la collezione d'arte: Francesco Di Maria

Il Salvatore, 1658 ca., olio su tela cm 105 x 60. Napoli, museo del Monte di Pietà

 

Note sull'artista

Nasce a Napoli verosimilmente nel 1623, in base al certificato di morte del 1690, che lo definisce sessantasettenne.

Dopo l'alunnato presso un maestro sconosciuto, forse il padre Filippo, approda nella bottega di Domenichino, presente a Napoli dal 1630 al 1641, anno della sua morte. Pur apprezzando lo stile tardo-manierista di Santafede e le influenze carraccesche mediate da Battistello Caracciolo, l'artista appare fortemente influenzato dal classicismo di Domenichino. Recatesi in seguito a Roma, viene ammesso all'Accademia di San Luca e si lega all'ambiente classicista di Andrea Sacchi e Poussin. Sull'iniziale formazione si innesta l'influsso dei contemporanei Giovanni Lanfranco e Mattia Preti, artisti caratterizzati da un intenso colorismo fondato su straordinarie doti di disegnatori. Appartengono a questo periodo le opere per la chiesa di San Lorenzo Maggiore, come l’Assunta e il Salvatore (1658), oltre alle Storie del santo (1656), oggi disperse. La passione per il disegno lo porta allo studio delle opere di Raffaello e Michelangelo, ma anche dei contemporanei più apprezzati dall'artista, tra i quali Poussin, Mellin e Salvator Rosa, al quale lo legava uno stretto rapporto. Oltre ai soggetti religiosi, tra i quali la Deposizione della chiesa di Sant'Agostino degli Scalzi, il Calvario e San Pietro d'Alcantara adorato da santa Teresa d’Avila di San Giuseppe a Pontecorvo e il ciclo di San Gregorio Armeno, dipinge una serie di opere di carattere mitologico per la committenza laica. Pittore di grande fama, viene ricordato come ottimo ritrattista, genere per il quale le fonti lo pongono in competizione con Luca Giordano. Insieme ad Andrea Vaccaro fonda l'Accademia di "Notomia", frequentata tra gli altri da Francesco Solimena e Giacomo Del Po.

Muore a Napoli nel 1690.


Tratto dalle biografie degli artisti di Marina Minozzi per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura di Anna Coliva.

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