Le mille città del Sud


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Terra di Bari

Turi

Il campanile civico, annesso all'ex convento del Minori Riformati

Turi (BA) si adagia ai piedi dei primi contrafforti della Murgia ed è posizionata sulla SS 172 dei Trulli; nel suo territorio la presenza dell’uomo è documentata a partire dal neolitico. I numerosi reperti archeologici sono depositati o esposti presso i musei di Bari e Taranto e Provincia.

Il suo Borgo antico è di età medioevale, durante il quale la popolazione turese fu dapprima sotto la giurisdizione del Vescovo di Conversano, poi sotto il dominio dei Normanni. A questo periodo risale la costruzione del primo nucleo storico sorto intorno al Palazzo marchesale.

Nel Settecento, il nucleo abitativo si ampia, l’analfabetismo viene combattuto dagli Scolopi che daranno al paese uomini illustri; Turi si costituisce come Universitas, grazie anche a un ceto intellettuale che, nel secolo successivo, sarà protagonista nei moti risorgimentali.

Il paesaggio agrario di Turi è caratterizzato, come il resto della Puglia, da una serie di architetture in pietra a secco, muretti a secco, monumentali muri di recinzione, per lo più facenti parte dei servizi di masserie. Nelle masserie prevalgono i tipici elementi difensivi, quali garitte, feritoie e, primo fra tutti, la corte chiusa da un alto muro di cinta su cui insiste la casa padronale, gli ambienti di servizio e la chiesetta; Caracciolo, Difesa, Serrone, Orlandi, Caione, Santissimo sono le più note e ancora ben conservate.

Turi ha dato natali a personaggi di spicco nella musica barocca, nelle Scienze e nella formazione dell’unità d’Italia (Raffaele Curzio ne è il più noto). È sede di un penitenziario tristemente noto per aver “ospitato” Gramsci che scrisse i quaderni e Pertini, che divenne presidente della Repubblica.

Palazzo Venusio in Turi anno 1741. Archivio Ciro La Rosa

Turi è nota soprattutto come centro agricolo di primaria importanza per la produzione della pregiata ciliegia autoctona chiamata “ferrovia”, famosa in tutta Italia e all’estero; metà della sua superficie è coltivata a ciliegio con circa 3.700 ettari ed una produzione annua di circa 100.000 quintali (il 13% della produzione nazionale di ciliegie); a Celleno (VT), ha conquistato il premio di migliore ciliegia d´Italia.

Nel settore vitivinicolo oggi si sta imponendo con il pregiato vitigno Primitivo, dal quale si produce un vino rosso che si fregia di un marchio D.O.C., per il quale alcune aziende vinicole del territori, come l’Az. Giuliani Raffaele e az. Coppi, ricevono premi di riconoscimento.

S. Oronzo, venerato anche a Lecce, Ostuni e Botrugno, insieme a S. Giovanni, è il patrono di Turi; il 25 e 26 Agosto,la cittadina gli dedica un momento di fede e folclore, richiamando da tutti il mondo l’attenzione dei turesi; nella grotta dove svolse il suo apostolato, un suo fedele ha offerto un pavimento maiolicato di eccezionale valore; sulla grotta nel XVII sec. fu edificata un’imponente chiesa settecentesca. Una macchina trionfale fu costruita da più di cento anni per portare in processione il busto del santo il giorno dei suoi festeggiamenti.

http://www.turionline.it/citta-di-turi/

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