Prima che
venisse pubblicato questo articolo, forse non tutti i collezionisti
di monete napoletane sapevano dell’esistenza di un carlino di Carlo
V d’Asburgo inedito.
Siamo nel
2001 e dopo tante opere dedicate a questa stupenda monetazione nel
corso del XX° secolo, ci troviamo di fronte ad un'altra scoperta
numismatica; protagonista di questo articolo è una splendida moneta
d’argento da un carlino, coniata a Napoli durante il periodo
vicereale di Carlo V d’Asburgo (1516-1558).
Moneta di
finissimo stile, rispecchia in tutti i suoi particolari l’arte
rinascimentale essendo stata coniata intorno al 1516-1519, la moneta
in questione raffigura l’imperatore girato a sinistra, con un volto
giovanissimo, esemplare qui illustrato nella fig. 1, si avvicina
molto per stile all’esemplare illustrato nella fig. 2, quest’ultimo
catalogato nell’opera Pannuti-Riccio alla pagina 99 n°26.
Nell’osservare con attenzione il carlino nella fig. 1 è evidente una
certa differenza tra quest’ultimo e quello nella fig. 2, il primo
infatti, presenta la testa del monarca più piccola e l’espressione
totalmente diversa rispetto al secondo; parlando sempre del tipo
inedito vediamo che la corona è più grande e sproporzionata rispetto
alla testa e la parte della capigliatura dietro la nuca è dritta e
non curva.
La sigla
“G” dietro la testa di Carlo V è l’iniziale del maestro di zecca
Marcello Gazella che lavorò nella zecca partenopea dal 1515 al 1527,
è chiaro quindi che la moneta fu coniata in questo periodo, ma il
problema è un altro: quale di questi due carlini fu coniato prima e
quale dopo?
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fig. 2 Carlino databile dal 1516 al 1519
catalogato nel p.r. alla pag.99 n°26, Carlo V d'Asburgo
regnante. Clicca sull'immagine per ingrandire |
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fig. 3, Carlino databile dal 1519 al
1527catalogato nel p.r. alla pag.100 n°27 e 27a, Carlo V
d'Asburgo regnante. Clicca sull'immagine per ingrandire |
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Al 99%
possiamo dire che il tipo inedito riportato in questo articolo è
stato coniato dopo: il fatto che esso abbia la testa più piccola
potrebbe essere un primo esperimento da parte dell’incisore prima di
incidere il carlino del terzo tipo, anch’esso con la testa più
piccola (vedi fig. 3), quest’ultimo coniato senza ombra di dubbio
tra il 1519 e il 1527 in quanto presenta il volto del sovrano già in
maggiore età. Ma un piccolo dubbio rimane: e se fosse stato coniato
prima? Comunque non abbiamo prove concrete o documenti d’epoca per
stabilirlo, ma una cosa è certa: sommando quest’altro carlino ai 12
precedentemente elencati dal Pannuti-Riccio sale così a quota 13 il
numero dei tipi dei carlini coniati a Napoli sotto il lungo periodo
vicereale di Carlo V d’Asburgo.
Articolo pubblicato nell’Aprile 2001
Pubblicazione on-line del Maggio 2008 |