Raccontare attraverso i reperti archeologici, i dipinti, i frammenti di maioliche la storia del complesso di San Lorenzo Maggiore e, quindi, di Napoli. Con questo scopo è nato il museo, inaugurato il 7 Dicembre 2005 alla presenza del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino. Il complesso di san Lorenzo si trova nell'antica area dell'agorà greca, poi foro romano, cuore delle attività cittadine. Alla fine del V secolo d.C., in seguito ad una alluvione rimase interrata la strada greco-romana, e venne costruita prima la basilica paleocristiana e poi nel Duecento la chiesa gotico-francese. I lavori di scavo e restauro hanno permesso di recuperare l'edificio e dall'antica via, oggi visitabile, gli archeologici hanno recuperato i reperti che formano la parte archeologica del museo.
 |
La stratificazione |
Il
museo offre pertanto ai cittadini e ai turisti un'opportunità ampia
e di qualità, di conoscere meglio la storia plurimillenaria di San
Lorenzo Maggiore, uno dei luoghi più straordinari della città, in
un'area - la zona dei Decumani - dove in ogni angolo si intrecciano
storia sacra e storia civile. Tra l'altro, fu proprio a san
Lorenzo Maggiore che avvenne la riunione del primo
Parlamento del Regno delle
Due Sicile, nel 1820.
 |
San Lorenzo Maggiore, l'ingresso |
Il museo, che non è a gestione statale - ad occuparsene sono i frati minori conventuali - è su quattro livelli. Il primo raccoglie reperti archeologici trovati sia nell'area degli scavi sia in quella del teatro, intende dare al visitatore l'idea della riutilizzazione dell'antico: capitelli e frontoni, ad esempio, di età paleocristiana riutilizzati poi in età angioina.
 |
San Lorenzo Maggiore, il cortile del
Convento |
Obiettivo della prima sezione del museo è anche quella di inquadrare topograficamente la città antica. Il secondo e terzo livello sono composti da materiale proveniente dalla chiesa e dal convento. Quadri, sarcofagi e sculture selezionate tra tante finite nel deposito, poi restaurate e allestite con criterio cronologico. E' dei primi anni del Trecento la
"Madonna con bambino in trono" di Montano d'Arezzo, pittore alla corte angioina, al 1330-1340 risale, invece, un
Crocifisso, opera di un anonimo scultore della Scuola Napoletana. Interessanti, poi, i frammenti di vetrata della fine del Duecento. Su uno di questi, in particolare, si scorge una madonna che tanto ricorda il tratto di Cimabue.
Domenico Antonio Vaccaro, Pietà, 1725 ca
Nel terzo livello, in particolare, meritano una menzione la
"Natività" di metà cinquecento di Marco Pino da Siena,
"L'Immacolata" di Paolo Ciniglia del Seicento, e la
"Visione mistica di San Bonaventura" di Domenico Antonio Vaccaro del Settecento.
Infine, il quarto livello raccoglie testimonianze di arredo sacro e liturgico degli ordini dei frati minori e due vetrine con i pastori del Settecento del convento.
L'arte di Napoli: i Pastori del '700
Fonte: Regione Campania.
Immagini: Comune di Napoli ove non altrimenti indicato
Visita la pagina
Napoli, un Onphalos del
Mediterraneo
La stratificazione storica greco-romana sotto il
convento di San Lorenzo Maggiore
di Pina Catino |