È l'anno del rifiuto di
Ferdinando II di Borbone alla corona di re d'Italia,
e del fallimento definitivo dei moti carbonari.
1° gennaio
- A Modena viene fissata da Ciro Menotti la data
dell'insurrezione per il 5 febbraio: si nutre
fiducia nell'appoggio della Francia e nel sostegno
dello stesso duca di Modena Francesco IV indicato
dallo stesso Menotti come futuro re della
costituenda monarchia costituzionale del Regno
d'Italia..
26 gennaio
- Il re di Francia Luigi Filippo assicura l'aiuto ai
carbonari in caso di intervento austriaco.
2 febbraio
- Viene eletto papa,
Mauro Cappellari, bellunese, con il nome di Gregorio
XVI.
3 febbraio
- Ciro Menotti da il via dell'azione, da svilupparsi
simultaneamente a Modena, Bologna, Firenze e Parma.
Il duca Francesco IV non corrispose all'aspettativa
dei cospiratori. Stroncò sul nascere la rivolta ed i
suoi soldati circondarono la casa dove Menotti era
asserragliato con gli altri 41
carbonari. Menotti
tenta la fuga da una finestra, ma viene arrestato.
Viene poi processato ed impiccato il 26 maggio,
insieme con Vincenzo Borelli.
4 - 5 febbraio
- Scoppiano moti anche ad
Imola, Faenza, Reggio Emilia, Forlì, Bologna,
Ferrara. A Cesena, Rimini e Ravenna ci sono scontri
a fuoco. I pochi soldati del Papa ricevono l'ordine
di ripiegare.
6 febbraio
- Bologna vive tre
giorni di rivolta, con morti e feriti. Il legato
pontificio lascia la città, sulle cui torri vengono
innalzate le bandiere tricolori. Il gruppo di
liberali dichiara decaduto il potere temporale del
papa su Bologna. Viene istituito un governo
provvisorio.
7 febbraio
- Papa Gregorio XVI, apprese le notizie delle
rivolte, promette perdono ai liberali che
si pentano.
10 febbraio
- I moti proseguono a Pesaro ed a Parma.
14 febbraio
- Ancora moti ad
Ancona, Perugia, Assisi, Foligno, Todi.
19 febbraio
- Il papa chiede
aiuto all'imperatore austriaco Francesco I per
reprimere le rivolte. Gli Austriaci accolgono
l'invito e scendono a sud del Po, dirigendo sul
Ducato di Parma: l'ordine è immediatamente
ricostituito e la città è riconsegnata alla reggente
Maria Luisa d'Asburgo, la vedova di Napoleone.
1 marzo
- Italiani esuli in Francia tentano di
penetrare in Piemonte, ma non riescono a passare
neanche i confini della Savoia.
4 marzo
- Gli Austriaci occupano
il Ducato di Modena. Francesco IV può rientrare nella città
e ripristinare il governo assoluto.
dal 6 al 13 marzo
- Torna l'assolutismo anche a Ferrara, ed il legato
papale riprende il suo posto.
14 marzo
- La duchessa Maria Luisa non perdona i promotori
della rivolta che vengono sottoposti al giudizio della
corte marziale.
19 marzo
- gli Austriaci marciano su Bologna e i settari
fuggono a Rimini e poi fino ad Ancona, guidati dal
generale Zucchi. Cercano di imbarcarsi
per la Francia ma vengono intercettati ed arrestati:
sono in tutto un centinaio di persone. Come mille altre volte nella storia, fu comunque
proprio la gente comune a pagare il prezzo più alto,
con morti e distruzioni. Anche ad Ancona fu
ripristinato il governo con il cardinale Benvenuti.
27 aprile
- muore
re Carlo Felice, l'ultimo dei Savoia
progenie di Vittorio Amedeo II, e sale
sul trono del regno di Sardegna un lontano parente:
Carlo Alberto, principe di Carignano. I liberali
sono convinti di avere con Carlo un alleato. Questi
spegne però sul nascere tali speranze e stronca nel
sangue ogni ardore di rivolta. Giuseppe Mazzini,
anch'egli inizialmente fiducioso, gli rivolge invano
dall'esilio un accorato invito per realizzare
l'unione, l'indipendenza e la libertà d'Italia.
9 maggio
- Ciro Menotti e
Vincenzo Borelli - il notaio che aveva rogato l'atto
di decadenza del duca Francesco IV - sono condannati
a morte. Saranno impiccati il 26 maggio.
10 luglio
- La Russia, Prussia
e Austria s'impegnano con un protocollo a conservare
il potere temporale del Papa. Si dissociano Francia
e Inghilterra.
14 agosto
- Mazzini forma a Marsiglia la nuova organizzazione
cospirativa e insurrezionale "Giovine Italia",
diversa dalla
carboneria, sempre in ambito
massonico. La rivoluzione - secondo Mazzini -
bisognava farla nelle vie e nelle piazze delle città
e non con oscure congiure di palazzo e senza il
popolo protagonista. La coscienza nazionale non
poteva restare una prerogativa degli appartenenti ad
una casta, ma era patrimonio di tutto il popolo. Carlo
Alberto, fra due anni, nel '33 ordinerà i primi
arresti fra i cospiratori repubblicani, con condanne
a morte per coloro che leggevano gli scritti della
Giovine Italia. Sarà accusato perfino Vincenzo Gioberti cappellano di corte. Molti alti ufficiali a
Torino, Genova, Alessandria, Chambery, saranno
giustiziati non perché cospiratori, ma solo per
essere a conoscenza di fatti e non averli
denunciati. Gli arresti proseguiranno e saranno
molti anche in altre parti d'Italia dopo il
sequestro del baule di Mazzini a Genova, con
all'interno scritti e nomi, trasmessi ad altre
polizie.
1° settembre
- Disordini nella città di Palermo, capeggiati da un
doganiere, tal Di Marco. Arrestato con altri undici
complici, finiranno fucilati il 26 ottobre.
3 ottobre
- Francesco IV inizia
l'epurazione dalle cariche pubbliche dei liberali
che hanno partecipato ai moti. Poi procede a una
severa rimozione nei quadri militari. Più generosa
Maria Luisa a Parma, che libera tutti i rivoltosi
arrestati.
22 dicembre
- L'anno termina con l'ingresso nel Lombardo-Veneto
di un potente esercito austriaco dislocato a Verona,
al comando del Generale Conte di Radetz, meglio
conosciuto come il generale Radetzky, non proprio
giovane - ha 65 anni - ma che sarà un protagonista
fino a quando ne avrà 92 di anni, nel 1858. |