì egregiamente all’impresa; in effetti altri sovrani nei secoli
scorsi erano ricorsi a stranieri per creare le loro armate tra cui
per citarne uno fra tanti lo zar Pietro il Grande.
Real Macedonia |
Nel 1789 i Reggimenti “albanesi”
detti Coppoloni per il classico copricapo balcanico,
vennero sciolti ma ripristinati nel 1798 costituendo il
“Battaglione Cacciatori Volontari Albanesi”, cha a causa
della foggia del loro vestiario erano detti “Camiciotti”
per il camicione che portavano come gonnellino al di
sopra dei pantaloni come d’uso del loro costume
nazionale, con una nuova riforma del 1800 confluirono
nel “Real Macedonia”, fino al 1812 le reclute
provenivano dalla loro madre patria. Con decreto del 17
gennaio 1818 il “Reggimento Estero” venne diviso in “1°
2° Battaglione Estero” nei quali confluirono gli
svizzeri e gli irlandesi, nel “3° Battaglione Estero” i
Cacciatori Macedoni, mentre nel “Real Alemagna” i
Valloni e Tedeschi. Il 12 aprile 1820 i tre Battaglioni
Esteri vennero denominati “1° Granatieri Estero”, “2°
Fucilieri Estero” e “3° Cacciatori Estero” (Macedonia);
durante il periodo insurrezionale della costituzione i
battaglioni esteri vennero licenziati dal servizio
nell’Esercito Napoletano e mai più ricostituiti. Quando
il re ritornò a Napoli il 4 maggio 1821, venne stabilito
che sarebbero stati costituiti tre reggimenti di
fanteria estera ma in realtà, qualche anno dopo, vennero
reclutati solo reggimenti composti da svizzeri, i quali
servirono lealmente casa Borbone dal 1734 fino
all’ultima estrema difesa di Gaeta con la capitolazione
del Regno delle Due Sicilie passato ai nuovi
conquistatori piemontesi il 14 febbraio 1861, che
saranno ricordati in articoli seguenti. |
Ciro La
Rosa
maggio
2008 |