Fasano
Posto in una bella zona circondata da ulivi, vigneti e frutteti, tra
l'Adriatico e le propaggini delle Murge, Fasano sorse a seguito della
distruzione di Egnazia (VI secolo), quando si consolidarono gli insediamenti
attorno al monastero benedettino di Santo Stefano. Fu quindi possedimento
dei
Cavalieri di Malta e dei
Normanni, condividendo da lì in poi i destini del Regno di Sicilia. Oggi
offre al visitatore un centro storico in gran parte ben conservato, dove si
distinguono edifici del ‘500, come la
chiesa Madre
e il
Palazzo dell'Università,
con portico e loggia. Particolarmente invitanti le specialità gastronomiche
locali.
È cinta da macchia mediterranea con carrubi, corbezzoli e lentischi. Famosa
per lo
Zoo Safari,
che dista circa 1 km dal centro abitato, è collegata a Fasano con una strada
si snoda tra oliveti e trulli. A sud del paese, sorge lo
Zoo Safari,
un vasto parco di 120 ettari, che ospita in libertà animali esotici e
selvaggi di oltre 40 specie in un paesaggio mediterraneo da attraversare con
l'auto. Nello zoo si trovano anche una voliera, un rettilario e alcuni
acquari.
A 7 km da Fasano, in riva al mare, si stendono le rovine del porto e della
città di Egnazia, citata da Strabone e da Plinio il Vecchio. Siamo nella
zona al confine tra Peucezia e Messapia abitata fin dall'età del bronzo. Dal
V secolo a.C. si sviluppò un'importantissima città portuale, Gnathia
per i greci, la cui floridezza è testimoniata dalla vasta produzione delle
ceramiche dipinte. Fu un importante centro anche nel periodo romano, quando
fu denominata Egnathia, soprattutto dopo la costruzione della via
Traiana che la attraversa per intero in senso longitudinale. La città antica
era chiusa da una doppia cinta muraria alta 7 metri.
Lungo la costa, in uno
scenario molto suggestivo, sono visibili le vestigia dell'antico porto. La
visita passa per l’acropoli, il
sacello delle divinità orientali,
l'anfiteatro il foro. Il museo comprende numerosi frammenti architettonici e
mosaici: notevole il mosaico delle Tre Grazie (II-III secolo d.C.). Le tombe
più antiche della necropoli occidentale, allocate in un'area già in uso come
cava di pietra, risalgono alla metà del IV secolo a.C. Al periodo
ellenistico si devono le famose ceramiche di Gnathia (esempi al Museo
Archeologico di Brindisi e al Museo Provinciale di Lecce). Il declino
cominciò quando il porto venne sommerso dal mare interrompendo i ricchi
commerci; la distruzione definitiva fu opera dei goti di Totila, attorno
alla metà del VI secolo.
Nei dintorni,
Torre Canne,
località balneare dotata di uno stabilimento termale;
Cisternino,
un suggestivo paese di aspetto orientale affacciato sulla valle d'Itria con
case bianche e caratteristiche scale esterne.
Di origine apula, si sviluppò nel VI sec. all'indomani della distruzione
della vicina Egnazia. Fu un importante centro marinaro bizantino e normanno,
utilizzato dai crociati. Per un periodo, tra la fine del ‘400 ed il 1509, fu
conquistata da Venezia, che approfittò delle guerre tra il Re di Napoli
Ferrante ed i Francesi. Da ammirare vi sono: la romanica chiesa di
Santa Maria Amalfitana
del XII secolo; il vicino castello, edificato da
Federico II;
la cattedrale, degli inizi del XII secolo, nel cui interno sono conservati
dipinti di Palma il Giovane, di
Francesco de Mura
e la venerata Madonna della Madia, icona duecentesca. L'attiguo
palazzo vescovile custodisce altre notevoli tele di Paolo Veronese, Palma il
Giovane e dipinti napoletani del Seicento.
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