Nasce a
Napoli verosimilmente nel 1623, in base al
certificato di morte del 1690, che lo definisce sessantasettenne.
Dopo l'alunnato
presso un maestro sconosciuto, forse il padre Filippo, approda nella bottega
di Domenichino, presente a Napoli dal 1630 al 1641, anno della sua
morte. Pur apprezzando lo stile tardo-manierista di
Santafede e le influenze carraccesche mediate da Battistello Caracciolo,
l'artista appare fortemente influenzato dal classicismo di Domenichino.
Recatesi in seguito a Roma, viene ammesso all'Accademia di San Luca e si
lega all'ambiente classicista di Andrea Sacchi e Poussin. Sull'iniziale
formazione si innesta l'influsso dei contemporanei Giovanni Lanfranco e
Mattia Preti, artisti caratterizzati da un intenso colorismo fondato su
straordinarie doti di disegnatori. Appartengono a questo periodo le opere
per la chiesa di San Lorenzo Maggiore, come l’Assunta
e il Salvatore (1658), oltre alle
Storie del santo (1656), oggi disperse.
La passione per il disegno lo porta allo studio delle opere di Raffaello e
Michelangelo, ma anche dei contemporanei più apprezzati dall'artista, tra i
quali Poussin, Mellin e Salvator Rosa, al quale lo legava uno stretto
rapporto. Oltre ai soggetti religiosi, tra i quali la
Deposizione della chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi, il
Calvario e San
Pietro d'Alcantara adorato da santa
Teresa d’Avila di San Giuseppe a Pontecorvo e il ciclo di San
Gregorio Armeno, dipinge una serie di opere di carattere mitologico per la
committenza laica. Pittore di grande fama, viene ricordato come ottimo
ritrattista, genere per il quale le fonti lo pongono in competizione con
Luca Giordano. Insieme ad
Andrea Vaccaro fonda l'Accademia di "Notomia", frequentata tra
gli altri da
Francesco Solimena e Giacomo Del Po.
Muore a
Napoli nel 1690.
Tratto dalle biografie degli artisti di Marina Minozzi per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura di Anna Coliva. |