La chiesa sorge in quel che era il largo del
Mandracchio, prospiciente su di uno specchio d’acqua
detto Mandracchio (toponimo derivante dalle mandrie di
bovini che vi scorazzavano) ed anche Mar Morto o Molo
Piccolo, su quel che restava del porto angioino
denominato “Porto d’Arcina”, collegato al mare tramite
due imboccature e scavalcato da ponti sulla odierna
strada di via Marina.
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Porto angioino d'Arcina. Al numero "36"
corrisponde l'attuale ubicazione della chiesa (Tavola
estratta da ). Archivio Ciro La Rosa. |
Sul finire degli anni '30 del secolo scorso il
porticciolo venne interrato, intraprendendo lavori che
terminarono solo nel dopoguerra che hanno portato la
zona all’attuale conformazione. La chiesa ora appare
avulsa dal contesto poiché è ridotta all’umiliante ruolo
di spartitraffico.
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Collocazione della chiesa nell'attuale
contesto cittadino, sec. XXI, estratto .Archivio Ciro La
Rosa. |
Edificata nel 1554 per volontà di Bernardino
Belladonna scampato ai pirati ed a un naufragio, salvato
dalla Vergine Maria,
Stella
Maris, apparsagli mentre galleggiava tra i flutti. Il
Cardinale Pacecco diede il permesso di elevarla con
autorizzazione del 31 maggio 1554.
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Santa Maria di Portosalvo in un
acquerello di metà '900. Archivio Ciro La Rosa |
Una serie di lapidi, affisse sulla facciata della
chiesa, narrano la storia e le vicende della sacra
istituzione. La chiesa divenne sede di una confraternita
di marinai che realizzava opere di misericordia a favore
dei marittimi tra cui l’assistenza ai marinai ammalati,
provvedere alla dote delle fanciulle povere. La
confraternita costruì una palazzina, terminata nel 1749
sotto la direzione dell’ingegnere Ignazio Cuomo,
tutt’ora esistente attigua alla chiesa, un tempo sede di
un orfanotrofio detto il “Collegio dei Marinaretti”.
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L'androne della chiesa. Foto di Ciro La
Rosa |
L’arciconfraternita organizzava ogni anno una
processione solenne di barche, da tenersi il 30 giugno
(il 30 giugno del 1711, infatti, vi fu l’incoronazione
della Madonna di Portosalvo), con a bordo il quadro
della Madonna, che si concludeva con un lancio in mare
di una corona di fiore in memoria di tutti i caduti in
mare.
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Le lapidi con la storia della chiesa.
Foto di Ciro La Rosa. Clicca sull'immagini per
ingrandire |
La facciata della chiesa risale all’ultimo restauro
del XVIII secolo, ultimo stile rococò che volge alle
forme classicheggianti, ornata in stucchi alternata da
colonne e pilastri con un pregevole orologio nel secondo
ordine.
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La cupola maiolicata. Foto di Ciro La
Rosa |
Sia il campanile che la cupola sono rivestiti da
splendide mattonelle (embrici) gialle e verdi.
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Il campanile maiolicato. Foto di Ciro La
Rosa |
L’interno è ad una navata con due cappelle per lato,
rivestita da marmi policromi datati 1774; il soffitto
ligneo dorato,è tra i più belli di Napoli, intagliato da
Nicola Antonio Conte, Giuseppe Mellone e mastro
Michelangelo nel 1634, con al centro il quadro di
Battistiello Caracciolo “La
Gloria della Vergine” dipinto nello stesso anno.
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Il soffitto ligneo. Concessione Comitato
Civico di Portosalvo |
Di
grande prestigio e di fine intaglio è la “cantora” o
coro del XVII secolo posto sull’ingresso. Disegnata da
Dionisio Lazzari la balaustra dell’altare maggiore,
presenta inserti di madreperla e pietre dure, con
accanto motivi legati alla vita dei marinai, una barca
posta in due pilastrini a ricordare la protezione sui
marinai della Vergine Maria.
