Dalla prefazione di
Patrizia Garofalo
“due giorni appena in questa vita
danzeremo,
poi, il vento a folate,
impetuoso spazzerà via la luna,
notte buia,
noi, frammenti del tempo per
l’eternità”
Si avverte nelle liriche dell’autore
la necessità di cogliere a pieno brevi attimi prima della corruzione del
tempo; le liriche infatti non si concretizzano in un “compiuto”
riconducibile ad un agito personale concluso.
Il musicante-poeta segna parole nello
spartito del vivere, lo pennella, colora e gli da voce, girovago e
cantore di strada sparge semi di note, dispensa minuti di respiro. Il
suono è intrinseco alla parola che si sussegue leggera, spaesata,
questuante a volte per essere raccolta e amata, ampiamente conoscitrice
di altri “ strumenti espressivi” all’interno dei quali trova la sua
libertà e dissolvenza.
L’affanno di appartenenza affiora nei
paesaggi rarefatti, scossi dal vento, coperti di neve, senza
consolazione, immagini desiderose di avere forma e di trovare un ruolo
“oltre l’incertezza dell’amore /prendimi”.
Il tempo consuma, frammenta,
sbriciola, da qui il desiderio del poeta di un ‘incisione’, di un segno
che nel marmo resista al tempo, di una scultura in divenire come unico
modo per eternizzare i sentimenti anche in gestualità immobili che
l’autore affida al suono multicorde del vento, altro elemento questo che
regola la melodia delle liriche.
Antonio Messina, dopo la raccolta di
racconti
La memoria dell’acqua e il romanzo Le vele di Astrabat,
vere e proprie prose poetiche, ritorna al suo antico amore per i versi
con una silloge intensa, figurativa e anche surreale.
http://antmessina.altervista.org/
Dissolvenze, di Antonio
Messina
Pagg. 90 – ISBN 9788876061738 Prezzo:
€ 10,00 Il Foglio Letterario & Edizioni Il Foglio
Sito internet:
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