Leggenda salernitana
I
due fratelli
Un
giorno nel mare di Salerno comparve una flotta di 1000 navi
saracene. La gente atterrita si rifugiò all'interno delle
mura cittadine, e si diede inizio a un feroce assedio.
La
guerra durava da un anno e il principe Guaiferio, non
potendo più sopportare il feroce assedio che seminava morte,
miseria, malattie, propose che un duello tra il più forte
saraceno e il campione dei salernitani chiudesse le
ostilità.
I due
cavalieri prescelti furono il conte Umfredo dei Landolfi per
i salernitani e il principe Rajan per i saraceni. Dalla
Porta di Mare uscì, bellissimo nella sua armatura, Umfredo,
che, montando un cavallo bianco, fece il giro delle mura,
gridando la sua sfida al saraceno. In risposta, comparve
Rajan, in groppa al suo cavallo nero, sfidando lui e i
salernitani che erano comparsi in cima alle mura per vedere
il duello. I due cavalieri si rincorsero e si batterono con
le lance, poi con le spade, prima a cavallo e poi, feriti e
stanchi, a terra. Nella foga del combattimento arrivarono,
tra inseguimenti e fughe, fino a Vietri. Qui la lotta
continuò selvaggia, con i due cavalieri ormai avvinghiati
l'uno all'altro, spogli delle armi e sanguinanti, ma decisi
a non cedere.
Al
tramonto erano ormai sfiniti e l'uno e l'altro si
appoggiarono a due scogli che arrivavano fin quasi alla
spiaggia, ultimo campo del duello. Nel momento
dell'abbandono, Rajan vide sul petto ormai nudo del
cavaliere cristiano uno stemma, lo stesso che anch'egli
portava.
- Che
vedono i miei occhi, Umfredo, lo stemma della mia famiglia,
siamo fratelli dunque!
-
Come è possibile, non offendermi, io ti sono nemico!
- Ma
sì, mio padre per tutta la vita ha cercato un figlio che gli
era stato rapito dai pirati, un figlio che portava in
petto lo stemma della famiglia. E io, ti ho ferito a morte,
fratello, perdonami.
- E
tu perdona me, fratello, che solo in punto di morte ho
conosciuto. Addio.
E i
due fratelli scivolarono in acqua, morti, cercando di
abbracciarsi. Da allora i due scogli di fronte alla spiaggia
di Vietri sono noti come "i
Due Fratelli".
Si ringrazia la signora Astrid Filangieri
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