Le Pagine di Storia

Il piroscafo Sicilia

 

NAVIGAZIONE TRANSATLANTICA 1854

Alessandro Arseni [1]

SS [Steam Ship] Sicilia

Il sogno di possedere una nave a vapore capace di attraversare l'Atlantico fu realizzato, nel 1854, dai fratelli palermitani Luigi e Salvatore de Pace, che costituirono la società di navigazione «Sicula Transatlantica» allo scopo di organizzare un servizio diretto di vapori fra Palermo e New York.

La tecnologia navale del tempo poteva permettere la costruzione di navi a elica, anziché a ruote, i motori non esplodevano più così di frequente come accadeva sovente fino a una decina d'anni prima e l'uso del ferro per costruire lo scafo era ormai abituale.

Le comunicazioni dall'Europa all'America del Nord passavano tutte tra i porti di Liverpool, Southampton, Glasgow in Inghilterra, e Le Havre in Francia. Linee regolari americane, inglesi e francesi, trasportavano settimanalmente tonnellate di merci, migliaia di passeggeri e quintali di posta a New York.

Il grande flusso migratorio degli anni precedenti, che aveva portato a sbarcare sulle coste d'America oltre 3.000 persone ogni settimana, era giunto a livelli enormi: solo tra il 18 e il 20 maggio 1854 sbarcarono nel porto di New York circa 20.000 emigranti [principalmente irlandesi, alla ricerca di rifugio dalla oppressione inglese, N.d.R.].

Questo fece sì che anche un gran numero di merci e derrate dovessero essere trasportate oltremare, e a questo proposito gli inglesi, prima con la P. & O. Steam Nav. Co., poi con altre compagnie, avevano organizzato viaggi regolari con navi a vapore che partivano da Liverpool, costeggiavano il Portogallo, passavano Gibilterra e, dalle coste di Spagna, attraccavano a Genova, Livorno, Civitavecchia, Napoli e i porti siciliani. Al ritorno, nei porti inglesi, avveniva il trasbordo di merci e passeggeri su navi più grandi, di circa 2.000 tonnellate che impiegavano circa 15-20 giorni per attraversare l'Atlantico.

I siciliani fratelli De Pace ordinarono ai cantieri James & G. Thomson di Glasgow, per 18.500 sterline, la costruzione del piroscafo Sicilia, di 828 t di portata lorda e 462 nette, in ferro, a elica, lungo 220 piedi e largo 28 [67m x 8,5m ca.,N.d.R.], a tre alberi, con prora a clipper e macchina da 250 cavalli.

Varato il 16 gennaio 1853, lasciò la Clyde il 31 marzo 1854 al comando del capitano John Carson, con un equipaggio di 24 uomini. Durante il viaggio di trasferimento dall'Inghilterra a Palermo, nella notte fra il 24 e il 25 aprile 1854 fra Nizza e Antibes, entrò in collisione col vapore Ercolano dell'Amministrazione della Navigazione a Vapore delle Due Sicilie. A seguito dello scontro, perirono 48 tra passeggeri e uomini dell'equipaggio. Le notizie dei giornali del tempo riportarono una dettagliata cronaca del disastro:

Nella notte dal 24 al 25 passato, nelle acque fra Nizza e Antibes, i due vapori si scontrarono o fosse per incuria di entrambi o di uno solo ovvero per altro caso. Fatto sta che nel pieno della navigazione ebbe luogo il cozzo terribile. Era mezzanotte, agitato il mare, un forte vento spirava. La testimonianza attesta che fu un momento di terrore e di confusione indescrivibile l'urto tra il fianco sinistro dell’ "Ercolano e la prora del Sicilia. Un largo squarcio aprì il varco alle acque che tosto irrompendo allagarono il sottocoperta. Si immerse l'Ercolano di poppa, poi girò più volte su se stesso, spinto dal vortice delle acque. Passarono poco più di dieci minuti e fu inghiottito dalle acque. Le tenebre e la confusione resero più grave il disastro ed invero questa catastrofe lascerà lunga e dolorosa memoria di sé pel numero delle vittime, inaudito sinora in simili casi ne' nostri mari (...).

