La città di Eboli, ha posseduto vestigia greche e romane, ma a noi,
figli del XX secolo, ben poca cosa di quelle ricche memorie di
cultura e civiltà è rimasta. Restano le chiese, i conventi, i
documenti dei grandi uomini che vi sono nati in ogni secolo.
Pietro da Eboli, poeta latino, Prospero e Agostino
Carovita, Cirillo Fulgione, celebri giureconsulti,
Matteo Ripa, pittore e Missionario a Pechino, presso la corte
imperiale e fondatore del Collegio dei Cinesi, oggi Istituto
Orientale di Napoli, Bernardo Silvano, cartografo e umanista,
Marino da Eboli, generale dell’Imperatore Svevo Federico
II, nonché
Gherardo degli Angeli, poeta e oratore e tanti
altri.
Eboli fu anche la patria di fra’ Agostino dei
Cupiti dei Minori Osservanti, teologo, poeta, scrittore, gran
predicatore e allievo prediletto del Panigarola. Cercherò di
darvi notizie raccolte da vari biografi che di lui si sono
interessati. La storia letteraria della nostra regione deve far
assurgere a livelli più alti uomini che, pur grandi, sono stati
tenuti in letargo. Padre Agostino de’ Cupiti nacque ad Eboli
nel 1550 da nobile famiglia esistita fino alla fine del XVII sec. Da
giovane si convertì alla religione di San Francesco, vestendo
l’abito fra i Minori Osservanti, il 4 maggio del 1568. Lo canta
nella prima quartina di un sonetto stampato tra le Rime
spirituali (carta 147) con il titolo:
L’amante convertito:
“ O miei giorni mal spesi, o mal spese hore
Ch’in sino a questo dì quarto di Maggio
Del mio decimo ottavo anno, che ‘l raggio
Divin m’illustra, perdei dopo Amore…”. |
Nell’Ordine studiò come tutti gli altri religiosi, le
scienze filosofiche e le teologiche con i primi rudimenti
dell’eloquenza italiana; veniva nominato a quel tempo teologo e
predicatore esimio. In un registro della provincia degli Osservanti
di Principato Citra si legge che per un periodo sostenne anche la
carica di Diffinitore (1594). Coltivò la volgare poesia, e si rese
celebre in Italia anche prima della pubblicazione delle sue opere.
Nel 1586 venne ascritto con sommo onore all’Accademia Fiorentina. Il
suo elogio si trova dopo quello di Papa Urbano VIII e di
Monsignor Cosimo dei Conti della Gherardesca, vescovo
di Colle. Il compilatore di detto elogio ci fa sapere che “Fra
Agostino” predicò con molto grido, onde Camillo Pellegrino,
poeta fiorentino gli dedicò un sonetto che è impresso tra gli altri
suoi, dati in luce dall’Ammirato (carta 101).
Al Rev. P.f. Agostino d’Evoli,
Predicatore mobilissimo e celeberrimo
“Mente, che pura a guisa di Colomba
Alzata a Dio, sì chiaramente intendi;
Spirto, che al Cielo d’eloquenza stendi
L’ale, e fai l’Alme a vita uscir di tomba.
Voce, di cui più dolce non rimbomba
Altra ne’ cor, che d’amor santo accendi;
Lingua, che in Tosco dir men chiare rendi
D’Arpin, d’Atene, la famosa tromba
Se col pennello di natura, e d’arte
Pingete co’ miglior vivi colori
All’interno veder vive figure;
Voi lodar, basso stil non s’assecure:
De’ miracoli vostri è minor parte,
Qualor furate per l’orecchie i cori”. |
Fra tanti biografi che ne fanno menzione, il Tafuri,
nella sua “Historia degli scrittori nati nel Regno di
Napoli” (tomo III, pag. 3, Napoli 1754 presso
la Stamperia Severini) dice: “Nell’eloquenza fu sì dotto,
che con sommo onore predicò nei più cospicui pulpiti del Regno, in
quelli d’Italia e oltre confine”. Le opere sue date alle
stampe sono le seguenti: Rime spirituali, (dedicate
all’Infante di Spagna Serenissima donna Caterina d’Austria,
duchessa di Savoia), in Vico Equense, 1592 presso la stamperia di
Giuseppe Cacchi. Il libro finisce a pagina 176. Seguono i due
sonetti di Monsignor Paolo Regio, Vescovo di Vico Equense in
lode a Fra Agostino de’ Cupiti della terra di Evoli. In dette Rime
si leggono diverse composizioni liriche, moltissime Ottave, Canzoni,
Madrigali in onore dei Misteri della Beata Vergine e di alcuni
Santi, contiene pure altri argomenti come il Poeta illuminato,
nel quale canta la morte di Gesù Cristo; il Peccatore
giustificato; e l’Amante convertito. E finisce con le
lodi in ottava rima di Donna Caterina d’Austria, del Duca suo
Consorte, della Maestà del Re suo Padre, e di Carlo V suo
nonno. “Caterina martirizzata”, poema sacro edito a Napoli
nella stamperia della “Stilliola” a Porta Regale, 1594 di 252
pagine in formato quarto. Oltre alla tavola iniziale e a quattro
sonetti dedicata sempre all’infante di Spagna donna Caterina
d’Austria. Alla Santità di N. S. Papa Paolo V “Corona
di dodici ragionamenti di Santi invece delle dodici Stelle, delle
quali coronata
la Chiesa
vidde San Giovanni”,
edito in Napoli, presso Giovanni Domenico Roncagliolo 1608,
in quarto, di pagine 482, oltre alla Tavola, le 12 prediche dette in
Roma, Genova, Firenze, Anversa, Parigi, Napoli, Monaco, Nizza,
Madrid, la decima terza nel Duomo di Ferrara nell’anno 1588,
intitolata al cardinal Borghese, nipote di Paolo V.
Agostino de’ Cupiti,
all’età di 68 anni, dopo aver fatto edificare il 24 maggio 1595
(posa della prima pietra) con le elemosine dei fedeli a lui devoti,
la chiesa dell’Ospedaletto di Napoli; dove si rileva che nel
1600 all’inaugurazione vi fece la sua sesta predica. Morì la notte
del 10 gennaio del 1618 nel convento da lui eretto. Da un necrologio
della provincia degli Osservanti di Principato Citra si può
certificare la sua grandezza. Nella chiesa da lui voluta gli fu
eretto un monumento. La lapide che lo ricorda fu dettata da Padre:
Reale Professore, Niccola Columella Onorati.
Augustino de Cupitis
Ebolitano
Ex Ord. FF Minor. Observant.
Theologo
Concionatori poetae
Ac
Inter
Priscos Florentinae Academ.
Socios
Adscito
Quod
Templum
Hoc in Quo Eius Ossa
Requiescunt
Ex
Conlecta Fidelium Stipe.
Ab
Inchoato Erexerit
Et
Elegantissime Exornaverit
Nicolaus
Honoratus
Eiusdem Ord. Ecclesiae Rector ac in r
Neap. Academ. Professor
Ut Tanti Facti Memoriam Pene Oblitam
Revocaret Perpetuamq. Redderet
Post Evulgatum de viri cl. vita
Et Studiis Commentarium
Monumentum P. An. Sal. MDCCCXVI
Decessit IV Idus Januarii An. MDCXVIII
Aetatis Suae P. M. LXVIII. |
Mariano
Pastore
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realizzata con testo ed immagini trasmessici dall'autore, dicembre
2010 |