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I libri di Umberto
Castagna
Nonostante gli argomenti trattati nella maggior parte dei libri di
Umberto Castagna siano di carattere religioso e si occupano di sante
figure, siamo lieti di ospitarli e segnalarli nel nostro Portale
perché l’autore, in maniera sapiente e accattivante ha saputo
inserire i suoi personaggi nell’ambiente storico-sociale in cui sono
vissuti ed hanno operato. Vasta è la quantità di informazioni
storiche che il Castagna dispensa nel corso delle sue opere.
Informazioni che, pur riferendosi a quella che spesso con
sufficienza chiamiamo storia minore altro non sono che il substrato
su cui si innestano i grandi eventi della storia e spesso ci
forniscono la chiave di lettura per comprenderli.
Fara
Misuraca
Aprile 2011 |
Umberto
Castagna è nato a Siracusa nel 1930. Francescano in gioventù,
lasciando l’Ordine dei Frati Minori e realizzandosi nella vita
professionale e matrimoniale, ha portato con sé stimoli
insopprimibili: la passione per i grandi problemi dello spirito
cristiano e lo studio di coloro che, laici o religiosi, li hanno
affrontati “vivendo e operando”. Ne è nata una serie di
biografie e di saggi storici che, per il fatto di essere interamente
ambientati in Sicilia e di scrutare solo la vita di siciliani,
costituisce oggi una collana di studi che può inserirsi
legittimamente nell’opera di diffusione della cultura siciliana del
“Portale del Sud”. Illuminando donne e uomini che, in vari secoli
della nostra storia, hanno prodotto singolari e notevoli opere nel
sociale e nella cultura, le sue opere possono contribuire alla
formazione di una orgogliosa coscienza di essere gente del Sud.
Umberto Castagna vive a Napoli con la famiglia. Forte del
ciceroniano “nihil est otiosa senectute jucundius” - dove l’otium
latino rappresenta il piacere dello studio e delle colte
conversazioni - continua ad occuparsi di saggi e biografie di
personalità siciliane (di gennaio 2011 è la pubblicazione di
“Cultura e mediazione in G. M. Maniscalco”, di cui a suo luogo; e di
prossima uscita la storia di una straordinaria messinese del ‘900
tratta dai suoi scritti), ed offre qui una panoramica dei suoi
lavori. Una rassicurazione per gli eventuali futuri lettori è il
giudizio tratto dalla recensione di una delle sue biografie: “Altro
pregio del lavoro di Castagna è lo stile, che, pur rispondendo ai
canoni di un vero lavoro storico nel rigore della ricerca, è agile
nel narrare, vivace e sciolto, di facile e piacevole lettura.”. |
Il Principe
di Palagonia e… dintorni
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F.P. Gravina. Disegno di Ezio Castagna |
vai alla pagina dedicata all'illustre personaggio
Dallo studio di un unico
personaggio, Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia,
Umberto Castagna ha tratto negli anni una serie di pubblicazioni
che “girano” intorno alla sua storia e alla storia della sua
opera come pianeti intorno al sole, e che per questo non sono
citate in ordine cronologico, ma puramente logico. La prima è “L’ultimo
principe. Storia di don Fran-cesco P. Gravina, principe di
Palagonia”, Arte Tipografica Editrice, Napoli, II ediz.,
1998.
Questo patrizio siciliano,
nato a Palermo nel 1800, in una famiglia alla confluenza di
grandi nomi della nobiltà siciliana, Pari del Regno, sposato con
Nicoletta Filangeri e Pignatelli, dopo la divisione dalla moglie
orientò la sua vita e le sue immense ricchezze all’assistenza
delle classi povere. Prima pretore (sindaco) di Palermo,
presidente della Commissione Centrale della Sanità, finalmente
fondatore e presidente a vita del “Deposito dei Mendicanti” di
Palermo, visse da laico un’esperienza spirituale straordinaria e
un esercizio della carità estremo e complesso (l’assistenza
eroica degli ammalati durante il colera del 1837 ne è un
esempio) che lo portò alla fondazione di una congregazione di
suore ed a progettarne una di preti. Morì nel 1854.
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Una vita “così” doveva essere
approfondita. Con “Amare sino alla fine. Riflessioni
sulla vita e sul pensiero di don Francesco P. Gravina, Principe
di Palagonia”, Arte Tip. Editrice, Napoli, 2001”. Scrive M.
Ausilia Bulone “Con questa indagine Umberto Castagna amplia
l’angolo di visuale dalla vita all’anima del Servo di Dio, dalle
opere allo spirito che le animò, ed accompagna il lettore
“all’interno” di quell’uomo singolare, a cercare le motivazioni
profonde di un’esistenza che si staccò dalla banalità del
quotidiano per incarnare la carità evangelica”. Appena un anno
prima della pubblicazione di “Amare sino alla fine”, Palermo
aveva vissuto una esperienza singolare: il Municipio di Palermo
accoglieva solennemente nella sua Aula Consiliare a Palazzo
delle Aquile sia il I Convegno Storico che un grande ritratto
del principe, collocato in quanto sindaco della città in una
sala del Municipio dall’allora sindaco Leoluca Orlando - che
presiedeva i lavori - e da un gruppo di sindaci di comuni
siciliani. |
Dell’avvenimento, svoltosi il
15 e il 16 maggio 2000 in una intensa due giorni di cerimonie,
di conferenze e incontri tra studiosi e personalità, Umberto
Castagna curava la pubblicazione e vi univa la raccolta degli
studi sul Gravina di tutto il decennio. Nasceva così il volume
“Intraprendenza, inventiva e santità in F. P. Gravina,
Principe di Palagonia”, Arte Tip. Ed., Napoli, 2001.
