la collezione d'arte: Fabrizio Santafede

Resurrezione, 1607. Olio su tela, cm 523 x 353. Napoli, Cappella del Monte di Pietà

 

Note sull'artista

Nato a Napoli nel 1560 circa secondo il De Dominici, è in realtà citato per la prima volta nell'atto di matrimonio del 1576 e ritenuto già all'epoca "famoso pittore". Si forma sotto il forte influsso del senese Marco Pino, operante a Napoli nell'ultima fase della sua attività. L'impronta del manierismo toscano, presente soprattutto nelle opere dell'ottavo e del nono decennio, cede il passo nella produzione più tarda non solo allo studio dello stile di Caravaggio, ma anche, e soprattutto, a quello composto e aggraziato dei pittori riformati toscani, come Santi di Tito e in particolare il Passignano, sensibile agli echi della pittura veneziana.

All'artista, lodato dalle fonti storiche, vengono assegnate importanti commissioni, come le due tele della cappella del Monte di Pietà (1603 e 1608), l’Incoronazione della Vergine (1601-02, chiesa di Santa Maria la Nova) e la Madonna e santi (1606, Monte Oliveto). Di rilievo è inoltre l'attività di ritrattista svolta per la committenza privata. Nella quadreria dei padri Girolamini sono i Figli di Zebedeo davanti a Cristo (1625 circa) e la Lavanda del Bambino, ricordata da De Dominici (1742) nella biografia del pittore. Dalla ben organizzata bottega, le sue opere trovano diffusione in tutta l'area del meridione, ma anche nel nord Italia e in Spagna. L'ultimo documento certo concernente Santafede è del 1624.


Tratto dalle biografie degli artisti di Marina Minozzi per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura di Anna Coliva

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