Note sull'artista
Abruzzese di Castel di Sangro, dove nasce
nel 1840, si trasferisce a Napoli per dedicarsi agli studi universitari.
Frequenta l'Istituto delle Belle Arti, allievo di Giuseppe Mancinelli. Nel
1860 si arruola per un anno al seguito di Garibaldi, per poi tornare a
Napoli dove si iscrive alla Società Promotrice fondata da
Morelli e Filippo Palizzi. Appartengono a questo periodo alcune opere di
soggetto storico, tra cui la dispersa Rivolta di Masaniello. Nel
1869, in qualità di vincitore del concorso per il pensionato di pittura, è a
Firenze; qui frequenta l'ambiente dei macchiaioli, manifestandone l'influsso
in opere come Lettura in convento (Castel di Sangro, Municipio) e
Interno con frate cappuccino (L'Aquila, collezione privata). Pur dotato di
un evidente senso del paesaggio, mostra di prediligere la pittura di
carattere realistico, connotata da spiccati accenti sociali, a cui non è
estranea la frequentazione di
Michele Cammarano, conosciuto durante un soggiorno romano nel 1871.
Partecipa nel 1873 all'Esposizione di Vienna con il dipinto Nello studio
di Salvator Rosa (1872, Roma, Amministrazione della Provincia) e alla
mostra della Promotrice di Napoli con Il ciabattino. Nel 1880 dipinge
la sua opera più nota, l’Erede (Roma, Galleria Nazionale d'Arte
Moderna), presentata l'anno successivo all'Esposizione nazionale di Milano,
e nel 1883 Vanga e latte (Roma, Ministero delle Politiche agricole).
Colto e sensibile, dipinge con una
tavolozza chiara ma con una stesura del colore corposa. Dalla fine del nono
decennio del secolo la sua produzione si orienta su soggetti religiosi, nei
quali spesso racchiude riferimenti occulti derivanti dall'adesione alla
loggia massonica "Cosmogonia". L'incarico assegnategli nel 1905 per
la decorazione dell'Aula Magna dell'Università di Napoli si ferina allo
stadio dei bozzetti, oggi dispersi, per la tragica fine dell'artista, morto
suicida a Napoli l'anno successivo.
Tratto dalle biografie degli artisti di Marina Minozzi per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura di Anna Coliva |