I Sassi, Patrimonio del mondo
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Un
"unicum" tutto da scoprire che si intreccia e ripercorre la
storia stessa dell'uomo, sin dall'età della pietra. I Sassi,
gli antichi rioni scavati nella roccia calcarea,
rappresentano uno straordinario complesso urbanistico ed
ambientale unico al mondo. Uno scenario talmente suggestivo
da essere inserito nel 1993 nella lista del Patrimonio
Mondiale dell'Unesco, prima città dell'Italia meridionale.
Registi di fama, tra cui Pier Paolo Pasolini che vi ha
girato "II vangelo secondo Matteo", hanno scelto i Sassi
come set naturale per le proprie produzioni cinematografìche.
Carlo Levi nel libro "Cristo si è fermato ad Eboli",
paragonò gli antichi agglomerati ad una sorta di "inferno
dantesco".
Le abitazioni scavate nel tufo costituiscono un sistema
abitativo, frutto di una stratificazione articolata che,
dall'Alto Medioevo si evolve fino al XVIII secolo e che
risente tanto della cultura d'Oriente, quanto di quella
d'Occidente. Lungo le ripide pareti calcaree del torrente
Gravina, si sviluppano il Sasso Barisano e il Sasso Caveoso.
Per ammirare appieno il fascino degli antichi quartieri è
opportuno seguire degli itinerari a piedi, partendo dalla
"Civita", il nucleo originario di Matera dove è situata la
Cattedrale oppure percorrere via Buozzi, via Madonna delle
Virtù (da dove è visibile anche la torre Metellana) e via D'Addozio.
Dal Belvedere di Murgia Timone, a pochi chilometri dalla
città, il panorama dei Sassi è molto suggestivo.
Scendendo verso il Sasso Caveoso la prima fermata d'obbligo
è S. Maria de Idris, posta su uno sperone roccioso. Dall'Idris,
attraverso un cunicolo, è possibile raggiungere la
cripta affrescata di S. Giovanni in Monterrone. Quindi si
giunge in Piazza S. Pietro Caveoso dove si trova anche
l'omonima chiesa, l'unica non scavata nel tufo, che conserva
un campanile in stile romanico.
Nel rione Casalnuovo, oltre alla chiesa bizantina di S.
Barbara, è situato il Convicino di Sant’Antonio, un
complesso di quattro chiese: Tempe Cadute, S. Eligio, S.
Donato e S. Antonio Abate che conserva discreti affreschi.
Dopo S. Lucia alle Malve altre soste interessanti riguardano
la Madonna delle Virtù e S. Nicola dei Greci, ultimo
"avamposto" prima di passare al Sasso Barisano. Oltre all'ex
convento di S. Lucia Vecchia (numerosi affreschi del XII
secolo, tra cui la Madonna del latte), degne di visita sono
S. Pietro Barisano, S. Agostino, che oltre alla chiesa
comprende un convento costruito nel 1591 sui resti di un
antico cenobio, e S. Guglielmo da Vercelli.
I
due rioni, oltre a numerose e pittoresche chiese rupestri,
vantano la presenza di palazzi del '500, del '600 e del
'700. Tra questi figura l'imponente Palazzo Pomarici ed il
Palazzo del Casale.
Cenni storici
La presenza umana a Matera risale al paleolitico, come
testimoniano gli oggetti litici e fossili rinvenuti nella
Grotta dei Pipistrelli. Città di origine incerta, per alcuni
studiosi identificabile con la greco-romana Mateola perché
sarebbe stata edificata dal console romano Metello nel 251
a.C., Matera fu più volte presa e devastata da Pirro, da
Annibale e durante la guerra sociale. Aggregata nel Medioevo
dai Longobardi al Ducato di Benevento, occupata (802),
perduta (866) e riconquistata (867) dai Franchi. Fu contesa
tra i Greci che la fortificarono potentemente, e i Saraceni
che la conquistarono nel 937 e la distrussero completamente
nel 994. Intorno al 1061, ribellatasi a Costantinopoli, fu
occupata dai Normanni di Roberto Loffredi fino al 1133.
Passò quindi sotto il diretto dominio del re.
