Le pagine di Napoli


menu Sud


Napoli

Vesuvio - I parte

Vesuvio - II parte

Vesuvio - III parte


Il Vesuvio

parte terza

a cura di Alfonso Grasso

 

Le principali eruzioni del Vesuvio dal 1861 in poi

Data

Tipo

Note

8-10 dicembre 1861

Effusiva-Esplosiva

bocca nel rione Montedoro tra 300 e 218 m s.l.m., poco più a valle di quelle del 1794. lava a monte di Torre del Greco dove si rilevano distruzioni e crolli (rione Capotorre). Sollevamento del suolo prima dell'eruzione.

1867-1868
13/11/1867-15/1/1868

Effusiva

lava nell'Atrio presso Crocelle e presso la bocca del 1794.

1868
15-30 novembre

Effusiva

lava attraverso il Fosso del Faraone verso Novelle di S. Vito e Cercola. Gravi danni alle colture.

1871
13/1-5/11

Effusiva

Ingrottamento di lave fluide e veloci nell'Atrio della Vetrana fino ai Canteroni in corrispondenza dell'Osservatorio Vesuviano. Il 13 gennaio si forma un conetto sul bordo N del cratere che rimane attivo fino all'eruzione dell'aprile 1872.

Le Vésuve 26-4-1872

1872
24/4-2/5

Effusiva-Esplosiva

lava verso NW. Una colata attraversa l'Atrio, supera il Fosso del Faraone e discende verso Cercola, invade S. Sebastiano e Massa di Somma. Danni ingenti, 9 morti. Si forma un cratere di 250 m di diametro. Forte eruzione.

1881-1884
12/1881-3/1884

Effusiva

Dosso di lava sul fianco SE del Gran Cono.

1891-1894
7/6/1891-3/2/1894

Effusiva

Frattura a N del Gran Cono. bocca tra i 825 e 850 m s.l.m. (sutura del 1631). Le lave formano il Colle Margherita, una cupola alta 135 m.

1895-1899
3/7/1895-7/9/1899

Effusiva

Frattura a NW del Gran Cono. bocca intorno ai 750 m s.l.m. (sutura del 1631). Le lave a NW nell'Atrio formano il Colle Umberto, una cupola alta 160 m.

Data

Tipo

Note

1903-1904
27/8/1895-settembre 1899

Effusiva

Le lava a E nella Valle dell'Inferno formano una cupola alta 50 m che contribuisce notevolmente a sollevare il livello dell'Atrio.

4-22 aprile 1906

Effusiva-Esplosiva

bocca sulla base S del Gran Cono (sutura del 1631) come le eruzioni del 1751-52 e 1754-55. lava a S, asse di dispersione dei piroclasti verso ENE. Danni a Torre Annunziata. Boscotrecase invasa. Distruzioni ad Ottaviano e S. Giuseppe Vesuviano (cadute di solai). 227 morti (11 a Napoli per il crollo del mercato di Monteoliveto). Danni alle colture. Il vulcano si abbassa notevolmente lasciando un grande cratere, che si riempie completamente durante l'attività stromboliana del luglio 1913. La più forte eruzione del secolo.

1929
4-10 giugno

Effusiva

lava ad E verso Terzigno (Pagani e Campitelli) e, più a S, attraverso il burrone della Cupaccia, verso le lave del Mauro (1751 e 1754) e dei Caposecchi (1834). Distruzione di case e campi coltivati. Crollo del conetto.

1930-1944
intervallo tra le
eruzioni del 1929
e del 1944

Effusiva

Emissioni lente. lava nell'Atrio.

1944
18-29 marzo

Effusiva-Esplosiva

Fu preceduta da chiari segni premonitori a partire dal 13 marzo, quando si ebbe il collasso del cono di scorie presente all'interno del cratere.

L'eruzione iniziò il 18 Marzo con un aumento dell'attività stromboliana e con piccole colate laviche sul versante orientale e verso Sud. Subito dopo un altro flusso lavico si riversò nell'Atrio del Cavallo e si fermò a 1,2 km da Cercola, dopo aver invaso e parzialmente distrutto gli abitati di Massa di Somma e di S. Sebastiano. Nel pomeriggio del 21 marzo iniziò la seconda fase dell'eruzione caratterizzata da fontane di lava che determinarono l'arresto dell'alimentazione lavica. A partire da mezzogiorno del 22 marzo si verificò un sensibile cambiamento nello stile eruttivo: la nube eruttiva raggiunse un'altezza di 5 km, mentre lungo i fianchi del cono si innescarono valanghe di detriti caldi e piccoli flussi piroclastici. Si verificò, inoltre, una intensa attività sismica fino al mattino del 23 in cui l'attività eruttiva si ridusse alla sola emissione di cenere. L'emissione di cenere chiara che ebbe luogo il 24 marzo preannunciò il termine dell'attività eruttiva, imbiancando il Gran Cono come dopo una nevicata. Le esplosioni gradualmente si ridussero fino a scomparire il giorno 29, quando l'attività si ridusse a nubi di polvere, da attribuire prevalentemente a frane dell'orlo craterico.

I paesi più danneggiati dai depositi piroclastici da caduta furono Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino e Cava. Gli abitanti di S. Sebastiano, di Massa e di Cercola, circa 12.000 persone, furono costretti all'evacuazione. I morti furono 26. Napoli fu favorita dalla direzione dei venti che allontanarono dalla città la nuvola di cenere e lapilli.

Fonte: Osservatorio Vesuviano


Pagine correlate

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2009: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato