In questi giorni, taluni "benpensanti" nostrani e europei cominciano a
rivedere, spero in chiave autocritica, le loro ben retribuite sicumere a
favore della guerra alla Libia. Si parla, infatti, dell'intervento
militare e del barbaro assassinio di Muammar Gheddafi come di un errore
della coalizione della NATO e si denuncia il caos sanguinario che regna
nella Libia "liberata" dagli occidentali (Francia, Usa, Gran Bretagna,
Spagna, Italia, ecc.) e consegnata non si sa bene a chi.
La Germania
della signora Merkel si rifiutò di partecipare. Già a quel tempo
l'opinione pubblica comprese che quell'intervento sarebbe stato un
autogol per l'Europa e soprattutto per l'Italia che, da 40 anni,
intratteneva ottime relazioni economiche e commerciali con la Libia.
Oggi, tale opinione si è fatta strada anche ai "piani alti" del potere
economico che non sanno a quale "santo" votarsi per rimediare. La Libia
è in fiamme e l'Italia si lecca le ferite, anche sul piano dei flussi
migratori ormai incontrollati.
Chiarisco che
con questo mio libro non ho voluto sostenere la dittatura di Gheddafi.
Tutt'altro. Ho solo condannato e documentato il voltafaccia di vari capi
di stati e leader politici e l'ingerenza armata della Nato all'interno
di un Paese sovrano com'era la Libia. Ricordo che la "non-ingerenza" è
un principio fondamentale della Carta dell'Onu che ha garantito la
convivenza pacifica in Europa e in altre parti del mondo. Formalmente,
anche lo Statuto della Nato s'impegna a rispettare questo principio... E
qui mi fermo. Il resto è nel libro. Se può interessare, segue il primo
capitolo "Chi era Gheddafi?", e parte del secondo, con la speranza di
poter contribuire a un' informazione più completa e più obiettiva
sull'argomento.
Agostino Spataro
Pubblicazione
de ilportaledelsud.org, ottobre 2014 |