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Municipio di Palermo. Il Convegno Storico
15/16 maggio 2000 |
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Vite di donne
Parlando di don Francesco P. Gravina
è spontaneo e inevitabile gettare “Lo sguardo nel futuro”
Arte Tip. Ed., Napoli, 2005. “Quest’opera continua, e in un certo senso
completa, la precedente biografia del principe di Palagonia, L’ultimo
Principe. Riparte dal fondatore, si allarga al lungo periodo
intermedio, fino al glorioso rigoglio, il risorgimento dell’istituto e
la madre Catti. Il tutto è inquadrato nei vari contesti storici, del
mondo civile, ecclesiale e religioso, che fanno da sfondo alla
narrazione, qualificandola e ratificandone il lavoro rigorosamente
scientifico”. Così M. Teresa Falzone, docente di Storia Ecclesiastica
nella Facoltà Teologica di Palermo, presentava questo libro che qui apre
il settore delle biografie di grandi donne siciliane che sono state
oggetto della ricerca storica di Umberto Castagna. Infatti, M.
Beatrice Catti è citata qui perché il collegamento della sua vita
con quella del principe di Palagonia è quasi d’obbligo, essendo la donna
che prese in mano energicamente la congregazione delle Suore di Carità
fondata da lui e ne fece un istituto agile, moderno e presente nel
grande rinnovamento della Chiesa. |
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G. Serpotta. La Carità Palermo, Oratorio
di San Lorenzo |
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Madre Catti aveva voluto lo
splendido Numero Unico “Le Suore di Carità del Principe di
Palagonia”, Palermo, 1961, carico di memorie del
Gravina, del Grande Albergo dei Poveri, e ricco della vita delle
Suore, così aperta ai bisogni della gente. Il Numero Unico
fu subito copiato più che imitato, anche perché grandi opere
d’arte palermitane e specialmente “serpottiane” lo arricchivano.
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Lipari, un approdo moderno |
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La prima delle vite di grandi
donne siciliane scritte da Umberto Castagna è stata però quella
della fondatrice delle Suore Francescane dell’Immacolata di
Lipari, Madre Florenzia Profilio, “La roccia e lo spirito”,
Ed. Paoline, Biografie di contemporanei, Bari, 1967. Scrisse di
lei il cardinale Fernando Cento: “Florenzia Profilio aveva
un’anima - come quella di tutta la gente della sua razza -
naturalmente aspra e dura; ma lo Spirito di Dio seppe lavorarla
così bene che dalla Roccia, come lo scalpello dello scultore dal
marmo, trasse fuori un suo capolavoro”. |
“La cattedra a rotelle. Suor M.
Alfonsa Bruno, ancella riparatrice”, Ed. San Paolo, 2005, fu
quasi una scommessa, perché i momenti vitali nei quali si può scandire
l’esistenza di suor M. Alfonsa Bruno non sono molti. Dov’era il
materiale per una biografia stimolante, ricca di colpi di scena, da
scrivere con passione e da leggere divorandola? Sembrava inesistente. E
invece, dietro uno schema ridotto e quasi deludente, Elena Bruno, cioè
suor Maria Alfonsa, messinese, era stata, invece, una protagonista della
vita, una rocciatrice infaticabile di vette sempre più alte, un’anima
capace di affascinare innumerevoli altre anime. Una creatura che, ancora
oggi, è portatrice di un suo messaggio, che sorprende, incanta, guida a
Dio e alle cime che lo ospitano”. |
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Suor Maria Alfonsa Bruno |
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Gli Uomini e la
Santità
Benedetto il
Moro è il primo santo nero canonizzato dalla Chiesa. La sua storia
si interseca con quella del Cinquecento palermitano e non senza ragione
fu eletto compatrono della città insieme a santa Rosalia. La sua
biografia – della quale Umberto Castagna fu ufficialmente incaricato dai
Frati Minori siciliani - è stata patrocinata dalla Regione Sicilia
insieme ad un ricco e originale C.D. Della biografia - “Nera fonte di
luce. Storia di san Benedetto il Moro”, Regione Sicilia.
Assessorato Beni Culturali, II ed., Palermo, 2007. Scriveva Nino
Barraco, allora Presidente dei Giornalisti Cattolici Italiani: “Questo è
un libro nuovo, non un nuovo libro. Novità di ricerca storica,
ampiamente documentata, soprattutto di quel doloroso periodo in cui
tutta un’accurata legislazione proteggeva, addirittura, il lucroso
commercio degli schiavi, anche qui, da noi, in Sicilia. |
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Palermo, Convento Santa Maria di Gesù.
