Dalla Quarta di Copertina.
[…] La
memoria dell’acqua, la vita che scorre lentamente, la vita che nella
ragione a volte si confonde, la vita che ha bisogno dei sogni e
dell’immaginazione, la vita che non aspira alla perfezione, ma che
da essa rifugge. La memoria dell’acqua, la nascita di tutte le cose,
il trasformarsi, il divenire pensiero e turbamento, per poi
ritornare nell’esatto punto di partenza, e da lì cominciare un altro
percorso, fino alla fine. Istinto e armonia, con la ragione a
equilibrare, laddove c’è necessità. La memoria dell’acqua, il fluire
dei sogni, l’istinto che diviene legge: era quello il segreto
dell’esistenza, era quello il segreto d’Egretus? […]
La nuova
frontiera del racconto filosofico. Echi orwelliani, leopardiani,
finanche danteschi, giù fino a Virgilio ed Omero, connotano questa
fluida narrazione, questa riproposizione in chiave postmoderna di
una nuova mitologia, didascalica come le favole di Esopo e Fedro.
(Elisabetta Blasi)
Profilo d’autore
Antonio
Messina è nato a Partanna e vive a Padova. Ha pubblicato nel 2003 il
Fantasy ”L’assurdo respiro delle cose tremule”, opera che ha
riscosso un buon successo di critica e di pubblico. Racconti sono
stati pubblicati sulle riviste cartacee-Progetto Babele( Modena) -
Tam Tam( Roma)- Gemellae( Sardegna) e su riviste internazionali:
Casa da Cultura( Portogallo) e Isla Negra.
Liriche
sono state pubblicate in antologie poetiche-I Segreti di Pulcinella
- Penna d’Oca - Parole d’Amore(Giulio Perrone editore - Roma) -
Sezione poetica Biennale di Venezia 2005 - Repubblica.it.
Inoltre i
racconti
La Marea e
L’ombra nella Bottiglia sono visibili sui migliori portali di
letteratura.
EDIZIONI
IL FOGLIO
AUTORI
CONTEMPORANEI – NARRATIVA
La
memoria dell’acqua di Antonio Messina
Prefazione di Elisabetta Blasi
Euro
12,00 - pag. 150 - ISBN 88-7606-133-9
LA MEMORIA DELL’ACQUA, di ANTONIO MESSINA
http://antmessina.altervista.org/
RECENSIONI
PARTIRE
E RITORNARE NON È CERTO ANDAR VIA
“La verità è che non riusciamo ad accettare la
parte malata di noi stessi; quanti segreti e orribili desideri
agitano i nostri sogni, quanto odio coviamo, quanta cattiveria. La
ragione ci ordina d’essere saggi, caritatevoli, buoni con il
prossimo e invece, tradimenti, guerre, ingiustizie, potere e denaro,
carriera…” (pag. 31)
Mi
perdonerete, amici lettori, se parrà che io faccia Cicero pro
domo sua; ma non potevo esimermi dal parlare ancora di questa
bruciante soavità che risponde al
titolo summenzionato: “La memoria dell’Acqua”.
L’ossimoro si spiega perché, dietro una prosa suadente e cullante,
quanto mai metaforica, che ci narra di un cielo che pare una
coperta di raso; di una magica
luna che, nella notte immobile, dall’alto, ha
cambiato il colore dei miei gerani; di un’altrettanto
ammaliante Nuova musica che
percorse il tempo, e il suono grave e
appassionato del violoncello, sgorgò possente; il pianoforte ne
accompagnò il canto, facendo in modo che il nuovo mattino sorgesse
fulgido ed espressivo (pag. 117), Antonio non esita ad alzare
il dito contro l’Ingiustizia di un mondo basato su privilegi
nient’affatto meritocratici e su un paradigma socioeconomico
ultracompetitivo, che a stento maschera una totale assenza di
selezione basata sul merito, appunto.
Questa
denuncia la si evince da un titolo: “Il suono violato”, di uno dei
nove (tre più sei, invero) racconti raccolti a formare la “Memoria
dell’acqua”, e da quest’invettiva che si risolve nel tepore di in un
auspicio d’ispirazione si direbbe platoniana:
Gli uomini mediocri… riescono a vivere solo con quel misero potere
che viene loro concesso. A vivere una vita insignificante. Non so se
sugli altri pianeti i poeti, gli scrittori, gli artisti amministrano
il potere, ma se così non fosse sarebbe una vera catastrofe, perché
solo gli uomini illuminati possono garantire pace e prosperità.
(pag. 131)
Gli
uomini illuminati, però, da tempo non risiedono su questa Terra; qui
il primato dello scientismo iperpragmatico ha eroso da tempo ogni
margine alle pascaliane Raisons du Coeur. Al loro posto,
esseri umani che, come uno degli antieroi che, nella trilogia
d’apertura, impersonano non solo gl’io narranti ma anche lo sfacelo
dell’umanità, sono indeboliti dall’Ipercogito cartesiano:
Sulla Terra avevo trascorso la vita a fare
congetture, sperare, amare, dimenticando di vivere il presente
(pag. 90).