Alla fine del sec. XV fu concessa in feudo da
Ferdinando II
di Aragona al conte Giovanni Carlo Tramontano, ma il popolo,
insorto, uccise il nuovo signore il 29 dicembre 1514. Fu poi
dominio degli Orsini, ma, riscattatasi per denaro nel 1638,
ottenne la definitiva libertà di città demaniale.
Appartenuta alla Terra d'Otranto, divenne capoluogo della
Regia Udienza della Basilicata dal 1663. Nel 1806 fu privata
da Giuseppe Bonaparte di tale funzione in favore di Potenza.
Capoluogo di provincia dal 6 dicembre 1926, Matera
dall’unità d’Italia subì il graduale ma inesorabile degrado
dei Sassi. Le precarie condizioni di vita degli abitanti
residenti negli antichi quartieri, indussero Alcide De
Gasperi nel 1950 a sollevare la "questione Sassi", definiti
dal presidente del Consiglio "vergogna nazionale".
I
provvedimenti legislativi attuati, a partire dal 1952, ne
hanno consentito il risanamento. La Legge speciale 771/86 ha
incentivato ulteriormente la valorizzazione del complesso
urbano, famoso in tutto il mondo ed inserito nella lista
dell'Unesco dal 1993, come bene culturale di fondamentale
importanza per l'intera umanità.
La Cattedrale
l'affresco bizantino e il presepe in pietra
La Cattedrale, in stile romanico-pugliese, è situata su
un'altura dove un tempo sorgeva la "Civita", l'acropoli
fortificata e si trova in posizione dominante rispetto ai
Sassi. È raggiungile attraverso via Duomo, percorrendo il
tracciato delle mura medievali. Dedicata a Maria SS. della
Bruna, fu edificata per volontà dell'Arcivescovo Andrea. La
costruzione, avviata nel 1230 sui resti della Chiesa di
Sant'Eustachio, terminò nel 1270 impiegando la pietra delle
vicine cave di Vaglia. Disposta su tre navate, delle quali
la centrale è la più alta. Di rilievo, sulla facciata
(divisa in tre parti, con la mediana decorata da una
loggetta pensile), oltre al portale, il rosone (affiancato
dalle immagini di San Michele) e le statue dei SS. Pietro,
Paolo, Eustachio e Teopista (XVI sec.).
Il campanile, alto 52 metri, è a base quadrangolare, a tre
piani con bifore. L'interno della chiesa è a croce latina.
Posto sul primo altare della navata sinistra della
Cattedrale, la Madonna della Bruna con il Bambino è un
affresco dal quale emerge una pregevole fattura bizantina.
Risale al 1270 e presenta significativi elementi decorativi
ed ornamentali. Composizione artistica altrettanto
rilevante, il Presepe in pietra lavorata situato in fondo al
transetto è una mirabile opera dell'arte popolare ispirata
alle antiche abitazioni dei Sassi. Risale al 1534 e fu
realizzato da Altobello Persio. La Cappella dell'Annunziata,
della fine del '500 è opera dell'artista materano Giulio
Persio. Altre opere di pregio sono il coro ligneo del 1453
ed una serie di affreschi posti dietro l'altare di San Carlo
Borromeo.
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Affresco della Cripta del
Peccato Originale |
Come Arrivare
In auto:
La Basilicata non è servita da autostrade. Da Bari prendere
la s.s. 96 seguendo le indicazioni per Altamura, poi
imboccare la s.s. 99 diretta a Matera. Da Napoli prendere
invece l’autostrada per Reggio fino all'uscita di Sicignano
degli Alburnì, immettersi successivamente nella s.s. 407 "Basentana",
Qualche chilometro prima del bivio per Ferrandina imboccare
la s.s. 7 "Appia" diretta a Matera.
In aereo:
la Basilicata non è dotata di aeroporto (il più vicino a
Matera è quello di Bari)
In treno:
Matera non è servita dalla rete FS (la stazione più vicina è
quella di Ferrandina, da cui dipartono autolinee per
Matera).
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articolo tratto da Donato Mastrangelo - Italian week n.7/04
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