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L'altare (concessione Comitato Civico di
Portosalvo) |
L’altare maggiore, iniziato
nel 1778 finito nel 1806, fu scolpito da Giacomo ed
Angelo Viva; sull’altare è la mezza figura della Vergine
di Portosalvo, restaurata si crede nel XVIII secolo dove
venne modificata l’immagine della Vergine che
antecedentemente “non era alcun globo in mano alla
Vergine, ma al di sotto di lei era dipinta una stella,
per indicarne il simbolo di
Stella Maris”
(estratto da Guida Sacra della Città di Napoli, di G.A.
Galante, pagina 325).
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Madonna di Portosalvo e, a fianco,
l'affresco con la Barca. Concessione Comitato Civico di
Portosalvo |
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Nel presbitero vi sono dei
dipinti su tavola, della metà del cinquecento,
attribuiti a Filippo Vitale, ed affrescato da Nicola
Russo nel 1689 con “Storie della Vergine”. Seicentesca è
la statua lignea di Sant’Antonio, mentre del Settecento
sono i gruppi scolpiti sui due secondi altari. Giuseppe
Baldi, pittore scenografo del teatro San Carlo, decorò
gli ambienti dell’oratorio e della sagrestia.
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Fontana del XVI sec. detta della Maruzza
(lumaca) posta accanto alla chiesa di Porto Salvo. Foto
di Ciro La Rosa |
All’esterno della chiesa sulla sinistra c’è la
cinquecentesca fontana della “Maruzza” (lumaca), ora
sommersa dai rifiuti, e si spera che venga ripulita e
riportata all’antico splendore. Sulla destra isolata
dalla chiesa si eleva
la Guglia,
di grande importanza storica per la memoria della
nazione Napoletana: fu eretta nel 1799 dai legittimisti
borbonici per la vittoria sugli invasori e massacratori
francesi, costruita in piperno con inserimenti di
quattro medaglioni in marmo scolpiti da Angelo Viva,
oggi corrosi dallo smog e dall’aria salmastra, ne manca
uno da tempo immemorabile, i restanti rappresentano il
simbolo della passione di Cristo, la Madonna di
Portosalvo, San Gennaro, e Sant’Antonio di Padova, con
scolpite le strofe del Vexilla Regis.
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Fontana della Maruzza:
immagini dell'attuale degrado. Foto di Ciro La Rosa |
La chiesa e la confraternita vennero lentamente
abbandonate dopo la morte dell’ultimo parroco e dal
rovinoso terremoto del 1980. La palazzina della
confraternita in completo abbandono, anche per la morte
degli ultimi iscritti, è nel completo degrado,
diventando dormitorio notturno per senzatetto e
discarica a cielo aperto.
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Estratto dal tomo Napoli Antica 1887 di
R. D'Ambra. Archivio Ciro La Rosa |
Per il recupero della
struttura della chiesa e della arciconfraternita è sorto
nel 2004 il Comitato Civico di Santa Maria di Portosalvo
(www.portosalvo.org),
artefice del restauro in corso. A seguito
dell'intervento del Presidente del Comitato Civico,
Antonio Pariante, e
della Curia di Napoli, sono state allocate a
Portosalvo la Migrantes e l’Associazione Stella Maris.
La chiesa di Portosalvo è affidata a monsignor
Pasquale Silvestri, cappellano del Porto di Napoli e direttore spirituale
della citata Associazione
Stella Maris,
sorta con il
fine di continuare l’opera della gloriosa
arciconfraternita di Portosalvo: la salvaguardia dei
marittimi napoletani, l’assistenza medica ai marittimi,
l’assistenza al personale di bordo sulle navi poste
sotto sequestro, i corsi di formazione per i “Volontari
del Mare”, oltre ad aver ripreso la tradizionale
processione di barche nel porto di Napoli con la
direzione di S.E. il Cardinale Crescenzio Sepe.
Ciro
La Rosa
Gennaio 2010