Il
Presente: il tempo per antonomasia della Grecità Perduta, la grecità
presocratica, la grecità cantata dai grandi tragici e bramata fino
alla follia da un altrettanto tragico Nietzsche. Tragico perché
antistorico, appunto; perso nella suprema diacronia dell’essere un
Esule nell’era ipertecnologica della seconda rivoluzione
industriale: quella del Petrolio e dell’Acciaio.
Anche
Antonio, da buon figlio di Trinacria, la più Greca di quelle terre
che furono Magno-greche, intona un canto di Dolore, ma anche di
Speranza; un canto che è anche riproposizione di quella sublime
Diacronia nicciana, che urla alla e nella Natura la sua vertigine
all’incontrario (quella che ti prende guardando dal basso verso
l’alto): l’Ottembre: Era forse una linea
sospesa, l’immagine che si perde nei sogni che una mia amica
scrittrice aveva definito Ottembre, storpiando il mese delle foglie
cadenti. Proprio Ottembre vedevo apparire, nei colori tenui che si
spandevano tra i greti, nel gelido spumeggiare del mare,
nell’incessante corsa del vento verso il promontorio, nella QUIETE
CHE AGITAVA IL MIO CUORE (pag. 29, stampatello mio).
L’amica
scrittrice non è un’invenzione letteraria; esiste davvero, ha
scritto un libro-shock, dove Ottembre assume una connotazione più
disperata, diventando il toponimo di un Io narrante che ha un
placentare bisogno di scorciatoie per giocare col proprio
passato. Così, Ottembre diventa
«[…] Il tredicesimo mese, magico e
muto, scrigno di segreti»;
una sorta di libro mastro dove vengono contabilizzate
[…] cose vere, tutte verificatesi, belle e
brutte, tutte poco amanti della storia, tutte traumatiche, in fondo.
Tutte iscritte sotto la voce ottembre e sotto voce “crediti
personali” estinguibili con ricevimento scuse o avveramento
miracoli. Anche qui, dunque, una sorta di contrapposizione
di una dimensione a-storica, a-storicista, a-sincrona, al tempo del
paradigma occidentale, quello misurato, misurabile, scandibile e
condizionante (vedansi le prime scene di “Castaway”, col magnifico
Tom Hanks) . Ed Antonio coglie la palla al balzo, reinterpreta
secondo la sua sensibilità la suggestiva e disperata eco dell’Eterno
Presente urlato da Monica, e non a caso lo fa attraverso un
personaggio femminile, non (più) terrestre: Thana-la- Maieuta.
Con l’armonia, invece, tramite la memoria
dell’acqua, si poteva sondare un mondo che appariva lontano, quel
mondo che la tua amica scrittrice aveva giustamente definito
Ottembre: una realtà percepibile soltanto con l’immaginazione,
l’unica che poteva sconfiggere il vostro materialismo, quella che
sicuramente vi condurrà verso la distruzione. (pag.
35).
EDIZIONE
ESAMINATA e BREVI NOTE.
Antonio
Messina (Partanna, Trapani, 1958), romanziere e poeta italiano.
Siciliano
che vive in plenissimo Nordest (Padova), nel 2003 ha esordito col
romanzo “L’assurdo respiro delle cose tremule”
Antonio
Messina “La memoria dell’acqua”, Il Foglio Letterario, Piombino,
2006.
Introduzione della scrivente.
Elisabetta Blasi
La
Sicilia, venerdì 11 agosto 2006
CULTURA E
SPETTACOLI
Scaffale
Il tempo che non serba memoria
La
Memoria dell’Acqua di Antonio Messina, Edizioni il Foglio pag. 146
euro 12,“ Echi Orwelliani, leopardiani, finanche danteschi, giù fino
a Virgilio e Omero, connotano questa fluida narrazione, questa
riproposizione in chiave post-moderna di una nuova mitologia,
didascalica come le favole di Esopo e Fedro”. Così, nella prefazione
di Elisabetta Blasi a questo bel libro di racconti di Antonio
Messina, nativo di Partanna(Tp), da anni residente a Padova e noto
ad una nicchia di pubblico col suo romanzo d’esordio, “L’assurdo
respiro delle cose tremule”, bene accolto dalla critica. In questa
raccolta, il trittico iniziale e i sei brevi racconti della seconda
parte, sono sospesi in un mondo fantastico, eppure tanto vicino, i
protagonisti sono attori e vittime al tempo stesso di passioni e del
tempo che fugace scorre come l’acqua non conservando memoria. Solo
l’amore, luce e guida, sopravvive alla morte. C’è un che di magico
nella prosa di Messina, un tocco leggero aperto alla riflessione
sulla vera essenza della vita caduca da vivere”desti”, affinché di
ognuno non rimanga solo labile”memoria dell’acqua”.
