Arturo non è più solo. Vincenzo Rizzuto ha voluto condividere un altro
pezzo del “favoloso mondo” di Arturo.
L’anarcoide raccolta di “caratteri “che ruotano attorno ad Arturo in un
delizioso mondo di ricordi di giovani vissuti negli anni ’60-‘70 in
quella provincia siciliana solo apparentemente monotona. Inconsapevoli
di diventare un giorno ricordo perenne di una spensieratezza allora non
apprezzata e di una voglia di cambiamento non pienamente riconosciuta
dai protagonisti.
Vincenzo Rizzuto ha un pregio. Sa ricordare senza nostalgia, con il
giusto distacco, pezzi di vita collettiva. I suoi ricordi sono anche i
nostri, sono quelli di una generazione che ha cambiato il mondo in cui
viveva e lo ha fatto senza accorgersene.
Ce ne accorgiamo solo ora quanto grande e positivo sia stato il
cambiamento, ora che questo cambiamento comincia a scricchiolare e messo
in forse per inseguire un altro modello di vita che forse non ci
appartiene.
Chi leggerà questo romanzo, felice seguito di “Arturo e dintorni” e
scritto anch’esso in punta di penna, arguto, sottilmente ironico e mai
volgare certamente vi ritroverà una parte dei suoi ricordi se è stato
giovane negli anni ’60 e ’70 e chi è giovane oggi potrà, con curiosità,
rivivere le emozioni e avventure di chi oggi gli appare un posato e
tranquillo genitore un tantino petulante.
Oggi molti scrivono ma non tutti sono scrittori. Vincenzo Rizzuto lo è,
riuscendo a fondere abilmente registri colti e popolari, lingua italiana
e dialetto, musica popolare e musica d’autore in un caleidoscopico
potpourri di “caratteri” che popolano il “favoloso mondo di Arturo”:
Arturopoli.
Fara
Misuraca
Agosto 2013 |