Antico ritratto di San Benedetto il Moro |
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Novità di
ricostruzione cronologica… novità di ricostruzione
critica…novità di linguaggio giornalistico, che riesce a narrare
una vita con immediata capacità, con scandaglio psicologico
delle figure, con puntuale intelligenza, creativa di dialogo e
di vita. Novità, in questo senso, di una storia raccontata, e,
però, sostenuta da criteri di scientificità, dal puntuale
riscontro dei documenti, dalla scoperta di nuove fonti. Il
tutto, non asettico, distaccato, impersonale, ma fortemente
partecipato…”
Dall’Occidente
all’Oriente
Gabriele
Allegra è – a
differenza di Benedetto il Moro, che appartiene al Cinquecento – un nostro
contemporaneo. Nato il 1907 vicino Catania e morto il 1976 a Hong Kong, percorre
gran parte del secolo con il progetto e l’ansia di offrire al popolo cinese, che
ama appassionatamente, tutta la Bibbia nella lingua dei mandarini. Tutta,
tradotta dai testi originali, e con un commento ricco e moderno. Un’opera
immensa e ancora non tentata. Fonda per questo lo Studio Biblico di Hong Kong,
ricco di giovani intelligenze raffinate da studi specifici e immensi. L’Ordine
dei Frati Minori ne commissiona la biografia a Umberto Castagna, e nasce “La
parola è seme”, Ed. Porziuncola, 1997, della quale scrive Gerardo
Cardaropoli, Rettore Magnifico dell’Ateneo francescano romano:
“Le crescenti
esigenze della storiografia critica rendono sempre più difficile il compito di
scrivere biografie: E’ ancora più difficile se si tratta di una personalità
poliedrica, quasi contemporanea, conosciuta perciò da molti. Umberto Castagna ha
avuto il coraggio di cimentarvisi. Penna abituata a disegnare ritratti di uomini
di Dio, bisogna riconoscere che è riuscito a tracciare l’identikit di p.
Gabriele Allegra con una efficacia difficilmente eguagliabile.
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Quando lo stesso
p. Gabriele gli suggeriva di dedicarsi al genere letterario della biografia,
vedeva giusto, anche se non poteva prevedere che un giorno Umberto Castagna
avrebbe scritto proprio di lui e, per di più, a soli venti anni dalla morte. E
non era facile scrivere una biografia di p. Allegra, personalità dinamica,
complessa”.
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Il barone
Petyx
Questo saggio (nato come mia
tesi di diploma in giornalismo) volle essere un tributo alla
memoria di un uomo generoso, abbandonato nel 1917 dall’Unione
Popolare fra i Cattolici d’Italia in un momento drammatico della
sua vita e della vita del primo quotidiano cattolico. Le
ricerche - faticose e impegnative - sulla vita del barone erano
state fatte negli archivi delle famiglie Petyx e Mortillaro. A
questo lavoro feci seguire (nel 1967) la raccolta e la
catalogazione dei suoi scritti e infine la preparazione di un
complesso documento, la Positio, ad uso del Tribunale
Ecclesiastico di Palermo, da cui avevo anche tratto una sua
biografia breve. Si parlava, allora, della sua beatificazione.
Era un uomo semplice, di preghiera, e grande amico dei poveri. |
L’ultimo libro
in ordine di tempo di Umberto Castagna, freschissimo di stampa, è un
saggio storico pubblicato dai Quaderni della Biblioteca Balestrieri:
“Cultura e mediazione in Giuseppe Maria Maniscalco, frate minore e
vescovo”, Ispica (RG), 2011. Estrarre dall’oblio il Maniscalco,
vissuto tra il 1784 e il 1855, era una scommessa dei Frati Minori
siciliani essendo stato lui l’ultimo Ministro Generale dell’Ordine nato
in Sicilia. Di profonda spiritualità e dotato di ricca personalità, il
Maniscalco fu prima al comando dell’Ordine e poi di due diocesi
(Avellino e Caltagirone) in un periodo di grandi rivolgimenti e
sconvolgenti rivoluzioni europee, che minavano la vita religiosa
organizzata e ne perseguitavano i membri, oltre che con la soppressione,
perfino con la morte. |
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Uno degli
scopi da perseguire fu il sorreggere la vita regolare e
diocesana, aiutando frati e preti ad affrontare la società in
evoluzione. L’altro scopo, quello della formazione culturale dei
giovani avviati al sacerdozio lo caratterizzò e ne fece un
antesignano della sfida tra scienza e fede.
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Contributi di
Umberto Castagna su alcuni di questi protagonisti della storia
siciliana sono apparsi sul Dizionario Enciclopedico dei
pensatori e dei teologi di Sicilia, Salvatore Sciascia
Editore, nella collana Storia e cultura in Sicilia della
Facoltà Teologica siciliana, 2010. |
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- Napoli e Palermo
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