ROBERTO MISTRETTA
LA MEMORIA DELL’ACQUA
Antonio
Messina “La memoria dell’acqua”, Il Foglio Letterario, Piombino,
2006.
di
Giuseppe Petralia [1]
La
ricerca dell’armonia e dell’amore, inteso nella sua accezione più
vasta, è il filo conduttore di questo libro di Antonio Messina che
si compone di tre racconti lunghi e di sei esili di pagine, ma densi
di contenuti. Il primo, che dà il titolo alla raccolta, è
sicuramente il più riuscito, sia come struttura-architettura
sapientemente costruita che per la ricercatezza del linguaggio. Un
racconto dove Estasio, l’io-narrante, cerca disperatamente l’armonia
e la trova in Thana. Nel secondo racconto “La piuma degli angeli”
troviamo Amir che si innamora di Erula, la danzatrice del sacro
fuoco e nel terzo “Polvere nel vento” troviamo altri due personaggi,
Isipo e Foglia di luna. Diversi altri personaggi popolano i racconti
come il monaco Ezachiel, guida spirituale o il medico Otis, tanto
per citarne due. Fra i racconti flash, come li definisce Elisabetta
Blasi nell’introduzione al volume, segnaliamo ai lettori “Desiderio
d’amore” dove lo scrittore tratteggia egregiamente la figura di
Fabula, donna “con occhi che brillavano, incastonati come perle in
quel viso ovale ombrato di sabbia e di schiuma…le labbra quasi come
petali svelavano il mento delicato “. Recensire i racconti sarebbe
fare un dispetto ai lettori. Quello che a noi interessa è mettere
in evidenza che Messina si rifugia nel genere fantasy non per
evadere dalla realtà quotidiana, ma per meglio tratteggiarla. Realtà
per lo scrittore non positiva e, infatti nel libro sono presenti
personaggi negativi che vivono ai confini della galassia ed altri
che vengono contrapposti ai personaggi principali dei racconti, per
il quale l’autore nutre rispetto ed ammirazione, forse alter ego
dello stesso Messina. Viaggiatori instancabili alla ricerca di un
senso da dare alla propria esistenza, personaggi che criticano un
mondo basato sulla razionalità ed auspicano l’esaltazione del sogno,
uomini in crisi con se stessi in un mondo dominato da una estrema
razionalità che non lascia spazio all’armonia e all’amore. Persone
in perenne pericolo che solo le donne riescono ad aiutare, a salvare
da un triste mondo privo di fantasia “mentre è con la fantasia che
si costruiscono i sogni”.
La
memoria dell’acqua è una raccolta felice sia per le trame
sapientemente imbastite che per il linguaggio chiaro, diretto,
immediato. Lo scrittore si sforza di ricercare la perfezione
stilistica, senza ricorrere a frasi ad effetto, artificiosamente
costruite. Bisogna riconoscere che, pur cimentandosi in un genere
impegnativo come il fantasy, Messina riesce ad ottenere ottimi
risultati e questa raccolta rappresenta un ulteriore passo in
avanti dello scrittore. Nel suo primo libro, il romanzo “ L’assurdo
respiro delle cose tremule”, l’autore dava vita ad un romanzo
corposo, con una trama narrativa originale e interessante, privo
però della lievità, della dolcezza, dell’armonia, e possiamo dire
della poesia presente in questo libro.
Note
[1] Giuseppe
Petralia è giornalista pubblicistica dal 1984. Recensisce il
primo libro “Intervista sul socialismo italiano a Pietro
Nenni a 18 anni", intervista apparsa sul periodico “Proposta
Socialista”. Inizia a scrivere sulle pagine di “Trapani
Nuova“ e diventa, sempre nel 1981 corrispondente da Partanna
(Trapani) de “Il Giornale di Sicilia“. Collabora da dieci
anni al periodico “Il Belìce”, con recensioni di libri e
articoli di cronaca e di politica. Ha collaborato con il
periodico “ La Notizia-In” e per quanto riguarda il web con
il sito dello scrittore Antonio Messina, con www.belice.it e
con libri.brik.it.
Ha collaborato con recensioni ed interviste, con la
scrittrice Francesca Mazzucato amicizieprofane@hotmail.com
e con “I libri della settimana” di Giancarlo Macaluso sul
sito www.gds.it.
Ha intervistato, fra gli altri, Vanessa Ambrosecchio,
Simona Vinci, Domenico Cacopardo, Marco Vichi, Luca Di
Fulvio, Ivan Cotroneo, Gabriella Imperatori, Paola
Mastrocola, Grazia Verasani, Pietro Spirito, Teresa
Ciabatti, Simona Corso, Alessandra Montrucchio, Enrico
Remmert, Alessandro Perissinotto
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