A bordo dell’Ercolano si trovava pure Sir Robert Peel J., figlio dell'ex Primo Ministro inglese, che riuscì a salvarsi perché si trovava a bordo della sua carrozza sistemata sul ponte del battello. Al momento della scossa si gettò in mare e raggiunse a nuoto la nave investitrice.

Trattenuto per vari giorni a Marsiglia per le formalità del sinistro, il Sicilia giunse a Genova, preceduto da una campagna pubblicitaria che invitava a imbarcare merci e passeggeri per New York, in occasione del suo primo viaggio transatlantico.

Partito da Genova alle ore 18 del 13 maggio diretto a Napoli e Palermo, giunse per la prima volta nella capitale siciliana il 16. Tornato nuovamente a Napoli e Sorrento per completare il carico per l'America, giunse ancora a Palermo il 25 maggio. Finalmente, il pomeriggio del 1° giugno 1854, il Sicilia lasciò Palermo con 33 passeggeri e 38 uomini dell'equipaggio, comandati dal capitano Ferdinando Cafiero di Sorrento, per dirigersi alla volta di New York.

Il viaggio del SICILIA durò 26 giorni, dei quali 17 da Gibilterra, avendo il capitano Cafiero preferita la cosiddetta «rotta del passaggio tropicale» suggeritagli dai capitani dei velieri siciliani che già avevano varie volte attraversato il Nord Atlantico. Dopo Gibilterra, con l'aiuto degli alisei, discese verso il Sud con rotta obliqua, sino a raggiungere il Tropico del Cancro, che seguì parallelamente fino al 70° meridiano; deviò poi gradatamente al Nord sino a incontrare la Corrente del Golfo e portato da questa si avvicinò alla costa orientale degli Stati Uniti, dando fondo alle ancore nella baia dell'Hudson il 28 luglio divenendo così la prima nave a vapore italiana [del Regno delle due Sicilie, N.d.R.] che toccava il Nord America. Diede fondo nella baia dell'Hudson alle 8 di mattina del 28 giugno 1854. Il primo battello a vapore italiano giunto in America fu festeggiato il 4 luglio, 78° anniversario della dichiarazione d'Indipendenza. Nonostante il caldo tropicale (in quei giorni il termometro aveva raggiunto i 100° Fahrenheit [37,8° C, N.d.R.]), il Sicilia fu oggetto della visita di numerosi emigranti italiani che salivano con orgoglio e commozione su un pezzetto della loro patria lontana.

Rimasto fermo per circa un mese a New York, il Sicilia ripartì il 30 luglio, ma fu costretto a rientrare in porto per cambiare il carico di carbone che non era di buona qualità e non permetteva una buona alimentazione delle macchine. Ripartito nuovamente il 3 agosto, fece scalo a Gibilterra il 22, a Marsiglia il 3 settembre e arrivò a Genova il giorno seguente, sbarcando 30 passeggeri, 40 marinai e 593 unità di carico. Proseguì quindi il 5 settembre per Napoli, rientrando infine a Palermo il 14 settembre 1854.

Al comando del capitano Giuseppe Di Bartolo, il Sicilia partì il 27 settembre 1854 per il suo ultimo viaggio. Affondò infatti il 20 ottobre a circa 60 miglia al largo di Cork, nell'Irlanda meridionale. Il Capitano, un passeggero e 35 uomini d'equipaggio furono soccorsi dal bastimento a vela Franziska e condotti in salvo a Liverpool, da dove vennero rimpatriati con un vapore inglese per Marsiglia.

Finiva così, dopo circa sei mesi, la sfortunata ma gloriosa vita della prima nave a vapore italiana [del Regno delle due Sicilie, N.d.R.] che attraversò l'Atlantico e giunse negli Stati Uniti.

Nella foto a inizio pagina la lettera da Genova, 13 maggio 1854, imbarcata sul piroscafo SICILIA giunta a Palermo il 16 maggio, nel corso del suo viaggio di trasferimento dall'Inghilterra alla Sicilia. Nel testo si legge: «Senza Vostra a riscontrare, ci giova il confermare l'ultima spedita il 10 corrente per il Postale, per il cui contenuto v'informavansi dello stato della causa del piroscafo ERCOLANO perduto, e SICILIA portatore della presente, nulla di nuovo ad aggiunger visi in tal proposito».


[1] Tratto da La Rivista Marittima, Settembre 2005

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